Corso Writing Theatre ELEMENTI DI STORIA E TEORIA DELLA DRAMMATURGIA Modulo 1 U1.1 - Drammaturgia occidentale dall'antichità al 600
OBIETTIVO DI APPRENDIMENTO Conoscere l'evoluzione della drammaturgia occidentale a partire dall'antichità fino al Seicento, nel contesto della prassi spettacolare delle diverse epoche.
ARGOMENTI SPECIFICI Il Teatro greco e latino Il Medioevo Il Rinascimento La Commedia dell'arte Molière
Il Teatro greco e latino La base storica della tradizione teatrale occidentale è localizzabile nelle rappresentazioni tragiche e comiche che ci appaiono in forma già matura nel V secolo a. C. in Grecia, ad Atene. Durante le Dionisie di marzo, la più importante festa dell’anno ateniese, tre poeti designati preparavano un gruppo di quattro drammi, tre dei quali erano tragedie. Per i cinque o sei giorni della durata della festa veniva dichiarata nella città una pace sacra, e non era permesso alcun atto di violenza, nemmeno nella finzione scenica. Fino al 409 a. C. le gare venivano svolte nell’agorà, ossia la piazza del mercato, ma dopo il crollo delle impalcature di legno, le manifestazioni vennero spostate in un teatro (“luogo per vedere” ) scavato alle pendici della collina dell’Acropoli, proprio accanto al tempio di Dioniso.
Il Teatro greco e latino Con il passare del tempo un’elaborata costruzione in pietra sostituì il legno, e fu proprio in un teatro di questo tipo che nel 484 a. C. fu rappresentata con successo la prima opera di Eschilo ( a. C.). Nel 458 a. C. fu rappresentata la sua grande trilogia, l’Orestea, da quel momento in poi si affacciarono sulla scena poeti più giovani di lui, tra cui Sofocle (ca a. C.), Euripide (ca a. C.) e Aristofane (ca a. C.). Ben presto in ogni città greca si costruirono teatri. Come data di nascita del Teatro romano si può considerare il 240 a. C., quando Livio Andronico portò per la prima volta sulle scene una tragedia e una commedia greca tradotte. Il primo teatro stabile, di pietra venne costruito a Roma da Pompeo nel 55 a. C., e rimase per lungo tempo il teatro per antonomasia.
Il Teatro greco e latino Si può facilmente immaginare che, anche a livello di edificazione, le differenze tra teatro greco e romano siano numerose, dovute al fatto che il teatro romano non è un fenomeno nato dalla realtà locale, ma una dotta rielaborazione di una diversa cultura, un luogo dove si fa cultura e intrattenimento e non un’effettiva esigenza espressiva della comunità, come in Grecia. Tutto questo non deve far pensare ad un teatro “minore”, soprattutto nel caso di Plauto, né sminuisce il livello degli spettacoli romani, che modificarono profondamente le forme della grecità classica.
Il Medioevo Dal V al X secolo non si ebbe un’attività teatrale organizzata, anche se alcuni testi di opere drammatiche romane vennero accuratamente conservate nelle biblioteche dei monasteri. Nel X secolo appare una forma d’arte drammatica: i drammi liturgici. Dal punto di vista linguistico, ai testi latini si andarono progressivamente aggiungendo frasi e canti nei dialetti locali, ben presto le sacre rappresentazioni si diffusero in tutta l’Europa dove venivano eseguite nelle diverse lingue nazionali.
Il Medioevo Molti di questi testi, spesso assai lunghi, comprendono musiche (come il canto gregoriano), i disegni di scena e i costumi, le attrezzature e gli effetti scenici. Così le sacre rappresentazioni, nate come parte del servizio liturgico, divennero uno spettacolo per il pubblico. Infine l’ultima forma dell’arte drammatica medioevale, anche se di origini più antiche, fu la rappresentazione allegorico-morale. Il cosiddetto teatro laico non cessò mai di esistere: mimi, buffoni, istrioni e giullari hanno mantenuta viva, per tutto il Medioevo, una vena satirica, frizzante e schiettamente comica.
Il Rinascimento Nell’ambito della rinascita del mondo antico, non poteva mancare una riscoperta del teatro erudito e classico, movimento culturale che ebbe l’Italia come centro di irradiazione per due secoli. Il teatro venne preso in considerazione globalmente: sia dal punto di vista letterario, sia architettonico sia scenografico e scenico. La scena dei Festival ferraresi e quella dell’Accademia romana di Pomponio Leto, testimoniano la curiosità che viveva intorno al concetto stesso di teatro durante l’epoca rinascimentale.
La Commedia dell‘Arte Il complesso di fenomeni che siamo soliti raggruppare sotto la dicitura Commedia dell’Arte, diventa individuabile in Italia nella seconda metà del XVI secolo e, dunque, nel pieno dell’età rinascimentale, tanto da apparirne quasi come il frutto più maturo. Costituisce “un genere” di teatro che possiamo definire come quel tipo di commedia nella quale intervengono personaggi mascherati, chiamati “maschere” tout-court, recitata da attori professionisti i quali improvvisano, anziché imparare a memoria la loro parte.
La Commedia dell‘Arte L’abilità dell’attore faceva in modo che non ci fosse soluzione di continuità scenica tra le parti improvvisate e quelle scritte, in modo che l’interesse del pubblico fosse sempre tenuto acceso. Le principali maschere sono: Pantalone mercante veneziano, Balanzone bolognese, Matamoros il capitano spaccone, Pulcinella napoletano, Meneghino milanese. La commedia dell’Arte ebbe un grande successo anche in Francia, Inghilterra, Austria e Russia. L’espressione compare solo nel 1750, nella commedia di Goldoni “Il teatro comico”, dopo Goldoni la commedia dell’Arte divenne solo un reperto.
Molière Jean Baptiste Poqueline detto Molière (Parigi ) fu, come accadeva anche ai suoi concorrenti, un attore tragico. La sua scelta di adozione di un tono medio lo portò all’insuccesso nelle sue tragedie e alla gloria nella rappresentazione delle sue commedie. Qui, infatti, il tono medio, non disgiunto da una continua variazione dell’intensità drammatica, venne riconosciuto come la conquista di una nuova dignità per la Commedia. La raffigurazione dell’ambiente borghese non è più ideologica ma obiettiva.
Molière La borghesia parigina sulla quale si fondava la prosperità del regno e la forza del re, viene rappresentata in maniera realistica. In questo ambiente e con questo tono vengono alla luce i suoi noti personaggi come: l’avaro, il malato immaginario, l’ipocrita. Questi diventano incarnazioni di una qualità psicologica astratta e quindi resa assoluta. Molière morì sulla scena dove era sempre vissuto mentre rappresentava il Malato Immaginario. Tra le opere ricordiamo: Il Tartufo, Don Giovanni, Il Misantropo, L’Anfitrione, L’Avaro, Il Medico per Forza, Borghese Gentiluomo, Le Donne Saccenti.