Progetto Formazione Istituto Comprensivo di Subiaco (RM)

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Progetto Formazione Istituto Comprensivo di Subiaco (RM) Discipline e laboratori all’interno del curricolo. Parole chiave dall’esperienza della scuola ‘Don Milani’ Enrica Dondero Progetto Formazione Istituto Comprensivo di Subiaco (RM) 3 – 4 - 5 settembre 2013

Aree disciplinari e discipline Cultura, scuola, persona Oggi l’apprendimento scolastico è solo una delle tante esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono e per acquisire competenze specifiche spesso non vi è bisogno dei contesti scolastici. Ma proprio per questo la scuola non può abdicare al compito di promuovere la capacità degli studenti di dare senso alla varietà delle loro esperienze, al fine di ridurre la frammentazione e il carattere episodico che rischiano di caratterizzare la vita dei bambini e degli adolescenti (Indicazioni Nazionali 2012) 2

La scuola deve porre le basi del percorso formativo dei bambini e degli adolescenti sapendo che esso proseguirà in tutte le fasi successive della vita. In tal modo la scuola fornisce le chiavi per apprendere ad apprendere, per costruire e per trasformare le mappe dei saperi rendendole continuamente coerenti con la rapida e spesso imprevedibile evoluzione delle conoscenze e dei loro oggetti. Si tratta di elaborare gli strumenti di conoscenza necessari per comprendere i contesti naturali, sociali, culturali, antropologici nei quali gli studenti si troveranno a vivere e a operare. (Indicazioni Nazionali 2012) 3

Dare senso Le discipline sono considerate chiavi di lettura interpretative; hanno un loro valore formativo; importanza data all'esplorazione e alla scoperta. 4

Scuola dell'infanzia: i campi d’esperienza «La struttura del documento conferma i 'campi di esperienza', che aiutano a cogliere le analogie con il concetto di 'disciplina': sotteso a ogni campo si trovano uno o più sistemi simbolico-culturali, cioè un substrato di conoscenze, linguaggi, abilità. Ma si possono individuare anche le differenze, perché il 'campo di esperienza' mette al centro dell'apprendimento l'operare del bambino, la sua corporeità, le sue azioni, le sue percezioni». (G. Cerini) 5

Infatti «il bambino trova in ogni campo il contesto per diventare via via più consapevole delle sue esperienze, perchè le ri-elabora, le ri-evoca, le ri-costruisce proprio grazie ai mediatori (immagini, parole, strumenti, informazioni) messi a disposizione da ogni campo, con l'attenta regia del docente. Non basta cioè esercitare abilità, ma queste vanno trasformate in competenze (abilità via via più consapevoli) attraverso la validazione del contesto e dell'adulto». (G. Cerini) 6

Il campo parla all'insegnante perché consente di avere una visione sufficientemente chiara delle potenzialità in termini di area potenziale di sviluppo veicolata dalle situazioni e dagli appigli/artefatti forniti. «Muovendosi nello spazio, i bambini scelgono ed eseguono i percorsi più idonei per raggiungere una meta prefissata, scoprendo concetti geometrici come quelli di direzione e di angolo». (Indicazioni 2012) 7

Scuola del primo ciclo: le discipline La valorizzazione delle discipline avviene pienamente quando si evitano due rischi: sul piano culturale, quello della frammentazione dei saperi; sul piano didattico, quello dell’impostazione trasmissiva. Le discipline non vanno presentate come territori da proteggere definendo confini rigidi, ma come chiavi interpretative disponibili ad ogni possibile utilizzazione. I problemi complessi richiedono, per essere esplorati, che i diversi punti di vista disciplinari dialoghino e che si presti attenzione alle zone di confine e di cerniera fra discipline. (Indicazioni Nazionali, 2012) 8

(Indicazioni Nazionali 2012) Nella scuola del primo ciclo la progettazione didattica, mentre continua a valorizzare le esperienze con approcci educativi attivi, è finalizzata a guidare i ragazzi lungo percorsi di conoscenza progressivamente orientati alle discipline e alla ricerca delle connessioni tra i diversi saperi. (Indicazioni Nazionali 2012) 9

