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Lavoro, mercato, welfare Lavoro e risorse umane

negrellilavoro, mercato, welfare La costruzione sociale del mercato del lavoro (tab. 2) Disoccupazione-lavoro-salari: “perché, quando esiste un tasso di disoccupazione significativamente alto, non si attiva una concorrenza per il limitato numero dei posti di lavoro, e perché una simile concorrenza non riduce subito il livello dei salari?” (Solow); Perché variano i tassi di disoccupazione tra un paese e l’altro? Perché un lavoratore è disoccupato e un altro no? Perché variano i rendimenti economici tra le nazioni, in termini di inflazione, salari e occupazione 2

negrellilavoro, mercato, welfare Teorie economiche del mercato del lavoro: salario di equilibrio spiegato dal versante della domanda Teoria del “salario di efficienza”: i datori di lavoro pagano un salario più alto rispetto a quello degli altri datori di lavoro per motivare maggiormente i lavoratori che nell’impresa moderna hanno un certo grado di controllo sulla propria produttività; Teoria “insider/outsider”: spiega il vantaggio contrattuale dei lavoratori all’interno dell’impresa (insider) con il fatto che data la loro esperienza non sarebbero del tutto intercambiabili con altri lavoratori. 3

negrellilavoro, mercato, welfare Salario di equilibrio spiegato dal versante dell’offerta di lavoro Teoria delle norme sociali: valori condivisi, approvazione – disapprovazione dei comportamenti; Teoria delle relazioni industriali: rappresentanza collettiva del lavoro, contrattazione collettiva, diritto di sciopero: “saper essere” collettivo del lavoro 4

negrellilavoro, mercato, welfare La “soglia” mobile di protezione sociale Dahrendorf: –economie a bassa retribuzione ed economie ad alta specializzazione (livello macro); –economie a bassa pressione fiscale/alti guadagni differenziali (ruolo borsa, mercati finanziari) ed economie ad alta pressione fiscale/bassi profitti (ruolo banche e investimenti di lungo termine (livello micro) Modelli di mercato del lavoro: –mediterraneo (Italia, Grecia, Spagna: minor vulnerabilità capofamiglia, maggiore per i figli); –Europa centrale (Francia, Belgio, Austria, Olanda: minor vulnerabilità capofamiglia, maggiore per coniuge); –Germania, UK (minor vulnerabilità per i figli). 5

negrellilavoro, mercato, welfare FORME DI ORGANIZZAZIONE SOCIALE (MODELLI DI CAPITALISMO O SISTEMI DI WELFARE) 1. MODELLO UNIVERSALISTICO SCANDINAVO: diffusione servizi di welfare pubblici forniti come diritti sociali indipendentemente dallo status occupazionale dei soggetti; 2. MODELLO ASSICURATIVO-CORPORATIVO: Europa centrale; 3. MODELLO ASSICURATIVO FAMILIARE: Europa meridionale. Importanza della famiglia come istituzione di gestione dei rischi sociali; diffusione del lavoro autonomo e delle micro-imprese. 6

negrellilavoro, mercato, welfare PLURALITA’ DEI MODELLI PRODUTTIVI Il modello toyotista o della lean production (Ohno, 1978; Womack, Jones, Roos, 1990); La “specializzazione flessibile” (Piore, Sabel, The Second Industrial Divide, 1984); La “produzione diversificata di qualità” (Streeck, 1992) I “mondes des production” (Salais, Storper, 1993); Le “collaborazioni pragmatiche” tra le imprese (Sabel): reti, distretti, sub-fornitura da “capacità” a “specializzazione” (Bonazzi, Negrelli, 2003) 7

negrellilavoro, mercato, welfare Le trasformazioni del lavoro da un punto di vista giuridico Promozione e sviluppo del lavoro indipendente; evoluzione della nozione di subordinazione; esternalizzazione o sub-fornitura del lavoro. 8

negrellilavoro, mercato, welfare Promozione e sviluppo del lavoro indipendente Instabilità in cambio di autonomia? La storia del “secolo del lavoro” dipendente (Accornero), una parentesi nella storia del lavoro indipendente? Il ritorno al lavoro indipendente, dopo la crisi del modello fordista, dei diritti sociali e della sicurezza sociale e accesso al welfare, legati al lavoro subordinato? La sfida del lavoro a tutele crescenti? 9

negrellilavoro, mercato, welfare Legge e giurisprudenza in Europa Diritto europeo: autonomia come situazione di fatto e non per convenzione Apertura al lavoro indipendente: tendenza a dare un quadro giuridico; da una concezione estensiva di lavoro subordinato a minori ostacoli allo sviluppo del lavoro indipendente (Spagna, Germania, Francia); Situazioni di semi-dipendenza, con necessità di una categoria giuridica intermedia tra lavoratore subordinato e imprenditore autonomo: –Germania: terza categoria “assimilabili ai lavoratori subordinati” (Arbeitsnehmeraenliche Personen) –Italia: i lavoratori “para-subordinati” (co.co.co.) 10

