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Servasanto da Faenza (+fine del 1200)

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Presentazione sul tema: "Servasanto da Faenza (+fine del 1200)"— Transcript della presentazione:

1 Servasanto da Faenza (+fine del 1200)
È nato a Oriolo (Faenza) nella prima metà del sec. XIII. Entrò nell’Ordine a Bologna, dove fece gli studi teologici e fu ordinato sacerdote tra il 1244 e il 1260. Ebbe fama di teologo per le sue Somme di teologia morale, ritenuto uno dei maggiori moralisti del suo secolo. Fu noto predicatore in varie regioni d’Italia. Morì probabilmente a Firenze intorno all’anno 1300. Tra i “Sermoni” vi è una raccolta di Sermoni sulle feste della Vergine che furono attribuiti a Bonaventura Tra le sue “opere teologiche” è stato trovato anche un Mariale, o Liber de laudibus beatae Mariae, ancora inedito, nel quale l’autore, ricalcando le orme del Mariale dello Pseudo-Alberto Magno, attribuisce a Maria tutte le perfezioni del creato e le figure dell’Antico Testamento. alla Vergine si deve attribuire tutto quanto è di più nobile e perfetto nella creazione e nella Sacra Scrittura a cui paragona le varie figure bibliche

2 Servasanto è noto per la sua dottrina sull’assunzione.
Egli afferma che Maria è stata assunta in cielo in anima e corpo a motivo della divina maternità pienezza di grazia Si immagina l’assunzione corporea come un contraccambio dell’aver abitato Cristo nel corpo della Vergine: La pienezza della divinità abitò corporalmente in Cristo, Cristo abitò corporalmente in Maria, come la manna fu contenta nell’urna, e l’urna nell’arca, e l’arca nel tabernacolo, così la divinità abitò nell’anima di Cristo, l’anima nel corpo, il corpo di Cristo nel corpo della Vergine; onde chi mi creò, riposò nel mio tabernacolo, e perché il medesimo abitò corporale nel tabernacolo della Vergine, si crede piamente che viceversa allo stesso modo la fece abitare corporalmente nel suo stesso tabernacolo [in cielo]

3 Servasanto ripropone l’argomento
della unità della carne di Gesù e Maria dell’osservanza del comandamento che il figlio ha avuto verso la madre della irriverenza che ne sarebbe stata se non l’avesse giustamente ricompensata per l’accoglienza ricevuta nel suo grembo L’assunzione è vista come la conseguenza di un cammino di perfezione, e quindi di una pienezza di grazia, che Maria aveva cominciato da quando fu “preservata dal peccato originale”: È infatti qui da notare, come conviene, che nostra Signora sia stata sovrabbondantemente riempita di ogni grazia; tuttavia ebbe specialmente una quadruplice grazia: - nella sua santificazione fu piena della grazia preveniente, grazia preservativa contro la turpitudine della colpa originale; - nella concezione del figlio di Dio fu piena della grazia fecondante, della grazia fecondativa per il concetto della integrità verginale; - nei suoi rapporti della grazia decorante, di una grazia decorativa per la bellezza della vita; - nella sua glorificazione della grazia piena, della grazia completa per l’eminenza della gloria tanto in anima che in corpo.

4 Nel sermone sull’annunciazione scrive:
l’arcangelo Gabriele, salutandola, chiama la Vergine «piena di grazia»: infatti la Vergine Maria beneficiò di una settiforme pienezza di grazia. Fu piena di grazia santificante che la purificò dalla bruttura della colpa, dalla quale fu appunto liberata in virtù della grazia, [prova biblica] così che di lei si può dire con l’Ecclesiastico: «È grazia su grazia la donna santa e pudica» (Sir 26, 19). [prova delle autorità] Ora, «donna santa» per purezza di spirito e «pudica» per incorruttibilità della carne è per antonomasia la Vergine Maria, a proposito della quale Bernardo scrive ai Canonici di Lione: «La Vergine Maria fu, invero, santa ancor prima di nascere»; ma non fu solo santa, bensì anche pudica, se Bernardo soggiunge: «Ritengo che essa ricevette una tale abbondanza di grazia che, oltre a santificarne la nascita, la rese per tutta la vita immune da ogni peccato». [prova biblica] La ragione di una così totale e perfetta santificazione viene suggerita dal Salmista, quando dice: «La santità si addice alla tua casa per la durata dei giorni, Signore» (Sal 92, 5). [prova delle autorità] Per cui Anselmo afferma: «Era conveniente che il concepimento di un simile uomo si operasse nel grembo di una madre la cui purezza fosse tale da rendere impossibile concepirne una maggiore dopo quella di Dio». E si badi che l’agiografo non parla semplicemente di grazia, ma di «grazia su grazia», proprio ad indicare che ella fu ricolmata della grazia santificante. Pertanto, diciamo anche noi con l’angelo: «Ave, o piena di grazia».

