Visita ai luoghi della Prima Guerra Mondiale e incontro con l’esperienza umana e letteraria di Giuseppe Ungaretti
“Quando abbiamo visitato le trincee, nel vedere quei buchi pietrosi nei boschi non sono riuscito a immaginare come un soldato potesse starci più di un’ora, mentre mi è stato detto che vi rimanevano per mesi, lì mangiavano raramente e dormivano, con le esplosioni delle bombe costantemente a minacciarli...
Mi sono immedesimato in tutti quei ragazzi in trincea, spaventati e confusi, ma anche in chi era costretto a finire a randellate i soldati avvelenati, uomini costretti a compiere gesti orrendi, e penso che questa sia la guerra, una cosa veramente spaventosa, che riesce a trasformare gli uomini normali in bestie senza pietà, e mi sono reso conto che in fondo l’uomo è anche questo.” Riccardo
“Questa mattina siamo stati a Caporetto e nel suo museo “Questa mattina siamo stati a Caporetto e nel suo museo. Abbiamo visto cose brutte riguardanti la guerra (armi, filmati, facce deformate dalle bombe e uniformi di soldati morti in guerra e mi sono chiesto come l’uomo abbia potuto... ma c’erano anche delle cose positive, come delle lettere di un soldato che scriveva al padre della medaglia d’onore. Quindi questa mattina abbiamo visto il concetto di guerra e amore.” Andrej
“La guida ci ha accompagnati a visitare un monte dove si potevano scorgere le tombe di migliaia di soldati... quel monte pareva di un’infinita altezza. Ma la cosa che mi ha veramente colpito è stato vedere su ogni tomba la scritta PRESENTE perché, nonostante la sofferenza e la morte, i soldati vogliono ancora essere qui, tra noi, vogliono poter continuare a vivere.” Riccardo
“Infine ciò che mi è piaciuto di più della gita è stato il momento in cui, seduti su un prato davanti a delle bellissime montagne, abbiamo dovuto annotare ciò che in quei due giorni ci aveva suscitato delle riflessioni. Io ho deciso di scrivere tre parole: commozione nel vedere immagini di uomini dilaniati dalle armi; dolore nel pensare a ciò che hanno subito quegli uomini come me; amore quando riesco a pensare, come Ungaretti, lettere piene d’amore.” Greta
“Quando ero piccolo e giocavo con i soldatini di plastica verde, mettendo in scena una sanguinosa battaglia, pensavo che partecipare ad una guerra sarebbe stata un’esperienza molto emozionante e che, quando sarei cresciuto, sarei diventato un soldato valoroso. Invece, crescendo, questa idea è scomparsa poiché ho capito che, se avessi partecipato a una guerra, avrei potuto anche morire; non come nelle battaglie con i soldatini dove il mio soldatino preferito, che mi rappresentava, non moriva mai.” Giovanni
“Dall’esperienza vissuta durante la visita ai luoghi della Prima Guerra Mondiale e dalla lettura delle poesie di Ungaretti ho compreso di più chi è l’uomo. Toccando le pietre chiare delle trincee, vedendo i volti fragili dei soldati nelle fotografie dei musei, ho compreso che questa guerra, che molto dolore ha arrecato, è stata in realtà combattuta da persone come me, fragili fibre dell’universo che dalla guerra sono state sfidate a rimanere uomini” Angelo
“Leggere le poesie nel luogo in cui furono scritte e vedere le cose a cui Ungaretti fece riferimento, fa capire ancor più quanto dolore abbia sofferto, non tanto nel vivere la guerra, ma nel vedere tutti morire e accorgersi di essere ancora in vita.” Iymane
“Prima di questa gita, quando sentivo parlare di Prima Guerra Mondiale, pensavo ad un avvenimento lontano da ciò che è la mia realtà, fino a quando non ho letto un cartello davanti al Sacrario di Redipuglia, nel quale ad un certo punto c’era scritto ‘RICORDATI CHE QUESTI UOMINI SONO MORTI ANCHE PER TE’. E’stato lì che ho capito che, anche se questa guerra è accaduta ormai più di cento anni fa, è legata alla mia realtà, perché ciò che ogni giorno vivo è anche conseguenza di quel fatto.” Irene