negrellilavoro, mercato, welfare I confini del lavoro subordinato Tecnica dei “fasci di indici”, caratteristica comune del diritto del lavoro nei paesi europei: ricercare quegli indicatori che possono rivelare l’esistenza di uno stato di subordinazione di fatto nell’ambito di un lavoro convenzionalmente autonomo (es. Svezia) Ridurre il campo di applicazione del diritto del lavoro: ritorno ad una concezione ristretta di subordinazione (es. Francia: riferimento alla “subordinazione giuridica”); Allargare il campo di applicazione del diritto del lavoro: ricorso ad altri criteri al di là di quello della subordinazione giuridica (es. “dipendenza economica”: far coincidere il campo di applicazione del diritto del lavoro con il reale bisogno di protezione); es. telelavoratori, professionisti tecnicamente autonomi ma economicamente dipendenti (arrestare la fuga dal diritto del lavoro (Germania). 11

negrellilavoro, mercato, welfare La flessibilità del lavoro: gli obiettivi principali delle imprese adattarsi alle oscillazioni e incertezze della domanda, soprattutto sui mercati globali; incrementare i livelli della produttività; inserire le nuove tecnologie dell’informazione e i servizi informatici; rendere più variabili le retribuzioni rispetto alle prestazioni; migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi. 12

negrellilavoro, mercato, welfare Strumenti e istituti di flessibilità del lavoro Le imprese italiane hanno potuto disporre in questi anni di una varietà di strumenti di flessibilità del lavoro che ha riguardato: la regolazione quantitativa dell'ingresso/uscita dei lavoratori (contratti di lavoro atipici, mobilità), insieme alla gestione quantitativa (soprattutto degli orari) dei mercati interni del lavoro (flessibilità numerica esterna ed interna); la gestione qualitativa da parte delle direzioni aziendali dei mercati interni del lavoro (polivalenza), insieme ai processi di esternalizzazione di alcune funzioni (flessibilità funzionale interna ed esterna); la variabilità del salario rispetto ad alcuni indicatori di performance economica (flessibilità salariale). 13

negrellilavoro, mercato, welfare L’ideologia della flessibilità (1) “in tutto il mondo le imprese perseguono l’ideale di utilizzare la forza lavoro pressappoco nel modo in cui utilizzano l’energia elettrica”; effetti negativi per il lavoro: attacco generalizzato al diritto del lavoro; frammentazione delle classi lavoratrici e delle loro rappresentanze; de-responsabilizzazione delle imprese rispetto alla gestione delle risorse umane; rilevanti costi per gli individui, le famiglie, la società nel suo complesso (Gallino, 2001) 14

negrellilavoro, mercato, welfare L’ideologia della flessibilità (2) Un diritto del lavoro sempre più “infarcito di eccezioni alla regola comune, a volte formali a volte di fatto” (Barbier, Nadel, 2000); Supiot (1999): “lo sviluppo di un diritto del lavoro puramente strumentale adattato giorno per giorno alle fluttuazioni della congiuntura”; Castells (2002) delinea uno scenario di dualismo sociale della struttura occupazionale, con la compressione del livello intermedio, la disaggregazione del lavoro, la spinta individualizzazione e frammentazione: “le attuali tendenze tecnologiche favoriscono tutte le forme di flessibilità, tanto che in assenza di accordi specifici per la stabilizzazione di una o l’altra delle dimensioni del lavoro, il sistema si evolverà verso una flessibilità generalizzata e diversificata per lavoratori e condizioni di lavoro, sia per coloro che sono altamente specializzati sia per coloro che hanno basse qualifiche”; Dualismo del mercato del lavoro tra una forza lavoro core e una forza lavoro periferica o “disponibile ad essere automatizzata, assunta, licenziata, trasferita all’estero a seconda della domanda di mercato e dei costi del lavoro” (Castells, 2002); Sennett (1999): le conseguenze umane e sociali del “ciclo” di lavori che uomini e donne stanno vivendo e che li porta sempre più “alla deriva” a causa dell’incertezza e della frenesia che sono costretti a subire. 15

negrellilavoro, mercato, welfare La diversità del lavoro (tab. 3) Direttiva comunitaria del 2000 approvata per contrastare la discriminazione occupazionale per ragioni etniche, religiose, di genere, età e diversa abilità; In generale, i giovani, le donne, gli anziani, gli immigrati e i disabili hanno livelli di occupazione più bassi e livelli di disoccupazione più alti rispetto alla media; livelli di occupazione e di disoccupazione “socialmente determinati”; 16

