I moti del Quarantotto E L'Unificazione Italiana
Francia Impero asburgico Stati tedeschi
Un periodo di crisi Gli anni Quaranta dell'Ottocento furono un periodo di crescente crisi: Economica (crisi agricola → carestia → riflessi sul settore industriale) Politica (richieste di estensione del diritto di voto e rivendicazioni di indipendenza nazionale) Nel 1848 la crisi sfociò in un'ondata rivoluzionaria senza precedenti per ampiezza e intensità
La rivolta in Francia La popolarità di Luigi Filippo d'Orléans crollò a causa della politica economica del Primo ministro Guizot. Il sovrano non era oppressivo, ma gli oppositori erano tuttavia numerosi: socialisti, democratici, repubblicani e legittimisti (quelli che volevano il ritorno dei Borboni) Le opposizioni organizzarono comizi per richiedere la riforma elettorale, ma quando il 22 febbraio 1848 uno di essi venne proibito, il popolo parigino insorse e in 3 giorni proclamò la Seconda Repubblica (dopo quella proclamata dalla Rivoluzione francese)
Il 25 febbraio all'Hôtel de Ville Lamartine respinge la proposta di adottare la bandiera rossa quale simbolo della Repubblica francese, a testimonianza delle diverse anime politiche (socialisti, liberali) che animarono il Quarantotto francese
La rivolta in Francia / 2 Il governo provvisorio emanò provvedimenti democratici Introduzione del suffragio universale maschile Abolizione della pena di morte per detenuti politici Cancellazione dei titoli di nobiltà Fine della schiavitù nelle colonie Riduzione giornata lavorativa a 10 ore Creazione degli ateliers nationaux (laboratori e fabbriche nazionali) per dare lavoro ai disoccupati
Création des ateliers nationaux de terrassement au Champ de Mars
La rivolta in Francia / 3 L'esperimento degli ateliers nationaux non fu un successo: gli operai non ottennero un reale miglioramento della loro condizione, mentre la borghesia li considerava una pericolosa affermazione socialista e uno spreco di denaro pubblico Nelle elezioni di aprile (a suffragio univ. Maschile) vinsero i moderati e il nuovo governo abolì alcune riforme → operai e disoccupati insorsero ma la rivoluzione fu duramente repressa → una nuova Costituzione stabilì l'elezione diretta di un presidente della Repubblica con forti poteri e in dicembre venne eletto Luigi Bonaparte, nipote di Napoleone Luigi B. in pochi anni trasformò il governo repubblicano in una dittatura personale: nel 1852 con un plebiscito si fece proclamare imperatore, con il titolo di Napoleone III
Bonapartismo Corrente di opinione, tendente alla restaurazione della dinastia napoleonica, le cui prime manifestazioni si ebbero subito dopo il ritorno dei Borboni sul trono. Fu appoggiato da quei gruppi che non volevano compromessa dalla monarchia borbonica la posizione raggiunta e alimentato dal mito della gloire, dall’idea della missione della Francia in Europa, dall’esaltazione della figura del grande imperatore. Segnò il suo trionfo politico con l’ascesa di Napoleone III. Dopo la sconfitta del 1870, svanita con l’improvvisa morte di Napoleone III ogni possibilità di successo sul terreno politico, il b. sopravvisse ancora per qualche decennio solo come vago stato d’animo, mentre la sua funzione politica venne totalmente riassorbita nel conservatorismo legittimista. Si concretizzò quindi nella personalizzazione del potere, attraverso l'enfasi posta su elementi demagogici e carismatici, e nel rafforzamento dell'esecutivo, reso indipendente dal controllo del legislativo, mercé una forte centralizzazione delle attribuzioni e delle competenze. Era, in definitiva, il richiamo a un'"avventura" napoleonica tra i principi dell'89 e la grandezza nazionale, interpretata da un leader legittimato dalla volontà popolare espressa attraverso i plebisciti. Variante "piccolo-borghese" del cesarismo, il bonapartismo, secondo alcuni studiosi, testimonierebbe di un appannamento momentaneo del regolare funzionamento del sistema liberalcostituzionale.
