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Marco Polo e la Via della Seta
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Perché proprio Marco Polo?
Basti pensare al fatto che è considerato il più famoso esploratore europeo della Via della Seta. Fin dall’età di 17 anni Marco Polo intraprende un lunghissimo viaggio attraverso l’Asia con suo padre e suo zio, entrambi mercanti. Vive poi presso la corte mongola per molti anni e fa infine ritorno in patria. Sono quindi i suoi familiari che lo portano in terre lontane ma il suo cuore, riempito dalle meraviglie che si mostravano ai suoi occhi, ama da subito quelle terre sconfinate d’oriente.
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La “Via della Seta” E’ una via utilizzata in passato per i traffici commerciali che legava Roma ai remoti territori del Catai, l’odierna Cina. Dal 53 a.C. ad oggi, per venti secoli ambasciatori e missionari, guerrieri e navigatori hanno percorso tale cammino. Chiamata così perché il principale commercio era quello della seta, tessuto prodotto solo nei territori asiatici e quindi preziosissimo in quelli europei. È proprio la seta, il prezioso e fin dall'inizio costosissimo tessuto dall'origine avvolta di mistero, a permettere che gli scambi commerciali di profumi, spezie, oro, pelli, metalli, porcellane, medicinali cominciassero a svilupparsi. È un itinerario che si snoda attraverso numerosi tipi di paesaggio e abbastanza contorto per ragioni di carattere naturale: montagne o terreni impervi costringevano ad ampie deviazioni di percorso.
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Percorso in Asia via terra
La “Via della Seta” Percorso in Asia via terra
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Le persone si spostavano principalmente in carovane.
Come si viaggiava? Le persone si spostavano principalmente in carovane. Anticamente le carovane erano composte da circa persone. Era infatti consigliabile spostarsi in gruppo e armati, poiché le piste carovaniere erano frequentate da briganti e saccheggiatori. I viaggiatori però il più delle volte camminavano a fianco degli animali, i quali portavano le merci. In una carovana potevano esserci diversi animali da trasporto : buoi, cavalli, muli, yack, cammelli e dromedari.
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Il racconto del viaggio
Dopo il ritorno in patria, durante la prigionia per mano dei genovesi, al tempo in lotta con Venezia, Marco Polo raccontò le sue memorie a Rustichello da Pisa, anche lui prigioniero, che le trascrisse in francese. Il libro aveva a titolo “Le Divisament du Monde” conosciuto oggi come “Il Milione”
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Ripartirono con Marco due anni dopo, nel 1271,
La Partenza Il padre di Marco e lo zio, dopo le peregrinazioni per l’Asia durate una quindicina d’anni, tornarono a Istanbul dove Marco Polo era cresciuto senza mai conoscere suo padre. Ripartirono con Marco due anni dopo, nel 1271, alla volta del Gran Khan.
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Istanbul, dove in attesa del ritorno del padre aveva vissuto Marco
Istanbul, dove in attesa del ritorno del padre aveva vissuto Marco. che oggi conta 12 milioni di abitanti, è la capitale della Turchia. Chiamata allora Costantinopoli era un essenziale snodo commerciale del tempo.
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Istanbul e Pechino si trovano più o meno sullo stesso parallelo.
In linea d’aria Istanbul e Pechino si trovano più o meno sullo stesso parallelo. È infatti una retta parallela all’equatore che le può unire.
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Marco Polo, con suo zio e suo padre, raggiunse il regno di Gengis Khan, vastissimo al tempo. Tornarono solo quando Marco Polo aveva superato i 40 anni, viaggiò quindi circa per 25 anni. Parenti e amici, vedendoli tornare, fecero fatica a riconoscerli.
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Ma quale percorso seguirono?
Per il tempo questa era considerata un’impresa incredibile e forse impossibile. Un recente studioso a stimato che, solo tra Iran e Cina, Marco Polo percorse circa km.
