Grande Moschea di Cordova

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Grande Moschea di Cordova Sandra Jarrige Ccabra Grande Moschea di Cordova

Moschea di Cordova Sandra Jarrige Ccabra Moschea di Cordova Address: c/Cordenal Herrero City: Cordova Region: Andalusia Country: spagna Continent: Europa Coordinates: 37º 52’ 40,56’’N 4º 46’ 46,84’’0 E una delle principali espressioni dell'arte arabo-islamica e dell'architettura gotica e rinascimentale dell'Andalusia. E declarato por la unesco patrimonio cultural de la umanita nel 1984 Si presenta al giorno d'oggi con la forma di un grande quadrilatero di circa 180 m di lunghezza per 130 m di larghezza, con 19 navate e 856 colonne sormontate da capitelli in stili diversi. Sulle colonne si appoggiano delle arcate doppie in mattoni e pietra bianca (sovrapposte l'una sull'altra con uno spazio intermedio) che permettono di avere un soffitto molto alto e donano all'edificio un'impressione di leggerezza. Il miḥrāb non è orientato verso la Ka'ba della Mecca ma verso sud. Alcuni hanno suggerito il mihrab e rivolto a sud, perché le fondamento della moschea sono state prese dal vecchia costruzioni romano e dei Visigoti. Altri sostengono che Abd ar-Rahman orientato il mihrab verso sud, come se fosse ancora nella capitale Ummayyad di Damasco e non in esilio.

Moschea di Cordova Sandra Jarrige Ccabra La costruzione sorge sul sito in cui si ergeva l'antica chiesa visigotica di San Vincenzo e encora pui prima un templo romano. Quando i musulmani occuparono Cordova nel 711 la chiesa fu inizialmente suddivisa e utilizzata contemporaneamente da musulmani e cristiani. Successivamente l'emiro ʿAbd al-Rahmān I fece demolire la chiesa cristiana e intraprese la costruzione della Grande Moschea. Essa fu ingrandita tre volte dai suoi successori, finendo per coprire 23.000 m² e diventare la più grande moschea del mondo musulmano di quel tempo dopo quella di Sāmarrāʾ. L'edificio iniziale, cominciato nel 785 da ʿAbd al-Raḥmān I, comprendeva un cortile quadrato (il patio de los naranjos) circondato da un muro di cinta sul quale si apriva in tutto il suo splendore la sala di preghiera, di forma rettangolare, composta da undici navate, ciascuna avente dodici arcate, disposte di fronte al cortile. Le navate erano separate da eleganti colonne di marmo di diversa provenienza (tra cui edifici romani a Cordova e la preesistente chiesa visigota). La lunghezza delle arcate fu successivamente raddoppiata da ʿAbd al-Raḥmān II nel 848 e allungata un'ultima volta da al-Ḥakam II nel 961. Nel 987 Almanzor volle aumentare ancora la superficie della sala, ma la vicinanza al fiume impedì il proseguimento dell'allungamento delle undici campate nella stessa direzione. Vennero pertanto aggiunte otto arcate supplementari sul lato est dell'edificio (quasi raddoppiandone l'estensione) e il mihrāb fu collocato in una posizione centrale. In quel momento la moschea contava 1293 colonne. Quando Cordova fu riconquistata dai cristiani, nel 1236, la moschea fu convertita in cattedrale. L'apertura tra il cortile e la sala di preghiera fu murata, conservando una sola porta d'entrata (la Puerta de las Palmas). Inoltre vennero abbattute alcune file di colonne per lasciar libero lo spazio per la Cappella Reale decorata con stucchi mudejar. Il progetto fu inizialmente contrastato e oggetto di forti polemiche e soltanto dopo l'intercessione dell'imperatore Carlo V ne fu avviata la costruzione.

Moschea di Cordova Sandra Jarrige Ccabra

Moschea di Cordova Sandra Jarrige Ccabra L'invenzione cruciale della moschea cordovana è la soluzione delle arcate o piano di sostentamento mediante colonne, pilastri, archi superiori a tutto sesto ed archi inferiori moreschi, di rinforzo. Per sollevare le arcate si era soliti completare le colonne mediante pilastri che lasciavano gli archi all'altezza dovuta. Ma la struttura era fragile ed era necessario aumentarne la rigidezza mediante forti tiranti, come nell'El-Aqsa (Gerusalemme) e nella moschea di Qairawan (Tunisi). A Cordova, la funzione di questi tiranti è svolta dagli archi di sostegno, a tutto vantaggio dell'effetto generale e di una maggiore dignità architettonica. La soluzione non ha precedenti e la gloria è interamente dei costruttori cordovani. Volendo cercare ispirazione, si pensò agli acquedotti romani come quello dei Miracoli, a Merida, con archi sovrapposti di sostegno tra i pilastri (F. Chueca). La disposizione degli archi con la loro alternanza di cunei di pietra e mattone rosso collocato di spigolo risponde a tecniche costruttive dell'ultimo periodo dell'impero romano. Questa moschea primitiva aveva 142 colonne, con i capitelli e le cimase corrispondenti, tutti provenienti da edifici più antichi. Grazie a questi elementi, alla serena proporzione delle arcate, duplici nel loro ordine inferiore, ed al senso basilicale della struttura, conserva vecchie essenze ellenistiche.  Acquedotti romani Merida

Anche possiamo travare il museo dil tesoro della chiesa. Moschea di Cordova Sandra Jarrige Ccabra Il percorsi e un po complicato perche uno si puo perdere nelle navi ma penso che l’illuminazione e adecuata, ambiente un po buio per recreare ambiente anticco della moschea. Possiamo trovare il museo di San Vicente con gli resti de la Basilica di San Vicente(resti trovato sotto le escavazioni della primitiva moschea) dove si trovano per esempio un fragmento di sarcofagio paleocristiano e anche mosaichi. Anche possiamo travare il museo dil tesoro della chiesa. Museo di San Vicente percorsi

Moschea di Cordova Sandra Jarrige Ccabra E declarato por la unesco patrimonia cultural de la umanita junto a il centro historico de Cordova nel 1984. E come era prima mezquita e oggi una catedral e molto interesante perche e uno dei monumento religioso piu antico della spagna dove ancora si fa culto. Come ha una longevita nella storia ha avuto molto transformazione. E anche un punto di unione di diversi culturi (spagnoli e musulmani) ma a anche un carracter piu universale per la sua grandeza architectonica e artistica.