Schema riassuntivo Colonna Traiana Arco di Costantino Autore; -Arco; Collocazione; Dettagli; Rappresentazione delle due campagne militari; Vittoria alata Arco di Costantino -Arco; -Liberalitas dell’imperatore; -Schema del rilievo storico; -Personaggi; Schema della prospettiva ribaltata Crisi dopo l’impero di Marco Aurelio -Situazione tra la fine II secolo d.C. e il 476 - L’arte della tarda romanità Colonna di Marco Aurelio Fusto; Particolare dell’adlocùtio; imperatore; Miracolo del fulmine e miracolo della pioggia Basilica di Massenzio -Pianta; -Sez. long. -Ricostruzione; -Prospettiva
LA SCULTURA E L’ARTE DELLA TRADA ROMANITA’ La Colonna Traiana e La Colonna di Marco Aurelio a confronto Crisi dopo l’impero di Marco Aurelio - La Basilica di Massenzio L’Arco di Costantino
Confronto: La Colonna Traiana Venne eretta tra il 110 e il 113 d.C. nel Foro Traiano per celebrare le due campagne vittoriose dell’imperatore in Dacia nel 101-102 e nel 105-107. L’autore viene riconosciuto da tutti in Apollodoro di Damasco, architetto del Foro Traiano e del Pantheon, che aveva accompagnato l’imperatore nelle due campagne militari.
Collocazione 1. Arco di Traiano 2. Statua equestre di Traiano 3. Basilica Ulpia 4. Colonna Traiana 5. Biblioteche 6. Tempio del Divo Traiano Era stata posta tra la biblioteca latina e quella greca, con alle spalle la Basilica Ulpia ed era fronteggiata dal Tempio del Divo Traiano.
Dettagli Il piedistallo ha una base liscia terminante a gola, quattro facce recanti un fregio con composizioni di armi e armature conquistate ai nemici. Sul lato sud-orientale si apre la porta di ingresso che conduce a una rampa di scale (a chiocciola) nonché a tre piccole stanze. La più interna custodiva due urne d’oro con le ceneri di Traiano e della consorte Plotina. Il monumento è quindi storico-celebrativo e funerario Simulazione dell’ambiente circostante il piedistallo
Faccia nord-orientale del piedistallo Faccia sud-orientale del piedistallo
Assonometria e pianta del piedistallo
La colonna è dotata di lievissima entasi ed è percorsa da 24 scanalature affioranti per un breve tratto al di sotto dell’echino a ovoli e dardi. Essa è fasciata da un nastro figurato che narra i fatti accaduti nelle due guerre di Dacia. Avvolgendosi, il nastro forma una spirale e la colonna è detta coclide (dal greco koklis, chiocciola quindi a forma di chiocciola). L’altezza del nastro varia da 60 a 80 centimetri via via che si avvicina alla sommità del fusto per farlo apparire visto dal basso di dimensione costante. Al fregio di età ellenistica l’artista sostituisce un’attenzione speciale alla storia, che viene raccontata secondo il suo esatto svolgimento. L’autore inoltre si è servito del rilievo molto basso per ottenere effetti pittorici.
Rappresentazione delle due campagne militari La porzione inferiore della colonna mostra episodi inerenti alla prima campagna di Dacia, mentre la seconda è destinata la parte rimanente. Le due campagne sono separate dalla figura della Vittoria alata che scrive le imprese di Traiano su uno scudo. Alla fine della seconda campagna militare si colloca la porzione di nastro con la rappresentazione del suicidio di Decèbalo, il re dei Daci. Già in precedenza era stata rappresentata una scena di suicidio collettivo dei Daci. In entrambi i casi l’artista esalta la virtù dei Romani, capaci di rispetto e ammirazione anche per la condotta dignitosa e coraggiosa di quelli che essi considerano un barbaro.
Vittoria alata La postura della dea ripropone l’invenzione lisippea delle braccia che attraversano in senso diagonale il busto e che si era sviluppata nelle statue raffiguranti Venere. La Vittoria ha il piede sinistro poggiato su un oggetto e il ginocchio è piegato. Il busto è ruotato verso destra e, mentre colla sinistra trattiene le scudo, con l’altra mano scrive.
Vittoria alata a confronto con l’Afrodite di Capua
La Colonna di Marco Aurelio Venne eretta per celebrare le campagne militari contro le popolazioni germaniche dei Marcomanni, dei Sarmati e dei Quadi dal 171 al 176 dell’imperatore Marco Aurelio.
Il fusto si compone di 19 rocchi ed è alto 29,60 metri Il fusto si compone di 19 rocchi ed è alto 29,60 metri. Le bande del nastro spiraliforme si riducono di numero, le figure che compongono le scene sono più alte e meno numerose, il rilievo è più marcato e più profondo, inoltre l’aspetto della colonna cilindrica è deformato e ondeggiante.
Particolare dell’adlocùtio
La figura di profilo dell’imperatore invita a proseguire nella lettura delle immagini da sinistra verso destra. La storia è narrata in maniera che gli avvenimenti più famosi si trovino in basso per essere bene in vista. Non c’è più rispetto per la dignità dei vinti. Qui lo sconfitto è trattato con durezza. La grandezza del bellicoso soldato romano è accentuata e accresciuta ma la verità storica iene alterata.
La rappresentazione di Marco Aurelio che parla alle truppe o che compie azioni di elevato valore simbolico determina una sosta nella narrazione.