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Il Milione inizia con queste parole:
“Signori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d'Erminia, di Persia e di Tarteria, d'India e di molte altre province. E questo vi conterà il libro ordinatamente siccome messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia, le conta in questo libro e egli medesimo le vide. Ma ancora v'à di quelle cose le quali elli non vide, ma udille da persone degne di fede, e però le cose vedute dirà di veduta e l'altre per udita, acciò che 'l nostro libro sia veritieri e sanza niuna menzogna.”
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Nel 1271, lasciarono San Giovanni d’Acri in Palestina
Nel 1271, lasciarono San Giovanni d’Acri in Palestina. Attraversarono la Turcomannia (cioè la Turchia), la Giorgiania (Giordania), l’Armenia e il regno di Mosul (in Iraq) fermandosi infine a Baldac, l’odierna Baghdad, dove vive il califfo dei musulmani. A Baldac è fiorente il commercio. Vi vivono uomini di scienza che, con il loro studio, permettono gli scambi culturali. Baldac era all’epoca culturalmente più vivace di molte città europee. San Giovanni d’Acri Baghdad
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San Giovanni d’Acri, il porto oggi.
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Scesero verso il Golfo Persico con l’intenzione di proseguire per mare
Scesero verso il Golfo Persico con l’intenzione di proseguire per mare. Viste le imbarcazioni poco sicure decisero di non intraprendere la via di mare e proseguirono su terra verso Nord. Il viaggio continua attraverso la Persia, divisa in otto regni. Passando per Samarcanda. Samarcanda, nell’Uzbekistan, era governata dal nipote del Gran Kan. A causa dei cattivi rapporti fra i due, spesso insorgevano sanguinosi litigi e guerre. Gli abitanti erano sia musulmani che cristiani. La città era molto grande e ricca, con stupendi giardini pieni di piante. Quando Ciagatai, re della città prima dell’arrivo di Marco Polo, si era convertito al cristianesimo, gli abitanti cristiani della città, per festeggiare, avevano costruito una chiesa in onore di S.Giovanni Battista. Per costruire la colonna centrale di questa chiesa avevano utilizzato una pietra sacra ai musulmani. Questi, dopo la morte di Ciagatai, pretesero fermamente la restituzione della pietra. Dato che senza quel pilastro la chiesa sarebbe crollata, i cristiani piansero e pregarono molto. Nel giorno fissato per la restituzione, per miracolo, la struttura della chiesa rimase in piedi nonostante la rimozione del pilastro. Continuarono fino a raggiungere la città di Kashgar.
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Geometrie nelle città visitate da Marco Polo
Mausoleo a Samarcanda Citta Vecchia a Kashgar
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Samarcanda Kashgar Baghdad
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Per proseguire il loro viaggio attraverso l’Asia centrale, i viaggiatori sono costretti ad attraversare il deserto del Gobi, che Marco Polo chiama deserto di Lop (vicino alla città di Lop, oggi Charklik, nei pressi del lago Lop Nur, che non ha una sede fissa ma occupa uno spazio che varia secondo il regime dei fiumi che lo alimentano) o Gran Deserto. Marco Polo ci dice che si impiega un anno ad attraversarlo. Il cibo e l’acqua sono scarsissimi e si rischia di perdersi a causa di allucinazioni e spiriti maligni ingannevoli.
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Marco Polo si sofferma alla città di Ciandu, residenza estiva del Gran Kan. Ciandu, o Chemenfu, corrisponde a Xandau. Il palazzo estivo del Gran Signore è immerso in un grande giardino ricco di alberi e ruscelli. Il Gran Kan è solito andare a caccia fra questi alberi: gli animali che usa più spesso per cacciare sono i girifalchi, che fa addestrare. Il palazzo ha molte stanze, fatte di marmo e pietra; le stanze sono tutte riccamente decorate d’oro. Attorno al Gran Kan si riuniscono astrologi e incantatori che sono in grado di rendere bello il tempo “con la loro forza di incantamento”.
