Gli Accordi di Libero Scambio: analisi operativa e opportunità per le Aziende esportatrici GIMAV – Milano, 3 maggio 2016 1.

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Transcript della presentazione:

Gli Accordi di Libero Scambio: analisi operativa e opportunità per le Aziende esportatrici GIMAV – Milano, 3 maggio

Politica commerciale comune  In Europa la Politica Commerciale è una competenza esclusiva dell’ Unione ai sensi del trattato di Lisbona (art. 207 TFUE) e si inserisce nella parte V del TFUE, relativa all’azione esterna dell’UE  La politica commerciale deve essere condotta nel quadro dei principi e degli obiettivi della dimensione esterna dell’Unione Europea 2

Il ruolo della Commissione nella Politica Commerciale Comune  La competenza esclusiva (affermata dalla Corte di Giustizia fin dal Trattato di Roma) attribuisce un ruolo primario alla Commissione  In particolare per la negoziazione e la conclusione di accordi con uno o più Stati terzi o organizzazioni internazionali in materia commerciale per beni, servizi, appalti pubblici e investimenti diretti esteri 3

Obiettivi della Politica Commerciale Comune  contribuire ad una crescita inclusiva e sostenibile dell’Europa  assicurare le migliori condizioni commerciali per le imprese UE, per i lavoratori ed i consumatori  attraverso le relazioni commerciali favorire quindi la crescita economica e l’occupazione 4

Gli obiettivi della Politica Commerciale Comune più vicini agli imprenditori  cogliere le opportunità che derivano dalla nuova o maggiore apertura di mercati attraverso gli Accordi di libero scambio: apertura di nuovi mercati, miglioramento della presenza in altri, benefici derivanti dall’abbattimento o abbassamento dei dazi  contribuire come Italia alla formazione della posizione dell’UE, rappresentando nelle sedi dedicate i nostri interessi difensivi ed offensivi all’interno di una visione comune europea  rappresentare i problemi che incontrano le aziende italiane nei mercati esteri, nell’interesse delle PMI 5

La Commissione e i negoziati commerciali  Raccomandazioni al Consiglio  autorizzazione del Consiglio ad avviare i negoziati sulla base di direttive  conduzione dei negoziati  conclusione tecnica dei negoziati e parafatura 6

Ruolo del Consiglio e degli Stati Membri  tutti gli Stati Membri dell’UE partecipano al Comitato Politica Commerciale (CPC)  Il CPC che assiste la Commissione durante le negoziazioni nel quadro delle direttive impartite dal Consiglio ed è consultato su tutti i temi rilevanti 7

La nostra partecipazione al Comitato di Politica Commerciale  Amministrazioni direttamente Coinvolte : MiSE e MAECI  I rapporti con gli altri SM  I rapporti con la Commissione  I rapporti con la Presidenza  I rapporti con i Membri del Parlamento Europeo (MEPs) 8

Come prepariamo le nostre posizioni  coordinamento tecnico interministeriale  coinvolgimento di tutti i rappresentanti del sistema produttivo attraverso riunioni selettive o inclusive  confronto con la società civile  valutazione interessi difensivi ed offensivi  individuazione delle priorità 9

Strumenti paralleli al Comitato di Politica Commerciale  contatti bilaterali nelle capitali dei Paesi like minded  incontri ad hoc con i Paesi che hanno posizioni dirimenti dalle nostre  interventi del vertice politico  azioni di lobby da parte delle Associazioni di Categoria Confindustria Business Europe 10

Accordi commerciali negoziati dall’Unione Europea  Accordi multilaterali in ambito OMC  Accordi plurilaterali di carattere settoriale: GPA, ITA, EGA, TiSA  Accordi bilaterali di libero scambio: ALS UE-Corea, ALS UE-Vietnam ALS UE- Giappone, TTIP, ALS con i Paesi ASEAN… 11

Gli Accordi di Libero scambio e il mondo imprenditoriale  nell’ambito della politica commerciale internazionale gli accordi di libero scambio tra l’UE e i paesi terzi rappresentano una grande opportunità per imprenditori e aziende italiane per: accedere al alcuni mercati, aumentare la propria presenza in altri, beneficiare dell’eliminazione o dell’abbassamento dei dazi  importanza di un atteggiamento ambizioso e positivo nei confronti di questi accordi da parte del mondo produttivo  troppo spesso il mondo imprenditoriale è preoccupato unicamente dei propri interessi difensivi e delle possibili conseguenze negative di una nuova o maggiore apertura dell’Italia verso nuovi mercati 12

