Posizione geografica Organizzazi one sociale Organizzazi one religiosa
L'area originaria della Cultura di La Tène nel V secolo a.C., comunemente ritenuta la culla del popolo celtico Lo stesso argomento in dettaglio: Indoeuropei, Cultura di La Tène, Archeologi e linguisti concordano, a larga maggioranza, nell'identificare i Celti con il popolo portatore della Cultura di La Tène, sviluppatasi durante l'Età del ferro dalla precedente Cultura di Hallstatt. Tale identificazione consente di individuare la patria originaria dei Celti in un'area compresa tra l'alto Reno e le sorgenti del Danubio tra le attuali Germania meridionale, Francia orientale e Svizzera settentrionale: qui i Celti si consolidarono come popolo, con una propria lingua, evoluzione lineare di un vasto continuum indoeuropeo esteso in Europa centrale fin dall'inizio del III millennio a.C. È stata tuttavia avanzata anche l'ipotesi, sempre fondata su argomentazioni linguistiche, che i Celti fossero il frutto di una penetrazione secondaria di Indoeuropei in Europa centrale, a metà del III millennio a.C., a partire dalle steppe a nord del Mar Nero, probabile patria originaria del popolo. Nell'area di La Tène si registra una continuità nell'evoluzione culturale sin dai tempi della Cultura dei campi di urne (a partire dal XIII secolo a.C.). All'inizio dell'VIII secolo a.C. si affermò la Cultura di Hallstatt, la civiltà protoceltica che mostrava già le prime caratteristiche culturali che poi saranno proprie della cultura celtica classica.
L'area originaria della Cultura di La Tène nel V secolo a.C.
Il nome deriva da un importante sito archeologico austriaco distante una cinquantina di chilometri da Salisburgo. La Cultura di Hallstatt, con base agricola ma dominata da una classe di guerrieri, era inserita in una rete commerciale piuttosto ampia che coinvolgeva Greci, Sciti ed Etruschi. È da questa civiltà dell'Europa centro-occidentale che, intorno al V secolo a.C., si sviluppò, senza soluzione di continuità, la cultura celtica propriamente detta: nella terminologia archeologica, la Cultura di La Tène. L'identificazione dei Celti con la cultura di Hallstatt-La Tène consente, sulla base dei ritrovamenti archeologici, di tracciare un quadro del loro processo espansivo a partire dalla ristretta area dell'Europa centro-occidentale nella quale si cristallizzarono come popolo. La penetrazione nella Penisola iberica e lungo le coste atlantiche dell'attuale Francia risale quindi all'VIII-VII secolo a.C., ancora in epoca hallstattiana.
Più tardi, quando già avevano sviluppato la Cultura di La Tène, raggiunsero la Manica, la focedel Reno, l'attuale Germania nord-occidentale e le Isole britanniche; ancora successiva fu l'espansione verso le attuali Boemia, Ungheria e Austria. durante le migrazioni.Contemporanei a questi ultimi movimenti furono gli insediamenti, già registrati dalle fonti storiche, in Italia settentrionale e, in parte di quella centrale (inizio IV secolo a.C.) e nella Penisola balcanica. Nel III secolo il gruppo dei Galati passò dalla Tracia all'Anatolia, dove si stanziò definitivamente. L'avanzata fu favorita principalmente dalla superiorità tecnica delle armi in possesso della bellicosa aristocrazia guerriera, che guidò questi popoli
La società celtica, era fondata sulle ‘‘grandi famiglie’’ patriarcali. Nel gruppo familiare chiamato clan, non c’erano solo i componenti della famiglia in senso stretto come antenati, discendenti e parenti acquisiti, varie decine di persone, più clan formavano una tribù, a capo della quale era posto un re. I clan avevano proprietà delle terre ma non il singolo individuo. La società prevedeva la divisione in diverse classi sociali: l’ Aristocrazia guerriera si occupava della difesa dell’ offesa e dell’ elezione del re. Il popoli libero si occupava delle attività economiche ed esistevano anche gli schiami. Vi erano in oltre i druidi: sacerdoti, magistrati e maghi; punto di riferimento per l’ intera popolazione celtica. La donna godeva degli stetti diritti dell’uomo, e poteva ereditare dei beni come gli uomini ed essere eletta in carica. L’ ESERCITO Utilizzavano scudi in legno, elmi in bronzo con corna sporgenti o parti di uccelli che intimorivano i nemico. Utilizzavano in molti delle frecce con la punta più grande rispetto a quelle degli altri popoli, spade lunghe e catene di ferro. Risolvevano le questioni con quelli tra capi o tra più abili guerrieri. I celti erano soliti appendere le teste dei nemici uccisi al collo del proprio cavallo o asino.
La principale testimonianza sulle credenze e sugli usi religiosi del Celti è fornita da Cesare nel “de bello gallico”, la quale, pur essendo riferita specificamente ai galli afferma una situazione comune all’interno del gruppo celtico all’epoca dei fatti narrati. (I secolo a.C.) I Celti condividevano la stessa visione religiosa: la politeista e adoravano divinità legate alla natura, con una generale valenza religiosa attribuita alla quercia, e alle virtù guerriere. Cesare parla della credenza del trasferimento delle anime, che si traduceva in un attenuazione della paura della morte tale da rafforzare il valore militare gallico. E’ nota anche l’esistenza, sempre presso i Galli, di sacrifici umani, alcune vittime si offrivano volontariamente; in alternativa si faceva ricorso a criminali, ma in caso di necessità si ammazzavano anche persone innocenti.
Morrone Paolo Cariello Ferdinando Schettino Arnaldo Prof. Vincenzo Peluso Classe: II B C.A.T.