Lanalisi degli studi sulla riabilitazione dei disturbi cognitivi Nellanalisi degli interventi relativi alle diverse funzioni cognitive individuare: 1.

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Lanalisi degli studi sulla riabilitazione dei disturbi cognitivi Nellanalisi degli interventi relativi alle diverse funzioni cognitive individuare: 1. il modello di elaborazione sottostante 2. la descrizione dei deficit possibili 3. la descrizione delle componenti del modello coinvolte e dei possibili meccanismi alla base 5. lindividuazione dei principi generali di intervento 6. la descrizione di training e programmi riabilitativi 7. le specificità rispetto alletà evolutiva

Lanalisi degli studi sulla riabilitazione dei disturbi cognitivi… una guida In ogni intervento/programma individuare: Obiettivi Fasi Attività previste Materiali utilizzati Criteri per la progressione Durata e frequenza delle sessioni Verifica di efficacia Destinatari privilegiati

TRAINING E PROGRAMMI RIABILITATIVI PROGRAMMA RIABILITATIVO: Successione strutturata di interventi che: a. secondo priorità stabilite coinvolgono le diverse componenti di una funzione; b. caratterizzati da una struttura gerarchica al loro interno; c. coinvolgono le fasi di elaborazione di un processo cognitivo, di una attività; d. simultaneamente coinvolgono diverse componenti di un sistema; e. sono finalizzati a potenziare aspetti strategici utilizzabili nellambito di funzioni e compiti; f. coinvolgono diverse componenti di una funzione seguendo tempi e successione dello sviluppo della stessa

Verifica di efficacia TEMPI: Quando ? – A conclusione della sessione: Incremento risposte corrette nelle diverse attività svolte Incremento risposte corrette nelle diverse ripetizioni dellattività svolta Prova criteriale Analisi dei tipi e della frequenza degli errori – Nella progressione gerarchica Alla base dei training il principio generale della complessità crescente : la VE prima e per motivare il passaggio ad un livello di complessità maggiore

Verifica di efficacia TEMPI: Quando ? – Nel passaggio ad altro modulo (per esempio, nel passaggio da una componente verbale ad una non verbale) – A conclusione del training – A conclusione del programma riabilitativo: a vari livelli e con caratteristiche specifiche – Nel follow up

Verifica di efficacia CONTENUTI: Su cosa ? – Apprendimento del materiale trattato – Incremento rispetto al compito sottostante – Incremento rispetto a compiti che condividono il processo trattato – Incremento rispetto allabilità generale sottostante – Incremento rispetto ad attività della vita quotidiana che coinvolgono in maniera significativa il processo/labilità trattata e su cui era stato individuato un impatto disabilitante.

Lefficacia dei training sul deficit: effetti specifici e aspecifici. Un Esempio: il disegno "AB incrociato". Si divide il materiale su cui si intende riabilitare il paziente in due porzioni, A e B, per le quali la prestazione si é dimostrata inficiata in modo equivalente al momento della partenza del lavoro. Si procede poi a riabilitare la sola porzione A per un determinato periodo di tempo. Alla fine di questo periodo se la prestazione alla porzione A é migliorata è possibile che il cambiamento sia il risultato dellefficacia del training. La porzione B permette di capire perché è migliorata la prestazione: - se non é migliorata quanto la prestazione alla porzione A, la differenza é dovuta al trattamento specifico. - se B è migliorata rispetto al momento di partenza é la misura dellefficacia generica. Si procederà poi a riabilitare la porzione B, lasciando stare la porzione A, per un certo tempo. Se il trattamento é efficace e duraturo, alla fine le prestazioni in A e B dovrebbe essere equivalente e a un livello superiore rispetto allinizio del trattamento.

I principi su cui si basa l efficacia di un training (Cicerone, 2000) - una diagnostica neuropsicologica ma anche sullanalisi dei bisogni, dei punti forza e dei problemi dal punto di vista fisico, cognitivo, emozionale e sociale della persona. - unalleanza terapeutica solida fra terapista, cliente e famiglia o altri, la collaborazione e la partecipazione attiva del paziente, ed è orientata ad un obiettivo basandosi tuttavia sui punti-forza della persona.

I principi su cui si basa l efficacia di un training (Cicerone, 2000) - una diagnostica neuropsicologica ma anche sullanalisi dei bisogni, dei punti forza e dei problemi dal punto di vista fisico, cognitivo, emozionale e sociale della persona. - unalleanza terapeutica solida fra terapista, cliente e famiglia o altri, la collaborazione e la partecipazione attiva del paziente, ed è orientata ad un obiettivo basandosi tuttavia sui punti-forza della persona. lo sviluppo dellempowerment, del controllo, dellautoefficacia e dellauto-aiuto, le sessioni riabilitative strutturate, il piano riabilitativo le attività sono sviluppate facendo riferimento sia alla valutazione sia alla prestazione specifica del momento in cui si lavora col paziente.

