Diffusione della poesia occitanica dalla Francia all’Italia

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Transcript della presentazione:

Diffusione della poesia occitanica dalla Francia all’Italia 01/10/2011 Marianna Molica Franco

Marianna Molica Franco Carte storiche Regni di Francia e d’Inghilterra ai tempi della nascita della letteratura in Francia Crociata contro gli Albigesi e tramonto della società cortese nella Francia Meridionale Espansione dei territori della corona francese 01/10/2011 Marianna Molica Franco

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Crociata contro gli Albigesi (1209) http://it.wikipedia.org/wiki/Crociata_albigese 01/10/2011 Marianna Molica Franco

Espansione della monarchia con Filippo II Augusto Linguadoca 01/10/2011 Marianna Molica Franco

Espansione della letteratura francese in Italia Circolazione libraria Presenza dei poeti trovatori nelle corti dell’Italia settentrionale dal XII secolo Uc de Saint Circ, Peire Vidal, Raimbaut de Vaqueiras Trovatori italiani in lingua d’Oc nel XIII secolo Sordello di Mantova (1200-1269), Percivalle Doria (1195-1264) Influenza sulla Scuola Siciliana di Federico II: 1230-1250 01/10/2011 Marianna Molica Franco

Marianna Molica Franco Prime due strofe del contrasto bilingue di Raimbaut de Vaqueiras (ante 1194!) "Domna, tant vos ai preiada, Si us plaz, q’amar me voillaz, Q’eu sui vostr’ endomenjaz, Car es pros et enseignada, E toz bos prez autreiaz; Per que.m plai vostr’amistaz. Car es en toz faiz cortesa, S’es mos cors en vos fermaz Plus q’en nulla genoesa; Per q’er merces, si m’amaz; E pois serai meilz pagaz Qe s’era mia ill ciutaz, Ab l’aver, q’es ajostaz,                   dels Genoes ". "Jujar, voi no se’ corteso, Que me chaidejai de zo, Qe niente no farò. Ance fossi voi apeso Vostr’amia no serò. Certo, ja ve scanerò, Proenzai malaurao! Tal enojo ve dirò: Sozo, mozo, escalvao! Ni za voi no amerò, Q’e’ chu bello mari ò, Qe voi no se’, ben lo so. Andai via, frar’, en tempo                  millorado “ 01/10/2011 Marianna Molica Franco

Marianna Molica Franco Strofe 1,2, 5 e doppio congedo dal Planh per Blacatz di Sordello (1237) Planher vuelh en Blacatz en aquest leugier so, ab cor trist e marrit; et ai en be razo, qu’en luy ai mescabat senhor et amic bo, e quar tug l’ayp valent en sa mort perdut so; tant es mortals lo dans qu’ieu non ai sospeisso que jamais si revenha, s’en aital guiza no; qu’om li traga lo cor e que·n manio·l baro que vivon descorat, pueys auran de cor pro.   Premiers manje del cor, per so que grans ops l’es  l’emperaire de Roma, s’elh vol los Milanes per forsa conquistar, quar luy tenon conques e viu deseretatz, malgrat de sos Ties; e deseguentre lui manje·n lo reys frances: pueys cobrara Castella que pert per nescies; mas, si pez’a sa maire, elh no·n manjara ges, quar ben par, a son pretz, qu’elh non fai ren que·l pes. […]     Al comte de Toloza a ops qu’en manje be, si·l membra so que sol tener ni so que te; quar, si ab autre cor sa perda non reve, no·m par que la revenha ab aquel qu’a en se; e·l coms proensals tanh qu’en manje, si·l sove c’oms que deseretatz viu guaire non val re; e, si tot ab esfors si defen ni·s chapte, ops l’es mange del cor pel greu fais qu’el soste.   Li baro·m volran mal de so que ieu dic be, mas ben sapchan qu’ie·ls pretz aitan pauc quon ilh me. Belh Restaur, sol qu’ab vos puesca trobar merce, a mon dan met quascun que per amic no·m te. 01/10/2011 Marianna Molica Franco

Marianna Molica Franco Traduzione Voglio piangere Blacatz con questa canzone leggera, con cuore triste e smarrito; e ne ho ben ragione, poiché in lui ho perduto un signore e un buon amico, e perché tutti i costumi valorosi sono perduti con la sua morte; tanto è mortale il danno che io non penso che mai più si riprenda, se non in questo modo: che gli si tolga il cuore e che ne mangino i baroni che vivono senza coraggio, dopodiché avranno coraggio in abbondanza. Per primo mangi il cuore, poiché ne ha gran bisogno, l’imperatore di Roma, se vuole i Milanesi conquistare con la forza, perché lo tengono conquistato e vive diseredato, malgrado i suoi Tedeschi; e di seguito a lui ne mangi il re francese: dopodiché prenderà la Castiglia, che perde per insipienza; ma, se spiace a sua madre, lui non ne mangerà affatto, perché sembra proprio, dal suo pregio, che lui non faccia niente che lei non voglia. […]   Il Conte di Tolosa ha bisogno di mangiarne tanto, se si ricorda di ciò che possedeva e di ciò che possiede; perché, se da un altro cuore non gli viene il ricordo di ciò che ha perduto, non mi pare che gli sovvenga dal cuore che ha dentro di sé; E il conte provenzale bisogna che ne mangi, se si ricorda che un uomo che vive diseredato non vale niente; E, se con tutti gli sforzi si difende e non scappa, Ha bisogno di mangiaredel cuore per il grave fardello che sostiene. I baroni mi vorranno male per ciò che io dico giustamente, ma è bene che sappiano che li stimo altrettanto poco che loro me. Bel Ristoro, solo che presso di voi possa trovare grazia, metto a mio danno che qualcuno non mi tenga per amico. 01/10/2011 Marianna Molica Franco

Bibliografia e sitografia Testo di riferimento R. Luperini e altri, Letteratura storia immaginario, vol. 1, Palumbo, 2008. Sitografia (per le immagini) http://it.wikipedia.org/wiki/Ducato_d'Aquitania http://www.silab.it/storia/?pageurl=18-francia-e-inghilterra-alla-fine-del-xii-secolo http://it.wikipedia.org/wiki/Crociata_albigese http://www.angeloconforti.it/didattica/cart_terza.htm 01/10/2011 Marianna Molica Franco