Laboratorio Area Espressiva Educazione Motoria

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Laboratorio Area Espressiva Educazione Motoria Dott.ssa Camilla C. Scalco

Influenza dell’attività sportiva sullo sviluppo psicologico del bambino

Gli effetti dello sport infantile non si manifestano unicamente nel miglioramento della maturazione fisica del bambino, ma si riflettono intensamente sulla sua evoluzione psicologica. La pratica sportiva offre difatti al bambino: una risposta a bisogni psicologici legati al gioco, al movimento e all’agonismo, insopprimibili nell’organizzazione psicosomatica della personalità; Una possibilità di igiene mentale atta a prevenire l’insorgenza di quadri caratteriologici disturbati; Superamento di carenze tipiche del mondo di oggi, come l’incomunicabilità e la difficoltà di rapporti interpersonali; Un’attività integratrice di valore pedagogiche permette il recupero di settori di esperienza che la scuola è spesso costretta a lasciare in ombra.

Effetti sull’abilità cognitiva Ricerche empiriche evidenziano correlazioni tra maturità scolastica e capacità motorie. Ragazzi ritardati sottoposti ad un programma di educazione fisica per cinque mesi hanno ottenuto un significativo miglioramento.

Effetti sulla personalità FORMAZIONE ED INTEGRAZIONE DELL’IO. Attraverso: una maggiore partecipazione del bambino al controllo realistico delle proprie pulsioni e del mondo esterno; Un approfondimento dell’autoconsapevolezza; Un potenziamento delle capacità motorie e sensoriali; Una maggiore capacità di sopportare l’ansia, con una più larga autonomia.

CONQUISTA DELLA STABILITA’ Il bambino è infatti chiamato a rispondere autonomamente e responsabilmente di sé. Si basa: sul controllo dei conflitti intrapsichici, sulla continuità dell’identità nel tempo; Sulla capacità di cambiare, imparare ad adattarsi plasticamente alle esigenze senza alienarsi; Sull’auto-educazione a mantenere fermezza nei propositi.

INTEGRAZIONE SOCIALE Il bisogno del contatto interpersonale è un esigenza “egoistica” dell’infanzia, ma solo attraverso essa si perviene ad una “socievolezza partecipativa”. vivere una relazione sociale aumenta nel bambino il livello di sicurezza; attraverso gli ego ausiliari del gruppo il bambino può avere una protezione nei confronti di un Super-Io invadente ed autoritario; il vivere un esperienza sociale intensa gli permette una verifica ed un ridimensionamento di taluni meccanismi di difesa;

L’occasione mancata di solidarizzare e cooperare con i coetanei è spesso alla base di quasi tutte le anomalie del carattere, di profondi sentimenti di insicurezza, di incompleta maturazione della personalità, e soprattutto conduce ad un difettoso riconoscimento di se stessi.

LO SCHEMA CORPOREO Si intende per schema corporeo la coscienza immediata delle posizioni e degli stati del corpo: sorta di auto-immagine psichica che permette all’individuo di entrare in relazione spaziale e temporale con il mondo circostante. Non è una struttura innata ed automatica ma dinamica dipendente dalla maturazione nervosa, dal livello di percezione, e dalle azioni rese possibili dall’esperienza e dall’apprendimento.

Formazione e sviluppo dello schema corporeo. Neonato ------- Piaget (indifferenziazione); Dai 2 ai 4 anni: acquisizione della rappresentazione mentale della propria immagine corporea; Tra i 5 e i 7 anni: lo schema corporeo si affina inglobando nozioni di tempo, forma e proporzione tra i veri segmenti corporei.

I fattori dello schema corporeo Fattori psico-fisiologici: sensazioni esterocettive, cinestesiche e propriocettive; Fattori psico-dinamici: le reazioni affettive e l’attività sensomotoria sono legate a livello motivazionale; Fattori sociali: l’immagine dle corpo ed i giudizi di valore su di esso si integrano in un contesto sociale e s’accompagnano sempre a valutazioni di ogni ordine e genere.

Schema corporeo e sport Gli atleti, insieme con i ballerini e gli attori, sono le persone che raggiungono la più completa e dettagliata autoconsapevolezza corporea. Per es. i praticanti di body building anche quando non hanno precise conoscenze di anatomia, dimostrano un senso muscolare strettamente associato ad un’autoimmagine assai sviluppata, il che consente loro una sorprendente consapevolezza della localizzazione, funzione, morfologia e tensione delle varie strutture muscolo scheletriche. Agli atleti è anche richiesta un’autoconsapevolezza delle proprie possibilità gestuali. L’atleta perfettamente integrato e maturo sul piano psico-motorio è in grado di trasferire tale condizione agli strumenti o agli attrezzi della sua pratica sportiva, inglobandoli nella rappresentazione sensomotoria del corpo.

Sport logico e sport istintivo Vi sono attività sportive che richiedono al giovane di dominare ed accantonare ogni reazione istintiva per seguire un particolare processo di attività muscolari concatenate da una logica tecnica che a grado a grado diventerà funzione automatica, portando l’atleta alla migliore espressione stilistica (tuffi, equitazione, ginnastica, danza….). Esistono invece altri sports che , nella loro tecnica, non impongono all’atleta di eliminare le reazioni istintive, ma di affinarle, perfezionarle e sublimarle negli sviluppi del gioco (lotta, pugilato, corsa, ciclismo…).

Pertanto il dominio intelligente ed audace delle reazioni istintive negli sport che debbono eliminare queste reazioni (sport logici), ed il loro affinamento negli sport che le assecondano (sport istintivi), esprimono la natura delle emozioni nello sportivo. L’emozione, in entrambi i casi è di chi si sente padrone delle proprie azioni e reazioni, e l’ebrezza non risiede più nell’abilità in sé.

Un ora di attività fisica. Warm up: 10 minuti Warm up specifico (eventualmente): 5 minuti 30-40 minuti: attività sportiva, gioco, ginnastica generale… Cool down (defaticamento generale e/o specifico)