Avvio del nuovo modello di organizzazione NBCR del Corpo Nazionale VV.F. Circolare n. 6 prot. n. EM 2052/ /05/02 Adeguare la capacità di risposta del Corpo alla nuova minaccia terroristica, integrando la preparazione ad affrontare e risolvere gli scenari di tipo ”non convenzionale"
Problematiche generali competenze di base diffuse competenze specialistiche a livello regionale competenze intermedie a livello provinciale livelli differenziati di competenza
Obiettivo liv 0. Componenti della Squadra Base d’intervento liv1. Capo della Squadra Base 4 livelli di competenza liv 2. Esperto provinciale Liv 3. Nucleo risolutivo regionale opera in forma coordinata con il “Comandante per l’incidente” (Funzione svolta dal Comandante provinciale o Funzionario delegato)
Obiettivo 4 livelli di competenza Conoscenze di base rischio NBC criteri di classificazione delle sostanze etichettatura e segnaletica criteri di delimitazione Capacità impiego DPI e strumenti rilevazione e decontaminazione in dotazione attuazione delle procedure base per l’approccio all’ isolamento e decontaminazione Livello 0.
Obiettivo 4 livelli di competenza Conoscenze più approfondite schede di sicurezza tecniche difensive di contenimento e protezione Capacità analisi di severità dell’incidente valutazione speditiva delle aree d’impatto giudizio di idoneità e scelta DPI colloquio con la Sala Operativa ed interlocutori superiori valutazione fattibilità, evoluzione, progressi gestire le operazioni post-intervento Livello 1.
Procedure operative NBCR
Risulta di fondamentale importanza che l’addetto della Sala Operativa sappia riconoscere e classificare l’emergenza come di tipo NBCR
Sala Operativa 115 E’ la prima opportunità per riconoscere se si è in si presenza di un potenziale incidente chimico. Un attacco chimico terroristico probabilmente genererà un flusso abbondante di chiamate per richiesta di aiuto. Attraverso il serrato esame delle informazioni fornite e un rapido controllo incrociato delle numerose richieste, un operatore ben addestrato deve essere in grado di capire che l’incidente non risulta di natura ordinaria.
Riconoscere e diramare a tutti i soccorritori questa informazione sul tipo di incidente e renderli quindi edotti della potenziale minaccia e delle misure precauzionali da adottare, può essere la chiave per salvare la vita degli stessi soccorritori che per primi giungono sulla scena e consentire, quindi, il salvataggio delle persone ed il confinamento, per quanto possibile, dell’evento. Sala Operativa 115
Indicatori di un possibile attentato (BIOCHIMICO) Scoppio o esplosione con limitati effetti (limitati danni strutturali), specialmente se in luogo pubblico Segnalazione di un dispositivo, un contenitore o un veicolo che ha disperso una sostanza nebulizzata o del vapore Molte persone coinvolte che presentano sintomi similari Più persone che lamentano un effetto apparentemente senza causa o senza traumi Segnalazioni di odori insoliti provenienti da liquidi o sostanze nebulizzate
Quesiti ed aspetti da definire da parte dell ’ addetto alla sala operativa In che zona è avvenuto l ’ incidente? L ’ incidente è all ’ interno di un edificio o all ’ esterno? Sono coinvolti veicoli? Si tratta di un edificio o di una struttura pubblica/collettiva/densamente occupata? C ’ è stato un incendio o un ’ esplosione? Sono state notate dispersioni di liquidi nebulizzati o vapori? Sono stati uditi sibili o rumori strani, sono stati notati getti o spruzzi? E ’ stato notata una bombola, un pacco, un fusto, un contenitore, uno spezzone di tubo sospetto? Ci sono degli infortunati o persone inanimate o animali morti? Quanti, circa? Che cosa lamentano, quali sono i loro sintomi? Sono stati notati individui sospetti? E ’ stato notato qualcuno che indossava indumenti protettivi (maschere, guanti, tute chimiche)? Qual è la direzione del vento?
