La Carriera Sportiva Sofia Tavella.

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Transcript della presentazione:

La Carriera Sportiva Sofia Tavella

Definizione Non è lo status acquisito con un titolo di studio; Ma è l’insieme dei progressi compiuti da un punto di vista gerarchico (record), economico e sociale; E’ un insieme di ruoli sociali e sportivi che l’atleta progressivamente ricopre; E’ un cammino sociale nel quale l’atleta si trova impegnato; E’ un comportamento che viene sistematizzato, che viene cioè assunto come modello di vita; E’ una vocazione;

… segue … E’ un servizio incondizionato a valori riconosciuti come tali e sentiti come appellanti per l’atleta; E’ una risposta originale a un appello percepito come forte e impellente; Non si tratta solo di un’inclinazione o di un’attrattiva naturale ma di un’iniziativa personale, libera e intenzionale dell’atleta che organizza e unifica la propria vita in funzione di un valore;

… segue … La carriera sportiva è il nome dell’identità personale più profondamente ricercata; E’ il fine dell’atleta; L’atleta è strutturato dalla sua carriera; Essa nasce come un progetto che deve essere realizzato.

1 2 3 4 5 6 7 8 Maturità compiutezza o disperazione Mezza età Generatività o stagnazione Giovinezza Intimità o isolamento Pubertà e adolescenza Identità o confusione Gli anni delle elementari Industriosità o senso di inferiorità Dai 3 ai 6 anni Iniziativa o senso di colpa Secondo anno di vita Autonomia o vergogna/dubbio Primo anno di vita Fiducia o sfiducia

L’inizio Età: dai 15 ai 19 anni, quando sulla base dei risultati conseguiti e delle conferme ricevute a livello personale e sociale, il giovane, maggiormente consapevole delle sue potenzialità e delle sue possibilità concrete di riuscita e anche fortemente motivato decide di costruire nello sport il suo progetto di vita.

Motivazioni iniziali Sentimento, passione Intuito: capacità di prevedere una possibile realizzazione nello sport Mix

Inizio = quinta fase del modello Eriksoniano Occasione favorevole; Autoefficacia percepita; Sfida; Autorealizzazione; Motivazione al successo; Motivazione a gratificare le persone significative; Motivazione ad acquistare autonomia e indipendenza e a ricevere denaro.

Occasione favorevole La famiglia: orientamento e sostegno La squadra: invito, proposta di una modalità di essere, ad un superamento di sé, nello sforzo di essere oggi migliore di ieri e domani meglio di oggi L’allenatore

La prosecuzione Scoperta dei vantaggi strumentali; Riconoscimento del proprio saper fare; Progressiva riduzione della possibilità percepita dall’individuo di identificare interessi e vantaggi in altre sfere d’azione; Dall’andamento di questa fase dipende la stabilizzazione o l’interruzione della carriera sportiva (drop-out).

Esito Insieme delle ricompense e dei costi che una persona sperimenta in una certa attività; Maggiori sono le ricompense rispetto ai costi migliore è l’esito; Le ricompense includono conseguenze tangibili (trofei, denaro) e psicologiche (raggiungere mete desiderate, sentimenti di competenza e potere, ammirazione e stima); Costi: includono quantità di tempo e sforzi spesi, sentimento di fallimento e disapprovazione, ecc.

Perché un atleta va in drop-out? Abbandono dell’attività sportiva perché l’attività sportiva offre meno soddisfazioni di un’altra attività: Teoria dello scambio sociale di Smith = risultati, confronto (aspettative) e livello di confronto alternativo (migliore alternativa all’attività in corso).

Le ragioni del drop-out: Ansia pre-agonistica; Mancanza di successi; Monotonia dell’allenamento; Poco tempo libero; Rapporto con l’altro sesso; Difficoltà di coesione con il gruppo; Rapporto genitori-allenatore; Ricerca di altri interessi; Difficoltà scolastiche; Lo sport come soddisfazione di bisogni adolescenziali; Contrasti con i genitori sull’autonomia; Crisi adolescenziale; Rapporto allenatore-atleta.

La Stabilizzazione Riconduce all’idea dell’incastro: le richieste e le proposte di azione si orientano a valorizzare le competenze acquisite nell’attività sportiva; E’ un momento unico e singolare dell’esistenza dell’atleta.

