AvanguardiaVisionaria Corso di Fotografia Digitale 2015 – 2016 I FILTRI.

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AvanguardiaVisionaria Corso di Fotografia Digitale 2015 – 2016 I FILTRI

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Uno dei luoghi comuni della fotografia digitale e che i filtri in ripresa siano diventati inutili e che ogni azione comunque possa essere emulata con Photoshop,o con altri programmi di sviluppo. Questo è un concetto errato se visto in senso assoluto.

AvanguardiaVisionaria Tenete sempre presente che in fase di sviluppo o post produzione che sia, non sempre si migliora l'immagine, si può anche peggiorare se si eccede nell'uso dei vari strumenti, un po come per tutte le cose, anche per la fotografia, il troppo storpia. Sempre in fase si sviluppo, ci sono moltissime cose che si possono fare e molte altre che, anche potendole fare (la funzione c'e, quindi la uso) e preferibile non fare: non è per esempio conveniente usare le funzioni che emulino certi filtri, come il Polarizzatore, gli ND, gli UV, le lenti Close-Up ma anche i filtri di conversione luce, i filtri infrarosso.

AvanguardiaVisionaria FILTRI: UV – ultra violetti (per evitare i problemi dovuti ai raggi ultravioletti) POLARIZZATORI – per polarizzare la luce IR – per vedere nello spettro degli infrarossi ND – natural density – per diminuire la luce che arriva al sensore

AvanguardiaVisionaria Il filtro UV (che sarebbe meglio chiamare filtro anti-UV) è un filtro che assorbe le radiazioni ultraviolette, riducendone gli effetti negativi sulla fotografia. Si tratta di effetti quasi sconosciuti ai fotografi più giovani, ma quelli più attempati ricorderanno le dominanti blu delle foto scattate in montagna o sulla spiaggia. Oltre alla dominante blu, si riscontrava a volte, sulla fotografia, la presenza di una “foschia” non rilevata ad occhio nudo. Tali effetti erano dovuti alla maggiore quantità di raggi ultravioletti presenti al mare o in montagna, raggi UV invisibili ad occhio nudo che però venivano, almeno in parte, impressionati sulla pellicola. Per escluderli bisognava usare un particolare filtro incolore, neutro, che impediva a tali raggi ultravioletti di raggiungere il supporto sensibile. Il filtro UV, per l’appunto.

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Il filtro polarizzatore Luce polarizzata: un termine astruso che sa di fisica, che sembra complicare le cose, che si riferisce a qualcosa che non si vede ad occhio nudo. Vero. Ma è anche vero che la luce in natura può essere polarizzata, come può non esserlo e che ciò influisce sulla qualità di una fotografia. La luce bianca emessa dalle sorgenti naturali, come il sole, oppure da quelle artificiali, come le lampadine, non è polarizzata, ovvero non ha una organizzazione precisa nella sua propagazione attraverso lo spazio. Quando la luce viene riflessa dalla superficie di alcuni soggetti, tutta o in parte, cambia le sue caratteristiche e diviene luce polarizzata.

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Il nostro occhio non può percepire la differenza fra luce polarizzata e non polarizzata: noi riusciamo a vedere solo un colore o un riflesso di luce bianca. Alcuni insetti sono in grado di riconoscere la luce diversamente polarizzata e la usano ad esempio per orientarsi. Come fanno? Sfruttano il fatto che la luce che proviene dal cielo è polarizzata diversamente secondo certe direzioni e secondo le ore del giorno. Questo effetto si usa anche in fotografia, applicando un filtro polarizzatore davanti all'obiettivo, per variare la densità del cielo nell'immagine. Cosa fa quindi il filtro polarizzatore? L'effetto più evidente, immediatamente riscontrabile è scurire il cielo senza modificarne la luminosità. Ovviamente fa molto altro come per esempio saturare i colori del paesaggio.

AvanguardiaVisionaria Si ha polarizzazione lineare quando la luce viene riflessa dall'acqua, da alcuni tipi di plastica, dal vetro, oppure quando attraversa l'atmosfera sotto certe angolazioni. Cioè in generale quando la luce viene riflessa da materiali isolanti. La polarizzazione circolare è invece tipica della riflessione sulle superfici metalliche. Cioè quando la luce viene riflessa da materiali conduttori.

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I due tipi di filtri polarizzatori disponibili sono: - il polarizzatore lineare: in grado di modificare la luce non polarizzata e trasformarla in polarizzata linearmente. - il polarizzazione circolare: che organizza la propagazione dell'onda luminosa nello spazio, generando una luce il cui piano di polarizzazione ruota con regolarità nello spazio. Ambedue i filtri permettono il passaggio della sola componente polarizzata presente nella luce non polarizzata, fungendo quindi da selezionatori di luce, senza alterare la cromia. AvanguardiaVisionaria

Il polarizzatore circolare è il solo utilizzabile con le macchine fotografiche autofocus, in quanto i sistemi di messa a fuoco automatica a contrasto di fase non possono operare in presenza di luce polarizzata linearmente.

