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Il 14 dicembre del 1945 nasce Francesca Morvillo e cresce con la giustizia in casa: suo padre Guido era Sostituto Procuratore.

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1 Il 14 dicembre del 1945 nasce Francesca Morvillo e cresce con la giustizia in casa: suo padre Guido era Sostituto Procuratore

2 Francesca Morvillo, innamorata della Giustizia prima che di Giovanni Falcone

3 Francesca volle seguire le orme paterne
Francesca volle seguire le orme paterne. Entrata in magistratura, scelse la Procura dei Minori e, se Giovanni Falcone sentì di dover combattere per i siciliani prima e gli italiani poi, man mano che la mafia estendeva i suoi tentacoli in tutto il territorio nazionale, Francesca Morvillo sentì con la stessa forza la necessità di proteggere i bambini ed i giovani. 

4 I suoi colleghi raccontano, infatti, quanto le piacesse lavorare a stretto contatto con i bambini e che, anche quando sosteneva l’accusa, aveva un atteggiamento premuroso con i giovanissimi imputati, cercando di capirli e di aiutarli.

5 “Nel rapporto con i minori sapeva trovare il giusto equilibrio tra severità ed umanità, senza mai trascendere a facili paternalismi e senza mai perdere la dimensione del Suo ruolo e la serenità del giudizio. Francesca amava il contatto con i giovani: l’aveva già sperimentato nella Sua esperienza d’insegnamento, attività che Le era estremamente congeniale e che aveva svolto prima, durante l’Università nelle scuole elementari di un istituto per figli di detenuti e poi, per un anno, dopo la laurea, quale docente di diritto in un istituto tecnico statale. Tale esperienza, e in particolare quella vissuta con i piccoli svantaggiati dalla detenzione del padre, La portò a scegliere le funzioni di giudice minorile, aiutandola nell’approccio con i ragazzi e nella comprensione della loro personalità.”

6 Fu, forse, proprio quel suo amore per la giustizia che la portò, una sera a casa di amici, a innamorarsi di Giovanni Falcone, a sposarlo nel maggio del dopo un primo matrimonio andato male, e a restargli accanto fino a quel fatico 23 maggio di esattamente 24 anni fa. Francesca e Giovanni

7 23 maggio 1992

8 Così la ricorda un’amica….
“Era una donna veramente particolare: raramente la bellezza esteriore è così pienamente espressiva di una completezza di qualità interiori come nel caso di Francesca. Come moglie e compagna di un uomo dalla personalità Giovanni Falcone, Francesca ha certo avuto, accanto alle gioie e all’appagamento derivanti dall’intensità di tale unione, momenti di turbamento, di ansia, vissuti con compostezza e coraggio sino all’estremo sacrificio ed accettati come inevitabile conseguenza del profondo impegno civile e morale con il quale Giovanni svolgeva il suo ruolo. Come amica era affettuosa, piena di premure, partecipe della tua vita con discrezione e con generosità; ti rendeva orgogliosa di esserLe vicino, di potere dividere con Lei momenti di confidenza e di potere conoscere appieno tutti gli aspetti della Sua personalità: all’assenza in Lei di qualsiasi manifestazione d’invidia, di orgoglio, di presunzione, si accostava un’estrema modestia e una grande dignità, che tuttavia non le impedivano di manifestare la Sua gioia di vivere, la Sua allegria, la Sua voglia di scherzare, di stare in compagnia, di godere di ogni spettacolo che veniva a distoglierLa dai pensieri e dalle preoccupazioni giornaliere. Dolce Francesca, indimenticabile compagna e amica, insostituibile collega e magistrato esemplare, strappata così crudelmente ai tuoi cari e a questa vita, che il Tuo supremo sacrificio, culmine delle Tue qualità morali, che rende perenne il ricordo di Te e Ti ha aperto le porte per una Vita migliore, Eterna, accompagnata dalle preghiere dei tuoi familiari e di quanto hanno conforto nella Fede, non venga vanificato dall’indifferente svolgere delle vicende quotidiane, ma ci valga da monito e da impegno a rendere a Te e a Giovanni quella giustizia terrena per la quale avete immolato la Vostra esistenza.” Dottoressa Maria Teresa Ambrosini Palermo, 10 luglio 1992

9 Il suo amore per i giovani
“Gli uomini passano, le idee restano e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini”. Cosa resta di Francesca e della sua tensione morale? Il suo amore per i giovani

10 ”Non svuotiamo le carceri liberando i criminali, ma cerchiamo di non riempirle”

11 “La mafia teme la scuola più della giustizia”
“Ragazzi godetevi la vita, innamoratevi, siate felici ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, la resistenza dei valori, la resistenza degli ideali. Non abbiate mai paura di pensare, di denunciare e di agire da uomini liberi e consapevoli che ribadiscono e sollecitano di diventare protagonisti e partecipi nella salvaguardia della comunità in cui vivono” (Antonino Caponnetto) “La mafia teme la scuola più della giustizia”


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