Gruppo di Lavoro “Agende 21 Locali per Kyoto” Francesco Bicciato Comune di Padova Bologna, 5 dicembre 2008
Comuni di: Ancona, Asti, Bologna, Caltanissetta, Collegno, Ferrara, Firenze, Foggia, Lecco, Milano, Pace, Pavia, Ravenna, Reggio emilia, Rosignano Marittimo, Rovigo, S. Benedetto del Tronto, Senigallia, Seveso, Siracusa, Venezia. Province di: Ancona, Biella, Bologna, Ferrara, Genova, Lucca, Roma. Regioni: Emilia Romagna, Sicilia, Lombardia, Toscana. ARPA Emilia Romagna, Ambiente Italia, Aforis, Ageas, Associazione amici del Sarno, Centro di educazione ambientale della provincia di Biella, Coordinamento nazionale A 21 L italiane, Dexia Crediop SpA, ERVET, Rete Infea Regione Campania, ISPRA. Aderenti Agende 21 Locali perKyoto Aderenti Agende 21 Locali per Kyoto
Obiettivi Sviluppo di strategie locali per la sostenibilità energetica e loro diffusione negli enti locali, a partire dalle esperienze delle Agende 21 Locali: sviluppo in modo condiviso di approcci e strumenti. proposta di politica energetica e per il clima L’intento è strutturare la proposta di politica energetica e per il clima del Coordinamento AG21 che definirà i “requisiti minimi” di qualità per la sistematizzazione dello sviluppo delle strategie locali per il clima.
Obiettivi a)la quantificazione nelle strategie e nei piani del potenziale di: risparmio energetico e delle fonti fossili, emissioni climalteranti evitate, risparmio economico per la P.A. e la collettività; b)la traduzione dei potenziali di “risparmio” in obiettivi/target e la loro assunzione politica da parte delle Amministrazioni locali; c)gli obiettivi e azioni raggiunti attraverso il confronto e la condivisione con gli attori locali d)l’influenza trasversale dei piani d’azione nelle politiche locali e la dotazione di nuovi strumenti di regolamentazione, di risorse, di meccanismi finanziari innovativi, di programmi di disseminazione per raggiungere i mercati e i cittadini.
Risultati attesi Realizzazione di un ambito di condivisione di esperienze locali in campo energetico e nella protezione del clima. Sviluppo di attività di scambio/incontro diretto tra i partecipanti al Gruppo di Lavoro per l’elaborazione della Proposta di Emission Trading da presentare al Ministero
Risultati attesi Attività di servizio per diffondere all’interno del Coordinamento AG21 l’informazione e gli strumenti di formazione sulle opportunità offerte dal nuovo quadro normativo e finanziario mirato alla diffusione di comportamenti virtuosi della P.A. in campo energetico. Studio e sperimentazione di un sistema di calcolo, condiviso e validato, degli impatti prodotti dagli interventi degli Enti Locali: risparmio energetico, riduzione CO 2
Programma di lavoro a.Costituzione del GdL e condivisione di obiettivi e piano lavoro b.Analisi della situazione attuale di alcune comunità locali per identificare e valutare i potenziali di risparmio-razionalizzazione energetica e riduzione di CO2, scambio di crediti di emissioni, attivabili all’interno delle comunità locali. c.Individuazione, valutazione e sistematizzazione di buone pratiche d.Studio e sperimentazione del sistema di calcolo: risparmio energetico e riduzione CO 2 e.Costituzione di team di advisors interni al Coordinamento Ag21 capaci di sviluppare peer review e audit secondo metodi standardizzati.
Rilevazione schede Buone pratiche 24 schede Buone Pratiche consegnate provenienti da: 7 Comuni 4 Province Settori di intervento: 6 mobilità e trasporti 5edifici 7 pianificazione territoriale 6 informazione, formazione e consulenza
Le tappe successive 1. Mettere a punto una proposta tecnica e politica a livello nazionale, utile a far entrare a pieno titolo gli Enti Locali nei programmi nazionali e regionali di attuazione degli accordi di Kyoto (burden sharing interno) 2. Censire le esperienze realizzate, valutarle oggettivamente secondo criteri di tipo qualitativo (es.condizioni di replicabilità) e quantitativo (es. riduzione emissioni CO2) e metterle a disposizione di un largo numero di utilizzatori e favorire lo scambio di esperienze nell’ottica della diffusione e standardizzazione delle stesse 3. Gli interventi virtuosi degli enti locali dovrebbero dunque essere valorizzati da un lato come crediti di emissione, dall’altro come titoli di efficienza energetica andando ad accrescere in base al merito i trasferimenti del governo centrale agli enti locali.
