METODI COLORIMETRICI E SPETTROFOTOMETRICI

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Transcript della presentazione:

METODI COLORIMETRICI E SPETTROFOTOMETRICI Sono un gruppo di tecniche analitiche che si basano sulla interazione di radiazione elettromagnetica con la materia Da tempo sono tra i metodi di rivelazione e quantificazione più impiegati in Chimica Analitica Clinica Esistono diversi tipi di metodi, basati sia su interazioni con specie molecolari che atomiche Assorbimento: la luce viene assorbita da un atomo, ione o molecola portandoli ad un più alto stato di energia Emissione: rilascio di un fotone da parte di un atomo, ione o molecola portandoli ad un più basso stato di energia

MECCANISMO DELL’INTERAZIONE In funzione del tipo di interazione utilizzato, possiamo distinguere metodi di assorbimento e di emissione. Assorbimento: la luce viene assorbita da un atomo, ione o molecola portandoli ad un più alto stato di energia Emissione: rilascio di un fotone da parte di un atomo, ione o molecola portandoli ad un più basso stato di energia

LE RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA

LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA Energia del fotone = h h = costante di Planck (6,626 x 10-34 J s)  = frequenza (s-1) Unità di  più comuni: nm = 10-9 m Å = 10-10 m m = 10-6 m  = c c = velocità della luce All’aumentare di  la frequenza e l’energia del fotone diminuiscono

LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA Tipo Lunghezza d’onda Energia Interazione  < 0,1 nm emissione nucleare raggi X 0,1-10 nm transizioni elettroniche (elettroni interni) UV 10-380 nm transizioni elettroniche (elettroni di valenza) Vis 380-800 nm transizioni elettroniche (elettroni di valenza) IR 800 nm-100 m transizioni vibrazionali Microonde 100 m- 1 cm transizioni rotazionali onde radio 1 cm- metri assorbimento nucleare

LO SPETTRO ELETTROMAGNETICO n = c / l E = hn Energia 10-14 10-12 10-10 10-8 10-6 10-4 10-2 1 102 104 106 108 1010 1022 1019 1017 1015 1014 103 10-3 Ultravioletto Visibile Infrarosso Raggi cosmici Raggi gamma Raggi X Ultravioletto Visibile Infrarosso Microonde Radar Televisione NMR Radio Ultrasuoni (udibile) Suoni Infrasuoni Frequenza [Hz] Lunghezza d’onda [m]

IL PROCESSO DI ASSORBIMENTO Una sostanza assorbe la luce solo quando l’energia della radiazione corrisponde a quella necessaria per far avvenire una transizione Le transizioni possono essere: Elettroniche Vibrazionali Rotazionali Le ultime due riguardano solo le molecole

IL PROCESSO DI ASSORBIMENTO Transizioni elettroniche Provocano modifiche nella distribuzione degli elettroni di un atomo o di una molecola: Molecola (ridistribuzione degli elettroni negli orbitali molecolari)  * n n* Atomo (ridistribuzione degli elettroni negli orbitali atomici)

SPETTRO DI ASSORBIMENTO ATOMICO Anche con atomi, che è il caso più semplice, si ha un processo di assorbimento relativamente complesso. L’atomo di idrogeno presenta uno spettro di assorbimento “a righe” complesso dovuto a transizioni elettroniche all’interno dei sottolivelli s,p,d,f l

IL PROCESSO DI ASSORBIMENTO L’assorbimento della luce da parte delle molecole è un processo molto complesso In una molecola ogni livello di energia elettronica è suddiviso in un certo numero di sottolivelli vibrazionali In aggiunta ciascun sottolivello vibrazionale è ulteriormente suddiviso in sottolivelli rotazionali

IL PROCESSO DI ASSORBIMENTO Transizioni vibrazionali Causano modifiche nella lunghezza di un legame e quindi nella separazione media di due nuclei (IR) A B A B Transizioni rotazionali Causano modifiche dell’energia di una molecola quando essa ruota rispetto al suo centro di gravità (microonde) A----B A----B

IL PROCESSO DI ASSORBIMENTO Livelli Elettronici (interazioni UV) Sotto-livelli Vibrazionali (interazioni IR) Sotto-livelli Rotazionali (interazioni microonde)

ASSORBIMENTO MOLECOLARE L’interazione con una molecola e l’assorbimento coinvolgono quindi non solo livelli elettronici, ma anche sotto-livelli vibrazionali e rotazionali. Le interazioni con altre molecole avranno anch’esse un effetto, con il risultato che lo spettro di assorbimento sarà a “bande” (ci saranno talmente tante transizioni che sarà impossibile distinguere le une dalle altre).

