La fonologia.

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Transcript della presentazione:

La fonologia

Fonetica VS fonologia Fonetica: descrive, classifica e fornisce la trascrizione dei suoni prodotti dall’uomo quando parla, senza tener conto delle loro capacità di essere impiegati per distinguere parole di diverso significato Fonologia: studia i suoni presenti nelle lingue umane in rapporto alla loro funzione distintiva. Fono: realizzazione concreta di qualunque suono del linguaggio Fonema: unità linguistiche minime che contribuiscono a determinare il significato di una parola (suoni che possono essere impiegati per distinguere parole di diverso significato).

Varianti combinatorie VS varianti libere Varianti combinatorie o di posizione: realizzazioni fonetiche dovute alla vicinanza con un altro suono (vento/vengo) Varianti libere: realizzazioni fonetiche individuali dovute ai difetti di pronuncia o a particolari abitudini sei singoli parlanti. Allofoni: varianti di uno stesso fonema Vento: [n] dentale VS vengo [ŋ] velare /n/: [n]; [ŋ] sono due allofoni dello stesso fonema

L’apparato fonatorio

Vocali vs consonanti Modo di articolazione: Vocali: si ha quando l’aria esce dalla cavità orale (o orale e nasale) senza che si frapponga al suo passaggio alcun ostacolo Consonante: in canale orale è chiuso o semichiuso (occlusive, fricative, affricate) in un determinato punto (labiali, dentali, palatali…)

I fonemi dell’italiano Tratti distintivi: Sordità:l’aria passa attraverso la glottide senza far vibrare le corde vocali Sonorità: le corde vocali, per azione meccanica dell’aria in uscita, entrano in vibrazione producendo un’onda sonora (tutte le vocali) Oralità: il velo palatino si solleva e si appoggia alla parte posteriore della faringe chiudendo la cavità nasale e l’aria esce dalla bocca Nasalità: il velo palatino è abbassato e l’aria penetra anche nella cavità nasale

IPA (International Phonetic Association) Sodalizio di linguisti fondato nel 1886 Attuale sede: Londra Ipa (alfabeto fonetico internazionale): sistema di trascrizione in grado di rappresentare i suoni delle più importanti lingue del mondo Con l’IPA si possono fare trascrizioni sia di tipo fonetico che fonologico

Le vocali Quante sono le vocali dell’italiano? Vocali anteriori o palatali (i, e, ɛ) Vocali posteriori o velari (ɔ, o, u) Vocali centrali (a)

La e è generalmente aperta: nelle parole che finiscono in –èllo, -èlla (cancello, bidello); -èrio, -èria (criterio, desiderio, miseria); -èzio, -èzia (inezia, screzio) Nei gerundi in –èndo (correndo, sentendo) Nei participi presenti in –ènte (sapiente, vedente) Quando fa parte del dittongo –iè- (fieno, piede). Fanno eccezione i casi in cui il dittongo è compreso in suffissi che vogliono la e chiusa come –étto, -ézza (armadietto, ampiezza)

La e è generalmente chiusa Nelle parole che finiscono in –éccio (caseréccio), -ése (paése); -ézza (altézza); -ménto (miglioraménto) Negli infiniti in –ére con accento sulla desinenza (bére, piacére) Negli avverbi in –ménte (lentaménte) Nei diminutivi in –étto, -étta (librétto, camerétta)

La o è generalmente aperta: Quando si trova in fine di parola o porta l’accento (però andò, comò) In molte parole di origine dotta con l’accento sulla terzultima sillaba (archeòlogo, filosòfo) Nei suffissi –òlo, -uòlo (figliòlo, lenzuòlo) Nei suffissi –òtto (ragazòtto) Quando fa parte del dittongo –uò- (fuòco, suòno)

La o è generalmente chiusa Nelle parole che finiscono in –oce (feroce); -onda (sonda); -onte (bisonte); -ore (muratore); -oso (furioso); -posto (contrapposto); -zione (azione) Nel suffisso accrescitivo –one (scivolone)

Le consonanti Luogo di articolazione (punto in cui uno degli organi di fonazione si frappone alla corrente d’aria che sale dai polmoni): Bilabiali Labiodentali Dentali Alveolari Prepalatali Palatali velari