Si può descrivere chi è stato o eventuali veicoli che si sono allontanati dalla scena? Quali sono le generalità ed il recapito delle persone che hanno chiamato? Qual ’ è, alla fine, lo scenario complessivo che si può ricostruire, sulla base delle descrizioni riferite? Quesiti ed aspetti da definire da parte dell ’ addetto alla sala operativa
Identificare un luogo sufficientemente lontano o protetto dall ’ evento ove raccogliere le persone in attesa dei soccorsi Togliere gli indumenti contaminati Evitare per quanto possibile di diffondere la contaminazione Se disponibili nelle vicinanze fontane o simili, lavare abbondantemente le parti contaminate In ogni caso, prima di allontanarsi attendere l ’ arrivo dei soccorsi e lasciare le proprie generalità (può essere molto importante per la sicurezza dell ’ interessato e dei familiari) Indicazioni e consigli da fornire al richiedente
SQUADRE da inviare/allertare Nucleo Provinciale NBC (Squadra Base competente per territorio altre Squadre Base disponibili (livello 0+1) Esperti Provinciali (livello 2), Responsabile dell ’ intervento (livello 3) con APS/ABP e mezzi speciali NBC Atri mezzi speciali e di supporto, secondo le necessità (AS, AG, ACT/Schiumogeno,...) Nucleo Operativo Regionale NBC ed eventuali altre risorse regionali (tramite Ispettorato Regionale) Altri Nuclei Operativi Regionali NBC od altre risorse extra- regionali (tramite Centro Operativo M.I.)
La prima squadra diretta sull’intervento Devono essere disponibili al ROS le informazioni sullo scenario inerenti: – la natura dell’incidente; – la sostanza del rilascio (se possibile); – i settori/aree colpiti; – direzione e velocità del vento, contattando eventualmente l’Ufficio Meteorologico più vicino al fine di prevedere la velocità di dispersione della nube; – schede di sicurezza aggiornate sui prodotti coinvolti; – l'indicazione del percorso per raggiungere il luogo;
Dal momento che un soccorritore ha riconosciuto un attentato in quanto tale deve essere in grado di gestire in sicurezza l ’ evento svolgendo efficacemente le operazioni di salvataggio. L ’ attenta valutazione dei rischi e delle azioni possibili, da attuarsi poi tempestivamente, è essenziale per garantire l ’ incolumità della popolazione e dei soccorritori. Azioni all’arrivo in posto
Rispetto ad un intervento ordinario, l ’ attentato sarà molto più ricco di imprevisti e coinvolgerà probabilmente un sito densamente popolato. E ’ probabile che all ’ arrivo le squadre VF si trovino di fronte uno scenario con un elevato numero di persone coinvolte (traumatizzati, contaminati chimicamente, con effetti psicosomatici, ecc.) e debbano affrontare notevoli problematiche non solo tecniche per il controllo della scena. Il sistema di comando dovrà essere adeguato a tale situazione.
Azioni all’arrivo in posto La spinta a precipitarsi sul luogo dell’incidente per portare assistenza alle vittime deve essere mantenuta sotto controllo, pena la possibilità che il soccorritore VF diventi a sua volta una vittima e che le risorse inviate sul posto diventino incapaci di portare soccorso. Inoltre la stessa assistenza agli operatori in difficoltà non potrà essere prestata in modo semplice e tempestivo. Le operazioni dovranno essere ben coordinate con le attività di polizia.
Ricordare i Compiti assegnati ai Vigili del Fuoco Sicurezza di tutti i soccorritori all’interno dell’area operativa; Classificazione e definizione delle zone; Salvataggio delle vittime in area contaminata Operazioni di soccorso tecnico; Trattamento delle sostanze pericolose (individuazione, neutralizzazione, recupero,...); Approvvigionamento idrico; Numerazione e classificazione degli operatori VF; Decontaminazione e riabilitazione degli operatori; Collegamento con le Forze di Polizia e le Autorità.
-Determinare la direzione del vento -Avvicinarsi alla scena mantenendosi sopravento -Fermarsi a distanza adeguata per raccogliere informazioni -Avvisare gli altri soccorritori in arrivo -Adottare fin dalla prima ricognizione l ’ equipaggiamento personale da intervento completo di autorespiratore -Porre attenzione a possibili ordigni secondari -Tenere presente che si tratta di uno scenario criminale: - Vietare l ’ ingresso alle persone non autorizzate - Preservare eventuali prove - Gli attentatori potrebbero essere tra le vittime -Evitare il contatto con i liquidi Criteri ed accorgimenti per l ’ approccio all ’ intervento
-Assumere informazioni e riferire alla Sala Operativa una visione complessiva della situazione -Valutare e richiedere con sollecitudine ogni risorsa ritenuta necessaria: -Forze dell ’ Ordine e relative squadre specialistiche (artificieri, …) -Altri esperti o Squadre attrezzate per intervento o consulenza (chimica, biologica, veterinaria, elettrica, …) Criteri ed accorgimenti per l’approccio all’intervento
una persona può trovarsi coinvolta in una EMERGENZA CHIMICA NON CONVENZIONALE senza averne la benché minima coscienza o conoscenza che cosa gli accadrà?
