Trauma cranico Lesione del capo prodotta da una forza lesiva applicata in un periodo di tempo estremamente breve (circa 200 msec)
Forza lesiva Può applicarsi in forma diretta - impatto In forma indiretta - impulso
Classificazione Anatomo-Patologica Rischio di complicanze - complicanze immediate - complicanze precoci - complicanze tardive Rischio di complicanze - trauma cranico minore - trauma cranico moderato - trauma cranico grave
Lesioni cranio-encefaliche post traumatiche acute: Classificazione Anatomo-Patologica Complicanze immediate Complicanze precoci Complicanze tardive
Complicanze immediate Lesione degli involucri - ferita e contusione cutanea - fratture lineari e depresse - lesioni durali Lesioni cerebrali - contusione cerebrale - danno assonale diffuso - danni primari del tronco cerebrale - emorragia subaracnoidea
Complicanze precoci Ematoma - extradurale - sottodurale - intracerebrale Lecerazione cerebrale Rigonfiamento cerebrale diffuso
Rigonfiamento cerebrale Abnorme risposta del compartimento vascolare con aumento del volume ematico cerebrale (CBV). Non è sinonimo di edema cerebrale. Dipende da alterazione dell’autoregolazione
Ipertensione endocranica Ischemia Infezioni Complicanze tardive Lesioni cerebrali conseguenti a Ipertensione endocranica Ischemia Infezioni
Ipertensione endocranica La pressione endocranica è legata a: Volume ematico cerebrale (CBV) Parenchima cerebrale Liquor
Volume ematico cerebrale (CBV) Dipende dall’autoregolazione cerebrale Aumenta per: Ritenzione di CO2 ematica e liquorale Ipossia Acidosi Alterazioni dell’autoregolazione (vasoparalisi) Diminuisce per: Iperventilazione Barbiturici ad alte dosi
Se una forza lesiva determina una alterazione dell’autoregolazione con vasoparalisi, si avrà una dilatazione massimale del compartimento vascolare encefalico, un aumento del CBV che determinerà un “rigonfiamento cerebrale o brain swelling”. Questo può provocare la fuoriuscita di liquidi dai vasi, aumento volumetrico del parenchima cerebrale e quindi edema cerebrale (vasogenico).
Parenchima cerebrale L’aumento volumetrico del parenchima cerebrale provocato da aumento del contenuto idrico costituisce l’edema cerebrale. Il contenuto idrico si raccoglie all’interno di: Cellule gliali (astrociti) Cellule neuronali Spazio extracellulare
Edema cerebrale Vasogenico: lesione delle cellule endoteliali fuoriuscita di liquido iperproteico dai capillari. Citotossico: lesione delle membrane cellulari, fuoriuscita di K, entrata di Na, ulteriore richiamo di liquidi dallo spazio extracellulare, rigonfiamento cellulare.
Liquor Idrocefalo Ostacoli alla circolazione Ostacoli al riassorbimento
Ischemia cerebrale L’ipertensione endocranica determina eventualmente associata a ipossiemia, ipercapnia, anemia, ipotensione arteriosa Ischemia cerebrale Necrosi tissutale
Ischemia cerebrale Un aumento della ICP determina una diminuzione della pressione di perfusione cerebrale (CPP) e del flusso ematico cerebrale (CBF)
Ischemia cerebrale CPP = mSAP – ICP La CPP è la pressione utile per perfondere il cervello e assicurare un CBF sufficiente a soddisfare le necessità metaboliche dell’encefalo. CPP = mSAP – ICP Valori normali: CPP superiore a 60-70 mm/Hg CBF = 50 ml/100g/min ICP = 10-12 mm/Hg
Necrosi tissutale Necrosi Metabolismo anaerobio - acidosi - < produzione ATP alterazioni della pompa ionica uscita di K dalle cellule entrata di Ca e Na rilascio di glutammati e aspartati edema, disgregazione citoscheletro (neuromodulatori eccitatori di membrana) attivazione fosfolipasi C, liberazione potente effetto citotossico di ac. arachidonico e prostaglandine Perossidazione lipidi di membrana produzione di radicali liberi Perossidazione lipidi di membrana Necrosi
Trauma cranico moderato Trauma cranico grave Classificazione in base al rischio di complicanze e alla necessità di accertamenti o ricovero Trauma cranico minore Trauma cranico moderato Trauma cranico grave
Trauma cranico minore Età adulta Linee guida Età pediatrica Suggerimenti
Trauma cranico minore Età Adulta Un paziente presenta un trauma cranico minore quando, al momento della valutazione, è sveglio, collaborante, orientato nel tempo e nello spazio, in grado di parlare e camminare.
