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Dimmi, Giuseppe, quand'è che hai conosciuto Maria?
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, Forse un mattino di primavera,
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mentre tornava dalla fontana del villaggio
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con l'anfora sul capo e con la mano sul fianco, snello come lo stelo di un fiordaliso?
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mentre con le fanciulle di Nazaret
O forse un giorno di sabato, mentre con le fanciulle di Nazaret
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conversava in disparte sotto l'arco della sinagoga?
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O forse un meriggio d'estate,
in un campo di grano,
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mentre, abbassando gli occhi splendidi per non rivelare il pudore della povertà,
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si adattava all'umiliante mestiere
di spigolatrice?
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Quando ti ha ricambiato il sorriso e ti
ha sfiorato il capo con la prima carezza?
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Forse era la sua prima benedizione e tu non lo sapevi;
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e quella notte hai intriso il cuscino con lacrime di felicità.
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Poi una sera hai preso il coraggio a due mani, sei andato sotto la sua finestra, profumata di basilico e di menta,
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e le hai cantato sommessamente le strofe del Cantico dei cantici:
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“Alzati, amica mia, mia bella e vieni!
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Perché, ecco, l’inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata.
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I fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato
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e la voce della tortora ancora si fa sentire nella nostra campagna.
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Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.
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Alzati, amica mia, mia bella e vieni!
O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso,
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perché la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro”.
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Accompagnamento musicale:
Da un testo di Mons. Antonino Bello Accompagnamento musicale: F. Chopin - Improvviso n.4
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