ORIENTAMENTO Il modo più semplice per indicare a qualcuno la nostra posizione (posizione relativa) è quella di far riferimento a punti fissi, i punti cardinali,

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ORIENTAMENTO Il modo più semplice per indicare a qualcuno la nostra posizione (posizione relativa) è quella di far riferimento a punti fissi, i punti cardinali, che, come è noto, sono Nord (settentrione o tramontana), Sud (mezzogiorno o ostro), Est (oriente o levante) e Ovest (occidente o ponente); durante il giorno è possibile orientarsi prendendo in considerazione il Sole, mentre di notte possiamo farlo guardando le stelle (nel nostro emisfero la Stella polare). L’uso della bussola consente l’orientamento anche quando non è possibile riferirsi al Sole o alle stelle, ma in questo caso occorre tener conto che la direzione dell’ago magnetico non coincide con quella del meridiano, ma forma con questo un angolo detto declinazione magnetica; ciò è dovuto al fatto che i poli geografici e quelli magnetici non coincidono e quindi per poter ottenere un orientamento preciso con la bussola occorre conoscere il valore di quest’angolo.

Quando invece si vuole stabilire la posizione assoluta di un punto qualsiasi della superficie terrestre occorre riferirsi al reticolato geografico e quindi alle coordinate geografiche, la latitudine e la longitudine. Il reticolato geografico è formato dall’intersezione tra i meridiani e i paralleli. I MERIDIANI sono i circoli massimi passanti per i poli individuati da piani passanti per l’asse terrestre. I PARALLELI sono quelle circonferenze individuate da piani perpendicolari all’asse terrestre e paralleli tra loro. Ne consegue che mentre i meridiani sono tutti uguali tra loro, i paralleli no. L’equatore è il parallelo più lungo e spostandosi verso i poli i paralleli diventano sempre più corti fino a divenire un punto esattamente ai poli.

La latitudine è la distanza angolare, misurata in gradi e frazioni di grado, di un punto dall’Equatore (il parallelo di riferimento); può essere Nord o Sud e varia tra 0° e 90°. La longitudine è la distanza angolare, misurata in gradi e frazioni di grado, di un punto dal meridiano di Greenwich (il meridiano di riferimento); può essere Est o Ovest e varia tra 0° e 180°.

LA CARTOGRAFIA La cartografia è la scienza che ha per oggetto la costruzione di carte idonee a rappresentare graficamente e in maniera convenzionale, su di un piano, gli elementi morfologici e dimensionali della superficie terrestre.

IL PROBLEMA CARTOGRAFICO

Poiché la Terra ha una forma sferoidale il sistema più esatto per rappresentarla è quello di costruire dei globi; però su di essi, a causa delle ridotte dimensioni, potranno essere riportati solo i caratteri essenziali del nostro pianeta. Una maggiore quantità di dati e di particolari possono essere riportati invece sulle carte geografiche che possono essere definite come rappresentazioni ridotte, approssimate e simboliche della superficie terrestre.

CARATTERISTICHE DELLE CARTE Sono ridotte perché è necessario rimpicciolire secondo un certo rapporto le dimensioni reali; a questo rapporto si da il nome do scala. Le carte sono approssimate perché non è possibile riportare esattamente una superficie curva su un piano senza che questa subisca delle deformazioni; i metodi utilizzati per rappresentare la superficie terrestre in piano costituiscono le proiezioni geografiche. Sono simboliche perchè gli oggetti geografici (fiumi, boschi, opere umane ecc.) dovranno essere indicati attraverso simboli particolari, detti segni convenzionali. Tra questi, particolarmente importanti per le carte topografiche sono le isoipse o curve di livello che sono le linee che uniscono i punti che si trovano alla stessa altezza dal livello del mare; servono per determinare l’altitudine di un punto sulla carta.

LA SCALA La scala è una delle caratteristiche più importanti della carta, ed è il rapporto tra la lunghezza misurata sulla carta e la lunghezza ad essa corrispondente sul terreno. Ciò è indicato attraverso un rapporto che ha per numeratore l’unità e per denominatore il numero delle volte di cui le distanze reali sono state rimpicciolite sulla carta. In base alla scala le carte vengono classificate in: Piante e mappe (scala maggiore di 1:10.000): carte molto dettagliate; Carte topografiche (scala compresa tra 1:10.000 e 1:150.000): carte piuttosto particolareggiate; Carte corografiche (scala compresa tra 1:150.000 e 1:1.000.000): rappresentano vaste aree; Carte geografiche (scala minore di 1:1.000.000): rappresentano interi continenti o tutto il pianeta (planisferi).

LE CARTE PERFETTE? NON ESISTONO! Affinchè una qualsiasi rappresentazione della Terra possa essere considerata esatta deve presentare contemporaneamente tre requisiti: l’equidistanza (deve rimanere inalterato il rapporto tra le lunghezze sulla carta e quelle reali); l’equivalenza (deve essere costante il rapporto tra le aree della carta e quelle reali); l’isogonia (l’angolo compreso tra due qualsiasi linee sulla carta deve essere uguale a quello compreso tra le corrispondenti linee sulla superficie terrestre). Da quanto detto precedentemente solo i globi posseggono questi tre requisiti contemporaneamente, mentre le carte geografiche, essendo approssimate, potranno rispettarne al massimo uno e nemmeno in modo completo. Comunque si può affermare che se le zone rappresentate sono molto piccole le carte geografiche possono essere considerate esatte.

Le proiezioni cartografiche Riportare la superficie terrestre su un piano è un problema essenzialmente matematico, in quanto consiste nel cercare una funzione analitica che leghi la latitudine e la longitudine con le coordinate piane dei punti sulla carta. Il problema che deve affrontare chi disegna le carte geografiche consiste nel trovare un accorgimento per rappresentare una superficie sferica (la Terra) su un foglio piano (la carta geografica). Il problema non si pone quando si vogliono rappresentare piccolissime porzioni di superficie terrestre (per esempio le carte catastali), ma diventa notevole quando le aree da rappresentare sono molto grandi. Si parla allora di proiezioni cartografiche, cioè di un insieme di regole che permettono di riportare sul piano della carta ogni punto della superficie terrestre rappresentata.

Non è possibile “spianare” una superficie sferica o, più in generale, curva senza deformarla, cioè senza apportare compressioni ed espansioni ad alcune, se non a tutte le sue parti. Quindi in conseguenza la superficie di riferimento per trasformarsi sul piano dovrà necessariamente subire dilatazioni o contrazioni oppure dilatazioni in certe zone e contrazioni in altre.

Per proiezioni cartografiche si intendono una serie di procedure che sostanzialmente tendono a proiettare il reticolato geografico della Terra su un foglio di carta. A seconda di dove e di come si mette il foglio si ottengono proiezioni diverse. I metodi sono diversi e ognuno “porta con sé” una certa quantità di errore. Una volta che sulla carta sono state disegnate le referenze geografiche (meridiani e paralleli) sarà possibile, utilizzando le coordinate geografiche dei luoghi da cartografare, disegnare i territori sulla carta. Alcune proiezioni mantengono l’equidistanza, altre l’equivalenza, altre l’isogonia. Sta al cartografo scegliere, in base alle proprie necessità, il tipo di carta più utile.