Miracolo del fulmine: E’ rappresentato un evento miracoloso, quindi irrazionale. Miracolo della pioggia: Giove Pluvio (padre degli dei) interviene con un prodigio per cambiare il corso degli eventi. E’ raffigurato come un vecchio alato dalla cui persona gronda una pioggia ristoratrice per i romani e nefasta per i nemici che ne sono travolti.
Crisi dopo l’impero di Marco Aurelio Gli anni successivi alla morte dell’imperatore Marco Aurelio, che vanno dalla fine del II secolo d.C. al 476, furono ingloriosi per Roma.
Situazione tra la fine II secolo d.C. e il 476 Gli eserciti che combattevano ai confini settentrionali dell’impero (Reno e Danubio) e che avevano in mano le sorti, divennero più violenti e incontrollabili. Di conseguenza, nel III secolo d.C. ci fu un susseguirsi di imperatori che regnavano per poco tempo. La situazione era molto critica e la popolazione viveva in uno stato di povertà gravoso. Le tasse aumentavano per far fronte alle esigenze militari dello Stato. Così si arrivò ad avere una notevole diminuzione della popolazione e un incrementi del banditismo e della pirateria. Un grande imperatore che capì come salvaguardare i confini fu Diocleziano (284-305), che elesse contemporaneamente due imperatori: uno per l’Oriente e uno per l’Occidente, e due Cesari che ne fossero i successori. Tale forma di potere politico venne detta TETRARCHIA (dal greco tettares, quattro e archè, comando). Diocleziano inoltre, per migliorare l’economia dell’impero, impose che i figli facessero lo stesso mestiere dl padre e impose anche l’uso della lingua latina a tutte le province del vastissimo impero.
L’arte della tarda romanità Per arte della tarda romanità si intende le forme artistiche che caratterizzano gli anni tra la fine del II e il IV-V secolo. Ma nonostante il declino della potenza romana e l’inarrestabile migrazione di popolazioni nomadi le architetture di Roma e delle maggiori città dell’impero continuavano ad aumentare di numero e a essere più grandiose delle precedenti.
Fori imperiali Foro Romano Colle del Palatino Circo Massimo Basilica di Massenzio 6. Tempio di Venere e Roma Colosseo Domus Aurea Terme di Traiano Tempio di Claudio 11. Acquedotto dell’ Acqua Claudia
La Basilica di Massenzio Fu iniziata da Massenzio (306-312) ma venne ultimata da Costantino (306-337). Nelle basiliche si amministrava la giustizia e si trattavano gli affari. La Basilica di Massenzio è stata edificata sull’altura della Velia, di fronte alla Via Sacra che attraversava il Foro romano, divisa da tre navate.
La navata centrale era alta circa 35 metri,aveva una copertura a volta a crociera e delle grandi finestre. Era ornata da 8 colonne collocate nei quattro angoli. Le due navate laterali erano coperte da volte a botte e delle aperture ad arco. Erano costruite in opus caementicium. Inizialmente l’accesso era dal lato orientale, mentre all’estremità opposta si apriva un’abside semicircolare (struttura architettonica a forma di nicchia semicircolare o poligonale, sormontata da volta a quarto di sfera). In età costantiniana venne aperto un accesso sul lato meridionale e una nuova abside. Purtroppo però della Basilica non rimane più niente se non i tre ciclopici vani della navata laterale settentrionale.
Pianta Colonne Vani di collegamento Ingresso originale Abside Ingresso meridionale Nuova abside
Sezione longitudinale
Ipotesi ricostruttiva
Ricostruzione prospettica
L’Arco di Costantino Fu costruito tra il 312 e il 315-316 per decreto del senato dopo la vittoria della battaglia di Ponte Milvio e anche per celebrare il decennale di regno di Costantino. Con la sua erezione si conclude il processo consistente nel progressivo passaggio dall’arte plebea da un ruolo isolato, poi subalterno e infine di primo piano. Il rilievo storico-celebrativo rientra a pieno titolo nella corrente dell’atre plebea.
L’arco L’Arco ha tre fornici, in attico e colonne corinzie su alti piedistalli addossati ai pilastri. L’arco ingloba rilievi e sculture provenienti da monumenti dell’età di Traiano, di Adriano e di Marco Aurelio. La sua struttura non è completamente di età costantiniana. L’intera porzione inferiore dell’arco risulta essere quella di un arco di trionfo dedicato ad Adriano. Tale costruzione fu trasformata per l’occasione con l’inserimento dei rilievi, la sostituzione delle semicolonne addossate con colonne libere, l’aumento di spessore dei piedistalli, l’abbattimento dell’attico e la sua ricostruzione con una differente tecnica muraria.
Liberalitas dell’imperatore Il rilievo storico della decorazione scultorea fu eseguito appositamente in età costantiniana. L’episodio della liberalitas (in latino liberalità) dell’imperatore è collocato fra le sue parti più significative, poiché è possibile riscontrare tutti i caratteri specifici dell’arte plebea. L’imperatore è al centro di una composizione simmetrica, seduto sul trono, in posizione frontale e immobile, attorniato dai sudditi e dai dignitari di corte. E’ l’unico personaggio rappresentato così, di conseguenza è reso simile a una dività
Schema del rilievo storico
I personaggi Le figure sono trattate in maniera gerarchica: le loro dimensioni aumentano in relazione alla loro importanza. Si possono così individuare cinque dimensioni Quella più piccola (il popolo) Le tre distinte dei dignitari Quella della troneggiante di Costantino Tutti i personaggi sono raffigurati alla destra e alla sinistra dell’imperatore. Si dice che è una prospettiva ribaltata.
Schema della prospettiva ribaltata