Con stile cognitivo si intende, generalmente, una modalità di elaborazione dell’informazione che si manifesta in compiti diversi ed in settori diversi del comportamento. Vi sono casi in cui lo stile cognitivo viene indicato, anche dal senso comune, come una caratteristica fondamentale capace di influire non solo sugli aspetti operativo-mentali, ma anche sulla intera personalità del soggetto.
Gli insegnanti sanno che ci sono alunni che prediligono materie quali la lingua italiana o straniera, la storia, gli studi sociali ed altri invece che prediligono materie quali l’educazione all’immagine, lo studio di carte geografiche, di grafici. Si può parlare nel primo caso di studenti tendenzialmente verbalizzatori e nel secondo caso di studenti tendenzialmente visualizzatori.
Questa distinzione si riallaccia a quella tra due differenti sistemi di codifica dell’informazione: verbale e per immagini. Benché i soggetti mostrino di avvalersi di entrambi i sistemi, si riscontrano spesso marcate differenze di preferenza nell’uso dell’uno o dell’altro sistema di codifica.
Bisogna ammettere che il problema dell’individuazione di queste tipologie di soggetti non incontra pareri unanimi anche perché tra visualizzatori e verbalizzatori non emerge sempre una netta distinzione. Tuttavia questa distinzione sembra essere a tutt’oggi utile sia per individuare difficoltà comuni a questi due gruppi, sia per impostare un training di intervento tale da stimolare il soggetto a servirsi del canale preferenziale nell’apprendimento o cercare di migliorare la prestazione nella codifica sottoutilizzata.
E’ opportuno quindi stimolare l’allievo ad acquisire consapevolezza delle proprie caratteristiche personali e stimolarlo ad utilizzare, quando e’ necessario, strategie che, pur essendo alla sua portata, egli generalmente non usa. Lo stile visualizzatore e verbalizzatore sono raffrontabili con gli stili che PASK definisce: strategia olistica e strategia seriale.
Compito dell’azione didattica è indicare un percorso possibile per la comprensione dell’argomento. Pask individua due peculiari stili di apprendimento definiti: STRATEGIA OLISTICA STRATEGIA SERIALE
La strategia olistica viene anche definita strategia di apprendimento per comprensione. Lo studente tende con questa modalità a una descrizione globale del compito. L’attenzione viene rivolta a più elementi, al fine di costruire uno schema o una immagine generale ipotetica del problema affrontato.
La strategia seriale o strategia di apprendimento per operazioni, vede il soggetto impegnato in un approccio del tipo step by step, in cui si concentra su ipotesi limitate all’analisi di una caratteristica per volta. Vi è in questo caso la tendenza a rilevare metodi, regole e dettagli, spesso al di fuori di un quadro organico.
COME RICONOSCERE GLI STILI COGNITIVI STILE VISUO-SPAZIALE ED OLISTICO Questi individui tendono ad essere più divergenti, più concreti, più orientati verso le strutture; intuitivi, artistici e musicali. Sono anche più emotivi, maggiormente orientati all’azione, abili nel riconoscimento immediato e frequentemente più impulsivi. STILE VERBALE ANALITICO Persone di questo tipo impiegano strategie che sono convergenti e sono superiori agli altri per quanto riguarda il ragionamento logico, sequenziale ed acustico. Tendono ad essere più razionali, a ricordare meglio i nomi, ad essere più riflessivi, focalizzati e lineari.