Campo: numero e spazio – Geografia: orientamento Scuola dell’infanzia: segue correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali. Classe 3^ primaria: muoversi consapevolmente nello spazio circostante, orientandosi attraverso punti di riferimento, utilizzando indicatori topologici e mappe mentali. Classe 5^ primaria: orientarsi utilizzando la bussola anche in relazione al sole. Classe terza sec. primo grado: orientarsi sulle carte e orientare carte a grande scala in base ai punti cardinali e utilizzando punti di riferimento fissi.

I dipartimenti Possono essere organizzati - per discipline - per grandi ambiti del sapere - per progetti comuni che possono rinsaldare l'identità educativa dell'istituto, incentivando la collaborazione tra i diversi segmenti. 11

I docenti, in stretta collabo- razione, promuovono attività significative nelle quali gli strumenti e i metodi caratteristici delle discipline si confrontano e si intrecciano tra loro. Le discipline non sono aggregate in aree precostituite per non favorire un’affinità più intensa tra alcune rispetto ad altre, volendo rafforzare così trasversalità e interconnessioni più ampie e assicurare l’unitarietà del loro insegnamento. Ciò per rafforzare trasversali- tà e interconnessioni più ampie assicurare l’unitarietà dell’insegnamento. La definizione di aree o di assi funzionali all’ottimale utilizzazione delle risorse è affidata all’autonoma valutazione di ogni scuola.

Il laboratorio Una definizione: luogo attrezzato in cui si svolge un'attività centrata su un certo oggetto culturale. La specificità è imperniata sullo spazio, luogo diverso dall'aula, sull'uso flessibile degli spazi. Qualsiasi situazione didattica che presenta il carattere dell'apprendimento attivo (es. laboratorio sulla fiaba. Il laboratorio è contesto. (M. Baldacci) 13

Favorisce l'operatività, ma nello stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa Facilita l'approccio attivo alla conoscenza Il laboratorio perchè... coinvolge gli alunni nel pensare, realizzare, valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri incoraggia la ricerca e la progettualità favorisce l'acquisizione di competenze 14

L 'orientamento è a un apprendimento non inerte, ma dinamico, attivo; a una didattica partecipata, operativa, metacognitiva: «La scuola attribuisce grande importanza alla relazione educativa e ai metodi didattici capaci di attivare pienamente le energie e le potenzialità di ogni bambino e ragazzo». (Profilo dello studente) 15

L’ambiente di apprendimento Esistono due paragrafi specifici nelle Indicazioni dedicati a questo aspetto: uno per la scuola dell’infanzia e uno per il primo ciclo. Lo sforzo formativo è quello di guidare i docenti ad abbandonare il riferimento immediato ma riduttivo all’immagine dell’aula: l’ambiente di apprendimento non coincide più, come nella concezione tradizionale, con lo spazio fisico dell’aula, ma si costruisce sulla base dei fattori che intervengono nel processo di apprendimento: l’insegnante, i compagni, lo stile cognitivo e l'intelligenza emotiva dell'alunno, i libri e gli strumenti tecnologici, le relazioni interpersonali e affettive, le strategie didattiche, ecc. Un efficace ambiente di apprendimento è caratterizzato dal policentrismo, dalla flessibilità dei ruoli propria dell'apprendimento cooperativo, dalla fitta rete di interazioni all'interno della scuola e con il territorio e promuove quindi lo sviluppo di competenze cognitive, sociali, affettivo-relazionali e metacognitive. (Indicazioni Nazionali 2012) 16

Parole dalla don Milani Condividere ‘Meglio una testa ben fatta che una testa ben piena’ (E. Morin) Parole dalla don Milani Accoglienza 'Rendiamo riconoscibile l'atmosfera di questa scuola' Equità 'L'attività, così come la sto proponendo, è di tutti?' Inclusione “Non c'è nulla di più ingiusto che far parti uguali fra disuguali” 17