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Studio: Via De Gasperi 60-Crema Cell Ss

La depressione ondeggia tra normalità e patologia può essere infatti lutto (normale reazione alla perdita di una persona cara oppure una grave frustrazione) o malattia (si differenzia dal lutto soprattutto per durata, per quantità e per sproporzione rispetto alla causa scatenante).

Non vi è individuo che non abbia sperimentato “ la depressione” o che non si sia “sentito depresso”. Nell’accezione comune “ depressione” assume il significato di un abbassamento del tono dell’umore, con sentimenti di tristezza e di stanchezza con carattere di transitorietà e/o di stagionalità.

IL DSM IV TR (APA) parla di Episodio Depressivo Maggiore e per individuarlo pone criteri per quanto concerne la tipologia dei sintomi, la loro durata ed intensità, e la loro eziopatogenesi.

A. Almeno 5 dei seguenti sintomi sono presenti per almeno 2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al funzionamento precedente; uno dei sintomi deve essere perdita di interesse per le attività o umore depresso. ( non includere i sintomi che sono chiaramente dovuti a condizioni fisiche, deliri o allucinazioni incongrue all’umore, incoerenza o marcata perdita di associazioni.

Umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno. Marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno (anedonia). Significativa perdita di peso, in assenza di una dieta, o significativo aumento di peso, oppure diminuzione o aumento dell'appetito quasi ogni giorno. Insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno. Agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno. Affaticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno. Sentimenti di autosvalutazione oppure sentimenti eccessivi o inappropriati di colpa quasi ogni giorno. Diminuzione della capacità di pensare o concentrarsi, o difficoltà a prendere decisioni, quasi ogni giorno. Ricorrenti pensieri di morte, ricorrente ideazione suicida senza elaborazione di piani specifici, oppure un tentativo di suicidio o l'elaborazione di un piano specifico per commettere suicidio.

B. I sintomi non soddisfano i criteri per un episodio misto. C. I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o d altre aree importanti. D. I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici di una sostanza, di un medicamento o di una condizione medica generale. E. I sintomi non sono meglio giustificati da lutto e persistono per più di due mesi o sono caratterizzati da autosvalutazione patologica, idee suicidarie, sintomi psicotici o rallentamento psicomotorio.

FASE PRODROMICA ( SPESSO PRESENTE MA NON SEMPRE) -labilità emotiva, riduzione degli interessi,astenia, difficoltà di concentrazione, disturbi somatici ( cefalea, inappetenza, insonnia).

PERIODO DI STATO: - Umore: abbattimento, tristezza, indifferenza, anedonia, ansia, irritabilità. - Sintomi psicomotori: rallentamento, mancanza di energia, mimica ridotta o vivace ma sofferente, linguaggio scarno, irrequietezza e agitazione con aumentata produttività verbale. - Sintomi cognitivi: rallentamento ideico, ottundimento mentale, difficoltà concentrazione e memoria, visione negativa del mondo, senso di indegnità e disistima, desiderio di morire e idee suicidarie. - Sintomi neurovegetativi: insonnia, risveglio precoce o ipersonnia, inappetenza o iperfagia, alternanza diurna con miglioramento serale. SINTOMI RESIDUI - Labilità emotiva, irritabilità, bassa autostima, isolamento sociale.

A. FATTORI PRIMARI ( O PSICHIATRICI) - Desiderio di morire o pensieri suicidari. - Precedenti tentativi di suicidio - Elevata frequenza di ricadute - Abuso di alcool o sostanze - Comorbilità con disturbi di personalità, d’ansia o patologie mediche - Familarità per suicidio - Decorso di tipo bipolare B. FATTORI SECONDARI ( O SOCIALI) - Eventi esistenziali di grande impatto emotivo o problemi economici gravi o perdita del lavoro. - Isolamento sociale C. FATTORI TERZIARI ( O DEMOGRAFICI) - Sesso maschile - Adolescenza o senium - Periodi di maggiore vulnerabilità ( primavera/ autunno, sindrome premestruale)

D.EndogenaD.Psicogena Su base biologicaNon su base biologica Inizio indipendente dagli eventi esterniInizio in relazione agli eventi esterni Decorso fasico-periodicoDecorso protratto e cronico Modo di essere radicalmentediverso dal periodo precedentela malattia Modo di essere come esasperazione di trattti caratteriologi precedenti Tristezza vitale,immotivata senza speranza, con polarita’ mattutina.Perdita del contatto affettivo con l’ambiente Tristezza che non attacca gli strati piu’ profondi della personalita’, con possibile polarita’ serale. Mantenimento del contato affettivo con l’ambiente Possibili idee deliranti congrue con l’umoreAssenti idee deliranti Forte presenza di inibizione psico-motoria, tendenza all’autoaggressivita’ Stato ansioso-irritato. Tendenza all’etero- aggressivita’ Alterazione dei bisogni piu’ elementari: fame, sonno, sessualita’ Frequenti lamentele somatiche Insonnia con addormentamento rapido e risvegli precoci e frequenti Insonnia con difficolta’ di addormentamento Buona risposta alla terapia FarmacologiaMinor risposta alla terapia fFarmacologia

La depressione è la prima causa di disfunzionalità nei soggetti tra i 14 e i 44 anni di età. Rapporto maschi/femmine è di 1:2 ma solo dopo l'età puberale. Il tasso di prevalenza del disturbo depressivo maggiore in età prescolare è attorno allo 0,3%; valore che tende a salire con l'età, arrivando al 2-3% in età scolare e al 6-8% in età adolescenziale. Secondo il DSM IV la prevalenza del disturbo depressivo maggiore in età adulta è del 10-25% nelle donne e del 5-12% negli uomini, mentre quella del disturbo distimico è nel complesso del 6%. La probabilità di avere un episodio depressivo maggiore entro i 70 anni è del 27% negli uomini e del 45% nelle donne; cifre che dimostrano in modo chiaro l'ampia diffusione di questa patologia. Alto tasso di familiarità: i familiari di primo grado hanno una probabilità di ammalarsi da 2 a 18 volte di più di depressione rispetto al resto della popolazione. Età: il disturbo depressivo maggiore compare in media tra i 20 e 50 anni. Un 10% lo sviluppa dopo i 60 anni. Negli ultimi anni l’età di insorgenza si abbassa.

