Pedagogia sociale, generale e ricerca educativa Compito della pedagogia, da intendersi nella sua accezione “generale” è quello di “indicare l’approccio.

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Pedagogia sociale, generale e ricerca educativa Compito della pedagogia, da intendersi nella sua accezione “generale” è quello di “indicare l’approccio più generale e progettualmente impegnato ai problemi educativi” [1] e nella sua accezione “sociale”, è proprio quella di offrire quell’approccio ai problemi educativi sottolineando e tenendo conto del contesto e dell’interconnessione che le diverse agenzie educative hanno rispetto alle specificità educative. [1] [1] Visalberghi, A. et Alii, Pedagogia e scienze dell’educazione, Mondadori, Milano 1978, pag. 9.

L’espressione società educante “si fonda sulla premessa che l’educazione della persona non è soggetta solo all’influenza di particolari individui, come i genitori, gli insegnanti, gli amici, ecc. ma anche, se non soprattutto, alle influenze collettive, come la cultura sociale, l’ambiente naturale e sociale, i mass media ecc.. Mentre la sociologia dell’educazione cerca di scoprire e di analizzare queste influenze, la pedagogia sociale indica gli obiettivi e i metodi più opportuni a far sì che queste influenze possano promuovere una valida educazione delle nuove generazioni”[1].[1] [1] Pollo, M., Manuale di Pedagogia Sociale, Franco Angeli, Milano, 2004, p.17.

I concetti di società educante e di l’educazione diffusa introducono quello di : educazione permanente l’educazione formale, che si svolge nel sistema di istruzione e in quello della formazione professionale e porta attraverso un percorso istituzionale all’ottenimento di titoli certificati e riconosciuti; l’educazione non formale, che si svolge in contesti organizzati non necessariamente istituzionali, e quindi anche al di fuori delle strutture d’istruzione e di formazione; l’educazione informale, che si realizza nel complesso delle pratiche della vita quotidiana.

J. Delors NELL’EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all’UNESCO della Commissione Internazionale sull’Educazione per il XXI secolo Jacques Delors: «Nell'educazione un tesoro, Armando, Roma, 1999

L’utopia dell’educazione L’educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che può consentire di raggiungere gli ideali di pace, libertà e giustizia sociale. L’educazione può svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo personale e sociale. L’educazione deve promuovere una forma più profonda ed armoniosa di sviluppo umano (riducendo povertà, esclusione, ignoranza, oppressione e guerra). L’educazione è un mezzo straordinario per lo sviluppo personale e per la costruzione di rapporti tra individui, gruppi e nazioni. Jacques Delors: «Nell'educazione un tesoro, Armando, Roma, 1999

I quattro pilastri dell’educazione(1) L’educazione nel corso della vita è basata su quattro pilastri: imparare a conoscere, imparare a fare, imparare a vivere insieme e imparare ad essere. Imparare a conoscere, combinando una conoscenza generale sufficientemente ampia con la possibilità di lavorare in profondità su un piccolo numero di materie. Questo significa anche imparare ad imparare, in modo tale da trarre beneficio dalle opportunità offerte dall’educazione nel corso della vita. Imparare a fare, allo scopo d’acquistare non soltanto un’abilità professionale, ma anche, più ampiamente, la competenza di affrontare molte situazioni e di lavorare in gruppo. Ciò significa anche imparare a fare nel contesto delle varie esperienze sociali e di lavoro offerte ai giovani, che possono essere informali, come risultato del contesto locale o nazionale, o formali, che implicano corsi dove si alternano studio e lavoro. Jacques Delors: «Nell'educazione un tesoro, Armando, Roma, 1999

I quattro pilastri dell’educazione(2) Imparare a vivere insieme, sviluppando una comprensione degli altri ed un apprezzamento dell’interdipendenza (realizzando progetti comuni e imparando a gestire i conflitti) in uno spirito di rispetto per i valori del pluralismo, della reciproca comprensione e della pace. Imparare ad essere, in modo tale da sviluppare meglio la propria personalità e da essere in grado di agire con una crescente capacità di autonomia, di giudizio e di responsabilità personale. A tale riguardo, l’educazione non deve trascurare alcun aspetto del potenziale di una persona: memoria, ragionamento, senso estetico, capacità fisiche e abilità di comunicazione. I sistemi educativi formali tendono a sottolineare l’acquisizione delle conoscenze a detrimento di altri tipi d’apprendimento; ma ora è di fondamentale importanza concepire l’educazione in una maniera più globale. Una tale visione deve informare e guidare le future riforme e politiche scolastiche, in rapporto sia ai contenuti che hai metodi. Jacques Delors: «Nell'educazione un tesoro, Armando, Roma, 1999

L’educazione per tutta la vita Il concetto di educazione per tutta la vita è la chiave d’accesso al XXI secolo. Esso supera la distinzione tradizionale tra educazione iniziale ed educazione permanente. Esso si collega con un altro concetto spesso presentato, quello della società educativa. L’educazione permanente deve aprire possibilità di apprendimento a tutti. L’educazione per tutta la vita deve valorizzare tutte le opportunità che la società può offrire. Jacques Delors: «Nell'educazione un tesoro, Armando, Roma, 1999