Gli Accordi di Libero scambio e il mondo imprenditoriale è importante considerare l’ampiezza delle possibilità che l’apertura di un mercato comporta per le imprese, non solo per l’esportazione di beni ma anche per la fornitura di servizi e per la partecipazione agli appalti in loco un sistema commerciale globale basato su regole efficaci favorisce un business environment equilibrato e florido in tutti i settori la Commissione nella sua comunicazione «Trade for all» di ottobre 2015 ha ribadito che commercio e investimenti sono fattori determinanti per la crescita e la creazione di posti di lavoro 13

L’Accordo di libero scambio UE- Corea del Sud  l’Accordo di Libero Scambio UE-Corea del Sud è entrato in vigore il 1° luglio 2011  è l’accordo commerciale più ambizioso che l’UE abbia mai concluso  prevede la progressiva eliminazione delle barriere doganali articolata in un arco temporale di venti anni dall’entrata in vigore dell’accordo  l’UE abbatterà di oltre l’80% i propri dazi sulle importazioni dalla Corea del Sud, la quale a sua volta eliminerà proprie tariffe doganali per circa due terzi delle proprie importazioni dall’UE  superamento di una serie di barriere non tariffarie che impediscono il libero scambio in settori come l’automobilistico, il farmaceutico, il medico- sanitario e l’elettronico 14

L’Accordo di libero scambio UE- Corea del Sud  il sistema di importazione in esenzione di dazio da parte della Corea del Sud si applica alle merci di origine preferenziale dell’UE  la prova dell’origine preferenziale, nell’ambito di quest’accordo, deve però essere inserita in fattura unitamente ad un codice di autorizzazione rilasciato dall’Agenzia delle Dogane  lo status di esportatore autorizzato verso la Corea del Sud sarà rilasciato se l’esportatore sarà in grado di provare il carattere originario delle merci che riguardano la sua attività di esportazione  lo scarso utilizzo di questa procedura, per motivi ancora da accertare e che stiamo analizzando, non ha consentito ancora alle aziende italiane che esportano in Corea del Sud di beneficiare appieno dei vantaggi dell’accordo 15

L’Accordo di libero scambio UE- Corea del Sud  il tasso di utilizzo dei regimi preferenziali concessi dall’Accordo si attesta per l’Italia solo sul 53,7%  confronto tra esportazioni nel triennio immediatamente precedente e in quello successivo all’entrata in vigore dell’accordo: il tasso di crescita delle esportazioni dell’UE in Corea è passato dal 6,8% al 10,6% (fonte: Osservatorio economico del Ministero dello Sviluppo Economico su dati Eurostat)  circa la metà dei paesi dell’Unione ha tratto beneficio dall’Accordo intensificando le proprie vendite e tra questi l’Italia: + 16,9 % di crescita dell’export nel triennio seguente all’accordo  interscambio: rispetto al triennio precedente gli scambi di beni sono cresciuti di circa tre punti percentuali 16

L’Accordo di libero scambio UE- Corea del Sud  richiesta di negoziati per il miglioramento dell’accordo da parte dell’UE, soprattutto in relazione a due temi: direct transportation e re-entry of goods after repair  il primo aspetto limita il trattamento preferenziale alle sole merci importate direttamente dall’UE alla Corea o che, transitando attraverso paesi terzi, non siano messe in libera pratica né in alcun modo manipolate  sul secondo tema l’UE chiede che nell’ALS sia riconosciuta l’esenzione dal pagamento dei dazi sulle merci rientrate dopo la riparazione (soprattutto per veivoli che le compagnie coreane riparano in Europa)  per l’Italia sono ancora da risolvere le questioni relative all’importazione di prodotti agroalimentari, rispetto ai quali rimangono barriere di natura sanitaria e fitosanitaria 17