una persona può trovarsi coinvolta in una EMERGENZA CHIMICA NON CONVENZIONALE senza averne la benché minima coscienza o conoscenza che cosa gli accadrà? ANCHE LETALI sicuramente subirà gli effetti ANCHE LETALI
AREA di IMPATTO con lui tutti coloro che si trovano nell’AREA di IMPATTO NON deve essere coinvolta La squadra VF NON deve essere coinvolta
analogo rischio si corre nell’ AREA di POTENZIALE CONTAMINAZIONE NON deve essere coinvolta La squadra VF NON deve essere coinvolta
DOVE ci dobbiamo FERMARE? in AREA SICURA !!!!!!!!
DOVE ci dobbiamo FERMARE? COME ci dobbiamo PROTEGGERE?
DOVE ci dobbiamo FERMARE? COME ci dobbiamo PROTEGGERE? COME si fa a DELIMITARE L’AREA? COME si fa a DELIMITARE L’AREA?
DOVE ci dobbiamo FERMARE? COME ci dobbiamo PROTEGGERE? COME si deve DECONTAMINARE? COME si fa a DELIMITARE L’AREA? COME si fa a DELIMITARE L’AREA?
DOVE ci dobbiamo FERMARE? COME ci dobbiamo PROTEGGERE? COME si fa il CONTENIMENTO? COME si fa il CONTENIMENTO? COME si deve DECONTAMINARE? COME si fa a DELIMITARE L’AREA? COME si fa a DELIMITARE L’AREA?
La logica tradizionale dei VIGILI DEL FUOCO – “si va, si valuta, si provvede” – deve essere in parte modificata, accentuando ed anticipando le fasi di: dei rischi, delle protezioni, della tecnologia necessaria a fronteggiare e risolvere l’evento individuazione, categorizzazione, dimensionamento, previsione
Zonizzazione e operazioni tecniche Come determinare la suddivisione delle zone di intervento delle zone di intervento
Zona Calda Rossa - ZC Identificazione a carico di : VVF Descrizione: Zona operativa pericolosa. Area nella quale si svolge l’intervento tecnico ed i salvataggi. Protezione elevata degli operatori Caratteristiche: Vi è possibilità di pericolo latente. Può accedervi solo personale VVF o personale da essi autorizzato. Ubicazione Può essere centrale rispetto ai soccorsi.
VENTO Zona Rossa – Calda Pericoloso – Operativo Solo squadre completamente protette Pericoloso – Non Operativo Nessuno – Area Interdetta per Pericolo Incombente
Zona Tiepida Arancio - ZT Identificazione a carico di : VVF Descrizione: Zona operativa che in scenari convenzionali non è pericolosa. Caratteristiche: All’interno di tale area, negli scenari convenzionali, non vi sono pericoli in fase evolutiva e vi può essere locata l’area triage. Ubicazione L’area è posta tra la zona calda e la zona fredda.
VENTO Zona Arancio – Tiepida Potenzialmente Pericoloso – Operativo Area Decontaminazione VV.F. Protezione NBC 118 Protezione NBC Supporto Zona Rossa – Calda Pericoloso – Ope r ativo Solo squadre completamente protette Pericoloso – Non Operativo Nessuno – Area Interdetta per Pericolo Incombente
zona ARANCIONE = decontaminazione DECO USCITA INGRESSO DIRETTORE DI ZONA
Area Decontaminazione Vittime ADV Identificazione a carico di : VVF- 118 Descrizione: Zona operativa nella quale si svolge la decontaminazione degli operatori NBC. Caratteristiche: Deve essere posta in zona nettamente separata dall’area riservata alla decontaminazione degli operatori NBC. Ubicazione L’area inizia in zona calda e attraversando la zona tiepida termina in quella fredda
VENTO Zona Arancio – Tiepida Potenzialmente Pericoloso – Operativo Area Decontaminazione VV.F. Protezione NBC 118 Protezione NBC Supporto Zona Rossa – Calda Pericoloso – Operativo Solo squadre completamente protette Pericoloso – Non Operativo Nessuno – Area Interdetta per Pericolo Incombente ADV
Area Decontaminazione Operatori Identificazione a carico di : VVF Descrizione: Zona operativa nella quale si svolge la decontaminazione degli operatori NBC. Caratteristiche: Deve essere in posizione nettamente separata dall’area dedicata alla decontaminazione delle vittime. Ubicazione L’area inizia dal confine tra le zone “rossa” e “arancio”.