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Le foto infrarosse hanno un fascino particolare. Esse trasformano il quotidiano in un mondo di favola. Siamo infatti attratti da ogni visione inconsueta e per questo ci affascinano i paesaggi innevati, le nebbie, il rosseggiare improvviso dell’autunno. Nelle immagini infrarosse i cieli diventano neri e le nuvole appaiono di una plasticità fantastica. Le distese d’acqua divengono scure come il cielo e la vegetazione si veste di un bianco irreale. Sembra che abbia nevicato. La clorofilla infatti riflette moltissimo l’infrarosso. Sono soprattutto le latifoglie ad apparire bianche, mentre le conifere si schiariscono di poco. Nell’infrarosso a colori, la resa cromatica dipende da molti fattori, fra cui pesa molto la postproduzione. Alcuni producono immagini con i cieli gialli e la vegetazione ambra. Io preferisco quelle con i cieli blu e le foglie candide. Ma ne parleremo più avanti.

AvanguardiaVisionaria Ovviamente occorrerà consentire il passaggio solo all’infrarosso ed ostacolarlo alla luce visibile. Sarà necessario quindi acquistare un filtro IR che taglia la luce visibile e lascia passare l’infrarosso. Tali filtri ci appariranno neri perché i nostri occhi sono ciechi all’infrarosso. Esistono filtri di tipo diverso a seconda della banda infrarossa che lasciano passare.

AvanguardiaVisionaria Poiché viviamo nell’epoca del digitale possiamo sfruttare, al posto o in alternativa alle pellicole, i sensori digitali che, per loro natura, sono particolarmente sensibili alle radiazioni IR, tanto che di fronte al sensore è sempre posto un filtro che taglia la radiazione luminosa in misura più o meno elevata. I puristi fanno modificare la loro fotocamera rendendola priva di tale filtro. Il vantaggio è che si può scattare anche a mano libera perché i tempi richiesti possono essere molto brevi. Lo svantaggio è che poi la fotocamera non è più utilizzabile per foto normali. Molti acquistano macchine usate a pochi euro e le fanno modificare (ed è la soluzione migliore). Ma è possibile fotografare nell’infrarosso senza bisogno di alterare nulla. In tal caso occorrerà munirsi di cavalletto perché i tempi saranno lunghi (da pochi secondi a qualche minuto in funzione delle condizioni ambiente e di quanto taglia l’infrarosso la propria fotocamera.

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Filtri ND Quasi sicuramente in vita vostra vi sarà capitato di vedere qualche immagine realizzata con una lunga esposizione. Queste immagini si realizzano semplicemente mettendo la macchina su un cavalletto e lasciando aperto l’otturatore per il tempo necessario a imprimere il movimento sulla scena.. e questo penso sia chiaro a tutti.. però la domanda sorge spontanea.. quanto lungo deve essere il tempo di esposizione?? La risposta è: dipende.. eh sì.. non esiste una regola ben precisa.. dipende dal soggetto che vogliamo rendere mosso o, per meglio dire, dalla sua velocità.

AvanguardiaVisionaria Fortunatamente esiste una soluzione che i paesaggisti conoscono molto bene.. il trucco sta nell'utilizzare dei filtri ND. Si tratta di filtri color grigio neutro che abbassano l'esposizione del valore che ci serve.. si chiamano ND (neutral density) e sono disponibili in commercio in varie misure e densità.. in particolar modo le varie densità sono indicate con ND2, ND4, ND8, etc.. dove 2, 4, 8, etc sono la frazione di luce che viene lasciata passare dal filtro.. per esempio un filtro ND2 lascia passare la metà della luce, richiedendo quindi il doppio del tempo (1 stop).. un ND4 lascia passare un quarto della luce, richiedendo il quadruplo del tempo (2 stop).. un ND8 sarà quindi un filtro da 3 stop, un ND16 da 4 stop e così via fino ai filtri che arrivano a bloccare fino a 10 stop di luce!

AvanguardiaVisionaria Partiamo dagli accessori.. Il treppiede: un elemento fondamentale.. servirà a tenere la macchina fotografica immobile durante l'esposizione; Il cavo di scatto remoto: ovvero l'accessorio che consente di far scattare l'otturatore senza toccare la macchina fotografica.. questo eliminerà il movimento della macchina dovuto alla pressione del dito sul pulsante di scatto e, selezionando la posa B sulla ghiera dei tempi, vi permetterà di ottenere il tempo di esposizione necessario; Il filtro ND: ne abbiamo parlato sopra;

AvanguardiaVisionaria Come procedere.. Per prima cosa misuriamo l'esposizione sulla scena.. possiamo farlo sia con un esposimetro esterno oppure facendo uno scatto di prova senza aver montato il filtro.. ricordiamoci di correggere l’esposizione quando avremo innestato il nostro filtro ND; Mettiamo la macchina sul treppiede; Inquadriamo.. ma facciamolo senza filtro.. con un ND da 10 stop il mirino sarà completamente buio; Mettiamo il filtro ND; Settiamo la macchina sulla posa B e montiamo il cavo di scatto remoto; Scattiamo, cronometrando il tempo di esposizione e interrompendolo rilasciando lo scatto remoto; Controlliamo con l'istogramma che l'esposizione sia ok ed eventualmente correggiamo il tiro;

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Fine Ci vediamo mercoledì prossimo!