5 Fu piena di grazia corroborante che la liberò dall’infermità della pena, perché non potesse essere mai vinta dalla tentazione. [prova biblica] Si può dunque riferire tranquillamente a lei quanto si legge nel libro dei Proverbi: «Una donna graziosa ottiene gloria» (Prov 11, 16): la donna corroborata dalla grazia per affrontare la battaglia, ottiene la gloria degli elogi e degli onori per la vittoria che consegue. Ma «chi potrà trovare questa donna forte» (Prov 31, 10), che schiacci la testa del nemico e dell’antico serpente? L’ha trovata l’angelo salutandola: è lei infatti la sola che con la forza del suo piede ha schiacciato la testa del diavolo e ha annientato l’universale eretica depravazione. [prova delle autorità] Scrive infatti Bernardo: «È lei la donna già promessa da Dio, che con la forza del suo piede ha schiacciato la testa del serpente, mentre questi tentava inutilmente di insidiarne con mille astuzie il calcagno. Ella infatti fu la sola ad annientare l’universale eretica depravazione». «Fu indubbiamente lei a schiacciare la testa velenosa del serpente col vanificare le malvagie suggestioni della lubricità della carne e dell’orgoglio dello spirito». Ella sola quindi merita di essere glorificata, dal momento che per tutta la durata della sua vita il cuore non ha avuto nulla da rimproverarle. Perciò dice bene Agostino: «Quando si tratta di peccati, soltanto alla Madre di Dio non intendo in alcun modo riferirmi». Diciamo dunque: «Ave».

6 Fu piena di grazia perfezionante che, compensando le imperfezioni naturali, ha colmato qualsiasi forma di indigenza, [prova biblica] così che si potesse applicare a lei quanto si legge nella Prima Lettera ai Corinzi: «Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana» (1Cor 15, 10), come a dire: il medesimo Signore che ha dato l’essere naturale, lo ha anche perfezionato con la pienezza di grazia. Per questo dice: «non è stata vana», perché il suo essere fu colmato in ogni sua parte. [prova delle autorità] Bernardo giustamente osserva: «Chi potrebbe chiamare carente di qualche cosa colei che l’angelo nel salutarla ha chiamato piena di grazia?». Non solo, ma afferma inoltre che su di lei sarebbe sceso lo Spirito Santo. Così, già piena di grazia per sé, con la discesa dello Spirito Santo avrebbe sovrabbondato di grazia anche per noi. Ella dunque possedette la grazia più perfettamente di chiunque altro, stando a quanto afferma Girolamo: «Come nessuno può dirsi buono nei confronti di Dio, così nessuna creatura, per quanto ornata di eccelse comprovate virtù, può dirsi perfetta se paragonata alla Vergine Maria». [prova biblica] Di lei possiamo dunque dire col libro dei Proverbi: «Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte» (Prov 31, 29), e salutarla con l’angelo: «Ave».

7 Fu piena di grazia abbellente che, rendendola attraente per onestà di vita, la rese irreprensibile,
[prova biblica] così che di lei è possibile dire ciò che si legge di Ester: «Era assai prosperosa e di una bellezza indescrivibile, tanto da apparire agli occhi di tutti graziosa e amabile» (Est 2, 15, Vulgata). Era graziosa e prosperosa non soltanto fisicamente, ma anche spiritualmente; infatti, «fallace è la grazia e vana la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare» (Prov 31, 30). Ma poiché era bella dentro e fuori, di lei possiamo dire col Cantico: «Tutta bella sei, amica mia, e senza macchia alcuna» (Ct4, 7), [prova delle autorità] cioè, come dice Bernardo commentando questo versetto e applicandolo alla Vergine: «Sei tutta bella perché sei stupenda nell’aspetto, integerrima nel corpo e santissima nello spirito». E ancora: «Adornata dalle gemme preziose di queste virtù e splendente di un duplice fulgore, nel corpo e nello spirito, questa Vergine regale, la cui straordinaria bellezza è ben nota agli spiriti celesti, ha talmente affascinato lo sguardo dei cittadini del cielo, da far invaghire di sé il cuore del Re e da attirare dall’alto il celeste messaggero».