Elementi di stabilità L’atleta sperimenta con successo un luogo – l’ambito sportivo – dove il confronto fra le attese degli altri, la sfida proposta e le proprie capacità di gestione appare più semplice e immediato; L’atleta mette tra parentesi il pensiero del dopo-carriera: infatti si pongono nei confronti di questa fase ora in maniera distaccata, ora in maniera consapevole ma non sempre chiara rispetto all’attività lavorativa futura.

L’interruzione Coincide con la fine della giovinezza e l’inizio dell’età adulta (modello Eriksoniano: dai 28 ai 38 anni); L’atleta comincia a pensare di ritirarsi non quando raggiunge una certa età ma quando smette di fare progetti; Scriveva Papini: “quando ero giovane, un uomo di 50 anni mi sembrava vecchio, uno di 60 anni addirittura decrepito; ora che ne ho più di 70 mi accorgo che un uomo, a quest’età, può ancora amare, imparare, lavorare, creare, insomma vivere!”.

Perché si smette? Nausea d’agonismo o da competizione; Senso di inadeguatezza; Problemi fisici; Crisi motivazionale legata all’evoluzione valoriale del mondo sportivo; Limiti cronologici; Senso di soddisfazione e di appagamento; Responsabilità familiari e matrimoniali.

Le emozioni del distacco Senso di vuoto; Senso di liberazione; Indifferenza. Emozioni che riflettono differenti tipi di fine carriera: Ritiro (fine prematura della carriera); Burnout (sensazioni di esaurimento emozionale); Logorio (processo più lento di esaurimento fisico e psicologico).

Le attività del dopo Carriera Lavorare in un’azienda; Lavorare in politica e nel sociale; Istruttore e/o insegnante nella scuola o in un’associazione sportiva e/o palestra; Direttore e/o dirigente sportivo.

La fine della carriera come … Una transizione di crisi positiva o negativa; Le transizioni positive hanno luogo quando un atleta ha un adattamento facile e relativamente veloce alle nuove esigenze (talento, alta motivazione, capacità di coping; clima positivo); Le transizioni negative hanno luogo quando un atleta deve fare un grande sforzo per adattarsi con successo alle nuove esigenze (abbassamento autostima, malessere emozionale, aumentata percezione dell’errore, disorientamento nel prendere decisioni e confusione).

La fine della carriera è come … La fine della vita: morire bene può far riscattare certi errori e nobilitare la memoria; Nello sport il tempo di attaccare gli scarpini al chiodo è importante: va colto al momento giusto, quando fa notizia; Uscire in bellezza dall’agonismo dovrebbe essere la vittoria più ambita per un grande atleta che desideri conservare di sé l’immagine migliore.

L’epilogo Coincide con la fase successiva al ritiro, Per epilogo intendiamo il pensionamento; Questa fase coincide con la fine della giovinezza e l’inizio dell’età adulta; Il pensionamento limita non solo la soddisfazione del bisogno di sicurezza economica ma anche quello di ottenere considerazione e importanza da parte del gruppo sociale di appartenenza; Come afferma Canestrari: la cessazione d3ell’attività è sempre più o meno frustrante perché subentra il senso della conclusione.

I significati dell’epilogo Continuazione naturale del periodo adulto; Possibilità di ridurre tutti quei ruoli e quelle responsabilità vissuti come un peso e una restrizione; Fase incompiuta; Mantenimento dello status o identità sportiva e trasformazione del ruolo svolto.

Bibliografia Aptzsch E., la fine della carriera sportiva, in www.Fepsac.htm.psychology.h.se, (28.02.00), 7-8. Aptzsch E., Le transizioni di carriera, in www.Fepsac.htm.psychology.h.se, 5. Duccio D., Raccontarsi. L’autobiografia come cura di sé, Cortina, Milano 1996. Erikson E.H., I cicli della vita. Continuità e mutamenti, Armando, Roma 1999. Lombardo G.P. – Cavalieri P., Psicologia della personalità nello sport. Modelli della ricerca e dell’intervento, Nis, Roma 1994.

Bibliografia Polacek K., L’autoefficacia: un costrutto utile nell’educazione, in “Orientamenti Pedagogici” 40 (1993) 267-280. Rheinberg F., Psicologia della motivazione, Il Mulino, Bologna 1995. Speltini G., Aspetti psicologici dell’attività motoria e sportiva, CLUEB, Bologna 1991. Zamble E. – Geroski W.L., Coping, in Enciclopedia of Human behavior 2 (1994), 1. Zani B. – Cicognani E., Le vie del benessere. Eventi di vita e strategie di coping, Carocci, Roma 1999.