Napoleone, un generale.

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Transcript della presentazione:

Napoleone, un generale

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L'ARRIVO DI NAPOLEONE IN ITALIA Appresa la notizia dell'ingresso delle truppe napoleoniche in Italia, il duca di Modena abbandonava precipitosamente i suoi stati nel maggio 1796, portando in salvo a Venezia se stesso e i forzieri ducali, dopo aver nominato un Consiglio di reggenza, incaricato di trattare con il Generale francese, giunto nel frattempo a Piacenza, le condizioni dell'armistizio. Nel periodo compreso fra luglio e agosto scoppiavano nuovi tumulti. LA BATTAGLIA DI MONTECHIARUGOLO Il 4 Ottobre 1796, la battaglia di Montechiarugolo diede nuovo impeto e risonanza ai moti rivoluzionari e alla città di Reggio Emilia, suscitando lo stupore di Napoleone. Alcuni fra gli insorti di Reggio Emilia presero contatto con Milano, Bologna e Ferrara, insorte a loro volta e liberate, e con la stessa Modena. Le quattro città liberate dell'Emilia decidevano di riunirsi a congresso per sanzionare la novità della situazione. LA NASCITA DEL TRICOLORE E SUA EVOLUZIONE A Reggio le novità si vivevano con fervore. La municipalità Cispadana entrava in carica il 31 Ottobre e nella seduta del 7 Gennaio 1797 i suoi delegati decretano "che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso". Nasce così il tricolore come vessillo nazionale. Una prima versione della bandiera, vede i colori disposti in tre strisce orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso. Al centro troviamo il Turcasso o Faretra con quattro frecce, a simboleggiare l'unione delle quattro popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Le lettere R e C poste ai lati sono le iniziali di Repubblica Cispadana. Il Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina, nella seduta dell'11 Maggio 1798, decreta che "La Bandiera della Nazione Cisalpina è formata di tre bande parallele all'asta, la prossima all'asta verde, la successiva bianca, la terza rossa. L'asta è similmente ricolorata a spirale, colla punta bianca".

Lontane nel passato… vive nel presente

Un’interminabile serie di vittorie Dall’armistizio di Cherasco alla pace di Tolentino: una dopo l’altra le città dell’Italia settentrionale cadono nelle mani di Napoleone Nascono le Repubbliche giacobine Si propaga l’onda della Rivoluzione, nel 1799 capitolerà anche Napoli

Campoformio, la delusione LE ULTIME LETTERE DI JACOPO ORTIS Da' colli Euganei, 11 Ottobre 1797. Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia. Il mio nome è nella lista di proscrizione, lo so: ma vuoi tu ch'io per salvarmi da chi m'opprime mi commetta a chi mi ha tradito? Consola mia madre: vinto dalle sue lagrime le ho ubbidito, e ho lasciato Venezia per evitare le prime persecuzioni, e le più feroci. Or dovrò io abbandonare anche questa mia solitudine antica, dove, senza perdere dagli occhi il mio sciagurato paese, posso ancora sperare qualche giorno di pace? Tu mi fai raccapricciare, Lorenzo; quanti sono dunque gli sventurati? E noi, pur troppo, noi stessi italiani ci laviamo le mani nel sangue degl'italiani. Per me segua che può. Poiché ho disperato e della mia patria e di me, aspetto tranquillamente la prigione e la morte. Il mio cadavere almeno non cadrà fra le braccia straniere; il mio nome sarà sommessamente compianto da' pochi uomini buoni, compagni delle nostre miserie; e le mie ossa poseranno su la terra de' miei padri Ugo Foscolo