Povertà e Immigrazione

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Povertà e Immigrazione Assimilazione o Comprensione della Diversità?

Povertà Amartya Sen (1976) individua due fasi nella misurazione della povertà: Il problema della individuazione e il problema della aggregazione. Il primo problema presuppone l’elaborazione di un concetto di povertà. Il secondo pone l’accento sulla costruzione di misure globali della povertà (indici).

Il concetto di povertà Povertà assoluta: Approccio nutrizionale o della sussistenza biologica. Misura la povertà in base alle risorse necessarie per assicurare la salute e l’efficienza fisica di un individuo.  Giovanni Sarpellon (1993) afferma che la Povertà “viene detta Relativa perché la frontiera che la separa dalla non - povertà è individuata unicamente stabilendo un rapporto con il valore medio del reddito pro-capite (o di qualche altra grandezza equivalente)”.

Approccio Assimilazionista Equipara tout-court i modelli di spesa della famiglia immigrata a quelli delle famiglie residenti. Limiti principali: “Melius Abundare? Amplificazione della distanza tra italiani e stranieri dovuto al confronto tra misure non del tutto equiparabili. Inadeguatezza della Scala di Equivalenza e conseguente ampliamento del disagio delle famiglie di immigrati numerose.

Indagini e Risultati Le famiglie povere sfiorano il 60 %. L’incidenza della Povertà nella Popolazione Straniera Immigrata in Lombardia. I Risultati dell’indagine 2006. (Elisa Barbiano di Belgiojoso e Paolo Bonomi) Le famiglie povere sfiorano il 60 %. Famiglie di Immigrati Non Poveri: 42,2% nel 2004; 42,1% nel 2005; 42,5% nel 2006.

Approccio Endogeno Prende in considerazione la distribuzione della spesa familiare (o dei redditi) della sola popolazione di immigrati. L’ipotesi di base è che famiglie povere di immigrati presentino una distribuzione della spesa differente dagli altri immigrati. Il punto di frattura tra le due distribuzioni può essere interpretato come soglia di povertà.

Indagini e Risultati Francesco Chelli e Anna Paterno (2006), La povertà , in "Sospesi tra due rive. Migrazioni e insediamenti di albanesi e marocchini",  a cura di Paterno A. , Strozza S. , e Terzera L., Franco Angeli, Milano. Francesco Chelli e Anna Paterno (2004), Misurazione del livello di povertà in un collettivo di immigrati: due metodi a confronto, in Rivista Italiana di Economia, Demografia e Statistica.

Indagini e Risultati Le indagini hanno riguardato collettivi di marocchini, tunisini e albanesi presenti a Roma , Bari, Ancona e Pisa, negli anni compresi tra il 1999 ed il 2003.

Indagini e Risultati Chelli F., Paterno A. (2006) “La povertà” Famiglie di Immigrati “estremamente poveri”, “poveri”, “non poveri” e totali per principali caratteristiche finanziarie e familiari.

Non è solo questione di soldi Standard di vita: Per individuare la povertà degli immigrati senza ricorrere al reddito si è considerato un insieme di variabili riguardanti la condizione lavorativa, le caratteristiche abitative e i consumi. Tali informazioni hanno permesso di riclassificare, attraverso una procedura di analisi discriminante, gli immigrati in “socialmente” poveri o non poveri.

Famiglia o Povertà? Passaggio Obbligato: La povertà negli “stili di vita” potrebbe essere connessa, oltre che alle oggettive difficoltà di integrazione nella società ospitante, anche alla disponibilità ad accettare disagi e precarietà nella speranza di miglioramenti futuri, da perseguire per sé e, eventualmente, per la propria famiglia, in Italia o nel paese di origine, attraverso il risparmio e l’invio di rimesse.

Vicino al 50% Confronto tra povertà “economica” e povertà “sociale”, valori percentuali.

Conclusioni Sono ancora pochi i dati a disposizione dei ricercatori. Molta strada rimane da percorrere anche sul fronte della metodologia sia nelle tecniche di raccolta dei dati sia nell’elaborazione di un concetto di povertà largamente condiviso.