Modo di articolazione: Occlusive (momentanea chiusura del canale) Continue o fricative (flusso continuo dell’aria che viene dai polmoni con restringimento del canale): costrittive, vibranti, laterali Affricate (articolazioni intermedie tra occlusive e continue): occlusiva + continua

Le occlusive descrizione fonetica fonema grafema esempio trascrizione fonologica occlusiva bilabiale sorda /p/ p piazza /'pjattsa/ occlusiva bilabiale sonora /b/ b barca /'barka/ occlusiva bilabiale sonora nasale /m/ m maschio /'maskjo/ occlusiva dentale sorda /t/ t testa /'tɛsta/ occlusiva dentale sonora /d/ d dente /'dɛnte/ occlusiva dentale sonora nasale /n/ n naso /'naso/ occlusiva palatale sonora nasale /ɲ/ gn gnocco /'ɲɔkko/ occlusiva velare sorda /k/ c (+ a, o, u) ch (+ e, i) q (+ ua, ue, ui, uo) canzone chiesa quadro /kan'tsone/ /'kiɛza/ /'kwarto/ occlusiva velare sonora /g/ g (+ a, o, u) gh (+ i, e) gallo ghiro /'gallo/ /'giro/

Le continue o fricative descrizione fonetica fonema grafema esempio trascrizione fonologica continua costrittiva labiodentale sorda /f/ f farfalla /far'falla/ continua costrittiva labiodentale sonora /v/ v vaso /'vazo/ continua costrittiva alveolare sorda /s/ s salto /'salto/ sonora /z/ sgabello /zga'bɛllo/ continua costrittiva prepalatale /ʃ/ sc (+ e, i) sci (+ a, o, u) scena sciopero /'ʃɛna/ /'ʃɔpero/ continua vibrante alveolare /r/ r riga /'riga/ continua laterale alveolare /l/ l lastra /'lastra/ continua laterale palatale /ʎ/ gl (+ i) gli (+ a, e, o, u) figli famiglie /'fiʎi/ /fa'miʎe/

Le affricate descrizione fonetica fonema grafema esempio trascrizione fonologica affricata alveolare sorda /ts/ z zappa /'tsappa/ affricata alveolare sonora /dz/ zero /'dzɛro/ affricata prepalatale sorda /ʧ/ c (+ e, i) cena /' ʧena/ affricata prepalatale sonora /ʤ/ g (+ e, i) giostra /'ʤɔstra/

La s si pronuncia sorda /s/: Quando è seguita da consonanti sorde (spostare, cisterna, scappare) All’interno di parola, quando è seguita da vocale (borsa, falso) All’inizio di parola, quando è seguita da vocale (signora, sale) All’interno di parola, quando è doppia (grosso, passo)

La s si pronuncia sonora /z/: Quando è seguita dalle consonanti sonore b, d, g, l, m, n, v (sbadigliare, sdoganare, sgrossare…) Nelle parole di origine dotta che finiscono in –asi, -esi, -isi, -osi (protasi, tesi, crisi, sclerosi) Nelle parole in –esimo, -esima (battesimo, cresima) Quando è intervocalica (bisogno, esame). Ci sono numerose eccezioni (naso, cosa, spesa).

La z si pronuncia sorda /ts/: Davanti ai gruppi vocalici ia, ie, io (grazia, balbuzie, spazio) Dopo l (alzare, balzo, calza) Nelle parole che finiscono in –anza, -enza, -ezza, -izia, -ozzo, -ozza, -ziare, -zione (tolleranza, correttezza, deliziare, organizzazione)

La z si pronuncia sonora /dz/: Quando è scritta scempia e si trova tra due vocali (fanno eccezione i gruppi –zia, -zie, -zio): azalea, azoto Nei suffissi –izzare, -izzatore, -izzazione (civilizzare, civilizzazione) Nelle parole di origine straniera con pronuncia adattata all’italiano (freezer, bazar) In principio di parola (zelo, zanzara) ma con numerose eccezioni (zanna, zampa, zio, zeppa, zappa)

Consonanti intense In italiano 5 consonanti sono pronunciate sempre intense in posizione intervocalica Continua laterale palatale /ʎ/ Occlusiva palatale sonora nasale /ɲ/ Continua costrittiva prepalatale sorda /ʃ/ Affricata alveolare sorda /ʧ/ Affricata alveolare sonora /ʤ/