Elementi clinico - anamnestici Glasgow Coma Scale Esame neurologico Dati anamnestici
Glasgow Coma Scale Apertura degli occhi Spontanea 4 Al comando verbale 3 Al dolore 2 Nessuna 1
GCS Migliore risposta verbale Orientato, conversa 5 Disorientato, confuso 4 Verbalizza (parole) 3 Vocalizza (solo suoni) 2 Nessuna risposta 1
GCS Migliore risposta motoria Obbedisce ai comandi 6 Localizza al dolore 5 Flessione coordinata 4 Flessione spastica 3 Estende 2 Nessuna risposta 1
Forza di Impatto Caduta > 4 metri Proiezione esterna Morte altro passeggero Pedone, ciclista, motociclista travolto Capottamento Alta velocità Grave danno al veicolo Tempo di estrazione prolungato
Fattori di rischio Coagulopatie o terapia anticoagulante Intossicazione acuta da alcool Tossicodipendenza Pregresso intervento neurochirurgico Paz. epilettico o crisi epilettica post traumatica Paz. portatore di handicap o anziano disabile Modalità del trauma poco chiara o incongrua
Categorie da identificare A – Pazienti asintomatici (80%) B – Pazienti svegli con vomito, cefalea diffusa, amnesia o perdita di coscienza C – Pazienti confusi, disorientati
Gruppo - A Esame neurologico negativo GCS = 15 Assenza di fattori di rischio Osservazione di 6 ore – DIMISSIONE (con lettera)
Gruppo - B Esame neurologico negativo GCS = 15 Assenza fattori di rischio Accertamenti radiologici (TAC, Rx cranio)
Gruppo - B TAC Negativa – osservazione di 6 ore - DIMISSIONE Lesioni intracraniche - RICOVERO NCH Rx cranio Non fratture - OSSERVAZIONE 24 ORE Frattura - TAC
Gruppo - C Esame neurologico negativo GCS = 14 Assenza di fattori di rischio TAC urgente eventualmente da ripetere a distanza
Trauma cranico minore Età Pediatrica (fino 10 anni) Età inferiore a 2 anni Età superiore a 2 anni
Età inferiore a 2 anni Bambino che, dopo il trauma, non ha modificato il comportamento abituale
Età superiore a 2 anni Bambino che, dopo il trauma, al momento della valutazione, è sveglio, collaborante, in grado di camminare
Elementi clinico - anamnestici Glasgow CS – età superiore a 5 anni Adelaide CS – età inferiore a 5 anni Esame neurologico Dati anamnestici
Adelaide Coma Scale Apertura occhi Spontanea 4 A stimolo verb. 3 Al dolore 2 Nessuna 1 Risposta verbale Orientata 5 (5 a) Parole 4 (>12 m) Suoni 3 (6-12 m) Nessuna 1
Adelaide Coma Scale Valori normali per l’età 0 – 6 mesi 9 Risposta motoria Obbedisce al com. 5 (>2 a) Localizza al dolore 4 (6m-2a) Flette al dolore 3 Ritira al dolore 2 Nessuna 1 Valori normali per l’età 0 – 6 mesi 9 6 – 12 mesi 11 1 – 2 anni 12 2 – 5 anni 13 5 anni 14
Dinamica del trauma Banale: caduta senza dislivello o < a 1 metro, urto contro superficie soffice, ammortizzante Media: caduta da 1 – 2 metri o da una scala (3-4 gradini), urto contro superficie dura o irregolare, urto in corsa o contro oggetto in movimento Importante: caduta da una altezza > a 2 metri, caduta da veicolo in movimento, incidente stradale, urto contro oggetto appuntito o “pesante”
Fattori di rischio Età < a 6 mesi Dinamica non nota o poco chiara Dinamica importante Sospetto abuso Genitori inaffidabili
Fattori di rischio Presenza di escoriazioni o lesioni in altre sedi Sospetto clinico di frattura complessa Coagulopatie Pregresso intervento neurochirurgico Rientro in P.S. dopo precedente invio a domicilio
Categorie da identificare Trauma asintomatico Trauma con sintomi transitori Trauma con sintomi persistenti
