L'associazione Life For Music "Grand Hotel Cristicchi"

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... perchè vi voglio bene!.
Transcript della presentazione:

L'associazione Life For Music "Grand Hotel Cristicchi" in collaborazione con L'istituto ITCG Enrico Presentano "Grand Hotel Cristicchi" Con il patrocinio del Comune di Pontedera

Il 26 Febbraio 2011 si svolgerà presso il Teatro Era il lo spettacolo “Grand Hotel Cristicchi” accompagnato dagli Gnu Quartet e da Michele Ranieri, per una serata all’insegna del divertimento e della buona musica ricca di inaspettate sorprese tra gag dei musicisti ed esilaranti imitazioni al pianoforte di Simone Cristicchi. Marco Vanni, in qualità di Direttore Artistico dell’associazione Life For Music, in collaborazione con l’istituto ITCG Enrico Fermi promuove l’evento. Il progetto consiste nel coinvolgere gli studenti dell’istituto ITCG Enrico Fermi in un dibattito che argomenti il tema affrontato dall’artista nel suo libro “Centro di igiene Mentale” e nella canzone che vinse nel 2007 il Festival della Canzone Italiana di Sanremo: “ Ti regalerò Una Rosa”. Margherita, Pipolo, Francesco, il Professore sono alcuni dei matti che Simone Cristicchi ha incontrato in una casa famiglia di Roma, dove ha trascorso alcuni mesi come volontario. Le incredibili storie di queste persone, piene di tic e di talenti inaspettati, vittime di tremende ossessioni ma anche di creatività, sono entrate nella sua produzione musicale (“Centro d'igiene mentale” è il titolo della sua tournée) e ora diventano anche l'esordio narrativo del giovane cantautore romano. Un mondo oscurato alla vista dei "normali", ma pieno di piccole luci. Un mondo sedato ma pulsante, un mondo immobile eppure in continua altalena tra follia e normalità. Insinuando il dubbio sulla nettezza del confine fra chi è sano di mente e chi no, Cristicchi svela la misteriosa bellezza di coloro che chiama "Santi silenziosi".

Ti regalerò una rosa  Una rosa rossa per dipingere ogni cosa  Una rosa per ogni tua lacrima da consolare  E una rosa per poterti amare  Ti regalerò una rosa  Una rosa bianca come fossi la mia sposa  Una rosa bianca che ti serva per dimenticare  Ogni piccolo dolore  Mi chiamo Antonio e sono matto  Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino  Credevo di parlare col demonio  Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio  Ti scrivo questa lettera perché non so parlare  Perdona la calligrafia da prima elementare  E mi stupisco se provo ancora un’emozione  Ma la colpa è della mano che non smette di tremare  Io sono come un pianoforte con un tasto rotto  L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi  E giorno e notte si assomigliano  Nella poca luce che trafigge i vetri opachi  Me la faccio ancora sotto perché ho paura  Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura  Puzza di piscio e segatura  Questa è malattia mentale e non esiste cura  Rit. I matti sono punti di domanda senza frase  Migliaia di astronavi che non tornano alla base  Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole  I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole  Mi fabbrico la neve col polistirolo  La mia patologia è che son rimasto solo  Ora prendete un telescopio… misurate le distanze  E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?  Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto  Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro  Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi  Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi  Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare  Eri come un angelo legato ad un termosifone  Nonostante tutto io ti aspetto ancora  E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora  Rit. Mi chiamo Antonio e sto sul tetto Cara Margherita sono vent’anni che ti aspetto  I matti siamo noi quando nessuno ci capisce  Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce  Ti lascio questa lettera, adesso devo andare  Perdona la calligrafia da prima elementare  E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?  Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare.  Ti regalerò una Rosa

Simone Cristicchi incontra gli studenti Gli studenti e le classi che verranno coinvolte in questo progetto esprimeranno, con l’aiuto degli insegnanti, un loro pensiero o un loro messaggio, lavorando sugli argomenti che il cantante ha espresso tramite il libro e la canzone citati precedentemente. L’incontro con Simone Cristicchi si terrà la mattina del 26 Febbraio, presso l’aula Magna dell’Istituto coinvolto. L’artista sarà disponibile a rispondere alle domande e a commentare il lavoro svolto dagli studenti. Le classi che per noi sono ritenute più adatte a questo fine sarebbero quelle del triennio. Vorremmo creare un ambiente di discussione tra gli studenti e l’artista, volto all’accrescimento culturale degli studenti sull’argomento trattato. Come Associazione culturale proponiamo il tema, successivamente gli insegnanti proporranno agli alunni la metodologia di svolgimento. Inoltre la sera del 26 Febbraio 2011 si svolgerà presso il Tetro Era di Pontedera il Live di Simone Cristicchi accompagnato dall’orchestra Gnu Quartet; per l’istituto ITCG Enrico Fermi che si è prestato molto volentieri alla collaborazione saranno offerte agevolazioni. Infine ringraziamo: La dirigente, Cristina Cosci Il vicepreside, Antonio Massei La collaboratrice, M.Beatrice Taddei E tutto il personale dell’istituto, gli insegnanti che si presteranno al progetto e gli alunni. La sera Dell’evento al teatro era verrà presentata una mostra fotografica effettuata al manicomio di Volterra

Fotoclub “SCATTO MATTO” presenta LA MOSTRA FOTOGRAFICA SULLA PAZZIA Autori: Eleonora Signorini e Stefania Geri GIU’, NEL SILENZIO ASSORDANTE - Ex Manicomio di San Girolamo, Volterra   Una fredda e piovosa mattina di febbraio siamo scese in questo luogo abbandonato, colmo di un silenzio assordante che scivolava lungo pareti scrostate, corridoi, stanze, celle che appartengono ormai solo alla polvere. Camminando lentamente tra queste macerie abbiamo respirato un passato fatto di dolore, solitudine, rabbia, pazzia, depressione e percepito l'abbandono di tutte quelle persone che vi hanno vissuto costrette nel silenzio. “Giù, nel silenzio assordante” non è solo un susseguirsi di porte e finestre rotte, ma una testimonianza visiva volta a mantenere impressa, nella mente di chi la osserva, il buio dell'anima e la vita negata di uomini, donne e bambini che hanno vissuto l'orrore del manicomio.

LETTERA DA VOLTERRA   21 Marzo 1901 Manicomio di San Girolamo, Volterra Mia cara Consorte Rispondo alla tua cara lettera da me tanto gradita mi trovo molto contento ne legere la tua letera da mè tanto gradita dove sento che state tutti bene. Io sarei in perfetta salute di tornare a chasa. No vedo lora e il momento di tornare a chasa per abraciarvi tutti e baciarvi di chuore. È già diverso tempo che io mi trovo in questo manicomio ricoverato, distaccato da voialtri dunqe prochurate quanto prima divenirmi a pigliare e portarmi i panni. Non potete immaginare quanto brami di tornare a Cecina, che qui mi par d’ essere in esilio. La pazienza non mi manca, ma da un giorno, all’atro mi scapperebbe; se non mi, facessero partire. Stò contento, allegro, solo desidero di stare insieme, in famiglia. Cara consorte mi raccomando a te e al mio caro fratello Robuamo dunque non mi abbandonate sul fiore di mia vita. Che io non vi o mai abbandonato scuserete se qualche volta vi offeso con parole ma il cuore è sempre amoroso con voialtri tutti quanti ricevi tanti saluti e baci dal tuo affezionatissimo Consorte Agapito Testo: tratto dagli archivi del manicomio di San Girolamo a Volterra