ASSORBIMENTO MOLECOLARE TRANSIZIONI ELETTRONICHE E SPETTRO DI ASSORBIMENTO MOLECOLARE E S0 S1 S2 I l Energia dei livelli elettronici Energia dei livelli vibrazionali Energia dei livelli rotazionali Transizioni elettroniche

ANALISI QUALITATIVA UV/Vis, IR La identificazione di un composto si può effettuare sulla base del suo spettro di assorbimento, mediante confronto con lo spettro di un materiale noto o di uno standard di riferimento. Ciò viene fatto principalmente con la tecnica IR poiché lo spettro IR contiene più informazioni rispetto a quello UV e Vis.

UV Visible Near IR ANALISI QUALITATIVA SPETTRI UV/Vis, IR L’assorbimento di radiazioni nel UV, Vis e IR copre un ampio range di lunghezze d’onda. Eseguendo una scansione, cioè misurando l’assorbimento alle diverse lunghezze d’onda, si ottiene lo spettro di assorbimento della sostanza in esame Esempio di spettro di assorbimento molecolare: Lunghezza d’onda UV Visible Near IR

COLORE E TRASMISSIONE DELLA LUCE L’occhio umano vede il colore complementare di quello assorbito

ASSORBIMENTO E COLORE COMPLEMENTARE 650-780 595-650 560-595 500-560 490-500 480-490 435-480 380-435 rosso arancio giallo-verde verde verde-bluastro blu-verdastro blu violetto blu-verde porpora rosso-porpora giallo Lunghezza d’onda (nm) Colore assorbito Colore complementare 800 700 600 500 400

ANALISI QUANTITATIVA L’analisi quantitativa spettrofotometrica è basata principalmente sullo studio degli spettri UV/Vis. La legge fondamentale su cui si basano i metodi di assorbimento è quella di Lambert e Beer. Questa legge dice che: la quantità di luce assorbita da una soluzione è funzione della concentrazione della sostanza assorbente e della lunghezza del cammino ottico.

P P - dP dN ANALISI QUANTITATIVA Dove: P = potenza della radiazione incidente N = numero di molecole che assorbono nel cammino ottico K = costante di proporzionalità

ANALISI QUANTITATIVA

ANALISI QUANTITATIVA Poiché N dipende sia dalla concentrazione c che dal cammino ottico b si ha: K’ è comunemente definita come “assorbività” ed include anche il termine di conversione dei logaritmi da base e a base 10:

P0 c P b ANALISI QUANTITATIVA Il rapporto P/P0 è la misura della luce che passa attraverso la soluzione e non viene assorbita P0 c b P P/P0 è anche denominata Trasmittanza (T) -logT = A dove A viene definita Assorbanza A = ebc

ASSORBANZA vs TRASMITTANZA L’assorbanza è il termine utilizzato nell’equazione di Lambert e Beer, ma in realtà è la trasmittanza che viene direttamente misurata dalle strumento Assorbanza % Trasmittanza 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.7 1.0

DETERMINAZIONE DELLA ASSORBIVITA’ Ogni strumento presenta caratteristiche diverse quindi è meglio determinare l’assorbività utilizzando standard E’ possibile utilizzare qualsiasi unità di concentrazione: Molarità, Normalità, ppm, ecc. Se la concentrazione viene espressa in Molarità ed il cammino ottico in cm, l’assorbività viene definita come assorbività molare () ed ha unità M-1cm-1

ALTRI ESEMPI I calcoli relativi all’assorbanza sono relativamente semplici La determinazione della concentrazione di una soluzione può essere effettuata mediante due approcci di base: L’assorbività della sostanza è nota od è stata già determinata mediante standards Metodo del rapporto: si basa sulla misura dell’assorbanza di uno standard noto e del campione incognito

EQUAZIONI FONDAMENTALI

LA LEGGE DI LAMBERT E BEER Concentrazione Assorbanza 1.5 0.0 0.5 1.0

MISURA DELL’ ASSORBANZA In genere si cerca di eseguire le misure al valore della lunghezza d’onda corrispondente al massimo dell’assorbanza (max) Questo è il punto di massima risposta corrispondente alla più alta sensibilità e più basso limite di rivelazione Permette inoltre di ridurre il più possibile l’errore associato alla misura legato ad una eventuale scarsa riproducibilità della lunghezza d’onda

MISURA DELL’ ASSORBANZA Se si ha una piccola variazione di  durante le misure e non si è al valore di max si potrebbe ottenere una notevole variazione nella risposta. Piccolo errore Grande Stessa variazione di lunghezza d’onda

