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PubblicatoGiustino Zamboni Modificato 8 anni fa
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Aspetti giuridici dello sviluppo di un progetto CDM Giovanna Landi Chris Staples 13 Marzo 2009
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1 Programma dell’intervento Prima Parte: Contesto normativo di riferimento Sviluppo di progetti CDM I contratti di compravendita dei crediti Seconda Parte: Scenario post 2012
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Lo sviluppo di “progetti CDM”
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3 Contesto normativo di riferimento (i) Trattati internazionali ambientali che prevedono misure commerciali Impatto sui mercati: soggetti privati: banche, società, traders etc. Coinvolgimento di soggetti non direttamente obbligati ma che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi individuati dagli Stati membri Creazione di mercati “indotti” regolamentati
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4 Contesto normativo di riferimento (ii) Protocollo di Kyoto Parti (Annex I) si sono impegnate a ridurre emissioni in atmosfera di GHG mediante politiche nazionali di riduzione Art. 12 Clean Development Mechanism assistenza a Parti (non-Annex I) a raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile aiuta il raggiungimento degli obiettivi delle Parti (Annex I) beneficio dei CER (Certified Emission Reductions) autorità e controllo della COP certificazione da parte di organismi designati dalla COP linee guida dell’EB CDM coinvolgimento parti pubbliche/private
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5 Contesto normativo di riferimento (iii) Unione Europea: direttiva 2003/87/CE e direttiva 2004/101/CE Creazione di un sistema europeo di scambio di quote di emissione dei GHG Nuovi e specifici obblighi agli Stati membri, sia sostanziali che procedurali Riconoscimento dei CER (CDM) ed ERU (JI) condizioni specifiche ed aggiuntive Misure supplementari che possono essere utilizzate dagli Stati membri Stati membri rimangono responsabili
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6 Elementi oggettivi e soggettivi CDM progetti industriali realizzati da soggetti che provengono da paesi (Annex I) in territori di paesi (non-Annex I) Soggetti privati individuano e realizzano il progetto utilizzano i CERs che ne derivano Stati rimangono responsabili rispetto agli obiettivi ospitanti: approvano il progetto di provenienza: soggetti a requisiti di idoneità possono beneficiare dei CERs
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7 Gli attori previsti dal Protocollo di Kyoto COP/MOP EB CDM registra CDM emette CER DNA DOE validazione verifica
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8 Profili giuridici dello sviluppo di CDM Progetto internazionale 1.Analisi progetto –Costi/benefici –Rischio paese 2.Sviluppo progetto: autorizzazioni 3.Lavori di realizzazione 4.Entrata in esercizio 5.Monitoraggio Progetto CDM 1.Identificazione del progetto 2.Sviluppo progetto (PDD) 3.Approvazione dell’Autorità 4.Convalida del DOE 5.Registrazione del EB CDM 6.Monitoraggio 7.Verifica e certificazione del DOE 8.Rilascio dei CERs Produzione impianto e CER
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9 Valutazioni giuridiche Rischio progetto rischio paese rischio progetto selezionato (nuovo, esistente, avviato da sviluppatori locali ecc) rischio del processo autorizzativo rischio “policy” e coinvolgimento delle autorità il processo autorizzativo è sempre correlato a quello di certificazione per il rilascio dei CERs Garanzie “ulteriori” rispetto ad un progetto internazionale Rischio crediti riconoscimento dei CER successivo ed eventuale alla realizzazione garanzie ulteriori ai CER per banche e istituti finanziatori mercato CER influenzato da variabili nazionali ed internazionali
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10 I CERs Scambiati tra le parti Spot market Forward contracts Consegna futura di CERs natura giuridica dei CER natura transnazionale dell’accordo ruolo delle parti diverse posizioni di mercato I Registri nazionali Connessione al progetti di appartenenza
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11 I forward contracts: gli ERPA Modelli standard IETA: assetto definitorio World Bank: condizioni comuni vincolanti CER SPA: questioni specifiche Meccanismi di riduzione dei rischi di mercato (Carbon Funds) Mercato recente Sistema commerciale internazionale e transnazionale soggetti privati Scenario post 2012
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Lo Scenario Post-2012
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13 Post-2012 The carbon market will move down one of two tracks Track 1 – An international agreement is reached that provides the framework for international emissions trading and linking between regional schemes such as the EU ETS Track 2 – No international agreement is reached leading to a more fragmented market with ad-hoc bilateral arrangements linking different mechanisms
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14 Prospects for a deal in Copenhagen The many pieces of the puzzle must come together in record time for a deal to be made Is a framework agreement a more realistic target and what would it mean for the carbon markets? CDM proven as a viable model for inward investment and tech transfer but has significant flaws that need to be addressed – in particular scalability and efficiency
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15 What if ‘no deal’ is the outcome? Trading in the EU is probably secure in this scenario Bilateral arrangements with non-EEA states to allow trading and project based emissions reductions Existing credits to be governed by as yet not fully defined eligibility criteria
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16 The EU Emissions Trading Scheme Post 2012 Much greater focus on domestic action than in the period 2005-2012 Much more aggressive targets even in the absence of an international agreement More limited access to project based credits EU ETS must deliver as a policy mechanism over this period
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17 Prospects for CDM Time too short for complete re-modelling? What must CDM do to survive? Show that it is the most effective tech transfer mechanism Show capability to scale investment Show it can address forestry based emissions Show that it can address integrity issues and become more responsive to stakeholder concerns
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18 Final thoughts Trading schemes are only one albeit important tool for addressing climate change Similar to the credit crunch Governments will have to employ many different strategies over time Significant investment is needed and can be delivered by the right regulatory signals
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