La notizia dell'insurrezi one di Parigi diede il via alle rivolte in tutta Europa
La rivolta nell'Impero asburgico Il 13 marzo 1848 la protesta scoppiò a Vienna per poi allargarsi a tutto l'Impero asburgico, Italia compresa L'Impero riuscì a reagire (sfruttando le divisioni nelle singole nazioni e la mancanza di coordinamento) e le rivolte furono represse Nel dicembre Ferdinando I abdicò in favore del nipote Francesco Giuseppe
La rivolta negli Stati tedeschi La rivoluzione scoppiò a Berlino il 14 marzo 1848 e si propagò in tutti gli Stati tedeschi, sollevando il problema dell'unità nazionale Fu istituita un'Assemblea Nazionale Costituente che scelse il progetto della “piccola Germania” (quello della Grande G. comprendeva anche l'Austria) e offrì la corona imperiale al re di Prussia Guglielmo IV. Questi rifiutò e l'assemblea fu sciolta con la forza
Italia
Il biennio delle riforme ( ) Iniziò nel 1846 quando venne eletto papa il cardinale Giovanni Maria Mastai Ferretti (nato a Senigallia), Pio IX Pio IX era di idee moderate, ma il fatto di il suo antagonista era il capo della fazione dei conservatori, gli attirò le simpatie dei liberali I suoi primi atti sembrarono confermare l'opinione che si trattasse di un papa liberale
Il biennio delle riforme /2 Pio IX infatti Concesse l'amnistia ai detenuti politici Istituì la Consulta di Stato (che studiava le innovazioni da apportare nella Chiesa) e la aprì anche ai laici Abolì, in parte, la censura preventiva sulla stampa Tutto ciò suscitò grande entusiasmo nell'opinione pubblica: sembrava prendere corpo la prospettiva neoguelfa (Gioberti) Tutta la penisola venne percorsa da un'ondata di iniziative riformatrici
Il biennio delle riforme / 3 Il Regno di Sardegna e il Granducato di Toscana imitarono Pio IX e concedettero alcune riforme e allentarono la censura Nel Regno delle Due Sicilie, il rifiuto di attuare qualsiasi riforma scatenò la rivolta popolare il 2 gennaio Ferdinando II spaventato proclamò l'autonomia della Sicilia e concesse la Costituzione. Seguirono le costituzioni del Granducato di Toscana, del Regno di Sardegna (Statuto albertino) e dello Stato pontificio
La prima guerra d'indipendenza Pochi giorni dopo Vienna, anche Venezia insorse (17 marzo 1848) e proclamò la repubblica Il 18 marzo insorse Milano, con le famose 5 giornate di combattimento cacciò le truppe austriache comandate dal generale Radetzky La protesta di estese anche a Parma e Modena In Piemonte i patrioti premevano sul re Carlo Alberto affinché intervenisse in Lombardia → Il 23 marzo C.A. Dichiarò guerra all'Austria per impedire che l'iniziativa indipendentista fosse condotta da democratici e repubblicani
La popolazione milanese eresse barricate per le strade con ogni mezzo: pietre, diligenze, mobili gettati dalle finestre. Infinte, dopo cinque giornate di scontri, gli austriaci furono costretti alla ritirata Episodio delle cinque giornate di Baldassare Verazzi. Si noti la scritta "W Pio IX" sul muro alla destra dell'uomo intento a mirare col fucile ed il suo cappello "alla calabrese" (per via delle insurrezioni calabresi era divenuto di moda).
La prima guerra d'indipendenza / 2 A C.A. si aggiunsero Pio IX, Leopoldo II di Toscana e Ferdinando II di Napoli → fase della guerra federale Gli austriaci subirono le prime sconfitte, ma Radetzky fece asserragliare l'esercito austriaco nel cosiddetto “quadrilatero” (tra Mantova, Peschiera, Legnano e Verona) A seguito della minaccia dell'Austria di provocare uno scisma nella Chiesa, Pio IX ritirò le sue truppe. Subito dopo anche Leopoldo II e Ferdinando II tolsero il loro appoggio Da federale la prima guerra d'indipendenza diventava regia: solo C.A. restava a condurla
La prima guerra d'indipendenza / 3 C.A riuscì a sconfiggere gli Austriaci in varie battaglie, ma a Cusoza (23.25 luglio 1848) i Piemontesi vennero nettamente sconfitti e C.A fu costretto a firmare un armistizio (a Vigevano)
La prima guerra d'indipendenza / 4 I patrioti non accettavano la sconfitta e una nuova ondata di proteste percorse la penisola Nello Stato Pontificio Pio IX fu costretto a fuggire (si rifugiò nella fortezza di Gaeta). Il 9 febbraio 1849 una Costituente eletta a suffragio universale dichiarò la fine del potere temporale dei papi e affidò la Repubblica Romana a un Triumvirato formato da Mazzini, Armellini e Saffi Anche in Toscana Leopoldo II fu allontanato e il potere venne assunto da un Triumvirato con l'obiettivo di far nascere una Repubblica
La prima guerra d'indipendenza / 5 Dopo questi fatti C.A si convinse a riprendere la guerra contro l'Austria (sempre per non lasciare l'iniziativa indipendentista ai democratici e per riproporre la soluzione monarchica alla causa italiana) Tuttavia le truppe del Regno di Sardegna vennero definitivamente sconfitte a Novara (23 marzo 1849) C.A abdicò in favore del figlio Vittorio Emanuele II
La prima guerra d'indipendenza / 6 L'esercito austriaco intervenne in Toscana Le truppe francesi attaccarono Roma che dovette cedere dopo una strenua difesa in cui si distinse Garibaldi Palermo capitolò e venne restaurato il Regno delle Due Sicilie I Veneziani stremati dalla fame e dalle epidemie si arresero agli Austriaci
Liberali e democratici a confronto LiberaliDemocratici Ruolo dello stato Non intervento dello stato nella sfera economico-sociale Intervento dello stato per rimuovere le cause delle disuguaglianze (stato assistenziale) Diritto di voto Il voto è una funzione, un servizio pubblico, che solo alcuni possono esercitare Il voto è un diritto naturale, di ogni cittadino libero e autosufficiente (escluse le donne) Uguaglianza Formale e giuridica (davanti alla legge) nell’accesso alle cariche pubbliche Formale e sostanziale: cioè anche economica e sociale Principi ispiratori Montesquieu e i Principi del 1789 Rousseau e la Costituzione del 1793 Metodi di azioneRiforme graduali. Fiducia nell’iniziativa dei sovrani Insurrezione. Iniziativa delle masse popolari
Lo statuto albertino La Legge fondamentale (Costituzione) che fu adottata dal Regno di Sardegna prese il nome di Statuto albertino, in quanto fu concessa dal re Carlo Alberto di Savoia (il 4 marzo 1848) Confronto tra lo Statuto albertino e la Costituzione repubblicana Statuto albertino del Regno di SardegnaCostituzione della Repubblica italiana Costituzione concessa dal re: la sovranità appartiene a un monarca, che decide di limitare il suo potere Costituzione elaborata da una Assemblea: la sovranità appartiene al popolo La Costituzione può essere modificata da una legge ordinaria La Costituzione è rigida: può essere modificata solo con una procedura speciale Il Senato è di nomina regiaIl Senato è eletto dai cittadini La Camera dei deputati è eletta a suffragio censitaria La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale (come il Senato)