ISTITUTO COMPRENSIVO “Ten. Rocco Davia” Corso Dante SALANDRA (MT) VIAGGIO D’ISTRUZIONE: NAPOLI-POZZUOLI-POMPEI CLASSI TERZE SCUOLA SECONDARIA 1° GRADO 6-7 Maggio 2016 I luoghi da visitare………
Itinerario del viaggio 6 Maggio 2016 Partenza da Salandra e da Grassano Scalo Escursione Parco del Vesuvio Visita Osservatorio Vesuviano Pranzo a sacco Giro città in City Sightseeing (Bus Rossi): “I luoghi d’arte” + “ Le vedute del Golfo” con sosta al Bosco di Capodimonte Cena e pernottamento Hotel Vittoria di Pompei 7 Maggio 2016 Colazione in Hotel Visita Solfatara - Anfiteatro Flavio – Tempio di Serapide Pranzo in Hotel Visita Scavi di Pompei Rientro
L'Osservatorio Vesuviano E’ la più antica istituzione scientifica dedicata allo studio dei vulcani, la cui fondazione risale al La sua sede originaria, un elegante edificio di gusto neoclassico progettato dall'arch. G. Fazzini, è ubicata sul Vesuvio, sul Colle del Salvatore, tra Ercolano e Torre del Greco, a 608 metri di quota. L'Osservatorio Vesuviano svolge attività di: ricerca in diversi campi della geofisica, della geochimica e della vulcanologia. Gli obbiettivi principali di questa attività sono la comprensione dei processi che generano le eruzioni vulcaniche e la definizione dei meccanismi che governano l'evoluzione di questi fenomeni. In particolare l'attività di ricerca riguarda il monitoraggio dei vulcani attivi, la fisica del vulcanismo, la geochimica dei fluidi, la geodesia, la sismologia, la sismottettonica, la vulcanologia e la petrologia. monitoraggio, finalizzata all'osservazione dello stato del Vesuvio, dei Campi Flegrei, di Ischia e di Strombli. Questi vulcani, in particolare il Vesuvio e i Campi Flegrei, sono, come è noto, tra quelli a più alto rischio nel mondo a causa del loro stile eruttivo, prevalentemente esplosivo, e della presenza nelle loro prossimità di vaste zone urbanizzate. didattica e di divulgazione scientifica, attraverso diverse iniziative che coinvolgono strutture scolastiche di vario livello.
Il Parco del Vesuvio Un grande totem per le tribù della Campania, una divinità della creazione eterna, un occhio dormiente sugli inferi del sottosuolo, il Vesuvio è un vulcano quiescente ed è sicuramente il vulcano più mediatico del pianeta. Domina uno dei golfi più affascinanti del mondo, è molto temuto eppure abitato fin sopra le pendici. Con il Monte Somma, la cui cresta si affianca al cono, formava un unico imponente vulcano poi stravolto da violente eruzioni, tra cui quella che fermò il tempo delle antiche Pompei ed Ercolano. Con la sua lava, inoltre, il Vesuvio ha contribuito alla fertilità della Campania Felix, consentendo una straordinaria biodiversità. Il luogo più ambito e visitato del Parco è sicuramente il cratere. Affacciarsi sull’orlo è un’esperienza da brividi. Le sue altissime pareti interne sono impressionanti. Minerali e licheni donano alla roccia mille forme e colori. In qualche punto si alzano le fumarole, ovvero flebili respiri del magma terrestre.
Il giro Città I bus rossi o City Sightseeing, marchio famoso in tutto il mondo e presente in oltre 80 città, ha varato un progetto didattico rivolto alle scuole che lo caratterizza come strumento educativo per promuovere la conoscenza del tessuto storico e artistico della città di Napoli. Gli stimoli visivi hanno una presa notevole sulla mente dei ragazzi e il City Sightseeing offre un modo innovativo e divertente di conoscere la città, un punto di vista “diverso” destinato a catturare e stimolare l’attenzione e l’apprendimento dei più giovani. I bus rossi a due piani, privi di tetto, sono dotati di 79 posti a sedere, 53 al piano superiore e 26 a quello inferiore. A bordo, personale specializzato si occupa dell’accoglienza dei visitatori e un sistema audio digitale multilingue illustra il tragitto effettuato. Dotato di tutti i sistemi di sicurezza (telecamere, cinture di sicurezza, assistenza da parte del personale di bordo, etc.), il City Sightseeing permette di viaggiare in assoluta tranquillità, godendosi appieno le meraviglie di Napoli. Gli itinerari: I luoghi dell’arte L’itinerario costituisce un vero e proprio compendio per lo studio della millenaria storia di Napoli. Esso consente, infatti, di tracciare i gloriosi trascorsi della città,
attraverso i suoi monumenti più importanti. Partendo da Piazza Municipio, accanto al famoso MASCHIO ANGIOINO, il percorso si snoda verso il cuore della città, Il MUSEO ARCHEOLOGICO, il MUSEO DI CAPODIMONTE, PORTA CAPUANA, offrendo uno scorcio suggestivo sui monumenti più significativi della Napoli angioina, aragonese, barocca, neoclassica: le chiese, i palazzi storici, le cupole, le piazze, gli obelischi, le strade tipiche di una città dai mille volti. l commentario, realizzato da storici dell’arte, permette di acquisire tutte le informazioni sul territorio e i monumenti incontrati lungo il percorso. Le vedute del golfo L’itinerario consente di scoprire “dall’alto” i tesori più suggestivi di Napoli: il golfo, le sue bellezze naturali, l’assetto urbanistico della città, le sue principali tipologie architettoniche. Partendo da Piazza Municipio, il percorso si snoda lungo i punti più panoramici della città, gli stessi che pittori ed artisti scelsero per “fotografare” Napoli con la loro arte: il borgo di SANTA LUCIA, MERGELLINA, la collina di POSILLIPO, la panoramica VIA PETRARCA, il LUNGOMARE di Via Caracciolo. E ancora, luoghi di grande interesse storico ed artistico come la VILLA COMUNALE, VILLA PIGNATELLI e lo straordinario CASTEL DELL’OVO.
