HEARTBURN ACROSS VAL D’ARDA
MALATTIA da REFLUSSO GASTRO ESOFAGEO GERD GASTRO ESOPHAGEAL REFLUX DISEASE
DEFINIZIONE sindrome clinica dovuta al reflusso di contenuto gastrico nell’esofago si può associare un danno macroscopico della mucosa esofagea
è una sindrome complessa: si possono associare sintomi molteplici e talora sorprendenti (come torcicollo e tosse cronica) e lesioni di varia natura non solo esofagee, ma anche respiratorie quindi: è errato identificare la GERD con la esofagite o con l’ernia iatale
EPIDEMIOLOGIA il reflusso gastro – esofageo si manifesta con segni clinici nel 40 – 60% dei casi le indagini epidemiologiche comunque prendono in considerazione solo i sintomi più frequenti, quali la pirosi e il rigurgito acido
EPIDEMIOLOGIA La prevalenza del GERD è maggiore nei maschi 2-3:1 Il picco di incidenza del GERD è compreso tra 35-50 anni. I quadri endoscopici più gravi (ulcere esofagee, stenosi, esofago di Barrett) sono più frequenti nelle età più avanzate. La GERD con endoscopia negativa o esofagite lieve prevale nei pazienti più giovani. La storia naturale della GERD è variabile. In alcuni pazienti i sintomi sono lievi o intermittenti e possono regredire per lunghi periodi, in altri pazienti i sintomi sono più gravi, ricorrenti. Raramente si sviluppano complicanze (stenosi, Barrett).
CAUSE DELLA GERD Idiopatica (90%) Secondaria (10%) Obesità Malattie endocrine (diabete, ipotiroidismo) Collagenopatie (sclerodermia, dermatomiosite..) Neuropatie sistemiche (M di Parkinson) Interventi chirurgici (vagotomia, gastroresezione) Farmaci (nitrati, calcioantagonisti, antidepressivi, benzodiazepine, progesterone, morfina) Gravidanza
ipotesi sulla patogenesi della GERD un tempo si credeva che la GERD fosse associata all’ipersecrezione di acido a livello gastrico, ma ora è dimostrato che la malattia dipende dalla presenza dell’acido, anche secreto normalmente, nel posto sbagliato: nell’esofago
Meccanismi anatomo funzionali che limitano il reflusso del contenuto gastrico in esofago (sfintere esofageo inferiore, compressione del diaframma e legamento freno-esofageo)
Meccanismi di difesa dal reflusso Clearance esofagea Barriera mucosa
Meccanismi di difesa dal reflusso: Esistono, anche nell’individuo sano, episodi transitori di reflusso gasto-esofageo . Nel corso di tali brevi episodi intervengono i: Meccanismi di difesa dal reflusso: 1. Clearance esofagea: La saliva ha un pH di 7.8 - 8.0, è ricca di bicarbonati e ha un importante effetto tampone che protegge la mucosa esofagea. La peristalsi esofagea rimuove i reflussi acidi fisiologici. Alterazioni della secrezione salivare o della motilità esofagea possono impedire una clearance efficace.
Meccanismi di difesa dal reflusso 2. Barriera mucosa L’epitelio esofageo ha un potere difensivo diverso da quello della mucosa gastrica in quanto ha una minore produzione di Muco e bicarbonati. Tight Junctions H H H DIFESA EPITELIALE H Glicoproteine escrete nello spazio Intracellulare con funzione tampone Lo strato germinativo è implicato nella capacità riparative delle lesioni mucose DIFESA POST- EPITELIALE L’irrorazione garantisce il trofismo cellulare, rimuove H+ e trasporta HCO3
Fisiopatologia della GERD
ipotesi sulla patogenesi della GERD barriera antireflusso incontinente clearance esofagea insufficiente TROPPO ACIDO NEL POSTO SBAGLIATO svuotamento gastrico rallentato dieta, farmaci, alcol
ESOFAGITE ULCERA DUODENALE ULCERA GASTRICA attività acido-peptica resistenza mucosa ESOFAGITE ULCERA DUODENALE ULCERA GASTRICA importanza dei fattori lesivi
parametri del reflusso che condizionano la gravità della lesione tempo di permanenza dell’acido nell’esofago % degli episodi di reflusso nelle 24 ore episodio più lungo di reflusso
SINTOMATOLOGIA sintomi tipici: sintoni atipici e meno frequenti: rigurgito pirosi retrosternale dolori epigastrici sintoni atipici e meno frequenti: scialorrea disfagia odinofagia raucedine disfonia dolori faringei tosse cronica bronchite e laringite cronica dolore toracico simil-anginoso
SINTOMATOLOGIA sintoni atipici e meno frequenti: sintomi broncopolmonari: tosse cronica bronchite e laringite cronica dispnea sintomi ORL: disfonia raucedine dolori faringei
