ISTITUTO COMPRENSIVO DI ARIANO NEL POLESINE Scuola Primaria e Secondaria del Comune di Corbola CORBOLA 4 NOVEMBRE 1918-2012 “IL MONUMENTO AI CADUTI.

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ISTITUTO COMPRENSIVO DI ARIANO NEL POLESINE Scuola Primaria e Secondaria del Comune di Corbola CORBOLA 4 NOVEMBRE 1918-2012 “IL MONUMENTO AI CADUTI DELLA GRANDE GUERRA” Classe V Scuola Primaria Classe III Scuola Secondaria di Primo Grado Collaborazione tecnica: arch. Baccara Lucia

La Prima Guerra Mondiale è la prima guerra moderna, di massa, di logoramento, di trincea, per questo è conosciuta con l’appellativo di “Grande Guerra”.

Davanti ai milioni di morti, militari e civili, ai lutti che avevano colpito praticamente ogni famiglia di ogni paese, alla fine della guerra accadde qualcosa di nuovo: iniziò il processo di glorificazione dell’esperienza della guerra. I soldati iniziarono ad essere onorati come eroi, in vita e soprattutto dopo la morte.

Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Per tutto il corso del XIX secolo i morti in guerra non avevano cimiteri propri e la celebrazione del loro eroismo era spesso affidata ai versi e alle opere in prosa di uomini che avevano combattuto. I caduti venivano onorati in maniera del tutto anonima. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! Me ne andavo un mattino a spigolare quando ho visto una barca in mezzo al mare: era una barca che andava a vapore, e alzava una bandiera tricolore. All’isola di Ponza si è fermata, è stata un poco e poi si è ritornata; s’è ritornata ed è venuta a terra; sceser con l’armi, e noi non fecer guerra. Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti! […] (L.Mercantini,La Spigolatrice di Sapri)

Prima del 1914, sui monumenti non erano riportati i nomi dei singoli caduti. Spesso veniva eretto un monumento che celebrava il coraggio ed il valore di un battaglione o di un reggimento, o talvolta dell’intero esercito di una nazione, senza che fosse presente un elenco con i nomi di tutti i caduti.

Con la Prima Guerra Mondiale sui monumenti ai caduti iniziano a comparire i nomi dei singoli soldati. Si tentò di onorare ciascun singolo morto in guerra scrivendo il suo nome sul luogo della sepoltura, o sul monumento locale.

Ciò che rende unici i monumenti dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale sta nel fatto che essi fecero molto di più che ricordare dei morti: i caduti furono identificati come eroi, come i garanti della fede e del dovere, come i guardiani della patria, dell’umanità e della giustizia.

Il monumento ai caduti tipico di questo periodo storico testimonia l’abolizione delle gerarchie militari. Viene celebrata l’uguaglianza davanti alla morte per coloro che hanno sacrificato la vita per la patria. I monumenti mostravano la morte come un tributo alla patria, un gesto valoroso che avrebbe consacrato l’anima del caduto e, di riflesso, tutta la nazione.

Per questo, già a guerra in corso, ma soprattutto appena dopo la sua conclusione, l’intero territorio nazionale è interessato da una “invasione” di monumenti, che avevano lo scopo di: commemorare i singoli caduti; sottolineare il contributo offerto; rendere omaggio a chi ha donato la propria vita per una causa comune.

Gli artisti erano spesso scultori già esperti nella produzione cimiteriale, perciò disponibili alle esigenze di una scultura celebrativa, che doveva adottare una iconografia comprensibile al grande pubblico.

La collocazione del monumento rispondeva alle esigenze di massima visibilità e rappresentatività: il luogo prescelto era generalmente la piazza principale del paese oppure un luogo frequentato.

Sulla scia di questa volontà commemorativa anche nel nostro Paese, nella piazza antistante la chiesa parrocchiale, venne eretto un monumento per ricordare i soldati caduti. La realizzazione venne affidata allo scultore vicentino Egisto Caldana e fu inaugurato nel 1923 alla presenza di Italo Balbo.

Il monumento è costituito da una statua in bronzo rappresentante la Vittoria alata, simbolo appunto della vittoria, sostenuta da un pilastro che riprende gli stili architettonici classici. Questo monumento si ricollega ai monumenti commemorativi antichi, in particolare alla Colonna Traiana che celebrava le gesta dell’Impero Romano nella guerra contro le varie popolazioni. Questi monumenti erano costituiti da colonne, sopra le quali era posizionata la statua dell’imperatore. In questo caso si commemorano i caduti in guerra.

Struttura del monumento

Nome Descrizione Materiali VITTORIA ALATA 4 4 3 PILASTRO 3 2 Statua della Vittoria alata con fiaccola accesa della vittoria nella mano sinistra. È la classica rappresentazione della vittoria, derivante dall’iconografia della Vittoria di Peonio (scultore greco). bronzo VITTORIA ALATA 4 4 Il pilastro è un elemento architettonico verticale portante, cioè che trasferisce i carichi (pesi) della sovrastruttura alle strutture sottostanti. Questo è un pilastro rastremato a base quadrata, cioè presenta la diminuzione della sezione dal basso all’alto. Ha una base modanata e una sommità a forma di parallelepipedo (capitello) . marmo 3 PILASTRO 3 Il piedistallo (o piedestallo) è una base sulla quale poggia un monumento o una colonna. Il piedistallo classico è formato da tre parti: cimasa (parte superiore con modanature), dado (parte centrale piana) e zoccolo o basamento (la parte poggiante al suolo, con modanature). 2 PIEDISTALLO 2 marmo Il plinto è la parte inferiore della struttura che poggia sul terreno. In questo caso è composto di vari elementi in pietra. pietra 1 PLINTO 1

