La signora Maria di 76 anni, da un anno e mezzo è affetta dalla patologia di Alzheimer, vive con il marito, anche lui colpito circa un anno fa da ictus,

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Transcript della presentazione:

La signora Maria di 76 anni, da un anno e mezzo è affetta dalla patologia di Alzheimer, vive con il marito, anche lui colpito circa un anno fa da ictus, fortunatamente senza esiti. Il giorno 15 aprile viene ricoverata in Medicina per un peggioramento delle condizioni cliniche; nelle ultime due settimane infatti appariva sempre più soporosa e non riusciva più ad alimentarsi anche se aiutata; al momento del ricovero presentava disidratazione e disfagia globale. Parametri vitali: PA 135/79, FC 75, TC 36,6 , peso Kg 56 Stato mentale: confuso e disorientato Condizioni generali: scadenti Deambulazione: costretta a letto Mobilità:leggermente limitata Incontinenza: fecale ed urinaria (norton 9) Viene posizionato un sondino naso-gastrico per consentire l’alimentazione enterale e l’idratazione ed in un secondo momento si è provveduto a confezionare una gastrostomia. Terapia: Tolep, Cipralex, Tachidol. Osmolyte, Acqua 130cc 4 volte/die

RAGIONAMENTO DIAGNOSTICO Definizione incidenza Eziologia Fattori di rischio Segni e sintomi Diagnosi Terapia prognosi complicanze Raccolta dati

F A R E Focalizzare Analizzare Risolvere Eseguire

Focalizzare 1° step Osservazione e ipotesi Qual è il motivo del ricovero? Come si sviluppa la malattia e quali problemi/disabilità causa alla persona?

Ragionamento diagnostico

La malattia di Alzheimer è una forma di demenza progressiva La malattia di Alzheimer è una forma di demenza progressiva. Ad oggi ancora non si conoscono le cause di questa malattia. Nei pazienti affetti da malattia di Alzheimer si osserva una perdita di cellule nervose nelle aree cerebrali vitali per la memoria e per altre funzioni cognitive. Si riscontra, inoltre, un basso livello di quelle sostanze chimiche, come l'acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori e sono quindi coinvolte nella comunicazione tra le cellule nervose. E’ una malattia dal decorso lento, in media i pazienti possono vivere fino a 8-10 anni dopo la diagnosi della malattia ma la rapidità con cui i sintomi si acutizzano varia da persona a persona. Sintomi che permettono una prima diagnosi sono gravi perdite di memoria, il paziente che pone più volte le stesse domande, casi nei quali il malato si perde in luoghi familiari, l’incapacità di seguire delle indicazioni precise, disorientamenti sul tempo, sulle persone e sui luoghi, in alcuni casi anche a trascurare la propria sicurezza personale, l’igiene e la nutrizione.  I sintomi dell’ Alzheimer variano nel corso della malattia. Le varie fasi indicate di seguito forniscono un’ idea generale di come le abilità del paziente cambiano durante il corso della malattia. A livello prettamente medico, l’unico modo per avere una diagnosi certa di demenza di Alzheimer è l’identificazione delle placche amiloidi nel tessuto cerebrale, possibile solo con l’autopsia dopo la morte del paziente. Durante il decorso della malattia, quindi, i medici possono fare solo una diagnosi di Alzheimer ‘probabile’, avvalendosi di alcuni test neuropsicologici per misurare la memoria, la capacità di risolvere problemi, il grado di attenzione, la capacità di contare e di dialogare.  Le Terapie Purtroppo non esistono farmaci in grado di fermare e far regredire la malattia e tutti i trattamenti disponibili puntano a contenerne i sintomi. Per i pazienti dove la malattia è in uno stadio lieve o moderato, vengono usati farmaci come tacrina, donepezil, rivastigmina e galantamina che possono aiutare a limitare l’aggravarsi dei sintomi per alcuni mesi. Sono tutti principi attivi che funzionano come inibitori dell'acetilcolinesterasi, l’enzima che distrugge l'acetilcolina, il neurotrasmettitore carente nel cervello dei malati di Alzheimer.  Inibendo questo enzima, si spera di mantenere intatta nei malati la concentrazione di acetilcolina e quindi di migliorare la memoria.Nella terapia farmacologica vengono poi associati altri farmaci per aiutare a contenere i problemi di insonnia, di ansietà e di depressione.  

