Dar da mangiare agli affamati.

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Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità Indagine realizzata da Fondazione per la Sussidiarietà e Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen Italia. Edizioni Guerini e Associati

Eccedenza e spreco alimentare Le domande di ricerca Eccedenza e spreco alimentare 1 Qual è l’entità del fenomeno dell’eccedenza alimentare e dello spreco? ? 2 Quali sono gli stadi in cui si generano? 3 Quali costi comportano i diversi canali?

Qual è l’entità del fenomeno dell’eccedenza alimentare? Il Surplus Alimentare è l’elemento base dell’analisi, definito come differenza fra quanto prodotto/raccolto e quanto consumato. Il surplus alimentare è divisibile in eccedenza alimentare e scarto alimentare Eccedenza alimentare: componente commestibile del Surplus. La parte che non si recupera ai fini dell’alimentazione umana è lo spreco Surplus alimentare Scarto alimentare Eccedenza alimentare Scarto alimentare: componente non commestibile del Surplus (ad esempio un avanzo di processo oppure un prodotto da eliminare perché danneggiato/con problemi di qualità)

Analisi della filiera agroalimentare Per studiare l’eccedenza alimentare la filiera è stata suddivisa in 5 stadi e 12 segmenti, ciascuno dei quali è identificato da una combinazione “tipologia di attore” -“tipologia di prodotto” Distribuzione Ristorazione Consumatore Produzione Primario Agricoltura – ortofrutta Agricoltura – cereali Allevamento Pesca Produzione - secchi Produzione – freschi Produzione - surgelati GDO – Centri Distributivi GDO – Punti vendita Ristorazione collettiva Ristorazione commerciale

I risultati: le eccedenze - livello macro Nella filiera agroalimentare italiana vengono generate 6 milioni di t/anno di eccedenza alimentare (pari al 17,4% dei consumi annui alimentari(*)). Più della metà dell’eccedenza viene generata all’interno della filiera, dal settore primario alla ristorazione. (*) consumi realizzati sia presso i punti della ristorazione sia a livello domestico

La generazione dell’eccedenza nei diversi stadi della filiera

Cause della generazione dell’eccedenza Nella maggior parte dei casi la generazione dell’eccedenza è riconducibile a un disallineamento fra quantità prodotta o acquistata e quantità venduta o consumata. Ciò vuol dire per il settore trasformazione o distribuzione il raggiungimento della sell-by date interna, per l’agricoltura la sovra-produzione, per la ristorazione e il consumo a casa una preparazione di pasti superiore a quanto consumato.

Valore economico dell’eccedenza alimentare 6 milioni di t/anno di eccedenza alimentare pari a circa 13 miliardi di euro 101 kg di eccedenza alimentare procapite pari a circa 220 euro

Spreco alimentare: consumo domestico Ogni anno una famiglia italiana “butta” una quantità di cibo pari a 42 Kg procapite, pari al 8% della spesa a causa di: alimenti scaduti o andati a male, pari al 3.4% della spesa. avanzi non riutilizzati, pari al 4.8% del cibo portato a tavola La ripartizione dello spreco complessivo per merceologia (percentuale del valore totale espresso in tonnellate)

Questo corrisponde a 117 €/anno persona. Valore economico dello spreco nel consumo domestico Il valore economico dello spreco nel consumo domestico (42 kg) è pari a: 6,9 miliardi di euro (il valore puntuale è 6.945 milioni di €) Questo corrisponde a 117 €/anno persona. Quindi supponendo una famiglia con 3 persone è pari a 351 €/anno.

Consumo domestico: percentuale di avanzi buttato in pattumiera sul totale del cibo portato in tavola RA 35-44 anni Incidenza % Meno del 5% 20-25% Più del 25% Totale rispondenti % RA 45-54 anni RA 55-64 anni RA >= 65 anni 0,7 0,2 1,3 0,4 100 0,8 0,1 5-10% 15-20% 71,9 57,3 83,4 76,8 18,7 11,8 15,6 28,7 1,6 0,3 1,4 2,7 10-15% 6,9 3,3 6,1 9,6 RA <= 34 anni 2,5 57,8 30 3,6 Fonte: dati Nielsen RA = Responsabile Acquisti nucleo famigliare Si osserva una correlazione tra l’età e la quantità di cibo avanzato buttato: gli anziani si mostrano più attenti dei giovani. L’83% delle famiglie con responsabile acquisti con più di 65 anni ha dichiarato di buttare meno del 5% degli alimenti portati a tavola. Al contrario sono i più giovani a dichiarare di buttare il 5-10% del cibo (30% dei responsabili acquisti con meno di 34 anni)

