La vendetta di Achille Stramazzò nella polvere:si vantò Achille glorioso:<<Ettore, credesti forse, mentre spogliavi Patroclo, di restare impunito:di me lontano non ti curavi bestia!Ma difensore di lui, e molto più forte, io rimanevo sopra le concave navi, io che ti ho sciolto i ginocchi. Te ora cani e uccelli sconceranno sbranandoti :ma lui seppelliranno gli Achei >>. Gli rispose senza più forza, Ettore elmo lucente:<<ti prego per la tua vita, per i ginocchi , per i tuoi genitori , non lasciare che presso le navi mi sbranino i cani degli Achei, ma accetta oro e bronzo infinito, i doni che ti daranno il padre e la nobile madre:rendi il mio corpo alla patria, perché del fuoco diano parte a me morto i Teucri e le spose dei Teucri…>>Ma bieco guardandolo Achille piede rapido disse :<<No, cane, non mi pregare, né pei ginocchi né pei genitori ;ha!che la rabbia e il furore dovrebbero spingere me a tagliuzzar le tue carni e divorarle così , per quel che m’hai fatto :nessuno potrà dal tuo corpo tener lontane le cagne , nemmeno se dici dieci volte, venti volte infinito riscatto mi pesassero qui , altro promettessero ancora;nemmeno se a peso d’oro vorrà riscattarti Priamo Dardanide, neanche così la nobile madre piangerà steso sul letto il figlio che ha partorito, ma cani e uccelli tutto ti sbraneranno >>. .
Rispose morendo Ettore elmo lucente:<<Va’, ti conosco guardandoti! Io non potevo persuaderti , no certo, chè in petto hai un cuore di ferro. Bada però , ch’io non ti sia causa dell’ ira dei numi , quel giorno che Paride e Febo Apollo con lui t’uccideranno , quantunque gagliardo, sopra le Scee>>. Mentre diceva così, l’avvolse la morte :la vita volò via dalle membra e scese nell’Ade, piangendo il suo destino, lasciando la giovinezza e il vigore.
Lo scontro tra Achille Agamennone Per nove giorni la pestilenza infuria nel campo acheo; al decimo giorno viene riunita un'assemblea e si chiede all'indovino Calcante di interpretare l'infausto evento, cercandone la causa e la soluzione. la sua risposta è pronta: basterà restituire Criseide al padre, offeso da Agamennone, e placare l'ira di Apollo con un grande sacrificio. Agamennone si dichiara a malincuore disposto alla restituzione ma solo se verrà adeguatamente ricompensato. immediata è la replica di Achille che gli rinfaccia la sua avidità e la sua arroganza, minacciando anche di tornare in patria, non avendo nessun interesse personale in questa guerra. quando Agamennone minaccia di prendere in compenso della perdita di Criseide , la sua schiava Briseide, il Pelide è sul punto di colpirlo, ma viene trattenuto dalla dea Atena che gli promette una soddisfazione futura. con un'ultima ingiuria Achille dichiara di ritirarsi dalla guerra, pronosticando terribili sciagure per gli achei.
RIASSUNTO Questo poema parla dello scontro tra Agamennone e Achille per la restituzione di Criseide. Agamennone molto superbo provoca Achille dicendogli che lui non vale niente e che gli achei vincerebbero anche senza di lui. Achille piede rapido rispose che a lui i troiani non hanno fatto niente e che si deve combattere inutilmente soltanto perché a Menelao hanno rubato la moglie. Allora Agamennone disse ad Achille di andare via perché lui non serve e che ci saranno altri eroi ad aiutare l’esercito acheo. Agamennone poi disse che se voleva Criseide doveva dare in cambio la sua schiava Briseide. Achille poi disse che lui non aveva cuore e che a tutti strappava i doni. Achille infine fece un giuramento che questo scettro non sarebbe mai andato di nuovo a un re così brutto e lo giurò a Zeus.
I Luoghi dell’ iliade Argo: Città della regione dell’Argolide che deve il suo nome al mitologico fondatore Argo, figlio di Zeus e Niobe. Atene: Sorta al centro di una pianura, è la principale città della regione dell’Attica. Delfi: Città della Grecia centrale, nella regione della Focide, sede del più importante e venerato oracolo dell’Antica Grecia. Sparta: Capitale della Laconia, regione del Peloponneso meridionale, patria dei Lacedemoni. La città è governata da Menelao, marito di Elena e fratello di Agamennone, re di Micene e di Argo. Tebe: Centro miceneo della regione della Beozia, fondata da Cadmo, giunto dalla Fenicia. Le sue mura furono abbattute poco prima della guerra di Troia. Troia: Città all’imbocco dello stretto dei Dardanelli (l’Ellesponto), da dove poteva controllare i traffici verso il Mar Nero e le regioni nord-orientali, rappresentando un ostacolo all’espansione del commercio acheo.