Le metodologie In relazione agli output attesi è necessario che la metodologia scelta per la contabilizzazione del risparmio energetico e delle emissioni CO2 abbia le seguenti caratteristiche: Semplice Replicabile Graduata per dimensioni dell’ente Applicabile da tutti gli enti Affidabile Scientificamente attendibile e soprattutto… ACCREDITABILE: i risparmi di CO2 e di energia devono poter essere convertiti in Crediti di Emissione e in Titoli di Efficienza Energetica
Le metodologie analizzate IL METODO PALK (Regione Lombardia) Il sistema informativo SIRENA consente una gestione molto semplificata della contabilizzazione e la possibilità di autogestione del Piano da parte del singolo Ente Il monitoraggio delle azioni e relativi esiti viene impostato cercando di utilizzare indicatori semplici e facilmente reperibili IL METODO MICROKYOTO (Provincia Bologna) le schede tecniche degli indicatori: garantiscono trasparenza, oggettività e attendibilità della metodologia di calcolo la flessibilità della rendicontazione: ovvero la possibilità di rendicontare anche azioni non immediatamente quantificabili la condivisione e l’accessibilità di progetti, azioni e risultati ROMA PER KYOTO Il progetto ha visto la realizzazione di un completo inventario delle emissioni per tutta l’area della città di Roma suddivise per macrosettori coniugando le metodologie dell’ICLEI e dell’ IPCC Stesura di un piano comunale di riduzione delle emissioni Attività di valutazione quantitativa e qualitativa dei risultati conseguiti
Gli Enti Locali non fanno parte dell’EU ETS Gli Enti Locali non possono accedere al mercato volontario (problema del double counting a livello nazionale) I TEE spesso sono dati alle ESCO che fanno i progetti e non all’Ente locale stesso Difficile avere completo inventario delle emissioni e serie storica per gli enti locali che non hanno già un Piano energetico Quindi... È necessario trovare una metodologia e indicatori che permettano di calcolare la riduzione di CO2 ex ante ottenibile con specifiche azioni o interventi attuati dagli Enti Locali: –es. metodologia dei TEE Problema dell’accreditabilità
Gli enti analizzati La scelta degli Enti deve garantire una certa rappresentatività degli enti locali nazionali. Il campione è stato così costituito: NORD: CENTRO: SUD: 1 regione 1 provincia 1 comune grande: (n.abitanti > ) 1 comune medio: ( <n. abitanti< ) 1 comune piccolo: n.abitanti< ) 1 regione 1 provincia 1 comune grande: (n.abitanti > ) 1 comune medio: ( <n. abitanti< ) 1 comune piccolo: n.abitanti< ) 1 regione 1 provincia 1 comune grande: (n.abitanti > ) 1 comune medio: ( <n. abitanti< ) 1 comune piccolo: n.abitanti< ) In tutto 18 enti
Le azioni inserite sono ampiamente applicabili e il risparmio di CO2 che ne deriva deve avere una metodologia riconosciuta di calcolo Le azioni sono state divise per Comuni, province e Regioni, tenendo conto dei rispettivi ambiti di competenza La griglia tiene conto sia delle azioni dirette messe in atto dagli enti locali sia di quelle indirette, es. tramite incentivi finanziari (bando per rinnovabili in edifici privati…) La griglia delle azioni per i Comuni, Province, Regioni
Comune: –Illuminazione pubblica e semafori –Edifici pubblici ed edilizia privata –Parco automezzi comunali –Trasporto pubblico e mobilità –Politiche di Mobility management –Acquisti verdi nella PA e sul territorio –Industria e produzione di energia –Assorbimento CO2 Macro settori delle possibili azioni degli Enti locali per la riduzione della CO2
Provincia: –Illuminazione pubblica e semafori su strade provinciali –Edifici pubblici –Parco automezzi provinciali –Mobilità sostenibile –Acquisti verdi nella PA e sul territorio –Industria e produzione di energia –Gestione rifiuti –Assorbimento CO2 Macro settori delle possibili azioni degli Enti locali per la riduzione della CO2
Regione : –Edifici pubblici –Parco automezzi regionali –Politiche di mobility management –Acquisti verdi nella PA e sul territorio –Industria e produzione di energia –Assorbimento CO2 Macro settori delle possibili azioni degli Enti locali per la riduzione della CO2
Le azioni più diffuse: –Illuminazione pubblica (es. sostituzione lampade semafori con lampade a led) –Azioni volte all’incremento dell’ efficienza energetica in edifici pubblici (sostituzione caldaie, cogenerazione, isolamento pareti) –Sostituzione di veicoli pubblici alimentati a combustibili tradizionali con veicoli a metano –Piantumazione Alberi –Altre azioni molto diffuse come la creazione di piste ciclabili o altre politiche di mobility management sono difficilmente traducibili in riduzione CO2. Alcuni esempi di azioni e rispettiva riduzione di CO2
Testare la metodologia Verificare la possibilità di condividere e diffondere una metodologia comune, una griglia di azioni e di indicatori facilmente applicabile da tutti gli Enti Locali. Verificare la vendibilità della CO2 risparmiata dagli Enti Locali avvalendosi dei meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto. Prossimi passi
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