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Xandau Kashgar Pechino
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La “grande città di Cambaluc” è oggi Pechino
La “grande città di Cambaluc” è oggi Pechino. Ha dodici grandi porte dalle quali partono molte strade, in grado di raggiungere ogni parte del regno. Poiché la città è la sede della corte del Gran Kan, vi confluiscono mercanti da ogni parte del mondo. Qui sono arrivati, infatti, i Polo. Vi arrivano perle e gemme dall’India e “gli oggetti più strani e preziosi dal Catai e dalle altre province”, per non parlare della seta (mentre scarseggiano lino, cotone e canapa). “Non è da stupire dunque se Cambaluc è l’immenso emporio che abbiamo descritto”. Fra le tante cose che stupiscono messer Marco ma non noi, c’è la moneta usata dal Gran Kan: estremamente moderno, il Gran Signore “fa spendere carta invece di moneta”, cioè usa la cartamoneta piuttosto che i metalli preziosi coniati.
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Marco ottenne subito i favori di Kubilai Khan, al punto che divenne suo consigliere e successivamente suo ambasciatore. Durante tutta la sua permanenza presso la corte mongola, Marco svolgerà, per conto del Gran Khan, anche attività amministrative, incarichi diplomatici, lunghe e delicate ambascerie, compiendo per questo diversi viaggi che lo portarono in ogni angolo dell'impero. Marco Polo su incarico dall’Imperatore, ispeziona le regioni al confine del Tibet e lo Yün-nan fregiandosi del titolo di “Messere” che lo lega direttamente alla figura del sovrano.
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Nel 1292, a ventun'anni dalla partenza da Venezia, Marco Polo inizia il viaggio di ritorno salpando dal porto di Zaitun e arrivando in patria nel 1295 con un viaggio principalmente per mare. Si narra che in punto di morte qualcuno lo sollecitasse a dire la verità. Egli rispose che non aveva narrato nemmeno la metà di quello che aveva visto. Istanbul Pechino
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Il Milione si conclude con queste parole:
“Della nostra partita, come noi ci partimmo dal Grande Kane, avete inteso nel cominciamento del libro, in uno capitolo ove parla della briga e fatica ch’ebbe messer Matteo e messer Niccolò e messer Marco in domandare commiato dal Gran Kane; e in quello capitolo conta l’aventura ch’avemmo nella nostra partita. E sappiate, se quella aventura non fosse istata, a gran fatica e con molta pena saremmo mai partiti, sicché a pena saremmo mai tornati in nostro paese. Ma credo che fosse piacere di Dio nostra tornata, acciò che si potessoro sapere le cose che sono per lo mondo, ché, secondo ch’avemo contato in capo del libro nel titolo primaio, e’ non fu mai uomo, né cristiano né saracino né tartero né pagano, che mai cercasse tanto nel mondo quanto fece messer Marco, figliuolo di messer Niccolò Polo, nobile e grande cittadino della città di Vinegia.”
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Possibilità di viaggio oggi
Anche oggi la Via della Seta è percorribile per turismo ma i mezzi di trasporto attuali sono molto più agevoli. Si può partire anche con una spedizione propria, soldi (tanti soldi), un fuori strada, una jeep perché ci sono strade non asfaltate soprattutto in Afganistan e Samarcanda. Oppure, se si vuole farla autonomamente, si viaggia con i mezzi che si trovano sul percorso come corriere e passaggi della gente del posto, proprio come i viaggi di una volta: quando parti ma non sai quando e se arrivi perché è abbastanza pericoloso.
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Il Costo e informazioni generali
Ci vogliono all'incirca 3500euro, ma proprio stando al minimo e comprando il minimo indispensabile per pagare i trasporti e mangiare. Inoltre, si passa la notte dove capita perché molto spesso si trova ospitalità dalle persone del posto, ovviamente dormendo per terra col sacco a pelo.
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Le coordiante per un viaggio ideale attraverso queste terre.