Obiettivi UE Target di Lisbona (marzo 2000): un tasso generale di occupazione del 67% nel 2005 e vicino al 70% nel 2010; un tasso di occupazione femminile del 57% nel 2005 e vicino al 60% nel 2010; un tasso di occupazione dei lavoratori più anziani (55-64) del 50% entro il 2010 I 5 obiettivi quantitativi di Europa 2020 (e target nazionale Italia tra parentesi): –occupazione 75% anni (Italia 67-69%);; –investimenti R&S 3% Pil (Italia 1,53%); –cambiamenti climatici: riduzione 20% (13%) emissioni gas serra; +20% (17%) fabbisogno da energie rinnovabili; +20% ( 27,9%) efficienza energetica); –Istruzione: abbandoni scolastici sotto 10% (15-16%); +40% laureati anni (26-27%); –povertà ed emarginazione: almeno 20 milioni in meno di persone a rischio (2,2 milioni) negrellilavoro, mercato, welfare17

negrellilavoro, mercato, welfare LE POLITICHE PUBBLICHE E DELLA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA Le “azioni positive”: il concetto della “discriminazione positiva” simile a quella prevista per l’integrazione delle minoranze nere negli Usa negli anni Sessanta; Le Direttive europee sui congedi parentali e le politiche per rimuovere le disuguaglianze strutturali e promuovere iniziative ad hoc; Il principio delle “pari opportunità” incluso nel Trattato di Amsterdam (art , ex art TCE): il nuovo art. 6A Trattato CE riconosce al Consiglio il potere di adottare “le misure necessarie per combattere tutte le discriminazioni basate sul genere”; In Italia: la legge 125 del 1991 sulle “azioni positive” e la legge 215 del 1992 sulla “imprenditorialità femminile”. 18

negrellilavoro, mercato, welfare Lavoro e welfare: le politiche “attive” amministrazione e servizi pubblici per l’impiego; formazione al mercato del lavoro: formazione per gli adulti disoccupati e per i soggetti a rischio; formazione per gli adulti occupati; iniziative per i giovani: misure per i soggetti svantaggiati e disoccupati; sostegno per l’apprendistato e per la formazione generale ad esso collegata; impiego sussidiato: sussidi all’occupazione regolare nel settore privato; sostegno dei disoccupati che avviano un’impresa; creazione diretta di posti di lavoro (nei settori pubblici o non profit); misure per i disabili: riabilitazione professionale; lavoro per i disabili. 19

negrellilavoro, mercato, welfare Lavoro e welfare: le politiche “passive” sussidi ai disoccupati; pre-pensionamenti per motivi legati all’andamento del lavoro Pochi paesi dedicano ad esse oltre l’1% del Pil (Olanda, Danimarca e Svezia ben oltre tale livello; ma comunque anche Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda): tab

negrellilavoro, mercato, welfare ESPERIENZE NAZIONALI Paesi che combinano un alto livello di protezione sociale con un basso tasso di disoccupazione, in un contesto di economie dinamiche: –Danimarca, –Olanda, –Austria, –Italia settentrionale, –Germania meridionale (con performance simili alle realtà neo-liberiste Usa e Gb). 21

negrellilavoro, mercato, welfare Supiot: IL DIRITTO SOCIALE (DIRITTO DEL LAVORO E SICUREZZA SOCIALE) 1) diritti sociali universali: garantiti a tutti indipendentemente dal loro lavoro (sanità, meno sulla formazione professionale); 2) diritti fondati sul lavoro non retribuito (lavoro di cura alla persona; autoformazione, lavoro volontario); 3) diritto comune dell’attività professionale: nel diritto comunitario (igiene e sicurezza); 4) diritti propri del lavoro dipendente retribuito: graduati in funzione dell’intensità della subordinazione; + principio di parità di trattamento uomo/donna (trasversale). 22

negrellilavoro, mercato, welfare Commissione Supiot: I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Lavoratore con diritto di passare da una forma di lavoro a un’altra: –crediti orari (rappresentanti del personale); –congedi speciali e diritti di assenza; –crediti di formazione; –banche del tempo; –aiuti ai disoccupati per l’imprenditorialità; –assegni di formazione; –ecc. 23

negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Diritti sociali riferiti al lavoro in generale: nella sfera familiare; lavoro di formazione; lavoro volontario; lavoro indipendente; lavoro di pubblica utilità 24

negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Sono “diritti di prelievo” perché la loro realizzazione dipende da due condizioni: a) costituzione di una “contribuzione” sufficiente; b) decisione del loro titolare di utilizzare tale “provvista”. 25

negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Sono diritti di prelievo “sociale”, in quanto sono sociali: a) nel loro modo di costituzione; b) nei loro obiettivi (di utilità sociale) 26

negrellilavoro, mercato, welfare I DIRITTI DI PRELIEVO SOCIALE Co-finanziamento dei lavori non di mercato, con copertura garantita da: stato: obiettivi di interesse generale; sicurezza sociale: prestazioni per chi ha persone a carico; organismi mutualistici paritetici: congedi di formazione; imprese: continuità del contratto di lavoro, crediti orari, congedi parentali; lavoratore: integrazione con banche del tempo, utilizzo crediti acquisiti con il licenziamento, rinuncia ad una parte di stipendio previsto, ecc. 27