Lo sviluppo cognitivo Dr.ssa Cavallaro Alessia Medico chirurgo Psicoterapeuta.

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Transcript della presentazione:

Lo sviluppo cognitivo Dr.ssa Cavallaro Alessia Medico chirurgo Psicoterapeuta

La personalità e le capacità di un adulto sono oggi considerate come il frutto di esperienze che hanno le loro radici nell’infanzia di ogni persona quindi è fondamentale provare a capire LO SVILUPPO COGNITIVO DEL BAMBINO. La tendenza oggi è quella di avere una visione scientifica INTEGRATA dello SVILUPPO, prendendo in considerazione le conoscenze multidisciplinari arrivando così ad una sintesi che possa generare un approccio neurobiologico dello studio delle relazioni interpersonali.

La TEORIA PSICANALITICA si propone di spiegare il FUNZIONAMENTO COMPLESSIVO della mente umana e le FASI attraverso cui si sviluppa prendendo in considerazione PENSIERO, DESIDERI, LEGAMI AFFETTIVI.

Nella PRIMA INFANZIA (0-3 anni) avvengono mutamenti straordinari che sono il frutto delle MADRE - BAMBINO AMBIENTE - BAMBINO L’ APPRENDIMENTO è il risultato delle INTERAZIONI dell’individuo con ciò che gli sta attorno ma questo non è un processo che avviene per SOMMA DI ELEMENTI, bensì per il CONTINUO INTERFACCIARSI e ALIMENTARSI A VICENDA. e RELAZIONI

Il RITMO con cui un bambino raggiunge IL LIVELLO (o fase o stadio successivo) varia considerevolmente da bambino a bambino. IL NEONATO è una persona completamente dipendente, che per sopravvivere abbisogna di tutto: essere nutrito, lavato, cambiato, scaldato, contenuto… Ma tutto ciò è sufficiente? Questi sono i BISOGNI PRIMARI ( che permettono l’accrescimento del corpo) e che sicuramente vanno soddisfatti ma non sono sufficienti per uno sviluppo fisiologico ( es. ORFANOTROFI ed effetti della DEPRIVAZIONE AFFETTIVA )

LO SVILUPPO COGNITIVO e quello AFFETTIVO RELAZIONALE, si basano sul PROCESSO di SIGNIFICAZIONE che viene trasmesso al bambino dal suo caregiver per eccellenza: LA MADRE Secondo BION tra MADRE - BAMBINO si instaura una RELAZIONE di CONTENUTO-CONTENITORE nella quale grazie ad una straordinaria CIRCOLARITA’ il piccolo può dare significato a tutto ciò che gli accade e facendone un’esperienza ripetuta, impara a capire ciò che sta succedendo fino ad arrivare a prevedere quello che accadrà e quindi in qualche modo a sollecitarlo.

ESEMPIO: la sensazione di fame Il BAMBINO ha una sensazione spiacevole che non sa SIGNIFICARE PIANGE La mamma sente il pianto e gli dà significato: «Oh piccolino mio, hai fame? Eh si mi sa proprio che hai fame, e adesso la mamma ti da il latte…» La sensazione spiacevole e sconosciuta giorno dopo giorno si trasforma in qualcosa che si chiama FAME che resta spiacevole ma che la mamma RICONOSCE – NOMINA - BONIFICA La mamma allatta il bambino e la sensazione spiacevole si trasforma in un GRATIFICANTE e APPAGANTE SENSO DI RIPIENEZZA.

Se questo meccanismo viene riprodotto al bambino per ogni sua esperienza, giorno dopo giorno può sviluppare una propria TEORIA DELLA MENTE che però non può prescindere dall’opera di BONIFICA attuata dalla madre Dove per TEORIA DELLA MENTE si intende la capacità di attribuire a sé e agli altri stati mentali, agire sulla base di questi e prevedere il comportamento altrui

In altre parole per dirla come la direbbe un altro PSICANALISTA DELL’INFANZIA, WINNICOTT, per la STRUTTURAZIONE di un SE’ INTEGRATO e capace di RESILIENZA ( = capacità di adeguarsi a ciò che cambia attorno ), è necessaria una MADRE SUFFICIENTEMENTE BUONA, cioè una madre che permette al proprio bambino di sperimentare la FRUSTRAZIONE per un tempo adeguato a sviluppare la capacità reazione, ma non eccessivo per non gettare nella depressione.

Da tutto questo si capisce come le esperienze CORPOREE PRIMARIE con le loro SIGNIFICAZIONI siano la base per lo sviluppo dei PROCESSI MENTALI COGNITIVI: ragionamento, pensiero, problem solving, percezione, memoria, apprendimento, formazione di sequenze complesse e coordinate di movimenti (dove ciò non avviene si ha la DISPRASSIA: bambini goffi che non riescono a compiere alcuni movimenti o presentano dispercezioni visuo-spaziali che rendono difficoltoso il disegno o la scrittura).