Lavorare sulle competenze (obiettivi didattici)

ABILITA’ CONOSCENZE IMMAGINE DI SE’ SENSIBILITA’ AL CONTESTO CONSAPEVOLEZZA MOTIVAZIONE STRATEGIE METACOGNITIVE RUOLO SOCIALE LA COMPETENZA: UN CONCETTO COMPLESSO VALUTARE LE COMPETENZE IMPEGNO

Programmazione per obiettivi (Frey, Teorie del curricolo, 1977)

La programmazione didattica ( dagli anni 1970) Adattamento da Vertecchi B., L'Archivio Docimologico per l'Autovalutazione delle Scuole. Cos'è, come si usa, Milano, Franco Angeli, 1999, p. 40. Il significato e le funzioni della valutazione all'interno di un modello didattico: il mastery learning

Mager e l’operazionalizzazione degli obiettivi Per formulare gli obiettivi il docente dovrà rispondere a queste tre domande: 1. Che cosa dovrebbe essere in grado di fare l’allievo? (Performance) 2. In quali condizioni si vuole che l’allievo sia in grado di produrre il comportamento desiderato? (Condizioni) 3. Come dovrà essere tale comportamento? (Criterio)

Alcune precisazioni Definire un obiettivo significa indicare il traguardo in vista di una didattica. Ed è a tale fine che i docenti organizzano le sequenze didattiche (programmazione didattica) considerando la specificità della singola disciplina di insegnamento (programma disciplinare) e all’interno di finalità di corso generali (curricolo). Nell’organizzazione didattica il docente ha quindi bisogno di indicare diversi livelli di obiettivi, da quelli più generali che riguardano la crescita dello studente come persona (finalità e obiettivi educativi), ad esempio quelli relativi alla socializzazione e maturazione dei valori etico-psicologici, ecc, a quelli più inerenti alla propria disciplina o area disciplinare (obiettivi specifici). Se poi si esplicitano gli obiettivi all’interno del percorso didattico si può diversificare tra obiettivi iniziali (obiettivi prerequisiti), da raggiungere durante (obiettivi intermedi) o al termine delle azioni didattiche (obiettivi finali, terminali). Fonte: Benvenuto, Mettere i voti a scuola, Carocci, 2003

Pedagogia e scienze dell’educazione

Le scienze dell’educazione come intervento teorico- pratico in contesti educativi Pedagogia come riflessione sui fatti educativi Scienza dell’educazione come uso di un metodo scientifico, uso di metodo sistematico di ricerca che consente una migliore comprensione e un controllo più intelligente e meno confuso, arbitrario e abitudinario Scienze dell’educazione come oggetto di più scienze che si occupano, anche in modo marginale, di elementi dei fenomeni educativi. Si parla di circolarità delle conoscenze pedagogiche.

Rapporto pedagogia - educazione EducazionePedagogia Processo intenzionale ed esplicito che chi educa (genitore, insegnante, educatore) sviluppa verso colui che viene educato, per contribuire al processo di formazione e crescita dell’individuo per tutto l’arco della vita. Riflessione filosofica, morale e politica sulla pratica cioè sui fatti educativi Dal latino: educare (da edere) (formare, allevare, istruire) o da educere (da ex- ducere) (condurre fuori da) (da Comenio XVII sec.) Dal greco pais bambino e agógos guida. Vuol dire perciò “conduzione o guida del bambino” (quindi azione educativa esercita sul bambino) Nell’antica Grecia il termine pedagogo indicava infatti lo schiavo che accompagnava i bambini a scuola.

Le scienze dell’educazione come strumenti per l’analisi di problemi educativi La proposta di A. Visalberghi (Pedagogia e scienze dell’educazione, Mondadori, Milano 1978) è volta a dimostrare la necessità dell’esistenza e della specificità della pedagogia, nonché del suo rapporto con le scienze dell’educazione. Egli propone quattro settori intorno ai quali si sono sviluppate le scienze dell’educazione: il settore psicologico, che riguarda la conoscenza dell’allievo e dei processi di apprendimento (psicologia dell’educazione, evolutiva, sociale, ecc) il settore sociologico, che riguarda lo studio del rapporto scuola-società (sociologia generale, dell’educazione, della conoscenza, ecc.) il settore metodologico-didattico, che riguarda lo studio dei mezzi, metodi e strumenti dell’educazione ( tecnologie educative, teorie sulla programmazione e sulla valutazione scolastica, ecc.) il settore dei contenuti, che riguarda invece l’analisi delle discipline di insegnamento e della conoscenza in generale (storia della materia specifica, epistemologia generale e genetica). La pedagogia, intesa come pedagogia generale, occupa una posizione esterna, poiché rappresenta un momento di riflessione critica sull’insieme delle scienze dell’educazione

Enciclopedia pedagogica. Fonte: Visalberghi, A. et Alii, Pedagogia e scienze dell’educazione, Mondadori, Milano 1978