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ANDY WARHOL E LA CULTURA DI MASSA

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Presentazione sul tema: "ANDY WARHOL E LA CULTURA DI MASSA"— Transcript della presentazione:

1 ANDY WARHOL E LA CULTURA DI MASSA
Teoria e metodo dei mass media Federica Valli

2 INDICE: 1- La cultura di massa 2- Andy Warhol 3- Campbell’s Soup 4- Electric Chairs 5- Marilyn 6- Mao 7- Barbie 8- Warhol e la musica 9- Warhol e la TV 10- Conclusioni

3 Il termine CULTURA DI MASSA viene usato per indicare appunto la cultura, le informazioni che vengono divulgate dai MASS MEDIA (cinema, tv, discografia, fumetti) rivolte al ‘’grande pubblico’’, alle masse. Con l’avvento di radio e TV un’informazione, una canzone, un filmato, poterono arrivare ad un numero molto elevato di persone, e così iniziò ad instaurarsi una cultura di massa nelle varie società. La cultura pop viene spesso erroneamente etichettata in modo negativo, ma essa non rappresenta solamente la ‘’tv spazzatura’’ o la musica di pessimo livello prodotta solo per guadagnare, basti pensare a qualsiasi disco dei Beatles o ad un film come Shining di Kubrick , due prodotti di altissima qualità eppure allo stesso tempo di esorbitante popolarità. La cultura di massa è quindi rappresentabile attraverso tutto ciò, bello o brutto che sia, che riesce ad arrivare ad un elevato quantitativo di persone. Andy Warhol ne risulta dunque un esperto, essendo forse l’artista più conosciuto al mondo.

4 Andy Warhol nasce a Pittsburgh (Pennsylvania) il 6 agosto 1928, nel 1949 si trasferisce
a New York dove entra subito nel mondo dell’arte, iniziando a lavorare come grafico pubblicitario per quotidiani o riviste come Vogue, Harper’s Bazar, New York Times. Pur risquotendo parecchio successo questo ruolo inizia a stargli stretto, non potendo esprimere al 100% la sua creatività. Il commercio richiedeva un linguaggio visivo che attirasse il largo pubblico, a volte delle sue illustrazioni venivano rifiutate pechè troppo esoteriche ed esclusive per le masse; così decise di diventare l’ art director di se stesso, prima editore dei suoi stessi libri e poi attraverso la sua pop art. «Quando lavoravo per le riviste cercavo di essere originale, ma loro non lo volevano, così decisi di non essere più fantasioso.» 1986

5 comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti
Nel 1952 tiene la prima mostra personale con alcuni disegni e stampe, durante gli anni 50 inizia a farsi conoscere come artista, intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che si rifanno a fumetti e immagini pubblicitarie. Nel 1962 inizia ad usare la tecnica della serigrafia, rivolgendo l’attenzione a immagini comuni del suo tempo. La decisione di Warhol di scegliere immagini della cultura popolare e combinarle con i processi di stampa del mondo commerciale è stato un elemento essenziale della sua manifestazione del pop: attraverso lo strumento della banalità ha scoperto un modo di essere originale. Le stampe di Warhol iniziano a riscuotere parecchio successo e lui diventa un’artista affermato, si propone come imprenditore dell avanguardia creativa di massa, fondando la Factory, una sorta di officina creativa per lui e i suoi collaboratori. Da qui in poi Warhol inizia a produrre arte in qualsiasi forma: stampe, dipinti, film, riviste, programmi TV... diventa l’artista più influente in assoluto del periodo e rimane ai vertici della popolarità fino alla sua morte, il 22 febbraio 1987. ‘’Due mani che suonano il piano’’ ,1954 ‘’Cinque bottiglie di Coca Cola’’, 1962

6 In questa presentazione verranno presentate le opere grafiche di Warhol in assoluto più legate alla cultura di massa, alcune per il tema sociale carico di tensione, altre per la rappresentazione di icone simbolo degli anni, in tutti e due i casi quindi i soggetti delle opere sono molto noti alle masse; per arrivare poi alla collaborazione di Andy Warhol con la musica e la TV (massimi canali per la cultura pop). Andy Warhol nella Factory durante la produzione di “Flowers”, 1964

7 ‘’100 cans’’, 1962

8 Dipingendo cento barattoli di zuppa in fila ordinata, l’una accanto all’altra, Warhol ci mostra il vero volto dell’America, il paese del consumismo e della ripetizione, dell’ uso e del consumo. Il dipinto del 1962 esprime in pieno la sistematicità di Warhol, così decide di farne un’altra serie, nel 1968, stavolta però usando la serigrafia. Egli prende ad esempio ogni tipo di minestra Campbell e dedica a ciascuna un ritratto, frontale, su sfondo bianco, grande fino a riempire la tela. Warhol elimina quindi qualsiasi implicazione estetica o espressiva del proprio lavoro, sono le stampe più uniformi e meccaniche che abbia mai prodotto: il monumento del cibo consumistico.

