V. MONALDI - NAPOLI Unità Operativa Complessa di Ortopedia

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Transcript della presentazione:

V. MONALDI - NAPOLI Unità Operativa Complessa di Ortopedia Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione V. MONALDI - NAPOLI Ginocchio artrosico - Nocera Inferiore(Osped. Umberto I) - 9 ottobre 2004 Unità Operativa Complessa di Ortopedia Primario: Dott. Roberto Magri

La patologia degenerativa nel gesto atletico Giuseppe De Pace (Napoli)

I tendini son strutture molto robuste dovuto alla loro particolare struttura

Nel tendine, i componenti sono in continuo stato di ricambio ed esiste, quindi, un equilibrio tra stato di degradazione della vecchia struttura e stato di formazione di nuove entità cellulari

SOVRACCARICO Alterazione dei parametri di comportamento biofisico e creazione di uno stato predisponente la lesione Ne risentono particolarmente le fibre più profonde che sono le meno elastiche

Alterazione liquido peritendineo SOVRACCARICO Metaplasia zona blu Alterazione liquido peritendineo Zona blu divide la parte terminale tendinea con la parte mineralizzata Modificazione della viscosità del liquido per aumento dell’attrito e del calore LESIONE

Patogenesi delle tendinopatie Fattori favorenti Squilibri conseguenti ad un allenamento errato Imperfetta tecnica di esecuzione degli esercizi Gli accessori Le caratteristiche del terreno di competizione Predisposizione individuale Fattori determinanti Microtraumi ripetuti Ipersollecitazioni funzionali delle strutture muscolo-tendinee

TENDINOPATIE INSERZIONALI CLASSIFICAZIONE TENDINOPATIE INSERZIONALI PERITENDINITI TENDINOSI FORME MISTE Le forme miste sono delle peritendiniti con impronta tendinosica

Tendinopatie inserzionali necrosi del tessuto calcificazioni metaplasia cartilaginea giunzionale degenerazione grassa Degenerazione grassa; focolai di calcificazione e necrosi del tessuto tendineo; metaplasia cartilaginea nella giunzione osteotendinea

Peritendiniti flogosi del peritenonio ispessimento aderenza fibrosa Flogosi del peritenonio con ispessimento dello stesso senza vere e proprie modificazioni anat.-pat. del tessuto tendineo; aderenze fibrose

Tendinosi degenerazione ialina degenerazione grassa calcificazioni Fenomeni legati per lo più all’invecchiamento; degenerazione ialina e grassa, calcificazioni

(Extracorporeal Shock Wave Therapy) ONDE D’URTO RADIALI (Extracorporeal Shock Wave Therapy) Già utilizzate da molti anni in campo urologico per il trattamento dei calcoli renali, dall’inzio degli anni ’90 vengono utilizzate in ortopedia

L’ONDA D’URTO, è un’onda acustica ma, a differenza delle altre onde sonore utilizzate in medicina, non è un’onda continua

Onda sinusoidale continua Ultrasuoni diagnostici Onde continue ad alta frequenza si sviluppa primariamente calore. Per evitare ciò l’intensità del suono viene tenuta bassa 3W/cmq ultrasuoni si usano a pacchetti con intensità molto bassa per evitare effetti indesiderati

lunga pausa tra un onda e la successiva In tal modo , non si hanno effetti termici e la sua azione è unicamente attribuibile alle sue caratteristiche meccaniche intensità molto alta lunga pausa tra un onda e la successiva

rapido aumento di pressione (<10ns) picco pressorio elevato (500 bar) durata molto breve (<10 microsec) pausa di pressione negativa

CAVITAZIONE

angiogenesi antiinfiammatoria neuromodulante

EFFETTI BIOLOGICI generazione di ematomi modificazione dei depositi calcarei stimolazione nervosa effetto analgesico stimolazione metabolica In ordine decrescente per intensità.