MISURA DELL’ ASSORBANZA Deviazione dalla relazione lineare Molte sostanze danno una risposta lineare solo in un certo ambito di concentrazione. Il metodo deve essere utilizzato solo in questo ambito Ambito lineare

MISURA DELL’ ASSORBANZA Questo segnale potrebbe essere dovuto al fondo, ad una interferenza o ad una mancanza di sensibilità Questo segnale potrebbe essere dovuto ad un auto-assorbimento o ad un insufficiente passaggio della luce attraverso la soluzione Ambito lineare

COME AUMENTARE L’AMBITO DINAMICO 0.5 1.0 0.0 1.5 200 250 300 2.0 2.5 3.0 0.2 0.3 0.1 0.4 Assorbanza (AU) Assorbanza misurata (AU) Lunghezza d’onda (nm) Concentrazione (mg/ml) Spironolattone 0.1428 mg/ml La scelta di una lunghezza d’onda in una spalla dello spettro di assorbimento può aumentare l’ambito dinamico di un metodo evitando anche fasi di diluizione del campione. La sensibilità e la precisione possono essere però in parte compromesse.

ERRORE NELLA MISURA DELL’ ASSORBANZA Sebbene nella legge di Lambert e Beer compaia l’assorbanza della soluzione, la grandezza fisica che viene effettivamente misurata è la trasmittanza. L’errore nella determinazione di una concentrazione mediante una misura spettrofotometrica (Dc) è quindi legato all’errore che si ha nella misura della trasmittanza (DT). Applicando la legge sulla propagazione degli errori alla legge di Lambert e Beer si ha: Dc/c = (0.4343 / TlogT) DT

ERRORE NELLA MISURA DELL’ ASSORBANZA L’andamento di Dc/c in funzione di T è il seguente: E’ consigliabile quindi operare in un ambito di trasmittanza compreso tra 80-20 %T al fine di minimizzare l’errore spettrofotmetrico. Errore relativo in funzione della %T Errore relativo su conc. 80% 20% %T

SPETTROFLUORIMETRIA-LUMINESCENZA Con il termine luminescenza si indicano tutti quei processi (fluorescenza, fosforescenza) che comportano l’emissione di radiazione da parte delle molecole. La luminescenza può essere indotta da diversi processi, fra i quali l’assorbimento di radiazione. In tal caso si parla di fluorescenza e fosforescenza, che si verificano ad una energia inferiore a quella alla quale la radiazione viene assorbita, e lo spettro di emissione è approssimativamente l’immagine speculare di quello di assorbimento. assorbimento emissione Intensità di emissione e (M-1cm-1) l

SPETTRO DI FLUORESCENZA

ASPETTI QUANTITATIVI Le misure di emissione non sono misure assolute: le intensità di emissione ottenute su diversi strumenti non sono in genere confrontabili fra di loro Per effettuare misure quantitative è quindi indispensabile utilizzare una curva di calibrazione E’ possibile dimostrare che, quando l’assorbanza della soluzione è sufficientemente bassa (A  0,05) esiste una proporzionalità diretta fra l’intensità dell’emissione PF e la concentrazione: dove P0 è la potenza della radiazione incidente e k è una costante che contiene, fra l’altro, il valore della resa quantica di emissione dell’analita PF A  0,05 concentrazione Inoltre è possibile aumentare l’intensità del segnale di emissione aumentando la potenza della radiazione di eccitazione (in assorbimento il segnale è invece indipendente dalla potenza della radiazione utilizzata)

SPETTROFLUORIMETRIA vs. SPETTROFOTOMETRIA Spettrofotometria Spettrofluorimetria Applicabilità Ampia Ristretta (relativamente poche sostanze emettono) Intervallo di linearità Ampio Ristretto Sensibilità (oppure Media Elevata limite di rivelazione) (è possibile utilizzare rivelatori più sensibili o aumentare P0)

APPLICAZIONI DELLA LUMINESCENZA Si parla di chemiluminescenza quando l’emissione non è indotta da assorbimento di radiazione ma da una reazione chimica. Il numero di analiti naturalmente luminescenti è relativamente ristretto. In molti casi è però possibile rendere luminescenti analiti non emittenti mediante derivatizzazione, ovvero attraverso una reazione chimica indicatrice che comporta il legame dell’analita ad una specie luminescente. - Luminol (used to detect blood) - phenyl oxalate ester (glow sticks) A + B  C*  C + hn

Luciferase gene cloned into plants APPLICAZIONI DELLA LUMINESCENZA Luciferin (firefly) Bioluminescenza “Glowing” Plants Luciferase gene cloned into plants