PIEDISTALLO (o piedestallo) c La cimasa (o coronamento) è una modanatura curva e sporgente, a forma di sguscio o di gola. CIMASA Il dado è il blocco che forma la parte piana centrale del piedistallo, di forma cubica o parallelepipeda e che sta tra il coronamento e lo zoccolo. b DADO Lo zoccolo è la parte inferiore del piedistallo. È composto da modanature. Al di sopra poggia il dado. a ZOCCOLO

IL PILASTRO Il capitello rappresenta l'elemento superiore del sostegno verticale (colonna, pilastro) degli ordini architettonici. In questo caso il capitello è un semplice elemento di forma parallelepipeda. c CAPITELLO Il fusto, insieme al soprastante capitello e alla sottostante base, compone il pilastro (a forma parallelepipeda o prismatica). In questo caso si tratta di un fusto rastremato, cioè di un fusto che ha la sua sezione trasversale variabile. b FUSTO La base è l'elemento inferiore degli ordini architettonici, sul quale poggia il fusto della colonna o del pilastro. a BASE

Simboli del monumento

CORONA D’ALLORO CON ELMETTO Nome Descrizione Materiali d FIACCOLA La Vittoria alata tiene in mano la fiaccola. Non ha la corona d’alloro con la quale incoronare gli eroi caduti in guerra, ma la torcia per illuminare il cammino verso la vittoria finale. d bronzo Piccole corone d’alloro sui quattro lati del pilastro. Sono il simbolo dell’eroismo dei soldati caduti e qui commemorati. La corona di alloro era, per gli antichi romani, un ornamento di forma circolare fatto con ramoscelli di lauro (detto anche alloro) che veniva posto sul capo dei poeti e dei generali vittoriosi. c CORONE D’ALLORO bronzo c L’aquila è un elemento che il Fascismo e la sua retorica riprendono dalla Roma antica. Per l’impero romano rappresentava il potere militare di Roma, era simbolo di forza e di potenza. L’aquila ha le ali aperte, tiene il portabandiera e volge il capo verso destra (est), come la Vittoria alata, la quale illumina con la sua fiaccola verso quella direzione. b AQUILA b bronzo CORONA D’ALLORO CON ELMETTO a a La corona d’alloro con elmetto. Il binomio eroismo-soldato caduto. bronzo

Proprio per onorare ciascun singolo morto in guerra, sul pilastro del monumento troviamo i nomi dei soldati morti o dispersi durante la Grande Guerra. CADUTI Ballarin Pietro Banini Mario Belloni Luigi Bergamini Agostino Bertaglia Antonio Bianchi Giuseppe Bianchi Pietro Bonaguro Mariano Boscolo Luigi Bovolenta Luigi Bovolenta Secondo Bovolenta Silvio Callegari Mario Dal Passo Giovanni DomeneghettiAchile Fabbri Guerrino Ferri Giuseppe Finotti Antonio Freguglia Giovanni Fusetti Andrea Fusetti Primo Gallo Antonio GherlinzoniLeopoldo Gianella Giovanni Gulmini Giuseppe Laurenti Alvaro Mantovani Giovanni Manzoli Lucio Masiero Giovanni Pasquali Gaetano Passarella Astolfo Passarella Giuseppe Pavanello Giobatta Pericoli Raffaele Piva Giovanni Pozzati Gianser Pozzati Mario Romani Custode Rossi Antonio Rubini Ruggero Salmi Giovanni Salomoni Valentino Scalcon Francesco Sivieri Angelo Sivieri Ferdinando Sivieri Guerrino Soncini Giuseppe Tivelli Giovanni Tofanello Giovannni Tumiati Angelo TumiatiGaetano Tumiati Mario Zamana Roberto Zanellato Antonio Zanellato Giovanni Zanetti Antonio ZemignaniFrancesco Zemignani Giovanni Zuccari Antonio DISPERSI Belloni Pasquale Cavallaro Natale Dall’Oco Giovanni Gottardi Gabriele Pozzati Zeno Salamoni Valentino Trevisan Luigi

Sul dado compaiono, sempre con lo stesso fine celebrativo,i nomi dei militari e dei civili morti e dei dispersi durante la Seconda Guerra Mondiale. Militari BergaminiGuerrino FaccintiConsalvo Finessi Cesare Finotelli Armando Forza Teodolindo Gulmini Mario Mantovani Angelo Moretto Giuseppe Pasquali Antonio Piantavigna Arturo Pozzati Gino Pozzati Giuseppe Pozzati Glanser Prandini Nerino Turatti Antonio Civili Albertin Luciano Bellini Onesimo Bovolenta Giuseppe Bovolenta Natale Buleca Italo Callegari Giovanni Callegari Massimo Crepaldi Jofre Gallo Livio Medea Giovanni Purtese Antonio Sivieri Arvino Sivieri Ferruccio Sivieri Margherita Sivieri Maria Soncini Antonio Tuman Letizia Zagati Agostino Dispersi Berganton Giovanni BiroloErminio Bozzato Tulio Cecconello Erminio Crepaldi Italico Gulmini Mario Lazzari Ateo Tortello Mario Mancini Vittorio Motton Eginio Perazzoli Cesarino Piva Mario Pozzati Aldinio Pozzati Zeno Sivieri Aldo Sivieri Luigi Tancini Vittorio Zagati Giovanni Zanellato Antonio