La leggenda di Arlecchino
La storia di Arlecchino Arlecchino era così povero che quando a Carnevale la maestra organizzò una festa in maschera per tutti i bimbi, lui non aveva nulla da indossare. Così, mentre tutti i suoi compagni parlavano delle loro maschere e di come si sarebbero vestiti, Arlecchino, da solo in disparte, piangeva, consapevole del fatto che la sua mamma non avrebbe mai potuto comprargli un abito nuovo per l'occasione.
Vedendo la disperazione di Arlecchino, la maestra e gli altri bimbi, decisero di fargli un regalo e ciascuno di loro gli donò un pezzetto di stoffa avanzato dai loro costumi colorati.
Arlecchino fu molto contento per il gesto dei compagni anche se non aveva idea di come potesse utilizzare tutta quella stoffa. La sua mamma, però, dopo averci pensato un po' su, finalmente trovò una soluzione e quella notte, dopo che Arlecchino si fu addormentato, inforcò gli occhiali che usava per cucire e iniziò a lavorare.
Cucì e rammendò ininterrottamente e la mattina dopo, fece trovare ad Arlecchino, sul letto, un vestito bellissimo, tutto colorato, fatto con gli avanzi delle stoffe che il piccolo le aveva portato.
Quando arrivò a scuola, tutti rimasero colpiti per la bellezza e l'allegria dell'abito di Arlecchino e, durante la festa, tra tutte le maschere presenti, fu proprio il suo vestito quello più bello e acclamato.
Per Arlecchino fu un giorno fantastico e la sua maschera, realizzata grazie alla generosità dei compagni, divenne famosa in tutto il mondo.
Con un saltello ed un inchino eccomi a voi sono Arlecchino Con un saltello ed un inchino eccomi a voi sono Arlecchino. Son tra le maschere di Carnevale la più festosa, la più geniale. Il mio vestito? Fu una sorpresa, lo cucì la mamma con poca spesa perchè potessi ben figurare al gran ballo di Carnevale. So far scherzetti, son biricchino, rido alla vita come un bambino. Saluto tutti anche a distanza con un leggero passo di danza. L. Maraldi