Canicattì, 3 ottobre 1952 – Agrigento, 21 settembre 1990 ROSARIO LIVATINO Canicattì, 3 ottobre 1952 – Agrigento, 21 settembre 1990 “Chi domanda giustizia deve poter credere che le sue ragioni saranno ascoltate con attenzione e serietà; che il giudice potrà ricevere ed assumere come se fossero sue e difendere davanti a chiunque” “Il più alto simbolo e il più alto segno giuridico è la dettatura dei dieci comandamenti, il decalogo, nel quale il legislatore, il "facitore del diritto", è Jhwh, Dio della giustizia e dell’amore” www.gesuiti.it/moscati/Ital3/Livatino_DL.html
ROSARIO LIVATINO ROSARIO LIVATINO, un giovane, giudice, un cristiano. Uno dei cosiddetti "giudici ragazzini" chiamati a fronteggiare "Cosa nostra". L’Italia lo conobbe dalle pagine dei giornali soltanto all’indomani della sua morte, avvenuta il 21 settembre 1990, mentre percorreva la statale 640 per recarsi ai lavoro presso il Tribunale di Agrigento. Dopo il barbaro assassinio, la sua figura ha cominciato a distinguersi nell’immaginario di chi vive nell’Italia di oggi ma ne sogna una diversa. Un servitore dello Stato. "Un martire della giustizia e, indirettamente, anche della fede..."", come ha detto di lui Giovanni Paolo II ad Agrigento il 9 maggio del 1993. “Dio è come un perno su cui gira tutto ciò che è. Tutto viene e ritorna a Dio, Dio è principio e fine. L'uomo nella sua follia peccaminosa pensa spesso al principio, ma molto raramente alla fine...” www.gesuiti.it/moscati/Ital3/Livatino_DL.html
ROSARIO LIVATINO Si occupò delle più delicate indagini antimafia, di criminalità comune ma anche (nell'85) di quella che poi negli anni '90 sarebbe scoppiata come la "Tangentopoli siciliana". Fu proprio Rosario Livatino, assieme ad altri colleghi, ad interrogare per primo un ministro dello Stato. www.livatino.it/biografia.htm
ROSARIO LIVATINO Da Canicattì tutte le mattine raggiungeva la sede del Tribunale, ad Agrigento, una manciata di chilometri percorsi in automobile. Prima di entrare in ufficio, la visita puntuale alla chiesa di S. Giuseppe, vicino al Palazzo di Giustizia, dove si fermava a pregare. Lo ricorda bene mons. Giuseppe Di Marco, vicario diocesano, allora parroco, che molte volte si era domandato chi fosse quel giovane così raccolto, concentrato nelle sue preghiere. Canicattì (AG) www.gesuiti.it/moscati/Ital3/Livatino_DL.html
ROSARIO LIVATINO "Non sapevo chi fosse, avevo solo capito che era un magistrato… Rimaneva per un po’ e poi se ne andava in silenzio. Solo dopo la tragedia, quando ho visto la sua foto sul giornale, ho capito chi era". I casi più difficili del suo lavoro di giudice, Rosario li risolveva lì, ai piedi dell’altare, la mattina prima di entrare in Tribunale. Lì Saro invocava l’assistenza dello Spirito Santo per poter giudicare con retto giudizio, per scegliere ciò che era meglio da farsi "e scegliere è una delle cose più difficili che l’uomo sia chiamato a fare…", aveva scritto. www.gesuiti.it/moscati/Ital3/Livatino_DL.html
it.wikipedia.org/wiki/Rosario_Livatino Dal 1993 il vescovo di Agrigento ha incaricato Ida Abate, che del giudice fu insegnante, di raccogliere testimonianze per la causa di beatificazione. Una signora, Elena Valdetara, afferma di essere stata guarita da una grave forma di leucemia, grazie all'intervento del giudice che le sarebbe apparso in sogno, in abiti sacerdotali, spronandola a trovare in sé stessa la forza per superare la malattia. it.wikipedia.org/wiki/Rosario_Livatino
ROSARIO LIVATINO "Il magistrato deve, nel momento del decidere, dimettere ogni vanità e soprattutto ogni superbia; deve avvertire tutto il peso del potere affidato nelle sue mani... disposto e proteso a comprendere l’uomo che ha di fronte e a giudicarlo senza atteggiamento da superuomo, ma anzi con costruttiva contrizione". Rosario Livatino www.gesuiti.it/moscati/Ital3/Livatino_DL.html
LICEO CLASSICO “ROSARIO LIVATINO” DI SAN MARCO DEI CAVOTI (BN) Elaborazione e grafica Prof.ssa LUCIA GANGALE www.gangalepress.135.it 20 settembre 2010 LICEO CLASSICO “ROSARIO LIVATINO” DI SAN MARCO DEI CAVOTI (BN)