I processi mentali cognitivi Secondo PIAGET dobbiamo distinguere: Il PERIODO SENSO – MOTORIO ATTIVITA’ RAPPRESENTATIVE Il primo decorre dalla nascita fino a circa 18 mesi e si attiva in 5 STADI, nei quali il bambino è in contatto con l’ambiente tramite PERCEZIONI e MOVIMENTI Il secondo, dai 18 mesi ai 2 anni, nel quale si hanno invece: PENSIERO, LINGUAGGIO e GIOCO SIMBOLICO

PERIODO SENSO - MOTORIO STADIO 1 (0-1 mesi): ESERCIZIO di RIFLESSI STADIO 2 (1-4 mesi): I PRIMI ADATTAMENTI ACQUISITI e REAZIONI CIRCOLARI PRIMARIE STADIO 3 (4-8 mesi): LE REAZIONI CIRCOLARI SECONDARIE STADIO 4 (8-12 mesi): COORDINAZIONE DEGLI SCHEMI e LORO APPLICAZIONE a SITUAZIONI NUOVE STADIO 5 (12–18 mesi): la SCOPERTA di MEZZI NUOVI MEDIANTE SPERIMENTAZIONE ATTIVA ( la loro REAZIONE CIRCOLARE TERZIARIA )

Periodo attività rappresentative il pensiero (dai 18 mesi ai 2 anni) pensiero (dai 18 mesi ai 2 anni) Pensiero: l’attività mentale consiste nel rendere presente a sé stessi degli oggetti o degli eventi che in realtà possono essere lontani nel tempo o nello spazio, o che non sono realmente accaduti (previsione), o che magari non accadranno mai (fantasticare). Quando PENSIAMO utilizziamo strumenti particolari che sono: il LINGUAGGIO INTERIORE e le IMMAGINI MENTALI. Fino al 18° mese per un bambino un OGGETTO (entità che esiste anche se non la percepisco) ESISTE solo se esplorabile con i sensi (toccare, vedere, sentire, gustare, odorare), mentre non esiste più se non esplorabile perché non ha un attività RAPPRESENTATIVA e quindi NON può creare IMMAGINI MENTALI.

Dai 18 mesi circa compare la COMBINAZIONE MENTALE, si sviluppano cioè le ATTIVITA’ RAPPRESENTATIVE Il bambino può IMMAGINARSI delle AZIONI, può compiere e quindi può PENSARE la SOLUZIONE di un PROBLEMA PRATICO prima di metterla in atto, eseguendo mentalmente le sperimentazioni che negli STADI precedenti doveva compiere attivamente. Da questo stadio il bambino usa: IMMAGINI MENTALI, il LINGUAGGIO, i MOVIMENTI IMITATIVI PER RAPPRESENTARE ciò A cui HA ASSISTITO - i BISOGNI – le FANTASIE

Dai 2 ai 4 anni si ha il PENSIERO PRECONCETTUALE e il bambino NON è capace di CATEGORIZZARE perché astrarre una caratteristica è una funzione superiore ( ogni cane è un animale a sé e non esiste la categoria cane ). Dopo i 4 anni il bambino acquisisce la capacità di ASTRARRE una caratteristica perché crea immagini mentali e con esse può : Rievocare eventi del passato Prevedere cosa accadrà nell’immediato futuro Inventare e immaginare anche eventi impossibili Attraverso le sue azioni, le osservazioni dell’ambiente, l’interazione verbale con le altre persone, il bambino costruisce un ‘immagine interiore di sé stesso e del mondo, a cui possiamo avere accesso osservando i suoi comportamenti, ascoltando i suoi discorsi, guardando i suoi disegni o utilizzando vari e sofisticati strumenti di indagine (TEST)

Dallo scarabocchio al disegno Le produzioni grafiche del bambino sono funzioni delle ABILITA’ MOTORIE, ma soprattutto un mezzo di ESPRESSIONE con cui manifestare la loro rappresentazione di vari aspetti della realtà. Già dall’età di 1 anno i bambini producono SCARABOCCHI, ma fino a 2 anni non vi è alcun controllo visivo; quando questo compare la produzione grafica coinvolgerà sempre una determinata parte del foglio ( il centro, un angolo, la diagonale )

Verso i 3 anni si passa al DIAGRAMMA che secondo KELLOG è l’intersezione di due o più linee o un contorno. Dai 3 ai 4 anni si passa prima alla COMBINAZIONE (unione di due diagrammi ) e poi agli AGGREGATI (unione di due o più diagrammi ) Dallo scarabocchio al disegno

A 4 anni i bambini tentano di disegnare uomini, animali, piante, case, automobili Dopo i 5 anni producono disegni elaborati e complessi e in essi cercano di esprimere pensieri e sentimenti per arrivare intorno ai 7/8 anni quando producono ormai disegni realistici. Dopo i 9 anni arrivano a rappresentare la GEOMETRIA PROIETTIVA

La scrittura Tra le produzioni grafiche del bambino accanto al disegno appaiono ben presto dei tentativi di scrittura. Scritte di vario genere fanno parte del nostro ambiente quotidiano e anche se il bambino non vive in una famiglia rifornita di libri e di giornali, vede comunque cartelloni pubblicitari, etichette, cartelli stradali e i bambini non ci mettono molto a capire che le scritte servono a dire parole. Già prima di un insegnamento formale esistono concezioni più o meno articolate e consapevoli sui segni scritti e sulle relazioni tra esse All’inizio della scuola elementare quasi tutti i bambini usano già spontaneamente la disposizione orizzontale e l’orientamento sinistra - destra

La scrittura La concezione alfabetica della scrittura secondo cui i singoli GRAFEMI corrispondono a dei FONEMI è il prodotto finale di una sequenza di sviluppo che avviene per livelli. Ai livelli primitivi i bambini non stabiliscono una corrispondenza precisa tra segni grafici e parole. Nel livello successivo cominciano a pensare che ci sia una corrispondenza tra segni e parole, ma ad ogni nome fanno corrispondere un SOLO segno. Successivamente cominciano a pensare che un oggetto venga indicato con una breve sequenza di segni e da questo arrivano ad una concezione sillabica della scrittura; in qualche modo capiscono che le lettere stanno ad indicare dei suoni (fase sillabica). Dalla fase sillabica i bambini arrivano a quella alfabetica che corrisponde alle caratteristiche del sistema di scrittura in vigore nella nostra società.