VENTO Zona Arancio – Tiepida Potenzialmente Pericoloso – Operativo Area Decontaminazione VV.F. Protezione NBC 118 Protezione NBC Zona Rossa – Calda Pericoloso – Operativo Solo squadre completamente protette Pericoloso – Non Operativo Nessuno – Area Interdetta per Pericolo Incombente ADV ADO
Zona Fredda Gialla - ZF Identificazione a carico di : VVF Descrizione: Zona operativa, non pericolosa. Caratteristiche: All’interno di quest’area trova posizione il posto di comando. Ubicazione E’ collocata tra la zona tiepida, arancio, e la zona non operativa “bianca”.
VENTO Zona Gialla – Fredda Non Pericoloso – Operativo Posto Comando VV.F. Protezione Ordinaria 118 Protezione Ordinaria Zona Arancio – Tiepida Potenzialmente Pericoloso – Operativo Area Decontaminazione VV.F. Protezione NBC 118 Protezione NBC Zona Rossa – Calda Pericoloso – Operativo Solo squadre completamente protette Pericoloso – Non Operativo Nessuno – Area Interdetta per Pericolo Incombente ADO ADV
Zona Bianca - ZB Identificazione a carico di : FFOO Descrizione: Zona, non pericolosa, interdetta per necessità non operative Caratteristiche: La zona è controllata dalle forze dell’ordine ed interdetta al pubblico. Ubicazione Circonda la zona gialla
Zona Bianca Non Pericoloso – Non Operativo Autorità, Media Area Attesa 2° livello VENTO Zona Gialla – Fredda Non Pericoloso – Operativo Posto Comando VV.F. Protezione Ordinaria 118 Protezione Ordinaria Supporto Logistico Zona Arancio – Tiepida Potenzialmente Pericoloso – Operativo Area Decontaminazione VV.F. Protezione NBC 118 Protezione NBC Zona Rossa – Calda Pericoloso – Operativo Solo squadre completamente protette Pericoloso – Non Operativo Nessuno – Area Interdetta per Pericolo Incombente ADO ADV Comando
D.P.I. PROTEZIONE PER IL PERSONALE OPERATIVO IN INTERVENTI NBCR
SCOPO DELL’UTILIZZO DEI D.P.I. Protezione della persona contro rischi chimici biologici sostanze radioattive
Definizione di DPI Si intende per Dispositivo di Protezione Individuale (DPI) qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo
LE SOSTANZE CONTAMINANTI Chimiche Nucleari Gas Vapori Liquidi Aerosols Particolati (es. Polveri) Fibre Biologiche Batteri Tossine Spore Virus Funghi
Rischi per la Salute Intossicazioni acute Intossicazioni croniche Sostanze cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione (R45, R49) - Cat. 1: note per effetti cancerogeni sull’uomo - Cat. 2: Sost. Considerate cancerogene - Cat. 3: da considerare con sospetto per possibili effetti cancerogeni Sostanze corrosive Sostanze irritanti Effetto immediato o nel tempo!!