METODOLOGIE DI BASE PER L’APPROCCIO ALLE PROBLEMATICHE DELL’INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO Sono piuttosto diverse le opinioni quando si tratta di affrontare i punti deboli e quelli forti presenti nell’allievo. Alcuni sostengono che la soluzione migliore consiste nel partire da una solida base ed utilizzare i punti forti dell’allievo ignorando quelli deboli. (PERSONALIZZAZIONE) Altri, invece, sono dell’avviso opposto, sostenendo la necessità di eliminare i punti deboli, visto che questi sempre e comunque interferirebbero con l’apprendimento successivo. (INDIVIDUALIZZAZIONE)
Secondo il primo modello, sarebbe più facile ed addirittura necessario utilizzare i punti forti dell’allievo, aiutandolo a raggiungere la consapevolezza delle strategie efficaci da utilizzare e ad usarle il meglio possibile. In base al secondo modello, invece, il suggerimento parrebbe quello di eliminare per prime le debolezze cognitive dell’allievo per puntare poi verso altri traguardi
Conclusioni In genere l’allievo che è verbale, analitico ed orientato ai dettagli viene considerato più bravo. Le ragioni che sono alla base di tale valutazione sono due. Per quanto riguarda il modo di pensare, gli occidentali, rispetto agli orientali, sono generalmente più verbali, analitici e orientati ai dettagli. Valutano gli altri sulla base di questo parametro. Gli allievi vengono valutati sulla base di test che richiedono un pensiero convergente, logico e focalizzato.test che richiedono un pensiero convergente, logico e focalizzato Per emergere è necessario che l’allievo sia organizzato e riflessivo nelle sue strategie cognitive, caratteristiche queste tipiche del pensatore verbale/analitico e orientato ai dettagli.
Gardner Secondo Gardner, ogni persona è dotata di almeno sette intelligenze ovvero, è intelligente in almeno sette modi diversi. Ciò significa che alcuni di noi possiedono livelli molto alti in tutte o quasi tutte le intelligenze, mentre altri hanno sviluppato in modo più evidente solo alcune di esse.sette intelligenze
Le intelligenze multiple Intelligenza: Linguistica Logica Musicale Spaziale Corporea o cinestetica Interpersonale Intrapersonale Naturalistica Esistenziale
Intelligenza logico/matematica Capacità di usare i numeri in maniera efficace e di saper ragionare bene. Questa intelligenza include sensibilità verso principi e relazioni, abilità nella valutazione di oggetti concreti o astratti. In breve: riconoscimento di modelli astratti ragionamento induttivo ragionamento deduttivo saper discernere relazioni e connessioni saper svolgere calcoli complessi pensiero scientifico e amore per l'investigazione
Intelligenza linguistico/verbale Capacità ad usare le parole in modo efficace, sia oralmente che per iscritto. Questa intelligenza include padronanza nel manipolare la sintassi o la struttura del linguaggio, la fonologia, i suoni, la semantica, e nell'uso pratico della lingua. In breve: facilità di parola saper spiegare, insegnare e apprendere verbalmente saper convincere altri (linguaggio e scrittura persuasiva) analisi meta-linguistica humour basato sulla lingua memoria verbale
Intelligenza kinestetica Abilità nell'uso del proprio corpo per esprimere idee e sentimenti e facilità ad usare le proprie mani per produrre o trasformare cose. Questa intelligenza include specifiche abilità fisiche quali la coordinazione, la forza, la flessibilità e la velocità. In breve: controllo dei movimenti del corpo "volontari" movimenti del corpo "pre-programmati" esternazione della consapevolezza attraverso il corpo connessione mente-corpo abilità mimetiche perfezionamento delle funzioni del corpo
Intelligenza visivo/spaziale Abilità a percepire il mondo visivo/spaziale accuratamente e operare trasformazioni su quelle percezioni. Questa intelligenza implica sensibilità verso il colore, la linea, la forma, lo spazio. Include la capacità di visualizzare e rappresentare idee in modo visivo e spaziale. In breve: immaginazione attiva saper trovare la propria strada nello spazio (forte senso dell'orientamento) formare immagini mentali (visualizzare) rappresentare graficamente (pittura, disegno, scultura, ecc) riconoscere relazioni di oggetti nello spazio manipolazione mentale degli oggetti accurata percezione da angoli diversi memoria visiva
Intelligenza musicale Capacità di percepire, discriminare, trasformare ed esprimere forme musicali. Capacità di discriminare con precisione altezza dei suoni, timbri e ritmi. In breve: apprezzamento per la struttura della musica e del ritmo sensibilità verso i suoni e i modelli vibratori riconoscimento, creazione e riproduzione di suono, ritmo, musica, toni e vibrazioni apprezzamento delle caratteristiche qualità dei toni e dei ritmi