L’Accordo di libero scambio UE- Corea del Sud  la Corea propone invece un pacchetto di emendamenti particolarmente sensibili dal punto di vista politico, quali l’ammissione ai benefici dell’ALS dei beni prodotti nel distretto di Kaesong (in Corea del nord) e l’inserimento di un capitolo sulla protezione degli investimenti  nell’ambito del Trade Commitee (organo di supervisione e applicazione dell’accordo) opera un Gruppo di Lavoro per verificare se vi sono le condizioni per avviare un vero e proprio negoziato per l’emendamento dell’accordo  sarà comunque il Consiglio Europeo a doversi esprimere in merito  iter di ratifica dell’accordo da parte del Parlamento italiano definitivamente concluso il 29 luglio 2015 con l’approvazione della ratifica e dell’esecuzione dell’accordo 18

L’Accordo di libero scambio UE - Vietnam  i negoziati per l’accordo di libero scambio sono stati lanciati nel giugno 2012, all’interno del più ampio Accordo di Partenariato e Cooperazione (ACP) che regola i rapporti tra UE e Vietnam  i negoziati si sono conclusi a dicembre 2015; la revisione giuridica del testo è in corso e sarà seguita dalla traduzione nelle lingue ufficiali dell'UE e vietnamita  si tratta di un accordo significativo nell’ambito dell’area ASEAN che si pone come benchmark elevato, al di sotto del quale non potranno collocarsi i futuri ALS con altri paesi dell’area  il testo contiene un particolare riferimento alle previsioni sul carattere essenziale del rispetto dei diritti umani, democrazia e stato di diritto nei rapporti UE-Vietnam 19

L’Accordo di libero scambio UE- Vietnam  sono presenti impegni in merito all’adesione agli standard e alle convenzioni ILO, alla promozione della Corporate Social Responsibility e alla tutela dell’ambiente  per l’accesso al mercato dei beni è previsto un tasso di liberalizzazione pari al 99% delle linee tariffarie, sia in termini numerici che di valore, con un principio di simmetria degli impegni  l’asimmetria caratterizza unicamente i periodi transitori, che sono più lunghi per il Vietnam (massimo 10 anni per arrivare allo smantellamento completo delle tariffe) rispetto a quelli dell’UE (massimo 7 anni)  all’entrata in vigore dell’accordo, il 71% delle esportazioni vietnamite entreranno nell’UE a dazio zero, a fronte di uno smantellamento del 65% dei dazi all'importazione da parte vietnamita sui prodotti UE 20

L’Accordo di libero scambio UE- Vietnam  nel settore dei beni industriali, il 75% delle esportazioni di macchinari e apparecchiature UE saranno liberalizzate all’entrata in vigore dell’accordo, il 97% dopo cinque anni e il resto dopo 7 anni  per i prodotti della chimica (che da soli rappresentano circa il 10% dell’export UE), la liberalizzazione sarà pari al 68% all’entrata in vigore, 75% a tre anni, 95% a cinque anni e totale dopo 7 anni  in materia di RdO il risultato è positivo, in quanto aderente alle RdO UE; il relativo protocollo prevede il principio di “non-alterazione”, più favorevole agli esportatori UE rispetto alla disposizione del “trasporto diretto” prevista da altri ALS  gli esportatori europei potranno presentare una autocertificazione o il certificato EUR.1 21

L’Accordo di libero scambio UE- Vietnam  appalti pubblici - a livello centrale, la copertura include tutti i settori maggiormente attrattivi (trasporti, infrastrutture....) -a livello sub-centrale, sono state inserite in annesso le due principali municipalità (Hanoi e Ho Chi Minh City) che da sole rappresentano circa il 50% degli appalti «locali»  disciplina sulle Imprese di Stato grazie al principio di non discriminazione, sarà assicurata una posizione di parità alle aziende private e un maggiore controllo sugli operatori statali grazie alle norme sulla trasparenza e sull’accesso alle informazioni relative alle agevolazioni concesse 22