Esempio di correlazione tra dose ed effetto doseEffetto acutoEffetto cronico Un bicchierino di grappa consumato in minimo nessuno 60 minuti Un litro di grappa consumato in malessere o minimo 60 minuti morte Un bicchierino di grappa consumato ogni 60 minuti per 12 ore al giorno ogni minimo danni al cervello giorno per 365 giorni all’anno e al fegato Un litro di grappa consumato in un anno nessuno nessuno
Eliminazione e/o Riduzione dei Rischi Professionali. ELIMINARE IL RISCHIO 1 CONTENERE IL RISCHIO 2 SEPARARE IL RISCHIO DALL’AMBIENTE 3 USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE 4
CRITERI DI SCELTA DI UN DPI
Categorie di D.P.I. e Certificazione Categoria 1 Progettazione Semplice Categoria 2 Progettazione Intermedia Categoria 3 Progettazione Complessa RischioLieve EntitàIntermedio Lesioni gravi, permanenti o di morte Esempio di D.P.I. Dispositivi per lo sport Guanti per pulizia Occhiali da sole Calzature di sicurezza Protezione dell’udito Protezione Chimica, Biologica e Nucleare Requisiti per la certificazione Autocertificazione Doc. tecnica Nota informativa Dichiarazione di conformità Attestato CE Documentazione tec. Nota informativa Prove di tipo Attestato CE Documentazione tecnica Nota informativa Prove di tipo Controllo DPI: qualità e/o prodotto Marcatura 2 Esempio di Marcatura Codice Ente di Controllo Produzione D.L. 475/92
Obblighi Il Datore di Lavoro deve Fornire al lavoratore attrezzature e dispositivi di protezione individuale (DPI) idonei ed adeguati ai tipi di rischi correlati alle lavorazioni da eseguire e deve mantenerli in efficienza curandone la manutenzione e/o la sostituzione Il Lavoratore deveobbligatoriamente utilizzare i DPI forniti dal datore di lavoro
Principali simboli per indumenti di Protezione Chimica,Biologica e Nucleare Protezione Chimica Protezione Biologica Protezione Nucleare Proprietà Antistatiche
I sei Tipi di Protezione Chimica Simbologia EN 340Tipi di ProtezioneSimbologia DuPont Tenuta Stagna di Gas Tenuta non Stagna di Gas Tenuta ai Liquidi Tenuta agli Spray Tenuta alle particelle ‘ Tenuta a schizzi liquidi
Requisiti Fisici e di Barriera Requisiti Fisici Abrasione Scoppio Strappo Flessione Comportamento al calore Requisiti di Barriera Tasso di Penetrazione Tasso di Repellenza Tempo di Permeazione
La Classe Al termine di ogni prova viene assegnata una CLASSE CLASSE 1 Prestazioni minime CLASSE 6 Prestazioni massime La Classe viene determinata dalla prestazione del materiale testato e può variare da prova a prova
Penetrazione Processo Fisico EN 368
Permeazione Processo Chimico EN ISO 6529
Permeazione EN ISO 6529 Processo con il quale un prodotto chimico si diffonde attraverso un materiale a livello Molecolare Il processo comprende: –assorbimento dalla superficie esterna –diffusione attraverso il materiale –Rilascio dalla superficie interna
Risultati della prova di Permeazione EN ISO 6529 Tempo di Permeazione Tempo che intercorre fra il contatto iniziale con il prodotto e l’istante nel quale la permeazione rilevata raggiunge il valore di 1 µg/cm 2.min
La Classe per la resistenza alla permeazione chimica EN ISO 6529 Il materiale è classificato in funzione del tempo trascorso per raggiungere un tasso di permeazione di 1 µg/cm²/min ClasseTempo di Passaggio (minuti) 6> – – – – – 30
Tipi e classi di Prestazione PROTEZIONE = Classe Materiale Tipo d’indumento
La marcatura oltre ad essere conforme agli standard per la protezione chimica deve contenere le seguenti informazioni: 1.Il numero della norma per la protezione biologica (prEN14126:2001) 2.Il Tipo di protezione seguito dal suffisso –B, ad es. tipo 3-B 3.Il Pittogramma di protezione biologica
Principali Prove per i sei tipi di Protezione Chimica Protezione Chimica Tipo 1 – Test di tenuta stagna (EN 464) – Test Permeazione (EN ISO 6529). Protezione Chimica Tipo 2 – Test perdita verso l’interno (prEN 943-1) – Test di Permeazione (EN ISO 6529)