LA MISURA DELLESITO DELLA RIABILITAZIONE COGNITIVA TRA VECCHIE E NUOVE INDICAZIONI IN LETTERATURA Lobiettivo principale dellintervento cognitivo è senza dubbio la generalizzazione. Solhberg e Ruskin (1996) individuano cinque elementi che possono facilitare e promuovere la generalizzazione, li elenchiamo di seguito: 1) pianificare attivamente cioè prevedere e agire per la generalizzazione sin dallinizio del percorso riabilitativo; 2) individuare i rinforzi naturali che la persona può incontrare nellambiente di vita quotidiana e che possono permettere di mantenere le abilità acquisite, sia in termini di processi cognitivi che di abilità;

LA MISURA DELLESITO DELLA RIABILITAZIONE COGNITIVA TRA VECCHIE E NUOVE INDICAZIONI IN LETTERATURA Lobiettivo principale dellintervento cognitivo è senza dubbio la generalizzazione. Solhberg e Ruskin (1996) individuano cinque elementi che possono facilitare e promuovere la generalizzazione, li elenchiamo di seguito: 1) pianificare attivamente cioè prevedere e agire per la generalizzazione sin dallinizio del percorso riabilitativo; 2) individuare i rinforzi naturali che la persona può incontrare nellambiente di vita quotidiana e che possono permettere di mantenere le abilità acquisite, sia in termini di processi cognitivi che di abilità; 3) utilizzare contenuti che siano comuni sia allambiente riabilitativo che al mondo reale; 4) utilizzare una quantità sufficiente di esempi e istruzioni diverse durante la terapia in modo da diversificare la proposta terapeutica; 5) individuare i metodi che permettono di misurare la generalizzazione dalla clinica al mondo reale, scegliendone alcuni o combinandoli tra loro.

LA MISURA DELLESITO DELLA RIABILITAZIONE COGNITIVA TRA VECCHIE E NUOVE INDICAZIONI IN LETTERATURA E dunque poco opportuno utilizzare misure di outcome molto ampie, generiche. Il miglioramento dovrebbe essere cercato e misurato su obiettivi specifici, a breve e a lungo termine, ed esteso ad aree cognitive e di funzionamento della persona, contigue sia per completezza che per complessità. Non è possibile aspettarsi la generalizzazione spontanea ma è necessario includere nella riabilitazione programmi per la generalizzazione, strutturare cioè la riabilitazione in modo tale da tener conto della generalizzazione e da individuare i suoi ambiti di azione.

Quali possono essere i principi, le modalità che aumentano la probabilità di generalizzazione di un intervento riabilitativo? 1. La generalizzazione nel training devessere esplicitamente inserita nellattività riabilitativa: è necessario che siano trattati diversi livelli di complessità delle abilità per portare all iper-apprendimento di azioni di una certa complessità (primo livello di generalizzazione). 2.Sin dallinizio del training è opportuno prevedere luso di strategie generali che permettono di utilizzare la competenza acquisita in setting di natura diversa (secondo livello di generalizzazione). 3. Programmare i cambiamenti ambientali per sostenere le nuove abilità e favorirle piuttosto che inibirle o mostrarne semplicemente la loro applicazione.

Quali possono essere i principi, le modalità che aumentano la probabilità di generalizzazione di un intervento riabilitativo? 1. La generalizzazione nel training devessere esplicitamente inserita nellattività riabilitativa: è necessario che siano trattati diversi livelli di complessità delle abilità per portare all iper-apprendimento di azioni di una certa complessità (primo livello di generalizzazione). 2.Sin dallinizio del training è opportuno prevedere luso di strategie generali che permettono di utilizzare la competenza acquisita in setting di natura diversa (secondo livello di generalizzazione). 3. Programmare i cambiamenti ambientali per sostenere le nuove abilità e favorirle piuttosto che inibirle o mostrarne semplicemente la loro applicazione. 4. I parenti o figure significative devono esser coinvolti in modo esplicito sin alle prime fasi della riabilitazione, specificando il tipo di aiuto e di coinvolgimento. 5. Il percorso riabilitativo deve promuovere cambiamenti interni, nellimmagine di sé e nella motivazione per facilitare la generalizzazione e per identificare le barriere ambientali e le situazioni di rischio, su cui intervenire tempestivamente organizzando il percorso di recupero con sessioni di rinforzo e di mantenimento a lungo termine. (Soresi, 2007)