Dividendo il viaggio nelle tappe selezionate su google maps ecco che tipo di viaggio si può intraprendere da Milano (senza badare ai costi) Tappa 1: da Milano a Istanbul. Il mezzo migliore per arrivare fino a Istanbul è di sicuro l’aereo, per iniziare poi da lì il vero viaggio in Asia. Infatti Istanbul è una capitale che per metà è europea e per l’altra metà è asiatica. Prenotando qualche mese prima, il viaggio di sola andata si aggira intorno ai 60 Euro a persona. Per un inizio di viaggio suggestivo si può anche prenotare l’Orient Express che da Parigi arriva fino a Istanbul attraversando tutta l’Europa. Questo viaggio è possibile solo una volta l’anno e permette di rivivere l’esperienza di attraversare l’Europa su un così famoso treno.
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Tappa 2: di Istanbul a S. Giovanni d’Acri.
La Turchia è spesso una terra sottovalutata dai turisti ma, sia via mare che via terra, regala la possibilità di vedere posti meravigliosi. Per godere dei suoi paesaggi marini si può viaggiare noleggiando un caicco e mettersi in mare. Se invece si preferisse il viaggio via terra numerosi sono gli itinerari possibili sia in pullman che con le automobili.
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Tappa 3: da S. Giovanni d’Acri a Samarcanda.
Questo tratto di percorso è proprio quello più lungo e probabilmente più complesso da intraprendere. Si può pensare di attraversarlo con mezzi quali jeep o pullman ma forse il modo migliore è quello di far tappa in alcune città chiave viaggiando da una all’altra in aereo. Un possibile itinerario, per vedere dei luoghi interessanti, potrebbe essere: - Da S. Giovanni d’Acri a Tashkent in aereo - Da Tashkent e Urgench in aereo e poi da Urgench a Khiva in pullman (per visitare Khiva, una tra le cittadine meglio conservate sulla Via della Seta) Da Khiva a Bukhara sempre in pullman attraverso il deserto. - Da Bukhara a Samarcanda, con tappa a Shakhrisabz in pullman per visitare questa interessante cittadina e qualche sua moschea o mausoleo.
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Tappa 3: da Samarcanda a Pechino
Questo tratto di strada permette di viaggiare attraverso la Cina visitando posti altamente urbanizzati e altri, poco distanti, rurali. Sia in treno che su ruote si può godere del paesaggio e fermarsi a vedere luoghi interessantissimi come la Grande Muraglia cinese.
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Differenze La frenesia della vita moderna nei paesi europei ci impedisce un po’ di viaggiare per tanto tempo, a meno che non si decida di lasciare tutta la vita moderna alle spalle e dedicarsi interamente a precorrere questi itinerari, intraprendere un viaggio che è prima di tutto interiore, alla scoperta di se stessi. Siccome tale scelta è per pochi allora un viaggio turistico deve limitare molto le sue prospettive sia in termini di tempo che di mezzi. L’aereo è per noi oggi un grande alleato per visitare ogni angolo della terra in poche ore.
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Analogie Se è facile individuare le differenze si fa più fatica a studiare la analogie tra il viaggio di Marco Polo e un possibile viaggio attuale lungo gli stessi percorsi. Ciò che però è rimasto uguale ad allora lo è specialmente per volere dell’uomo che ha deciso di mantenere e conservare determinati luoghi simbolo e opere del passato. Poter vedere oggi monumenti e edifici costruiti molti anni fa ci porta immediatamente indietro nel tempo, a tempi antichi. Alcuni posti tuttavia, lungo la Via della Seta, non hanno subito così tante contaminazioni da parte del mondo moderno e tecnologico rimanendo quasi inalterate. Questi luoghi sono i più interessanti e allo stesso tempo i più difficili da visitare.
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Questo è un viaggio per:
Una persona che abbia voglia di abbandonare tutti i comfort della vita moderna e ritornare ad arrangiarsi con ciò che trova lungo il percorso: mangia quello che trova e cerca aiuto nelle persone che incontra. E' un percorso che non può fare chiunque, bisogna essere prima di tutto viaggiatori dentro, bisogna sapersi muovere.
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Gruppo Effemeridi Armento Flavia Bianchi Chiara Gadda Raffaella
Merli Alice Gruppo Effemeridi
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