9 ‘’Campbell’s Soup’’, 1968

10 ‘’Electric Chair’’, 1964

11 Nel 1964 Warhol decide di creare una stampa argento raffigurante una fotografia di una stanza vuota, con al centro una sedia elettrica, argomento molto popolare nelle masse. Non si vede nessun senso di atrocità inflitta o dilemma tra giusto e sbagliato: c'è soltanto una sedia elettrica in mezzo a una stanza vuota. Nel 1971 ripropone la sedia elettrica con un portfolio di 10 serigrafie a colori, la gamma di colori brillanti altera l’aspetto della sedia in qualcosa di selvaggio e assurdo.

12 ‘’Marilyn’’, 1967

13 Non esiste nulla di più ‘’di massa’’ che una fotografia della diva americana più famosa di tutti i tempi, ripetuta in serie. In questa opera si mischia infatti in maniera più che evidente l’arte e l’interesse comune della popolazione. Marilyn viene ritratta sempre con una sola immagine, continuamente modificata nei colori; la prima serie si caratterizza per una forza cromatica più intensa e per un disegno molto delineato, la sua perfezione cromatica e stilistica definisce l’intensità dell’opera. Nella seconda serie invece gioca con tinte completamente antinaturalistiche, fredde e plasticate, che aumentano ancora di più il loro contrasto cromatico. La cartella ‘’Marilyn’’ è forse l’opera più famosa e citata dell’artista, e si caratterizza per una ricchezza cromatica che cambia da serigrafia a serigrafia, giocando sui contrasti complementari come il blu, rosso, verde, azzurro e rosa. I ritratti raggiungono un effetto di appiattimento totale, rendendo l’opera ancora più pop; come questo ne realizzò altri con altri personaggi altrettando famosi, come Jackie Kennedy, Elvis Presley e Liz Taylor, ma il ritratto di Marilyn è senza dubbi quello più ricordato

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15 ‘’Mao’’, 1973

16 Un discorso diverso rispetto ai ritratti delle celebrità, vale per il ritratto di Mao Zedong, seppur eseguito con le stesse tecniche. Essendo Mao un dittatore cinese, questa volta non si trattava solo di un volto famoso per la sua bellezza, ma era un argomento di tema sociale, politico. Warhol è stato senza dubbio attratto da questo soggetto per l’attenzione dei media verso la repubblica popolare cinese dei primi anni 70. Riesce a risultare quindi anche quest’opera parte della cultura di massa.

17 Portrait of Billy Boy as Barbie’’, 1986

18 prese una Barbie e ne fece un ritratto,
Dopo tutte le opere che ritraggono volti di star ricolorate e ripetute, Andy Warhol ne crea un’ultima, un anno prima di morire, che raffigura l’emblema del pop, Barbie. In realtà Warhol voleva ritrarre Billy Boy, un designer di gioielli ventitreenne, sua musa. Billy Boy non voleva però essere ritratto, così dopo molti anni di richieste da parte di Warhol egli accettò, ma disse che se davvero voleva ritrarlo avrebbe dovuto ritrarre Barbie : «Perché Barbie, c’est moi.» Warhol lo prese alla lettera, prese una Barbie e ne fece un ritratto, poi chiamò l’opera ‘’Portrait of Billy Boy’’. Barbie ancora oggi può essere considerata la protagonista del consumismo e della cultura di massa. Warhol e il quadro, 1986

19 Andy Warhol e la Musica

20 Durante l’anno 1965 Andy Warhol conobbe prima i Velvet Underground e poi Nico, allora non molto conosciuti ed ebbe l’idea di unirli e creare un’unica band: The Velvet Underground And Nico. Prima testimonianza di questa collaborazione fu un film in bianco e nero di 70 minuti che Warhol girò riprendendoli mentre provavano alla Factory nel 1966, intitolato: The Velvet Underground And Nico: A Symphony Of Sounds (utilizzato in seguito come proiezione muta sullo sfondo durante vari loro concerti). ‘’The Velvet Underground And Nico: A Symphony Of Sounds’’, 1966