CETA - UE Canada  i negoziati tra l’UE e il Canada per un accordo economico e commerciale globale (c.d. CETA, Comprehensive Economic and Trade Agreement) sono stati avviati nel maggio 2009 e ad ottobre 2013 è stata raggiunta un’intesa politica sui punti chiave dell’accordo e la valutazione dei risultati dell’accordo è molto positiva  la traduzione del testo sarà pronta per giugno prossimo e da quel momento si lavorerà per consentire quanto prima la firma e la ratifica dell’accordo  tariffe: sarà liberalizzato il 99,8% delle linee tariffarie, di cui il 98,4% già all'entrata in vigore, mentre per nessun prodotto sono previsti periodi transitori > 7 anni  prodotti industriali: liberalizzazione delle tariffe a regime sarà pari al 100%, di cui il 99,6% all'entrata in vigore 23

CETA - UE Canada  per gli esportatori UE è previsto un risparmio medio in dazi di 470 milioni di euro  prodotti agricoli e agricoli trasformati: liberalizzate il 96,3% delle linee tariffarie, di cui circa l’84% all'entrata in vigore  equilibrato anche il risultato ottenuto in materia di accesso al mercato agroalimentare per i prodotti sensibili (tra cui manzo, maiale e mais per l’UE, prodotti lattiero-caseari, pollo e tacchino, per il Canada)  altro risultato altamente positivo, data la posizione iniziale del Canada, estraneo a questo tipo di sistema, è quello del riconoscimento delle IIGG europee 24

CETA - UE Canada  In materia di appalti pubblici, l’UE ha ottenuto l’accesso all’80% del mercato nel settore energia e servizi pubblici  nel capitolo Servizi e investimenti, gli impegni canadesi sono andati oltre quelli assunti nel NAFTA in particolare per i trasporti marittimi ed aerei; concordato un elevato livello di protezione degli investimenti  nel complesso, i principali parametri dell’accordo politico raggiunto con il Canada tracciano un’intesa che non si discosta molto dal livello di ambizione desiderato dall’UE e dall’Italia  quanto ottenuto dal Canada sarà un parametro di riferimento anche con gli USA: è quindi importante aver raggiunto buoni risultati in molti settori di nostro interesse 25

Negoziati per un Accordo di Libero Scambio UE-Giappone  il mandato per l’avvio di un accordo di libero scambio tra UE e Giappone è stato approvato a novembre 2012 e i negoziati sono iniziati nel 2013  nel testo del mandato è stato inserito un riferimento chiaro alla necessità di un parallelismo tra lo smantellamento tariffario da parte dell’UE e l’eliminazione delle misure non tariffarie da parte giapponese  il Giappone ha spesso adottato di misure restrittive in campo commerciale, che hanno reso difficile, in alcuni casi impossibile, l’accesso per i nostri beni industriali ed eno-gastronomici  a garanzia del funzionamento di tale meccanismo è stata inclusa una clausola di revisione che consentisse all’UE, dopo 12 mesi, di verificare l’effettiva eliminazione delle BNT da parte giapponese 26

Negoziati per un Accordo di Libero Scambio UE-Giappone  per la nostra sensibilità nel settore dell’auto, è stato ottenuto un periodo transitorio che può andare oltre i 7 anni previsti per il progressivo smantellamento daziario per i prodotti più sensibili (primo, proprio l’auto)  Inoltre la clausola bilaterale di salvaguardia assicurerà un’ulteriore protezione per specifici settori sensibili (tra cui l’auto) in presenza di eventuali impennate improvvise di importazioni che possano causare danno all’industria nazionale  come stabilito nell’accordo, ad aprile 2015 la Commissione ha valutato i progressi del Giappone nello smantellamento delle Barriere Non Tariffarie e a giugno dello stesso anno è stato dato parere favorevole al proseguimento dei negoziati 27

Negoziati per un Accordo di Libero Scambio UE-Giappone  gli SM non hanno concordato sul prosieguo del negoziato esortando la Commissione Europea ad essere particolarmente vigile sull’effettiva apertura del mercato ferroviario giapponese  si sono svolti finora 16 round negoziali, l’ultimo dei quali a Tokyo dall’11 al 20 aprile. Nel corso del round si sono registrati progressi su regole, barriere non tariffarie, cooperazione doganale, offerte su servizi e investimenti, proprietà intellettuale.  i temi sui quali differenze restano maggiori sono invece: appalti pubblici, standard sanitari e fitosanitari, sviluppo sostenibile, tariffe  i settori industriali nei quali si prevede possano esserci i maggiori benefici del negoziato di libero scambio con l’UE sono: automobili, macchinari, strumenti ed elettronica 28