Consumo domestico: percentuale di avanzi buttato in pattumiera sul totale del cibo portato in tavola Incidenza % Pre-family New families Maturing families Estabilishedfamilies Post families Older couples + singles Meno del 5% 58,9 57,4 56,6 63,6 68,4 5-10% 32,2 23,9 31,6 25,2 21 10-15% 1,1 13,3 9,2 8,3 7,4 15-20% 3,5 4,4 1,8 1,9 2,2 20-25% 4,3 1 0,5 0,6 1,1 0,3 Più del 25% 0,3 0,4 0,4 0,5 Totale rispondenti % 100 100 100 100 100 100 Pre-Family I) Single sotto i 35 anni. II) Famiglie con 2 o + membri, con RA sotto i 35 anni, senza figli sotto i 18 anni (i.e. coppie giovani senza figli). New Families Famiglie con figli sotto i 7 anni e senza figli nella fascia 7-17. Maturing Families Famiglie con figli tra 0-17 anni ma non tutti sotto i 6 anni e non tutti sopra i10 anni. Established Families Famiglie con figli unicamente nella fascia 11-17 anni. Post Family I) Single con età 35-54 anni. II) Famiglie con RA di età 35-54 anni e nessun figlio di età inferiore ai 18 anni. Older Couples Famiglie con RA di età>55 anni e nessun figlio di età inferiore ai 18 anni. Older Singles Single di età>55 anni. Si osserva che il 7,8% dei single e delle giovani coppie senza figli buttano più del 15% di cibo, contro un 2,6% delle famiglie con figli tra gli 0-17 anni e gli anziani di cui solo l’1,6% butta più del 15% di cibo

I risultati: eccedenza e spreco - livello macro Segmento filiera Flussi annui gestiti [migliaia t/anno] Valore della eccedenza [migliaia t/anno] Valore della eccedenza [%] Valore dello spreco [migliaia t/anno] Valore dello spreco [%] Primario - Ortofrutticolo 41. 728 2. 187,1 5,2 % 1948,2 89% Primario - Cerealicolo 22.031 68,1 0,3 % 67,4 99 % Primario - Allevamento 14.989 52,5 0,3 % 20,3 39% Primario - Pesca 475 10,5 2,2% 9,4 90% Trasformazione - ambiente 34.641 118,2 0.3 % 36,1 30 % Trasformazione - freschi 8.553 51,5 0.6 % 33,5 65 % Trasformazione - surgelati 1.592 11,7 0.7 % 11,4 97 % Distribuzione- Centri Distributivi 24.524 73,6 0.3 % 47,8 65 % Distribuzione - Punti vendita 30.655 704 2,3 % 671,3 95 % Ristorazione collettiva 869 86,9 10% 73,8 85 % Ristorazione commerciale 2.443 122,2 5 % 116,1 95 % Consumatore 31.268 2 513,5 8 % 2.513,5 100 % TOTALE 5.999,8 5.548,8

Eccedenza alimentare: zoom su Produzione Nella fase di produzione industriale vengono generate 181,4 mila t/anno di eccedenza alimentare, che rappresentano lo 0,52% dei consumi annui in prodotti alimentari(*) L’eccedenza alimentare Le modalità di gestione Nella fase di produzione l’eccedenza alimentare rappresenta lo 0,41% della produzione di questo stadio. Il 35,3% dell’eccedenza alimentare viene donata ad enti caritativi, il 32,2% viene smaltita come rifiuto. Lo spreco alimentare 81 mila t/anno di eccedenza non vengono recuperate per l’alimentazione umana, quindi sprecate secondo un’ottica sociale (*) consumi realizzati sia presso i punti della ristorazione sia a livello domestico

