Elementi di linguistica sarda

Slides:



Advertisements
Presentazioni simili
3^ Opera di Misericordia Corporale
Advertisements

Parte II Il rapporto col proprio corpo a cura di Rossella Ghigi
La religione: I TESTIMONI DI GEOVA
Il Miracolo Eucaristico di Lanciano
La Messa.
Nel loro compito educativo, i genitori cristiani solitamente
Il cristianesimo e l'ultima filosofia greca
Dottrina Protestante vs Dottrina Cattolica
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche
H A L L O V E E N Non lasciarti ingannare dalla zucca!
PASTORALE FAMILIARE ritardo.
Fare la Comunione vuol dire
SCUOLA DI FORMAZIONE TEOLOGICA
Elementi di linguistica sarda
Professione della fede cristiana: Il Segno della Croce
Elementi di linguistica sarda
Desiderium et cognitio Dei Teologia - Cristologia - Antropologia
Parola di Vita Maggio 2009 "Usate bene i vari doni di Dio: ciascuno metta a servizio degli altri la grazia particolare che ha ricevuto" (1 Pt 4,10).
Parola di Vita Maggio 2009 Clicca per procedere "Usate bene i vari doni di Dio: ciascuno metta a servizio degli altri la grazia particolare che ha ricevuto"
CHE COSA DICE UNA SCATOLA?
IL NUOVO TESTAMENTO.
Il canto Cristiano Il canto nel Cristianesimo è un fatto presente da subito: come in ogni gruppo, riunione di amici, assemblea (la parola chiesa, dal greco,
ParrocchiaS.Anna Sagra Facciamo Festa ! Facciamo Festa numero unico in occasione della festa patronale della Parrochia di S.Anna. Anno Domini 2012.
BOLOGNA Bologna è situata in una posizione geografica strategica, nel cuore dell’Italia, fra Milano e Firenze, ed è il capoluogo della Regione Emilia-Romagna.
Parola di Vita Aprile 2010.
Elementi di linguistica sarda
N A T A L E G I O R N D Ascoltando “Che offriremo al figlio di Maria” (Pop. Catalana) pensiamo alla nostra offerta Monjas de Sant Benet de Montserrat.
09.00 Papa Francesco ha introdotto la preghiera mariana dell Angelus al Santuario di Nostra Signora di Bonaria a Cagliari nella XXV Domenica.
“Ave Dei Genitrix” (XIIIsec.) ci avvicina alla Madre
Dizionario della lingua italiana
Come partecipare alla liturgia
I colori della Messa. I colori della Messa Chissà quante volte ti sei chiesto perché il sacerdote, ogni tanto, cambia il colore degli abiti che indossa.
Il linguaggio dell'abito liturgico
26° incontro 10 maggio 2012.
Elementi di linguistica sarda
Elementi di linguistica sarda
Girolamo Dai Libri (Verona 1474 – 1555)
SAN PIETRO A CORTE Annachiara Colin Ilaria Cantone Davide De Luca Michele Manzi Elena Olimpo II B.
LE MONARCHIE NAZIONALI
La PREGHIERA EUCARISTICA
Battesimo di Nostro Signore Gesù Cristo
La Chiesa prepara i catecumeni alla « luce » del Battesimo. Allo stesso tempo, la sua preghiera si alza per tutti i fedeli; chiede a Dio « di aumentare.
Gesù ci attende in ogni chiesa
e le sue bellissime parole del 2013.
La S.MESSA.
La Storia della Francia La storia della Francia può essere suddivisa in vari periodi, in funzione delle forme politico-istituzionali e degli avvicendamenti.
SA LIMBA STRUMENTO DI RELAZIONE E COLLABORAZIONE FRA COMUNITÀ.
22° incontro.
Tempo di attesa e di speranza
Nel XX secolo dentro la Chiesa stessa una terribile ombra è calata sulla santa liturgia e forse è proprio per illuminare i cristiani che il Cielo ha.
Avanzamento automatico. Alzare il volume 27 Aprile 2014, Città del Vaticano - Roma Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II 27 Aprile.
Le origini della lingua italiana
Parrocchia San Leucio PP. Somaschi - Bitonto Il Vangelo Catechesi Comunitaria
The Gideons International.
G I O R N D N A T L E Ascoltando “Cosa daremo al bimbo della mamma” (Pop. Catalana) presentiamo la nostra offerta Monges de Sant Benet de Montserrat.
Ascoltiamo il “Canto degli uccelli” (popolare catalana)
IL SACRAMENTO DELL’ACCOGLIENZA
La Nostra Missione Dare vita a comunità che rispecchino la LUCE di Dio a Torino, in Italia e in tutto il mondo. Lodare Dio con tutta la nostra vita (Rom.
PROGETTO TESINA 1° PARTE.
METODO DI STUDIO prime tappe per imparare a studiare
LA LINGUA: LATINO E VOLGARE
I VANGELI.
Ascoltiamo il “Canto degli uccelli” nel vedere sorgere la LUCE più grande (popolare catalana)
1. 1.Il fenomeno economico Scelta economica: ogni scelta che riguardi la produzione, la distribuzione, o scambio di beni o di servizi capaci di soddisfare.
12.00.
Inno Video Portogallo I cinque scudi azzurri, simboleggiano i cinque Re musulmani che il Re Alfonso I sconfisse nella battaglia di Ourique. I cinque.
Hegel: Lezioni di estetica
Giubileo della Misericordia Papa Francesco Udienza del 30 dicembre 2015 in piazza San Pietro Il Natale del Giubileo della Misericordia Papa.
15° incontro.
L’ITALIA NELLA PREISTORIA
Transcript della presentazione:

Elementi di linguistica sarda Giovanni Lupinu Facoltà di Lettere e Filosofia Università degli Studi di Sassari Lezione n. 6

Il periodo spagnolo Nel capitolo precedente si è visto quanto incisivo sia stato l’influsso del catalano sul sardo: la sua importanza, in particolare, è rivelata dalla capillarità della sua presenza, nel senso che non c’è quasi settore del lessico sardo in cui tale presenza non si manifesti. Nel 1479 avvenne l’unificazione delle corone di Castiglia e di Aragona sotto Ferdinando il Cattolico: la Sardegna entrò in questo modo, senza particolari scossoni, nella fase della dominazione spagnola.

La lunga età spagnola (quasi due secoli e mezzo) ha lasciato anch’essa una traccia profondissima sulla cultura e sulla lingua sarde. Dal punto di vista linguistico, occorre precisare che l’uso del catalano non si perse con la costituzione della monarchia spagnola, ma continuò ancora per diversi anni. Come scrive G. Paulis, «i vicerè spagnoli, anziché impiegare il castigliano, continuarono a pubblicare i loro pregones [“editti”] in lingua catalana. E così bisogna attendere il 1643 perché lo spagnolo inizi ad essere l’unica lingua adoperata nella redazione delle leggi e dei decreti. Stando alla [segue]

testimonianza di alcuni contemporanei, nella Sardegna meridionale il catalano fu sostituito completamente dallo spagnolo come lingua ufficiale soltanto agli inizi del XVIII secolo. E d’altra parte nel 1738, quando la Sardegna apparteneva già da diciotto anni alla casa Savoia, i marchesi di Quirra redassero in catalano le prerogative concesse ai loro vassalli. Per contro nelle scuole e nei tribunali lo spagnolo rimase lingua ufficiale sino al 1764, ma nelle chiese e nei conventi continuò ad essere parlato e scritto addirittura sino ai primi decenni dell’Ottocento».

Catalano e spagnolo, pertanto, convissero fianco a fianco per diversi decenni: tuttavia, il catalano ebbe maggiore diffusione nel meridione dell’isola, lo spagnolo nella regione settentrionale. Ciò è evidenziato in modo chiaro dalla geografia linguistica: ad es., abbiamo una serie di casi in cui, per esprimere un certo significato, è presente in campidanese un termine di origine catalana, in logudorese, invece, uno di origine spagnola.

Possiamo citare i seguenti esempi: camp. léğğu (dal cat.; è un tipo che si irradia sino alla Sardegna centrale: a Nuoro lédzu), log. féu (dallo sp.), entrambi per “brutto”; camp. gòččus (dal cat.), log. gòṡos (dallo sp.), entrambi per “composizioni poetiche cantate in onore della Madonna, di Gesù Cristo e dei Santi”; camp. e barb. kul’èra, kullèra (dal cat.), log. kuččári, koččári (dallo sp.), entrambi per “cucchiaio”.

Voci di origine spagnola nel sardo «In quanto lingua delle classi sociali elevate, dell’amministrazione, del clero, del commercio e di coloro che praticavano la maggior parte delle attività artigianali, lo spagnolo ha diffuso in Sardegna un numero veramente imponente di imprestiti lessicali» (G. Paulis). Volendo offrire un’esemplificazione di tali prestiti, si ha solo l’imbarazzo della scelta. Ci sono, per es., numerosi vocaboli che hanno a che fare con il diritto e l’amministrazione: camp. aƀoǥáu “avvocato” (anche aƀoǥai “esercitare la professione di avvocato”; aƀoǥaṡía “avvocatura”);

camp. barračèllus, log. barra(n)tsèllos “barracelli, guardie rurali”; log. e camp. erèntsja “eredità”; log. e camp. síndiku, síndiǥu “sindaco”. Anche nell’àmbito della religione e della Chiesa l’influsso spagnolo (oltreché catalano) fu marcato. Diamo giusto qualche esempio: log. e camp. kaṡúl’a “pianeta” (veste che portano i sacerdoti per celebrare messa); camp. našiméntu “presepio di Natale”;