FORTE VALORE DIAGNOSTICO SINTOMATOLOGIA FORTE VALORE DIAGNOSTICO PIROSI RIGURGITI ACIDI DOLORE EPIGASTRICO
ENDOSCOPIA INDISPENSABILE A BREVE TERMINE SINTOMATOLOGIA SINTOMI DI ALLARME DISFAGIA ODINOFAGIA EMORRAGIA ENDOSCOPIA INDISPENSABILE A BREVE TERMINE
SINTOMATOLOGIA SINTOMI ATIPICI DISFONIA DOLORI FARINGEI DOLORI TORACICI SINGHIOZZO DISPNEA NOTTURNA TOSSE NOTTURNA UTILE ENDOSCOPIA
Spesso è un dolore notturno che porta al risveglio PIROSI RETROSTERNALE Dolore di tipo urente nel periodo postprandiale, spesso dopo pasto abbondante, assunzione di alcol, caffè, cioccolata. Spesso è un dolore notturno che porta al risveglio
RIGURGITO ACIDO Acido che arriva nel faringe e nel cavo orale a volte con vomito, a volte a seguito di pirosi postprandiale o a seguito di particolari decubiti posturali
DOLORE RETROSTERNALE può accompagnare la pirosi, superare la semplice senzazione di bruciore e dar luogo a dolori costrittivi irradiati al braccio e al collo tanto da simulare i disturbi coronarici
dolore le fibre sensitive dell'esofago confluiscono in un segmento midollare in comune con le fibre sensitive provenienti da colecisti e cuore, quindi le sensazioni dolorose che originano da queste formazioni seguono le stesse vie nervose di quelle provenienti dall'esofago
dolore Per stabilire l'origine di un dolore retrosternale, il momento della sua comparsa è l'elemento più indicativo di quanto non siano le caratteristiche e l'irradiazione del dolore. I dolori d’origine esofagea sono aggravati dalla posizione orizzontale e compaiono spesso spontaneamente durante le ore notturne. La disfagia e la pirosi durante o immediatamente dopo un pasto, depone a favore dell'origine esofagea dei disturbi dolorosi. L'attenuazione o la scomparsa dei dolori dopo somministrazione di nitrati non è d’alcun valore diagnostico, dato che anche i dolori esofagei possono regredire dopo tale terapia.
dolore retrosternale percepito durante la deglutizione ODINOFAGIA dolore retrosternale percepito durante la deglutizione
DISFAGIA senzazione di fastidio o di ostruzione al passaggio del bolo alimentare percepita nei primi 15 secondi che seguono la deglutizione. E’ indolore e riguarda i cibi solidi
l’ematemesi è considerata una rara manifestazione di esofagite EMORRAGIA DIGESTIVA l’ematemesi è considerata una rara manifestazione di esofagite
COMPLICANZE ulcera esofagea (5%) emorragia (2%) stenosi esofagea (10-20%) esofago di Barrett (10-15%)
classificazione endoscopica dell’esofagite GRADO I: erosione unica o multipla, ma che ricopre una sola plica GRADO II: erosioni multiple che ricoprono più pliche con tendenza alla confluenza GRADO III: erosioni multiple con estensione circolare GRADO IV: ulcera o stenosi GRADO V: esofago di Barrett secondo Savary e Miller
ALTERAZIONI DELLA MUCOSA ESOFAGEA IN CORSO DI ESOFAGITE DA REFLUSSO
pH metria esofagea delle 24 ore nella GERD E’ un esame in cui vengono posizionati dei rilevatori multipli del pH in sede esofagea e gastrica. Le misurazioni ottenute nelle 24 ore consentono di evidenziare la presenza di episodi di reflusso, la loro durata, l’entità e il rapporto con i sintomi. Ricorda che episodi di reflusso transitorio avvengono anche in individui sani e sono considerati fisiologici!!! Indicazione: Pazienti con sintomatologia atipica Pazienti con sintomi tipici, EGDS normale, che non rispondono alla terapia Pazienti candidati alla chirurgia
Manometria esofagea E’ un esame in cui vengono posizionati dei rilevatori multipli della pressione esofagea: valuta la peristalsi e il tono del LES. Nessuna alterazione manometrica è predittiva di GERD o influenza le scelte terapeutiche. Indicazioni: Nella valutazione pre e post-operatoria Nel sospetto di acalasia esofagea
TERAPIA la GERD è caratterizzata da scarsa percentuale di guarigione spontanea, mentre d’altra parte risulta particolarmente elevata l’incidenza di recidive alla sospensione della terapia
GUIDE LINES STEP UP THERAPY STEP DOWN THERAPY
GUIDE LINES STEP UP THERAPY FASE I: 1) modificazioni dello stile di vita 2) PPI in dosi standard FASE II: 1) PPI in dose doppia 2) PPI + procinetici FASE III: Chirurgia
GUIDE LINES STEP DOWN THERAPY FASE I: PPI alle dosi massime consentite FASE II: PPI nel dosaggio minimo efficace
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