La Solfatara di Pozzuoli E’ uno dei quaranta vulcani che costituiscono i Campi Flegrei ed è ubicata a circa tre chilometri dal centro della città di Pozzuoli. Si tratta di un antico cratere vulcanico ancora attivo ma in stato quiescente che da circa due millenni conserva un'attività di fumarole di anidride solforosa, getti di fango bollente ed elevata temperatura del suolo. La Solfatara rappresenta oggi una valvola di sfogo del magma presente sotto i Campi Flegrei, grazie alla quale si riesce a mantenere una pressione costante dei gas sotterranei. Il cratere ha una forma ellittica con diametri di settecentosettanta e cinquecentottanta metri, mentre il perimetro è di due chilometri e trecento metri; la parte più alta della cintura craterica è posta a centonovantanove metri ed è chiamata monte Olibano mentre il fondo del cratere è posto a novantadue metri sul livello del mare.
L’ Anfiteatro Flavio Costruito nel I secolo d.C., sorge là dove confluivano le principali vie della regione, la Via Domitiana e la via per Napoli, in sostituzione dell’antico edificio per spettacoli di età romana repubblicana divenuto insufficiente a causa dell’enorme crescita demografica di Puteoli. L’anfiteatro, in quanto a capienza, era inferiore in Italia solo al Colosseo ed a quello di Capua. Dal punto di vista costruttivo, esso si articola su tre ordini, corrispondenti alla ima, media e summa cavea (spalti di gradinate), coronati in alto da un attico, secondo i tradizionali canoni architettonici. Una platea di lastroni di travertino, rialzata di un gradino rispetto al livello stradale, formava il piano di calpestio di un portico ellittico, che circondava tutto l’anfiteatro. Da questo portico, originariamente scandito da pilastri di pietra ornati da semicolonne e, in un secondo momento, irrobustito da pilastri di laterizio, si accedeva ai veri e propri ingressi all’edificio. Dallo stesso portico esterno partivano, inoltre, venti rampe di scale, che permettevano di raggiungere il settore più alto delle gradinate. Corridoi anulari interni permettevano, altresì, l'ordinato afflusso degli spettatori alla cavea attraverso i vomitoria (varchi di accesso aperti lungo le gradinate). Analoghi corridoi servivano anche i sotterranei al di sotto del piano dell’arena, interrotta al centro dalla fossa scenica ed accessibile dall’esterno attraverso due ingressi simmetrici monumentali.
Il tempio di Serapide (Macellum) Nel corso dei secoli ha rappresentato la memoria storica dei fenomeni bradisismici che da sempre interessano l'area flegrea. Ancora oggi sono visibile le erosioni dovute agli abbassamenti ed innalzamenti del suolo circostante per mezzo dei litofagi, chiaramente visibili sulle colonne ed indicanti le progressive modifiche apportate nei secoli dalle variazioni del livello delle acque. Il tempio di Serapide è sicuramente stato un importante centro termale dell'antichità (come testimoniano alcuni reperti storici), tanto che la denominazione di tempio in senso proprio può considerarsi impropria. Durante alcuni scavi (1750 ) fu rinvenuta una statua del dio egiziano Serapis e, pertanto, fu ritenuto un Tempio. La struttura si sviluppa entro un'area rettangolare (75 metri di lunghezza per 58 metri di larghezza). La sua costruzione è ritenuta dai più risalente all'età flavia; i segni di successivi interventi di restauro testimoniano la longevità e l'assiduità di fruizione del centro in epoca romana. Di particolare valore artistico sono, inoltre, i materiali utilizzati per l'interno del tempio (di eccezionale bellezza i marmi ed i mosaici).
L'abside è a semicupola; la statua di Serapis (divinità protettrici del commercio) è collocata al di sotto di esso. Per il duplice interesse che esso ha, archeologico e geologico, è il monumento più singolare di tutta la regione flegrea, ed uno dei più noti di tutto il mondo antico. Invaso e sommerso dalle acque termominerali che scaturiscono in gran copia dal sottosuolo in prossimità del litorale, esso rappresenta l'indice metrico più prezioso e preciso che si abbia per misurare il fenomeno di abbassamento e di sollevamento della croste terrestre (bradisismo), che si manifesta in modo così accentuato ed evidente lungo il litorale del golfo di Pozzuoli. Le tre grandi colonne di cipollino grigio che fronteggiano, ancora diritte sulle loro basi, la cella semicircolare al centro della parete di fondo, servono esse stesse di strumento di misurazione, poiché lungo il fusto i fori dei litodomi (molluschi che vivono a pelo d'acqua), indicano chiaramente il livello più alto a cui è giunta l'acqua del mare (5,719, dal fondo).
Gli Scavi archeologici di Pompei Hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l’eruzione del Vesuvio del 79, insieme ad Ercolano, Stabia e Oplonti. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana, nonché la città meglio conservata di quell'epoca; la maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue), è oggi conservata al museo archeologico nazionale di Napoli ed in piccola quantità nell’Antiquarium di Pompei. Nel 1997, per preservarne l'integrità e sottolinearne l'importanza, le rovine, sono entrate a far parte della lista dei monumenti patrimoni dell’umanità dell‘UNESCO.