Facendo riferimento al modello di vulnerabilità bio- psico-sociale si possono individuare tre grandi ordini di cause che rendono la donna maggiormente esposta al rischio di sviluppare un episodio depressivo o distimico.

 I periodi di transizione endocrina dal punto di vista riproduttivo (pubertà, perimenopausa, post-partum) nella donna configurano momenti di maggiore vulnerabilità dal punto di vista psichico. Inoltre, al momento della pubertà, il rapporto tra femmine e maschi nel rischio di sviluppo di depressione cambia da 1:1 a 2:1  I livelli di serotonina, neuromediatore ad attività antidepressiva, risultano essere minori a livello cerebrale nelle donne rispetto agli uomini e la caduta degli estrogeni ( postpartum, sindrome premestruale, menopausa, anche indotta))comporta una riduzione dei livelli di serotonina, Tutto questo può costituire un presupposto biologico di maggiore vulnerabilità del sesso femminile allo sviluppo della depressione.  Il cortisolo, ormone dello stress, risulta aumentato nello stress cronico, nell’ansia e nella depressione. Tale aumento risulta maggiormente evidente nelle donne rispetto agli uomini e più importante nel periodo menopausale rispetto alla vita fertile. Ciò è dovuto anche al fatto che gli estrogeni sono in grado di ridurre la risposta ormonale allo stress, e quindi tale aumento del cortisolo tende ad essere maggiore in menopausa in seguito all’ipoestrogenismo

Caratteristiche di personalità: bassa autostima e tendenza al perfezionismo Traumi nell'età dello sviluppo: chi ha avuto durante l'età dello sviluppo esperienze difficili e dolorose come la morte di un genitore, può avere una fragilità psicologica che lo può predisporre a sviluppare la depressione. Anche l'abuso sessuale, fisico o psicologico, priva il bambino della necessaria autostima per affrontare le difficoltà della vita e lo predispone, a diventare un adulto depresso. Strategie di coping o di fronteggiamento. Modelli di riferimento

Lo stress dovuto al sovraccarico di lavoro e alla molteplicità dei ruoli. La mancanza di riconoscimenti Isolamento sociale dovuto allo scarso supporto dall’esterno Eventi d vita stressanti Lutti e perdite

Tra i 15 e 45 vi è un rischio maggiore di sviluppare la sintomatologia depressiva Fasi critiche dello sviluppo femminile: - Adolescenza e Prima età adulta - Post partum - Menopausa

In questo lungo periodo si costruisce e consolida il senso di identità, allontanandosi da modelli di riferimento genitoriale si arriva a costruire un modo di funzionare proprio, anche in antitesi con i modelli familiari e sociali ricevuti. Le donne in questa fase sono maggiormente a rischio depressivo in quanto maggiore è la spinta dall’esterno al conformismo ed alla dipendenza ostacolando la costruzione di un senso identitario conforme al proprio assetto valoriale e progettuale

Disturbi dell’alimentazione Diminuzione delle relazioni sociali Dipendenza dalle relazioni altrui Dipendenza dagli obiettivi altrui Senso di colpa e bassa autostima

Qualsiasi vissuto depressivo che inizia a 4 settimane dal parto e ha durata è variabile Colpisce il 13% delle mamme Baby Blues: Normale deflessione del tono dell’umore che consegue alla nascita e che dura pochi giorni e che è caratterizzata da irritabilità, tendenza al pianto, instabiltà dell’umore

Vissuti di insicurezza nella cura del bambino e paura di potergli fare del male. Tali vissuti possono assumere la forma del delirio. Non riuscire a sintonizzarsi con i ritmi e bisogni del bambino. Perdita del sentimento positivo verso il bambino, Distacco fisico dal bambino Timore di non essere una madre normale

Disturbo Depressivo o Distubo dell’Adattamento?

Maternità idealizzata Cattiva relazione di coppia o maltrattamento Isolamento e mancanza di sostegno Problemi economici Perdita del proprio lavoro Cattiva salute del bambino Depressione precedente Gravidanza indesiderata

In questa fase la depressione non aumenta anzi si può notare una sua diminuzione ma può esserci una recidiva per chi ha già sofferto di depressione. I vissuti depressivi in questa fase sono maggiormente connessi a difficoltà di adattamento ad una nuova fase di vita

Stigma sociale connesso a questa fase Perdita del proprio ruolo “ produttivo e generativo” Allontanamento dei figli da casa Pensionamento proprio e/o del coniuge Problematiche fisiche Difficoltà ad accettare il corpo che cambia Stanchezza e sovraccarico da lavoro di cura ( anche dei propri genitori.

Per affrontare efficacemente il vissuto depressivo è importante: - Riconoscere di avere un problema - Chiedere un aiuto specialistico - Intervenire sugli aspetti biologici ( farmaci) psicologici ( psicoterapia) e sociali ( sostegno e supporto) della depressione.