Trauma Asintomatico Assenza di fattori di rischio Dinamica del trauma banale o media Assenza di qualsiasi sintomo Esame neurologico negativo GCS 15 o valori normali per l’età Assenza di segni clinici di fratture
Trauma Asintomatico Dopo valutazione clinica del medico del Pronto Soccorso, dimissione col lettera di istruzioni e controllo presso il pediatra di base
Trauma con sintomi transitori Come il precedente, possibile presenza di: Breve perdita di coscienza immediata Cefalea transitoria nel punto di impatto 1 – 2 episodi di vomito nella prima ora Segni clinici di sospetta frattura
Trauma con sintomi transitori Osservazione di almeno 3-4 ore e radiogradia del cranio solo se indicata Se il quadro si normalizza - Dimissione Se persiste o peggiora - Ricovero
Trauma con sintomi persistenti Perdita di coscienza non istantanea Cefalea diffusa persistente Numerosi episodi di vomito nelle prime 2 ore o persistenti dopo 2-3 ore Convulsioni Dinamica del trauma importante o ignota GCS 14-13 > 5 anni Presenza di un fattore di rischio
Trauma con sintomi persistenti Ricovero TAC cranio Se positiva, ricovero NCH
Indicazioni alla radiografia Volta: ematoma sottogaleale, zone depresse lacerazioni cutanee, lesioni penetranti Base: ecchimosi periorbitarie o retroauricolari, otorragia, oto-rinoliquorrea Rachide: abrasioni, punti dolenti
Trauma cranico moderato GCS = 13 – 9 GCS = 15 – 14 trauma cranico aperto, deficit neurologici, crisi comiziali post traumatiche
Trauma cranico grave Pazienti in coma (GCS =/< 8)
Coma traumatico Condizione in cui si ha l’abolizione dello stato di vigilanza e di coscienza. Il paziente non è in grado di mantenere gli occhi aperti e non ha contatto con l’ambiente. Durata: < / > 6 ore
Assenza di lesioni anatomiche. Inferiore alle 6 ore Commozione o concussione cerebrale: disturbo della coscienza transitorio, reversibile con disfunzione temporanea che crea una disconnessione diffusa tra le strutture corticali e la sostanza reticolare attivante del tronco. Assenza di lesioni anatomiche.
Superiore alle 6 ore Coma Lieve ( 6 - 24 ore) Moderato (> 24 ore senza lesioni del tronco) Grave (> 24 ore con lesioni del tronco) Lesioni focali, Ipertensione endocranica Danno assonale diffuso
Complicanze tardive o a distanza Fistola liquorale Idrocefalo post traumatico Infezioni (meningite, ascesso, empiema) Ematoma sottodurale cronico Fistola carotido-cavernosa Epilessia tardiva Diabete insipido
TRAUMI RACHI - MIDOLLARI
RACHIDE CERVICALE RACHIDE DORSALE RACHIDE LOMBARE RACHIDE SACRALE
Rachide Strutture Anatomiche Ossa Dischi Legamenti Muscoli Tessuto nervoso
Fisiologia Funzione statica Funzione dinamica Funzione di protezione
Instabilità Perdita dei rapporti anatomici tra le vertebre con conseguente dislocazione di una vertebra sull’altra a riposo, sotto carico, o durante un movimento. Può dipendere da: Lesioni ossee Lesioni legamentose Entrambe
Biomeccanica 3 Colonne (Autori inglesi) Anteriore - legamento longitudinale anteriore - ½ ant. dei dischi e corpi vertebrali Media - ½ post. dei dischi e corpi vertebrali - legamento longitudinale posteriore Posteriore - articolazioni, lamine, processi spinosi
Biomeccanica 3 Pilastri (Autori francesi) Anteriore (1): corpi vertebrali, dischi, legamento longitudinale ant. e post. Posteriore (2): articolazioni posteriori I tre pilastri sono uniti sul piano assiale da strutture che sono i peduncoli, le lamine, i processi spinosi.
