Nella città degli antichi Romani Visita a Cividate Camuno delle classi quinte dell’Istituto 29 aprile 2009.

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Nella città degli antichi Romani Visita a Cividate Camuno delle classi quinte dell’Istituto 29 aprile 2009

Davanti alla statua “della Minerva”

IL MUSEO NAZIONALE All’ inizio della visita, la guida ci ha mostrato alcuni cartelloni che illustravano quando i Romani conquistarono la valle dei Camuni. Dalla cartina si poteva riconoscere la strada percorsa dai Romani prima di entrare nella valle Camonica. Nel 16 avanti Cristo i Romani conquistarono la valle Camonica, ma da quello che la guida ci disse, non uccisero gli abitanti, anzi i Romani, quando conquistavano una terra, la rispettavano, rendendola propria e integrandosi con chi ci abitava; e così avvenne con i Camuni. Gli archeologi, scavando in una casa di Pescarzo risalirono a dei ritrovamenti; capirono che i Romani prima di aver conquistato la valle avevano avuto altri contatti con i Camuni, grazie a oggetti romani, che ci fanno capire che andavano in quel posto anche per il commercio. Dopo averci spiegato questo la guida ci fece vedere oggetti che si potevano trovare in varie case romane. Ci siamo fatti tutti una risata quando abbiamo visto una scarpa di un uomo: era vecchia, sporca, senza stringhe, soprattutto era preziosa per un motivo, aveva migliaia di anni. La stanza dei vivi

Abbiamo visto delle epigrafi: pezzi di pietra con scritte delle frasi, trovate in alcuni casi sulle tombe di un defunto. In seguito abbiamo fatto tutti un’ espressione di domanda, perché avvistammo una grossa moneta, con disegnato qualcosa sopra, e il tutto rinchiuso in un pezzo di vetro che era attaccato al muro e distanziato di una spanna, che se gli davi una spinta girava. Ci spiegarono che ai Romani piaceva avere la casa addobbata e quello era un piccolo ma efficace abbellimento. Quando ci girammo di schiena vedemmo due mosaici, che rappresentavano, secondo me allegria perché c’erano disegnati fiori. In un piccolo angolo poi, c’era una credenza di vetro, che racchiudeva mattoni di diverso genere, ma la cosa strana era che era di argilla diversa e sempre la nostra guida ci disse che era proveniente da diverse fabbriche e se facevamo attenzione vedevamo scritto il codice. Poi passammo per un piccolo corridoio dove iniziava la stanza dei morti.

La stanza dei morti La seconda stanza che abbiamo visitato riguardava i morti. Durante quest’anno scolastico abbiamo studiato la civiltà romana; oltre che la loro storia, le loro conquiste, i loro combattimenti e la loro cultura sappiamo come facevano i Romani a seppellire i morti. Come nella civiltà degli Etruschi anche i Romani avevano le necropoli che significa città dei morti (necros–morti, polis-città). I Romani li inumavano. La sepoltura veniva fatta dopo una processione, il defunto veniva deposto in una necropoli, quella della propria famiglia in cui c’erano sepolti anche i suoi antenati. Le ceneri di quelli che invece venivano i bruciati erano deposte nelle urne cinerarie. L’urna cineraria del defunto veniva messa in una piccola tomba, in più c’erano altri oggetti dell’uso quotidiano del defunto: ampolline e piccole ciotole di vetro o di terra cotta. Importante era anche la lanterna che illuminava l’interno e serviva al morto per il passaggio nell’altro mondo.

La stanza degli dei e degli eroi Entrati nella stanza degli dei ed eroi abbiamo capito subito che era la parte più interessante del museo. All’ interno ci sono due statue autentiche: una e’ Minerva e l’ altra non è riconosciuta, però si può capire che era appoggiata a una parete e siccome e’ vestita elegantemente possiamo pensare che fosse una persona importante. Dalla veste e dai pettorali si capisce che è un maschio. Minerva si riconosce da tante cose: dal medaglione, dai vestiti, dall’elmo. Il medaglione rappresenta Medusa. La storia narra che se guardavi Medusa negli occhi ti pietrificava, invece un eroe, grazie a Minerva che gli aveva dato uno scudo così lucido da specchiarsi, si è salvato, perché Medusa si e’ rispecchiata nell’elmo e si e’ pietrificata. Grazie all’elmo si è capito ancora di più che quella era Minerva, perché era una guerriera e quello faceva parte della sua protezione. Una cosa deludente è stato vedere le statue senza testa. Nella stanza c’e’ anche un modello del santuario di Spinera. Minerva secondo i Romani e i Camuni era la dea dell’acqua, infatti la adoravano. In una delle vetrine c’è una collana preziosa: è il simbolo di una dea dell’ acqua. È stata costruita dai Camuni, con le mani alzate al cielo come se pregasse e i piedi a forma di anatra attaccati a una barca.

Ecco qua, la presentazione della meravigliosa stanza degli dei e degli eroi, c'è la statua di Minerva, bellissima e maestosa sembra reale da quanto magnifica è! I suoi lineamenti, ma anche le sue piccole grandi imprecisioni la fanno risaltare come se fosse la luna nella notte. Il suo elmo sprigiona tutto il suo coraggio, la sua forza, la sua crudeltà che l'esercito romano utilizzava contro i nemici. Inoltre ha anche un bellissimo ciondolo, che rappresenta una strana storia vissuta. Era anche dea dell'acqua, una importantissima risorsa per i Romani. Pensate quanto importante fosse per i Romani questa dea. Inoltre c'è anche un bassorilievo, che serviva per abbellire un tempio e costruzioni simili; si pensa rappresenti una persona molto importante e ricca, da come è stata raffigurata, muscolosa e con un portamento possente; inoltre è curata nei minimi particolari, insomma una vera bellezza. Infine si può vedere la cosa che secondo noi è la più bella, cioè un ciondolo di bronzo chiamato "barca solare". Esso è molto raffinato nel suo insieme, raffigura un uomo che prega su una piccola barchetta con ai lati due anatre, è veramente molto originale e caratteristico, ma nello stesso tempo dimostra anche come un semplice pendente può trasformarsi in un'opera d'arte, rappresentando una dea dell'acqua!!