Le semiconsonanti descrizione fonetica fonema grafema esempio trascrizione fonologica semiconsonante palatale /j/ i piatto siepe pioggia fiuto /'pjatto/ /'sjɛpe/ /'pjɔdʤa/ /'fjuto/ semiconsonante labiovelare /w/ u acqua guerra guida fuoco /'akkwa/ /'gwɛrra/ /'gwida/ /'fwɔko/

Dittonghi dittonghi formati da i + vocale ja fiato /'fjato/ iɔ chiodo /'kjɔdo/ jɛ piede /'pjɛde / jo fiore /'fjore/ je piegare /pje'gare/ ju fiume /'fjume/ dittonghi formati da vocale + i aj daino /'dajno/ ɔj poi /'pɔj / ɛj amerei /ame'r ɛj/ oj noi /'noj/ ej dei (prep. Art) /'dej/ uj altrui /al'truj/ dittonghi formati da u + vocale wa guado /'gwado/ wi guizzo /'gwittso/ wɛ quercia /'kwɛrʧa/ wɔ luogo /'lwɔgo / we questo /'kwesto/ wo nuotava /nwo'tava/ dittonghi formati da vocale + u aw causa /'kawza/ ew Europa /ew'rɔpa/ ɛw euro /'ewro/

Il dittongo mobile Perché si dice suono ma sonoro, muovere ma movimento, io siedo ma io sedevo? Alternanza di forme dittongate (ie, uo) e forme monottongate (e, o) I dittonghi ie e uo interessano solo la sillaba tonica (*muovimento, *suonoro, *siedevo) Il dittongo mobile si ritrova nei seguenti casi: 1) verbi che alternano forme rizotoniche (muòre) e rizoatone (morìvano) 2) nei derivati da una base dittongata (ruota- rotella; suola- soletta) 3) nelle forme che hanno la stessa radice di verbi accentati sul dittongo (muovere- movimento; siede- sedile)

Riduzione di mobilità: Parole composte e avverbi in –mente (buongiorno, buongustaio, lievemente, lietamente) Verbi come nuotare, vuotare VS notare, votare Vocaboli comuni che hanno influenzato i derivati: fieno- fienile; pieno- pienezza; piede- piedistallo

Iato Due vocali vicine rimangono separate nelle pronuncia cioè quando ciascuna vocale è il centro di una diversa sillaba Si ha di solito: Quando si incontrano due vocali diverse da i, u (paese, aorta, reame…) Quando una delle due vocali è una i o una u tonica (ortografia, calpestio, due, tuo) Nelle parole composte in cui il primo elemento termina per i o per u (biennio, triangolo …)

La trascrizione fonetica Si riporta tra parentesi quadre Una consonante doppia si può trascrivere o duplicando il segno [‘palla] o aggiungendo i due punti dopo la consonante [‘pal:a] Le vocali lunghe (sillaba aperta) si rappresentano facendo seguire la vocale dai due punti es: trascrizione [traskrittsjo:ne] le consonanti affricate geminate si rappresentano trascrivendo come intenso solo il primo elemento cioè quello occlusivo. Es: trascrizione [traskrittsjo:ne] il simbolo i può essere solo grafico senza un corrispettivo nella pronuncia. Es: Giorgio [dʒɔrdʒo] VS giro [dʒiro] h non corrisponde ad un suono ma ha la funzione di indicare che la c o la g precedente seguite da e o da i si pronunciano velari e non palatali: che/ chi [ke] [ki] Il simbolo IPA per l’accento è ['] e si colloca prima della sillaba accentata: casa ['ka:sa], lampione [lam'pjo:ne]. non esistono né corsivo né maiuscole: Carlotta [kar'lɔt:a]. Non si segnalano nemmeno gli apostrofi: l’amico [la'miko]

Trascrizione fonetica Vs fonologica Trascrizione fonetica fra parentesi quadre VS fonologica fra lineette oblique La trascrizione fonologica rappresenta solo i tratti pertinenti della lingua le consonanti intense vanno segnalate quando hanno valore distintivo Es: palla /pal:a/ VS pala /pala/ non è necessario trascrivere la lunghezza delle vocali (che si riporta invece nella trascrizione fonetica) perché nella nostra lingua questo non è un tratto distintivo si deve invece segnalare la distinzione tra vocali aperte e chiuse (che costituisce un tratto distintivo). Ricordate che le vocali aperte o medio basse (ɛ, ɔ) possono comparire solo in sillaba tonica. Sarà quindi considerato errore trascrivere una vocale medio bassa (aperta) in sillaba atona. le consonanti che in italiano vengono sempre pronunciate come geminate [dz], [ts], [ʎ], [ɲ], [ʃ] possono essere trascritte fonologicamente senza segnalare l’intensità della consonante in questione che è determinata automaticamente dal contesto