Intelligenza intrapersonale Riconoscimento di sé e abilità ad agire adattivamente sulla base di quella conoscenza. Avere una accurata descrizione di sé; coscienza dei propri stati d'animo più profondi, delle intenzioni e dei desideri; capacità per l'autodisciplina, la comprensione di sé, l'autostima. Abilità di incanalare le proprie emozioni in forme socialmente accettabili. In breve: concentrazione mentale saper essere memore e attento Metacognizione coscienza e discriminazione della gamma delle proprie emozioni coscienza delle aspettative e delle motivazioni personali senso del sé coscienza spirituale
Intelligenza interpersonale Abilità di percepire e interpretare gli stati d'animo, le motivazioni, le intenzioni e i sentimenti altrui. Ciò può includere sensibilità verso le espressioni del viso, della voce, dei gesti e abilità nel rispondere agli altri efficacemente e in modo pragmatico. In breve: comunicazione verbale/non verbale efficace sensibilità verso gli stati d'animo, i sentimenti, i temperamenti altrui saper creare e mantenere la "sinergia" profondo ascolto e profonda comprensione delle prospettive altrui empatia lavorare in gruppo in modo cooperativo
intelligenza naturalistica Chi ha una spiccata intelligenza naturalistica manifesta comunione con la natura sensibilità verso flora e fauna amore per l'allevamento di animali o la coltivazione di piante cura e interazione con creature viventi apprezzamento dell'impatto della natura su di sé e di sé sulla natura saper riconoscere e classificare oggetti naturali
intelligenza esistenziale. Essa concerne la capacità di saper riflettere sulle tematiche fondamentali della nostra esistenza e la propensione al ragionamento astratto per categorie concettuali universali.
Suggestioni pedagogiche ognuno di noi sarà più propenso e facilitato ad apprendere, se il contenuto dell’apprendimento sarà presentato secondo le modalità proprie del tipo di intelligenza a cui si è maggiormente predisposti anche gli educatori, naturalmente, avranno un tipo di intelligenza che prediligono rispetto ad altre. Questo influisce notevolmente sulle modalità e lo stile di insegnamento. Si dovrà tenere conto di ciò nella programmazione didattica per evitare che lo sviluppo di un tipo specifico di intelligenza possa essere penalizzato.
De La Garanderie fare in modo che il soggetto faccia come è abituato è, secondo A. de La Garanderie, utile solo in una prima fase dell'agire educativo, quella, cioè, riservata all'individuazione delle abitudini mentali impiegate dall'allievo. utilizzare approcci differenziati nel trattare un argomento non è sufficiente per conoscere le sue procedure mentali.
Ogni essere umano, nell'apprendere e comprendere, riflette, in un primo momento spontaneamente, poi meccanicamente, tanto da rendere la riflessione e l'evocazione di quanto appreso un' abitudine. Si può, grazie alle risorse celebrali, evocare quanto appreso, visivamente e auditivamente, ma, esclusi rari casi, solo una delle due forme evocative diviene abituale.
La forma dell'abitudine evocativa praticata risulta, inoltre, intrinsecamente legata alle attitudini dell'intelligenza, agli adattamenti e alle inadattabilità scolastiche. L'abitudine evocativa non praticata può, comunque, essere acquisita, ma a condizione che lo si voglia e si sappia come cominciare.
La consapevolezza delle procedure evocative adoperate nell'apprendimento è uno dei requisiti indispensabili per l'acquisizione di abitudini diverse. In tal senso, la diagnosi dei processi messi in atto dal soggetto che apprende non è solo funzionale alla calibratura dell'intervento del formatore, ma costituisce anche un'importante informazione per il soggetto stesso, la condizione fondamentale per sfruttare a pieno le proprie potenzialità celebrali.
Incitare il soggetto ad interrogarsi sulle componenti dei propri atti mentali durante il processo di apprendimento costituisce il primo passo perchè vengano situate in una cornice intrapsichica le procedure messe in atto in maniera inconsapevole. Chiedere di praticare l'osservazione interiore per raggiungere le abitudini evocative, ha permesso, sottolinea de La Garanderie, di chiarire "che le abitudini evocative alimentano implicitamente le procedure dette puramente razionali e condizionano le forme di espressione dell'intelligenza."
a differenza delle "intelligenze gardneriane", le "abitudini evocative" non sono legate da un vincolo compensatorio o di trasferibilità di competenze, ma risultano indipendenti, ed assolvono a funzioni differenti. L'intervento del formatore non fa, allora, leva sull'abitudine evocativa dominante, ma "deve fornire [...] le percezioni delle immagini che questo allievo non evoca."