21 Wharol decide poi di organizzare uno spettacolo rock multimediale intotolato ‘’Up-Tight’’, costituito da una combinazione di suoi film, musica dei Velvet Underground And Nico, performance di Edie Sedgwick e proiezioni, luci, danze di altri artisti dell’epoca. Mentre i Velvet Underground And Nico facevano la loro esibizione sul muro venivano proiettati filmati di Warhol, la musica era altissima da far vibrare tutta la platea, qualcuno degli spettatori ancora oggi ne parla come un’esperienza ipnotica e fuori dal tempo. Questo fu l’inizio della collaborazione tra Warhol e i Velvet Underground che proseguì per un anno e mezzo e portò all’ Exploding Plastic Inevitable : che fu uno degli spettacoli d'arte più importanti e rappresentativi degli sessanta, lo spettacolo girò per tutti gli Stati Uniti cambiando il modo in cui si vedeva, si ascoltava e si intendeva il rock. Lo spettacolo fece conoscere i Velvet Underground e rappresentò il massimo contributo di Warhol alla musica. Volantino per Up-Tight, 1966

22 Andy Warhol’s Exploding Plastic Inevitable, 1966-67

23 Il culmine del successo di Andy Warhol nel mondo musicale fu quando curò la produzione discografica in parte, e la copertina del disco del 1967 ‘ ’The Velvet Underground And Nico’’. Sulla copertina non compariva né il nome del gruppo né quello della casa discografica, ma solo la firma dell'artista. Sulle prime copie del disco appariva la scritta ‘’peel slowly and see’’, togliendo l’adesivo si poteva vedere una banana rosa (metafora di un membro maschile). All’uscita l’album non vendette molto, i contenuti fecero sì che il disco venne bandito da molti negozi ma più avanti negli anni il disco riscuote un successo esorbitante e tuttora viene considerato uno degli album più importanti, influenti ed acclamati della storia della musica rock.

24 Mai prima d'ora un simbolo erotico così esplicito era stato usato per la copertina di un album, Andy Warhol seppe unire la sensibilità musicale dei Velvet Underground e la sua sensibilità visiva, la trasgressione dei testi alla trasgressione dell'immagine.

25 ANDY WARHOL E LA TV

26 L’unico canale che mancava a Warhol per farsi conoscere era la TV, aveva già girato parecchi film, ma il modo più efficace per entrare nella casa di tutti era la televisione, così decise di far dei programmi suoi. I primi esperimenti televisivi furono tre soap prodotte nel 1973 mai trasmesse: Vivian Girls : 10 episodi da circa 30 minuti ciascuno, che metteva in mostra la vita di varie modelle e drag queens; Phony : 23 videocassette, mostrava persone sempre al telefono, in cui venivano fatti giochi di parole su di esse; Fight : 7 videocassette in cui i protagonisti erano sempre coppie che litivgavano.

27 La prima vera trasmissione televisiva di Warhol fu ‘’FASHION’’ , , dieci episodi su una rete locale di New York, metteva in luce infatti tramite solo riprese o interviste vari aspetti del mondo della moda: make up, modelli, fotografi, designer ecc.. Immagini tratte dal programma TV ‘’Fashion’’,

28 Il secondo programma TV di Warhol, che ebbe più successo del primo, si chiamava
‘’ANDY WARHOL’S TV’’ , andò in onda dal 1980 al 1983 e ne risultarono 27 episodi. Lo show era un insieme di interviste banali a personaggi dello spettacolo, i quali dovevano risultare fondamentalmente superficiali. Sigla e presentazione di una puntata di ‘’Warhol’s TV’’ in cui c’erano ospiti come Duran Duran e Carol Alt.

29 Esempio di intervista, qui a Frank Zappa

30 Il terzo e ultimo programma TV di Warhol fu ‘’ANDY WARHOL’S FIFTEEN MINUTES’’,
un totale di 4 episodi (5 contando il pilota) mandati in onda su MTV dal 1985 al 1987. Il programma era un talk show fatto per lo più da interviste presentato dallo stesso Warhol. Frame del programma TV

31 ‘’Andy Warhol’s fifteen minutes’’, intervista a Courtney Love, 1987
Debbie Harry, Jerry Hall e Andy Warhol dialogano durante il programma.

32 Warhol diviene quindi lui stesso un simbolo della CULTURA POP.
Si può dunque tranquillamente affermare che Andy Warhol sia l’artista che ha colto più nel segno nella cultura di massa, riuscendo a portare la sua arte alla vista di quante più persone possibili, attraverso tutte le sue forme: grafica, musicale o televisiva. Warhol diviene quindi lui stesso un simbolo della CULTURA POP. Andy Warhol Self Portrait, 1986 Andy Warhol nella Factory, 1964

33 ‘Andy Warhol eating a hamburger’’, 1981

34 BIBLIOGRAFIA : SITI: DISPENSE: Donna De Salvo - Dio è nei dettagli: le stampe di Andy Warhol Dispense del corso: Arte TV Warhol parte I Arte TV Warhol parte II LIBRI: VELVET: I velvet Underground e la New York di Andy Warhol, Giunti, 1996


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