cavitazione attivazione metabolismo analgesia

Localizzazioni più frequenti negli atleti SPALLA GOMITO GINOCCHIO PIEDE E COLLO PIEDE

SPALLA lotta ginnastica tennis sollevamento pesi lancio del giavellotto canottaggio

Capo lungo del bicipite over-use impingement acromio-omerale stenosi della doccia bicipitale da osteofiti Cuffia dei rotatori Sport tipici che determinano microtraumi ripetuti;2) interessamento della porzione intrarticolare del tendine; 3) iniziale patologia artrosica della spalla IMPINGEMENT: si verifica tra superfice infero-ant. dell’acromion e la cuffia. Sec. Neer l’area più esposta è il terzo distale del tendine del sovraspinoso, ove si osservano frequen. calcificazioni sindrome da impingement

Capo lungo bicipite Sovraspinoso

GOMITO Epicondilite giavellotto tennis hockey judo ping-pong karate sollevam. pesi tennis judo karate sci nautico GOMITO Interessamento del tendine comune degli estensori

Epitrocleite golf giavellotto nuoto (a farfalla) sci nautico sollevamento pesi Interessamento del tendine comune dei flessori

GINOCCHIO

Bandelletta ileo-tibiale Tendine distale del bicipite Tendine rotuleo Bandelletta ileo-tibiale Tendine distale del bicipite Tendini della zampa d’oca Tendine distale del semimembranoso

TENDINE ROTULEO Ginocchio del saltatore (carico in estensione; brusca sollecitazione sull’inserzione del tendine; fattori anatomici) Ginocchio del saltatore Sports con grosso impegno dell’apparato estensore

TRATTO ILEO-TIBIALE Ciclismo Sci Marcia (attrito continuo della bandelletta sul condilo femorale esterno, durante la flesso-estensione) Marcia Ciclismo Sci

TENDINE DEL BICIPITE FEMORALE (carico ripetuto in flessione, nel sollevamento e in frenata) Sollevamento pesi Calcio Scherma

TENDINI DELLA ZAMPA D’OCA (varismo con intrarotazione tibiale) Equitazione Danza Ciclismo Calcio Sci

TENDINE DEL SEMIMEMBRANOSO (iatus del semimembranoso) Pallavolo Marcia Salto Ciclismo Passa tra capsula, leg. Collaterale mediale e porzione meniscale interna

(attrito sul condilo femorale esterno) TENDINE DEL POPLITEO (attrito sul condilo femorale esterno) Calcio Corsa Marcia

PIEDE

TERRENO ANATOMIA CALZATURE Negli ultimi tempi si è avuto una notevole evoluzione nel campo delle calzature sportive, diversificandosi per ogni tipo di sport e a volte all’interno di una stessa disciplina.

Tendinite dell’Achilleo Fascite plantare Spina calcaneare FASCITE: nei ginnasti per le forze di trazione a cui sottopongono la fascia plantare. Nei corridori per microtraumi ripetuti SPINA: esostosi sull’inserzione prossimale del flessore breve dell’alluce, causata da traumi in trazione sull’inserzione della fascia plantare e del flessore breve delle dita.

TRATTAMENTO 4 3 3/4 Sedute Frequenza Intensità Colpi (mj/mmq) Colpi Tendiniti della spalla 4 240/min 0,11 – 0,17 2000 Epicondilite 3 0,07 – 0,15 Tendinite achilleo 0,1 – 0,2 Spina calcaneare 0,14-0,25 2400 Altre tendinopatie 3/4 0,07 – 0,17

Risultati in percentuali divisi in tre categorie

CONCLUSIONI La terapia con onde d’urto extracorporee, nel rispetto delle indicazioni, deve essere considerata come ulteriore presidio nel caso di precedenti trattamenti conservativi privi di successo. Negli atleti, in genere, la utilizziamo come primo presidio per la sua efficacia, miniinvasività, assenza di effetti collaterali e rapido recupero funzionale.

GRAZIE