Principali Prove per i sei tipi di Protezione Chimica Protezione Chimica Tipo 3 – Test di tenuta a getto di liquido (EN 463) – Test Permeazione (EN ISO 6529). Protezione Chimica Tipo 4 – Test di tenuta agli spruzzi (EN 468) – Test di Permeazione (EN ISO 6529)
Etichette
Struttura di Tyvek ® Ingrandita 50 volte Struttura di un tessuto Ingrandita 50 volte TESSUTO/NON TESSUTOTESSUTO
I vari tipi di Indumenti a tenuta di Gas Tipo 1A: Indumento a tenuta stagna di gas con autorespiratore all’interno dello stesso Tipo 1a-ET come tipo 1a ad alte prestazioni per squadre di emergenza PrEn 943-1:1997 Tipo 1 Tipo 2
Indumenti ad uso limitato in Tychem ® TK Indumenti a tenuta stagna Cerniera antigas con patella Visore laminato con ampio campo visivo Sacca per autorespiratore Cappuccio adatto per elmetto/casco Certificati in Categoria 3 Tipo 1aET Tipo 1
Tuta in Tyvek-Pro.Tech ® C Tipo 3 Ideale per: Lavori in presenza di rischio biologico Riesumazione salme, autopsie,incidenti mortali Manipolazione di polveri pericolose inferiori ad 1 m Disponibile anche in versione Antistatica o con sistema di drenaggio delle cariche elettrostatiche
Tuta in Tyvek-Pro.Tech ® Tipo 4 Modello Classic Plus di DuPont Ideale per: Protezione dalle fibre di amianto Protezione da solventi di vernici Protezione interventi NR
75 Tipi ed utilizzo FILTRI
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78 All’interno sono composti da strati successivi e alterni di: Carta a fibre Carta cellulosica Sostanze filtranti
NOMENCLATURA DEGLI APVR ( Apparati di Protezione delle Vie Respiratorie ) NOMENCLATURA DEGLI APVR ( Apparati di Protezione delle Vie Respiratorie ) FILTRI PER LA PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE PROTEZIONE DA PARTICELLE PROTEZIONE DA GAS -VAPORI PROTEZIONE DA PARTICELLE –GAS- VAPORI
CLASSE DEL FILTRO ANTIGAS CLASSE 1 CLASSE 2 CLASSE 3 CONCENTRAZIONE MASSIMA 1000 PPM = 0.1 % 5000 PPM = 0.5 % PPM = 1 % LA CLASSIFICAZIONE DEI FILTRI ANTIGAS
LA CLASSIFICAZIONE DEI FILTRI ANTIPOLVERE EFFICIENZA FILTRANTE TOTALE MINIMA FFP1 = 78% FFP2 = 92% FFP3 = 98% CLASSE DEL FILTRO ANTIPOLVERE CLASSE P1 CLASSE P2 CLASSE P3
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FACCIALI FILTRANTI FF.P.( UNI 149 )
SEMI MASCHERA O QUARTI DI MASCHERA FACCIALI FILTRANTI FF.P.( UNI 149 )
NOMENCLATURA DEGLI APVR ( Apparati di Protezione delle Vie Respiratorie ) NOMENCLATURA DEGLI APVR ( Apparati di Protezione delle Vie Respiratorie ) SEMI MASCHERA O QUARTI DI MASCHERA FACCIALI FILTRANTI FF.P.( UNI 149 )
86 normativa Tipo del filtro: A -> B -> E -> P-SL -> Tipo del filtro: A -> B -> E -> P-SL -> Vapori organici punto inf. > 65° Gas e Vapori inorganici (non Co) Anidride solforosa, gas e vapori acidi Antipolvere - Particelle solide e Liquide Classe del filtro: A2 -> B2 -> E1 -> P3 -> Classe del filtro: A2 -> B2 -> E1 -> P3 -> tipo A classe 2 = 0,5% tipo A classe 2 = 0,5% tipo B classe 2 = 0,5% tipo B classe 2 = 0,5% tipo E classe 1 = 0,1% tipo E classe 1 = 0,1% tipo E classe 1 = 0,1% tipo E classe 1 = 0,1% Fascie colori di riconoscimento: Arancione -> Marrone -> Grigio -> Giallo -> Bianco-> anidride solforosa, gas e vapori acidi polveri polveri radioattive gas organici inf. >65° gas e vap. inorganici (non CO)
87 Data di scadenza Tipo e classe del filtro: A2 -> B2 -> P3 -> Tipo e classe del filtro: A2 -> B2 -> P3 -> tipo A gas organici punto inf. >65° classe ppm = 0,5% vol. tipo B gas e vapori inorganici (non CO) classe ppm = 0,5% vol. tipo P polveri classe 3 alto potere filtrante tipo P polveri classe 3 alto potere filtrante Fascie colori di riconoscimento: MarroneGrigio Bianco - Polveri gas organici punto inf. >65° gas e vapori inorganici (non CO)