8 Fu piena di grazia sponsale che, facendola coabitare familiarmente con la divinità, la predispose ad essere ammessa ad un amplesso indissolubile, [prova biblica] così che si può attribuire a lei quanto si legge della regina Ester, moglie di Assuero: «Ester fu dunque condotta presso il talamo del re Assuero nella reggia ... Il re amò Ester più di tutte le altre donne ed essa trovò grazia e favore agli occhi di lui più di tutte le altre vergini ed egli le pose in testa la corona regale» (Est 2, 16-17). Ester è figura della Vergine Maria che fu condotta presso il talamo del re Assuero quando per intimità di amore fu ammessa a coabitare familiarmente con la divinità. [prova delle autorità] Come dice Girolamo: «La grazia dello Spirito Santo riempì completamente colei che l’amore divino aveva reso incandescente, così che in lei nulla vi fosse di mondano che potesse corromperne i sentimenti, ma soltanto un ininterrotto fervore e l’ebbrezza di un incontenibile amore». Questo ci consente di dire che non solo ebbe la grazia, ma che la ebbe in misura maggiore di tutte le altre donne, dal momento che fu trattata da Dio in modo molto più familiare di qualsiasi altra donna, come dice anche Bernardo: «Quanto sei diventata familiare di Cristo, o mia Sovrana, quanto vicina, con quanta intimità meritasti di trattare con lui! Veramente hai trovato grazia ai suoi occhi! Egli rimane in te e tu con lui: Tu lo vesti e vieni da lui rivestita: lo vesti con la sostanza della tua carne ed egli ti riveste con la gloria della sua maestà». Giustamente quindi si legge nel passo scritturistico citato: «le pose in testa la corona regale».

9 Fu piena di grazia fecondante che le consentì di concepire senza ombra di corruzione, conservando cioè intatta la sua integrità verginale. [prova biblica] L’angelo infatti le disse: «Hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1, 30-31). Fu veramente piena di grazia non solo nello spirito ma anche nel grembo, come dice Girolamo: «Ella fu davvero piena perché, mentre a tutti gli altri la grazia viene elargita gradualmente, in Maria ne fu riversata la pienezza tutta in una volta». [prova delle autorità] Dice bene Bernardo: «“Maria si è scelta la parte migliore” (Lc 10, 42). “La parte migliore”, certo, perché se è buona cosa la fecondità coniugale, ancora più buona è la castità verginale, ma è cosa ottima la fecondità verginale o la verginità feconda: questa appunto è privilegio di Maria e di nessun altro, per cui giustamente si dice che “non le sarà mai tolta”». E ancora: «Il grembo inviolato, casto e integro di Maria quale prato ubertoso produsse il fiore eternamente fresco, la cui bellezza non conobbe corruzione e il cui splendore non verrà mai meno». E a motivo di questa pienezza di virginea fecondità dobbiamo dire: «Ave».

10 Da ultimo fu piena di grazia traboccante perché fosse di giovamento alla salvezza dell’umanità,
[prova biblica] così che nessuno potesse sottrarsi al suo calore (cf. Sal 18, 6), per cui è possibile applicare a Lei quanto si legge nel libro dell’Ecclesiastico: «In me vi è ogni grazia di via e di verità, in me ogni speranza di vita e di forza. Venite a me voi tutti che mi bramate e sarete ricolmi dei miei frutti» (Sir 24, 25-26, Vulgata). In me», dice, «vi è ogni grazia di via e di verità», perché ha generato il Verbo Incarnato: il Verbo Unigenito del Padre, che è appunto «pieno di grazia e di verità» (Gv 1, 14). Cosciente quindi di avere la grazia in sovrabbondanza, invita tutti ad attingere alla sua pienezza. [prova delle autorità] Dice bene Girolamo: «La beata Vergine Maria è aiuto universale, protezione sicura di coloro che guardano a lei, rifugio dei cristiani che ricorrono a lei, consolazione degli afflitti, via sicura degli erranti, riscatto degli schiavi e mediatrice di tutti presso Dio». Come pure Bernardo: «Dalla sua pienezza tutti ricevono». Perciò conviene rifugiarsi presso di lei, come esorta lo stesso Bernardo: «Che deve temere da Maria l’umana fragilità? In lei nulla vi è di spietato, di malevolo, di austero e di molesto; ella è tutta dolcezza, soavità, misericordia, e a tutti offre latte e lana». A buon diritto puoi dunque rivolgerti a lei dicendo: «Ave, o piena di grazia» sovrabbondante.

11 La grazia della Vergine può riversarsi su tutti … in quantità sufficiente, ma in modo efficace soltanto in coloro che si dispongono ad accoglierla convenientemente. Sette sono le disposizioni che ci preparano a ricevere la grazia, corrispondenti alla settiforme perfezione della virtù gratuitamente elargita. La 1° disposizione consiste nell’orientare la propria vita con coscienza retta, poiché la luce della grazia sorge soltanto per i retti di cuore (cf. Sal 96, 11). La 2° disposizione consiste nel saper attendere con la certezza che viene dalla fiducia, poiché la divina misericordia e la grazia vengono concesse soltanto a coloro che sono animati da tale fiducia. La 3° disposizione consiste nel donare con grande bontà d’animo, dal momento che la sapienza, come pure la grazia, non entra in un’anima avara; ma dove c’è grandezza d’animo, vi è pure abbondanza di grazia La 4° disposizione consiste nell’operare le scelte con oculata prudenza. La 5° disposizione consiste nel godere con i limiti imposti dal dovere della temperanza. Infatti la grazia viene data solo a chi tiene imbrigliata la concupiscenza La 6° disposizione consiste nell’agire con pronta obbedienza. La 7° disposizione consiste nel sopportare le avversità con mansueta pazienza


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