Trascrizione fonetica Vs fonologica grafia trascrizione fonetica trascrizione fonologica trascrizione [traskrittsjo:ne] /traskrittsjone/ oppure /traskritsjone/ aglio [aʎ:o] /aʎ:o/ /aʎo/ agnello [aɲ:ɛl:o] /aɲ:ɛl:o/ /aɲɛl:o/ ascia [aʃ:a] /aʃ:a/ /aʃa/

I grafemi e l’alfabeto grafema: rappresenta per mezzo di segni grafici i fonemi; è la più piccola unità distintiva del sistema di scrittura di una lingua alfabeto: insieme di grafemi con i quali si indicano i fonemi di una determinata lingua 21 lettere italiane + 5 lettere straniere

La i lunga (J, j) Ortografia italiana antica: semiconsonante in posizione iniziale di parola e intervocalica (jeri, sajo) Relitti di questo uso: cognomi (Juliano, Ojetti) + nomi propri geografici (Jesi, mar Jonio) Parole di origine inglese si pronuncia /ʤ/ (jazz) Parole francesi si pronuncia /Ʒ/ (abat-jour) Due raccomandazioni: 1) questa lettera in italiano si chiama i lunga e non jay 2) le parole latine (junior) non vanno pronunciate come gli inglesi o gli americani cioè giunior (così come plus, bus, media che non si devono pronunciare plas, bas, midia)

Il cappa o la cappa (K, k) Parole di origine straniera: kimono, karaoke, bunker Parole del commercio e della pubblicità: Park Hotel, Bankitalia Simboli e sigle: km (chilometri),kg (chilogrammi), ok (okay) Italiano telematico: k sostituisce il ch (+e, i): ke fai, ki6 Placito di Capua (690 d.C.):« Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti».

La doppia vu (W, w) Lettera straniera che non esisteva nell’alfabeto latino Parole di origine inglese si pronuncia /w/ (week-end, sandwich, wi-fi, web) Parole di origine tedesca si pronuncia /v/ (walzer, walchiria) Nei derivati italiani da parole straniere si pronuncia /v/ (chilowattora)

La ics (X, x) Grafema che indica un nesso di due fonemi cioè l’occlusiva velare + costrittiva alveolare /ks/ Parole di origine greca (xenofobo) Parole di origine latina (ex, extra) Parole straniere o derivate da parole straniere (Texas, texano, taxi) Uso telematico: xchè, xò

La ipsilon o i greca (Y, y) Parole di origine greca o latina Parole di origine straniera (yoga, spray) Derivati italiani da parole straniere (babysitteraggio) In alcuni casi viene pronunciata come i (baby, yacht) in altri come ài (bypass, bypassare)

Perché si fanno gli errori di ortografia? Mancanza di corrispondenza perfetta tra segni del sistema grafico e suoni del sistema fonologico (mancata corrispondenza tra suoni e segni) Errore: tentativo di riparare a un’anomalia linguistica

Digrammi e trigrammi 7 digrammi: due diverse lettere rappresentano un unico suono gl (+ i) /ʎ/ gn /ɲ/ sc (+ e, i) /ʃ/ ch /k/ gh /g/ ci (+a, o, u) /ʧ/ gi (+a, o, u) /ʤ/ 2 trigrammi: tre diverse lettere rappresentano un unico suono sci (+ a,o,u) /ʃ/ gli (+a, o, u) /ʎ/

Parole a rischio di errore di ortografia Parole in cui non c’è accordo tra pronuncia e grafia Parole che, nei vari dialetti, si pronunciano diversamente che in italiano