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP)  Il Trattato è particolarmente importante perché UE e USA sono i due principali attori dell’economia globale Rappresentano quasi metà del PIL mondiale: 46% (UE 23%; USA 23%) 30% del commercio internazionale e 20% di tutti gli investimenti diretti esteri  i negoziati sono stati avviati a febbraio 2013  l mandato è stato approvata a giugno 2013 (e desecretato ad ottobre 2014)  si sono svolti finora 13 round negoziali, l’ultimo dei quali è appena terminato a New York (25-29 aprile) 29

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP) i 3 pilastri del TTIP: 1)Accesso al mercato: liberalizzazione degli scambi di beni e servizi, accesso agli appalti pubblici, disposizioni su investimenti 2)Aspetti regolamentari e barriere non tariffarie: coerenza regolamentare, mutuo riconoscimento degli standard, barriere tecniche agli scambi, SPS 3)Altre regole: diritti di PI, indicazioni geografiche, facilitazione degli scambi, semplificazione procedure doganali, disposizioni in materia di aiuti di Stato, PMI 30

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP) Temi trattati finora  Scambio di offerte nel settore dei servizi - offerte tariffarie - offerte appalti pubblici  Regolamentazione: discussioni sulla convergenza regolamentare per settore farmaceutico, cosmetico, dispositivi medicali, automotive, chimico e tessile  Regole sviluppo sostenibile/occupazione/ambiente energia e materie prime questioni doganali e facilitazione degli scambi 31

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP) sono soprattutto le PMI che dovrebbero beneficiare del TTIP  già 150 mila piccole e medie imprese europee esportano negli USA, con un 28% del valore dell’export UE oltreoceano  principali settori di forza: agroalimentare, tessile, pelletteria, chimica  l’Italia ha maggior numero di PMI che esportano verso USA ( per 11,2 miliardi di euro) 32

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP) In media, le barriere tariffarie tra UE e USA sono già basse Dazio medio sulle merci italiane esportate verso gli USA = 2.7% sulle merci europee = 1.9% alcuni prodotti di nostra esportazione (tessile-abbigliamento-calzature, prodotti dell’industria dei mezzi di trasporto, beni per le costruzioni) sono soggetti a dazi tra il 6,6 e il 9% Il TTIP dovrebbe portare all’abolizione dei dazi in quasi tutti i settori industriali 33

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP) le nostre attese sulla conclusione del TTIP riguardano:  elevato livello di liberalizzazione daziaria e rimozione dei picchi tariffari  alto grado di coerenza regolamentare  rimozione delle barriere non tariffarie  migliore accesso agli appalti pubblici a livello federale e sub-federale: trattamento nazionale per gli operatori UE  tutela degli investimenti incluso un meccanismo di risoluzione delle controversie (RID, Resolution on Investment Disputes /ICS Investment Court System) 34

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP)  inclusione dei servizi finanziari  lotta alla contraffazione e all’utilizzo di informazioni ingannevoli nel settore agroalimentare («Italian sounding»)  protezione delle indicazioni geografiche (eventuale coesistenza con i marchi precedentemente registrati)  inclusione di uno specifico capitolo sull’energia  riconoscimento delle qualifiche professionali e facilitazione del movimento delle persone fisiche (modo 4) 35

Negoziati per il Partenariato Transatlantico su Commercio e Investimenti (TTIP)  inoltre, il nostro Paese ha chiesto e ottenuto maggiore trasparenza nel processo negoziale  durante la Presidenza italiana del Consiglio Europeo è stata infatti ottenuta la desecretazione del mandato negoziale (ottobre 2014)  sul sito della DG Trade della Commissione vengono pubblicati report su ogni tornata negoziale:  è possibile consultare questi e altri documenti anche sulla pagina dl sito del Ministero dello Sviluppo economico dedicata al TTIP: commerciale-internazionale/ttip-transatlantic-trade-investment-partnership 36

Grazie per la vostra attenzione! Per ogni ulteriore informazione potete contattarmi Federica Neri Direzione Generale Politica Commerciale Internazionale Divisione V - Politica commerciale comune 37