camp. oƀíspu “vescovo”; log. reṡare, camp. arreṡai, arraṡai, arroṡai “recitare il rosario, fare orazione, dire il breviario”; log. e camp. tòkka “soggolo, velo delle monache”; camp. umil’ađéri, umiljađéri “inginocchiatoio”. Fra i numerosi vocaboli che fanno riferimento a capi di vestiario, alla moda, a tessuti e manufatti tessili rammentiamo: centr. e log. kòrča, kòrtsa, camp. kòrča, kròčča “coltre, trapunta del letto”; camp. suƀremèṡa “tappeto con cui si copre una panca”;

log. e camp. sumbréri “cappello”; log. e camp. tertsjupélu “velluto”; nuor. dzustíllu “specie di corpetto”. Abbiamo inoltre numerosi termini che fanno riferimento alla cucina o alla casa: log. affuènte “piatto grande, vassoio”; log. andarínos, camp. andarínus “gnocchetti, specie di pasta”; log. e camp. ap(p)oṡéntu, ap(p)uṡéntu “stanza, camera, alloggio”; camp. fjámbre, nell’espressione pèttsa arrustía a fjámbre “arrosto freddo”;

cagl. flan “crema solida”; camp. gwèvus o gwèffus de faldikèra “specie di dolce in forma di uovo ravvolto in carta”; log. e camp. pirikíttu “dolce ricoperto di zucchero”. Fra i termini che fanno riferimento alle varie arti e professioni ricordiamo: log. e camp. bòveda, bòvida “volta”; log. sett. branittsare “verniciare”; camp. kapíl’u “cappelletto” (termine dei calzolai); log. kardjare “arroventare (il ferro)”;

camp. impavonai, impaƀonai, log camp. impavonai, impaƀonai, log. impaonare “brunire, damaschinare il ferro”; camp. verduǥíl’u “ferro a quattro tagli”, cagl. burduǥíl’u “sega lunga”. Fra gli altri numerosi vocaboli penetrati dallo spagnolo citiamo: log. akkab(b)are, camp. akkab(b)ai “finire, smettere” (e akkáb(b)u”fine, termine”); log. akkunortare, camp. akkunortai “confortare, consolare”; nuor. adjóṡo, log. e camp. adjóṡu “addio”;

log. amparare, camp. amparai “proteggere, difendere” (con ampáru “protezione, difesa”; pure dallo sp. si ha log. diṡamparare, camp. diṡamparai “abbandonare”, e diṡampáru “abbandono”); log. assustare, camp. assustai “spaventare” (e assústu, assústiđu “spavento”); camp. aṡúlu “azzurro”, aṡuléttu “turchinetto”; log. attoppare, addoppare, intoppare, camp. attoppai, attoƀjai “incontrare”; log. kal(l)ènte, kadzènte, camp. kal(l)ènti, kal’ènti “caldo”; log. e camp. kal(l)entúra “febbre”;

log. e camp. debbáđas “invano, inutilmente”, “gratuitamente”; log. duđare, camp. duđai “dubitare” (come anche dúđa “dubbio” e duđóṡu “dubbioso”); log. e camp. fulánu “un tale”; log. infađare, iṡfađare, irfađare, camp. infađai “infastidire, annoiare” (e anche infáđu “fastidio, noia”, infađóṡu “fastidioso, noioso, stucchevole”); log. ispantare, camp. spantai “stupire, meravigliare” (e ispántu, spántu “stupore, meraviglia”);

log. loǥrare, loƀrare, camp log. loǥrare, loƀrare, camp. loǥrai “ottenere, conseguire” (e lóǥru, lóƀru “conseguimento, godimento”); log. luègo, luègu, camp. luègu(s), illuègus “subito”; log. olviđare, camp. olviđai “dimenticare”; log. e camp. prátta “argento”; log. e camp. ventána, fentána “finestra” (in camp. anche ventanèra “donna che sta sempre alla finestra”, pure dallo sp.).

A dimostrare l’importanza dell’influsso catalano e spagnolo, ricordiamo che derivano da queste lingue pure alcuni suffissi impiegati produttivamente nel sardo : è il caso di -èṡa, col quale da mánnu “grande” si ottiene mannèṡa “grandezza”, da log. lándzu “magro” landzèṡa “magrezza”, etc.; o di -ík(k)u, impiegato come suffisso diminutivo, specie coi nomi di battesimo (Antoníkku, Ğuanníkku etc.).

Breve bibliografia G. Paulis, L’influsso linguistico spagnolo, in F. Manconi (a cura di), La società sarda in età spagnola, vol. II, Cagliari 1993, pp. 212-221. M. L. Wagner, Dizionario etimologico sardo, Heidelberg 1960-64. M. L. Wagner, La lingua sarda. Storia, spirito e forma, Nuoro 1997.