Biomeccanica Lesione di: 2 delle 3 colonne 2 dei 3 pilastri INSTABILITA’
Traumi Cervicali Distorsione cervicale (colpo di frusta) Lesione della cerniera cervico-occipitale (Occipite-C1-C2) Lesione cervicale inferiore (C3-C7)
Lesione cerniera cervico-occipitale Dislocazione atlanto-occipitale (rarissima) Fratture C1 (5-10%) Arco - massa laterale Iperestensione – Compressione STABILI
Lesioni cerniera cervico-occipitale Fratture C2 (10-20% adulti, 70% bambini) - Dente - Solo corpo - Frattura con dislocazione
Fratture del dente Iperflessione o Iperestensione Tipo 1 - Apice rarissima - Stabile Tipo 2 - Base (65-80%) - Stabilizzazione se non fusione con Halo o se > a 6 mm. Tipo 3 – Corpo (25-35%) - Trattamento conservativo
Fratture C2 Solo corpo (20%) - Stabili Frattura con dislocazione (20%) (hangman fracture) - Spondilolistesi traumatica. Distrazione di O-C1-C2 o compressione assiale - Instabile
Lesione cervicale inferiore (C3-C7) - 75%. Più frequenti C5-C6 Lesione da flessione e compressione Lesione da flessione e distrazione Lesione da estensione e compressione Lesione da compressione verticale, flessione laterale, estensione con distrazione
Lesione da flessione e compressione Frattura a cuneo del corpo Strappamento legamenti posteriori Frattura a goccia INSTABILI
Lesione da flessione e distrazione Trauma occipitale Strappamento legamenti posteriori (Stabile) Lussazione faccette articolari, dislocazione (Instabile) Rotazione, lussazione unilaterale delle faccette articolari (Instabile)
Estensione e compressione Traumi cranio-facciali Lesione legamento longitudinale ant. (Stabile) Lesione anteriore - corpo (Stabile) Lesione posteriore - peduncoli, faccette articolari, lamine, processi spinosi (Instabile)
Compressione verticale Frattura a scoppio del corpo (Stabile)
Traumi dorsali e lombari Lesioni dorsali alte (D1-D9) Lesioni dorso-lombari (D10-L5)
Lesioni dorsali alte (D1-D9) (20%) Fratture a scoppio - Compressione Fratture a cuneo - Compressione e flessione Fratture con dislocazione – Compressione, flessione, distrazione, rotazione
Lesioni dorso-lombari (D10-L5) (63%) Più frequenti a D11- L3 Fratture a scoppio Fratture a cuneo Fratture con dislocazione – Flessione, estensione, compressione, rotazione
Diagnosi Clinica - dolore - lesione radicolare o midollare Strumentale - Radiografia (proiezioni dinamiche) - TAC per studio dell’osso - RNM per studio del midollo
Danno midollare Primario - Diretto Secondario - Ischemico
Lesioni midollari “pure” Non lesioni ossee, legamentose, discali 10-15 % adulti 40% bambini (lassità ed elasticità delle strutture) Probabili cause: sublussazioni spontaneamente ridotte, prolassi discali, iperestensione, spondilosi, stenosi del canale midollare
Trattamento Riduzione della lussazione Decompressione del canale spinale Stabilizzazione