Eccedenza alimentare: zoom su Distribuzione Nella fase di distribuzione vengono generate 777,6 mila t/anno di eccedenza alimentare, che rappresentano il 2,24% dei consumi annui in prodotti alimentari (*) L’eccedenza alimentare L’eccedenza alimentare Le modalità di gestione Le modalità di gestione Nella fase di distribuzione l’eccedenza alimentare rappresenta lo 1,41% della produzione di questo stadio. Nella fase di distribuzione l’eccedenza alimentare rappresenta lo 1,41% della produzione di questo stadio. Il 7,5% dell’eccedenza alimentare viene donata ad enti caritativi, il 91,5% viene smaltita come rifiuto. Il 7,5% dell’eccedenza alimentare viene donata ad enti caritativi, il 91,5% viene smaltita come rifiuto. Lo spreco alimentare Lo spreco alimentare 719,1 mila t/anno di eccedenza non vengono recuperate per l’alimentazione umana, quindi sprecate secondo un’ottica sociale 719,1 mila t/anno di eccedenza non vengono recuperate per l’alimentazione umana, quindi sprecate secondo un’ottica sociale (*) consumi realizzati sia presso i punti della ristorazione sia a livello domestico

Eccedenza alimentare: zoom su Ristorazione Nella fase di ristorazione vengono generate 209,1 mila t/anno di eccedenza alimentare, che rappresentano l’0,6% dei consumi annui in prodotti alimentari (*) L’eccedenza alimentare Le modalità di gestione Nella fase di ristorazione l’eccedenza alimentare rappresenta lo 6,31% della produzione di questo stadio. Il 9,2% dell’eccedenza alimentare viene donata ad enti caritativi, l’87,4% viene smaltita come rifiuto. Lo spreco alimentare 189,9 mila t/anno di eccedenza non vengono recuperate per l’alimentazione umana, quindi sprecate secondo un’ottica sociale (*) consumi realizzati sia presso i punti della ristorazione sia a livello domestico

Spreco alimentare nella filiera Spreco alimentare: l’eccedenza che non viene recuperata ai fini dell’alimentazione umana, quindi non donata a food banks e enti caritativi e non venduta in mercati secondari (spacci aziendali, discount etc.) Nella filiera agroalimentare lo spreco è pari a 5,5 milioni di tonnellate ovvero il 92,5% dell’eccedenza alimentare. Questo corrisponde ad un valore economico di 12,3 miliardi di euro. Ogni anno vengono sprecati nella filiera 94 kg pro capite di prodotti alimentari, pari a 208 euro.

Lo spreco alimentare nella filiera Nel settore primario l’88,2% dell’eccedenza diviene spreco. Presso le aziende di trasformazione tale valore si riduce al 44,7%. Percentuali di spreco estremamente elevate caratterizzano poi la distribuzione moderna (92,5%) e la ristorazione (90,8%). A livello domestico il 100% dell’eccedenza diventa spreco.

Modalità di gestione dell’eccedenza Gran parte dell’eccedenza alimentare 81,0%, viene conferita a enti di smaltimento, dove in alcuni casi viene utilizzata per la concimazione del terreno o per la produzione di energia. Parte dell’eccedenza (11,5%) viene, invece, conferita o venduta ad aziende di trasformazione che la utilizzano per l’alimentazione animale o per la produzione di mangimi per animali. Solo una minima parte dell’eccedenza – inferiore al 10% – viene quindi recuperata ai fini dell’alimentazione umana mediante il conferimento a food bank o enti caritativi (6,4%) o la vendita in mercati secondari (1,1%).

Recupero da parte delle food banks solo il 6,4% dell’eccedenza alimentare viene conferita a food banks vi è un enorme potenziale di eccedenza che ad oggi non viene donato a food bank o altri enti caritativi, pari a poco meno del 90% del totale; un 50% di questa eccedenza sono prodotti estremamente difficili da valorizzare – ma quasi il 50% è invece costituito da prodotti valorizzabili se gestiti in modo attento e professionale.

Sintesi dei dati ECCEDENZE VALORE ECONOMICO SPRECO FILIERA 6.000.000 t 13 miliardi 5.500.000 t 12,3 miliardi FILIERA procapite 101 kg 220 euro 94 kg 208 euro CONSUMATORE 2.513.500 t 6,9 miliardi di euro procapite 42 kg 117 euro