Con la z (la z posta tra due vocali si pronuncia sempre doppia ma si scrive quasi sempre scempia) parole che terminano in –àzia (grazie), -azìa (aristocrazia), -èzia (La Spezia), -ezìa (profezia), ìzia (sporcizia), ìzie (canizie), -ìzia (polizia), -ozìa (idiozia), -ùzia (arguzia), zione (operazione), -azìo (dazio), -èzio (trapezio), -ìzio (indizio), -òzio (ozio), -ùzio (Muzio) Parole che derivano dal gruppo precedente: grazia- grazioso; polizia- poliziesco La z è la lettera iniziale di una parola composta: protozoo, prozio In alcuni vocaboli isolati: azalea, azienda, paziente, prezioso…

In –sione e -zione con la z: nomi che hanno la stessa radice di un participio o di un altro nome in cui ci sia la t (attenzione- attento; canzone- canto) con la s: nomi che hanno la stessa radice di un participio o di un nome con s (pretensione- preteso; estensione- esteso) Eccezioni: astensione, estorsione, distorsione

Con ce, ge, sce Suono identico sia che si scriva con la i che senza (coscienza Vs pesce) Influsso della parola latina: conscientiam VS piscem Non esiste una regola: consultare il dizionario!

Con gn + a, e, o Scriverle sempre senza la i Eccezione: -gniamo (presente indicativo e congiuntivo dei verbi in –gn-) -gniate (presente congiuntivo dei verbi in –gn)

Con la q + a, e, i, o cu VS qu (è un doppione grafico di cu) Spiegazione: derivazione latina Cuore < cor Quota < quota pars In caso di dubbi consultare il dizionario

Parole influenzate da pronunce dialettali Parole con la doppia fra due vocali: pelliccia non peliccia; dovrebbe non dovrebe; eccellente non eccelente Parole con una b tra due vocali: ribelle non ribbelle; abile non abbile Parole con ld e lt: soldo non sordo; coltello non cortello Parole con ls, ns, rs: polsini non polzini; borsa non borza Parole con gl: figlio non fio; moglie non moie Parole con due r fra vocali: ferramenta non feramenta Parole con nia, nie, nio: matrimonio non matrimogno Parole con gna, gne, gno: insegnare non inseniare; congegno non congenio Parole con age, ege, ige, oge, uge, agi, egi, igi, ogi, ugi: agente non aggente, egemonia non eggemonia, legittimo non leggittimo; pugile non puggile

La sillaba Unità fonologica intermedia tra il fonema e la parola Sillabe aperte: finiscono in vocale (ca-ri-no; de-na-ro) Sillabe chiuse: finiscono in consonante (com-po-sto; soc-cor-so) In alcuni casi la sillabazione fonologica non corrisponde a quella grafica (nas-cos-to VS na-sco-sto)

La fonetica sintattica Si occupa di tutti quei fenomeni fonologici che si producono nel contatto tra due parole che si susseguono nella catena parlata Elisione Troncamento Raddoppiamento fonosintattico

L’elisione Caduta della vocale finale non accentata di una parola di fronte alla vocale iniziale di un’altra parola Nella scrittura l’elisione è segnata dall’apostrofo (’) È obbligatoria: con l’articolo determinativo e le preposizioni articolate da esso derivate: l’animale, l’albero, dell’opera) L’articolo indeterminativo: un’anfora, un’impresa Gli aggettivi bello e quello: quell’immagine, un bell’albero Santo e santa: sant’Anna, sant’Anselmo

Il troncamento Caduta della vocale finale o della sillaba finale di una parola Si può avere anche quando la parola seguente comincia per consonante Non è segnato dall’apostrofo Troncamento vocalico: professore- professor È obbligatorio con: buono, bene uno, alcuno, ciascuno, nessuno, signore, professore, dottore, ingegnere, cavaliere, commendatore, suora + nome proprio Troncamento sillabico: grande- gran

Un amico VS un’amica? Il primo è un troncamento (no apostrofo) il secondo un’elisione Prova: la parola in questione si può abbreviare anche davanti a una parola cominciante per consonante? Sì: è un troncamento (un amico- un ragazzo; nessun amico; nessun ragazzo) No: è un’elisione (un’amica- *un ragazza; pover’uomo- *pover ragazzo)

Il raddoppiamento fonosintattico Avviene quando la consonante iniziale di una parola viene pronunciata come se fosse doppia (a casa /ak’kasa/) Dopo tutti i monosillabi con accento grafico (dà, è, lì, né, più) Dopo alcuni monosillabi senza accento grafico (a, blu, chi, che, do, e, fu, fra, ho, ha, ma, me, no, o, qua, qui, re, sa, so, sto, sta, tra, tre, tu…) Dopo tutte le parole tronche: città, perché, sentì, cantò… Dopo come, dove (solo in Toscana), qualche, sopra

Tratti soprasegmentali Elemento linguistico in rapporto con gli altri elementi della frase parlata non secondo la successione lineare ma in simultaneità con uno o più di essi Accento (riguarda la parola) Intonazione (riguarda l’enunciato)

L’intonazione Intonazione della frase: andamento melodico dato dall’alternanza tra vocali toniche e atone Tre tonìe fondamentali (distinguono enunciati di diverso significato) Tonìa conclusiva: andamento discendente Tonìa interrogativa: andamento ascendente Tònia sospensiva: andamento ascendente -discendente

L’accento Intonazione più forte e prolungata che cade su una determinata sillaba di parola In italiano è intensivo cioè viene realizzato pronunciando la sillaba accentata con maggiore energia delle altre È mobile (àncora-ancòra) Ha funzione distintiva La sillaba che ha l’accento si chiama sillaba tonica VS sillabe senza accento sono atone Le parole si distinguono in: Tronche (accento sull’ultima sillaba): sentì, giocherò Piane (accento sulla penultima sillaba): sapone, tenda Sdrucciole (accento sulla terzultima sillaba): tavolo; mensola Bisdrucciole (accento sulla quartultima sillaba): arrampicano Trisdrucciole (accento sulla quintultima sillaba): recitamelo

Quando si usa l’accento grafico In italiano abbiamo due tipi di accento: Accento grave (`): e, o aperte + tutte le vocali accentate Accento acuto (´): e, o chiuse (perché, fégato) L’accento è obbligatorio: Sulle parole tronche Nei monosillabi contenenti due grafemi vocalici: ciò, già, più… FANNO ECCEZIONE QUI E QUA

Con o senza accento? l’accento va messo su l’accento non va messo su dà (verbo dare) da (preposizione) dì (giorno) di (preposizione) è (verbo essere) e (congiunzione) là (avverbio di luogo) la (articolo o pronome) lì (avverbio di luogo) li (articolo o pronome) né (congiunzione negativa) ne (avverbio e pronome) sé (pronome) se (congiunzione) sì (affermazione) si (pronome) tè (bevanda) te (pronome)

Domande e risposte Àbrogo o abrògo? Adùlo o àdulo? Amàca o àmaca? Bocciòlo o bòcciolo? Cadùco o càduco? Centellìno o centèllino? Cosmopolìta o cosmopòlita? Cucùlo o cùculo? Dissuadére o dissuàdere? Edìle o èdile? Leccornìa o leccòrnia? Nòcciolo o nocciòlo? Persuadère o persuàdere? Rubrìca o rùbrica? Valùto o vàluto?

Le maiuscole All’inizio di un testo Dopo un segno di punteggiatura forte All’inizio di un discorso diretto Nei nomi di persone e di animali Nei nomi propri di luogo (Monte Bianco/monte Bianco) Nei nomi di vie o di piazze (viale della Rimembranza) Nei nomi di festività (Pasqua, Natale) Nei nomi di secoli, di decenni o di periodi storici (il Cinquecento, gli anni Sessanta, il Medioevo) Nei nomi che indicano gli abitanti di una città, regione o paese (i Milanesi, gli Italiani VS le industrie milanesi, la moda italiana) Nomi di enti, società, organismi, istituzioni (il Senato, la Borsa di Milano VS la borsa di Milano) Nomi che indicano cariche pubbliche o religiose (il Presidente, il Ministro): l’uso è facoltativo Titoli di opere letterarie e artistiche, testate di giornali e riviste: è obbligatorio scrivere maiuscola l’iniziale della prima parola ma si possono scrivere maiuscole anche tutte le iniziali del titolo (I promessi sposi VS I Promessi Sposi) Appellativi e titoli onorifici seguiti dal nome proprio: è preferibile l’uso della minuscola (il dottor Serra) ATTENZIONE: I NOMI DEI MESI, DELLE STAGIONI E DEI GIORNI DELLA SETTIMANA SI SCRIVONO CON L’INIZIALE MINUSCOLA