Fase 4 : Declino cognitivo moderato (Malattia di Alzheimer lieve o in fase iniziale) A questo punto, un colloquio medico attento dovrebbe essere in grado di rilevare i sintomi chiave in diverse aree: Dimenticanza di eventi recenti Compromissione della capacità di eseguire calcoli mentali impegnativi - per esempio, contare all'indietro da 100 - 7 Maggiore difficoltà a svolgere compiti complessi , come ad esempio la pianificazione di una cena, pagare le bollette o la gestione delle proprie finanze Dimenticanze sulla propria storia personale Diventare lunatici o ritirati, soprattutto in situazioni socialmente o mentalmente impegnative  Fase 5 : Declino cognito moderato grave (Malattia di Alzheimer moderata) Le lacune nella memoria e il pensiero sono evidenti, e gli individui cominciano ad avere bisogno di aiuto per le attività quotidiane. In questa fase, non sono in grado di ricordare il proprio indirizzo o numero di telefono o la scuola superiore o l'università in cui ci si è laureati. Diventano confusi su dove sono o che giorno sia. Hanno problemi con l'aritmetica mentale meno impegnativa , come ad esempio contare all'indietro da 40 sottraendo 4 o da 20 sottraendo 2 Hanno bisogno di aiuto per scegliere abbigliamento adeguato per la stagione o l'occasione Ricordano ancora i dettagli significativi su se stessi e la loro famiglia Ancora non necessitano di assistenza con il mangiare o l’andare in bagno  Fase 6 : grave declino cognitivo (Malattia di Alzheimer moderatamente grave) La memoria continua a peggiorare, possono aver luogo cambiamenti di personalità e le persone hanno bisogno di aiuto con le attività quotidiane . In questa fase, gli individui possono perdere la consapevolezza delle recenti esperienze e non riconoscere gli ambienti. Ricordano il proprio nome, ma hanno difficoltà con la loro storia personale Distinguono i volti noti e non noti , ma hanno difficoltà a ricordare il nome di un coniuge o di badante Hanno bisogno di aiuto vestirsi correttamente e possono, senza controllo, fare errori, come mettere il pigiama sopra i vestiti o le scarpe sui piedi sbagliati Possono invertire il ritmo sonno-veglia - dormire durante il giorno e diventare irrequieto di notte Hanno bisogno di aiuto in bagno Hanno difficoltà sempre più frequenti con  il controllo della loro vescica o dell’intestino Possono intervenire modificazioni della personalità e comportamentali, tra cui sospettosità e deliri (come credere che il loro caregiver è un impostore un ladro), compulsioni,  comportamenti ripetitivi come strette di mano o triturazione dei tessuti Tendono a vagare o a perdersi  Fase 7 : Declino cognitivo molto grave (Morbo di Alzheimer grave o in fase avanzata) Nella fase finale di questa malattia , gli individui perdono la capacità di contatto con l’ambiente, non riescono a portare avanti una conversazione e a controllare i movimenti. Possono ancora dire parole o frasi . In questa fase hanno bisogno di aiuto per la maggior parte della loro cura personale quotidiana , tra cui mangiare o andare in bagno. Possono anche perdere la capacità di sorridere, di sedersi senza supporto e di tenere la testa alta . I riflessi diventano anormali, i muscoli si irrigidiscono, la deglutizione è compromessa.   (Malattia di Alzheimer lieve o in fase iniziale) Dimenticanza di eventi recenti Compromissione della capacità di eseguire calcoli mentali impegnativi - per esempio, contare all'indietro da 100 - 7 Maggiore difficoltà a svolgere compiti complessi , come ad esempio la pianificazione di una cena, pagare le bollette o la gestione delle proprie finanze Dimenticanze sulla propria storia personale Diventare lunatici o ritirati, soprattutto in situazioni socialmente o mentalmente impegnative   (Malattia di Alzheimer moderata) Le lacune nella memoria e il pensiero sono evidenti, e gli individui cominciano ad avere bisogno di aiuto per le attività quotidiane. In questa fase, non sono in grado di ricordare il proprio indirizzo o numero di telefono o la scuola superiore o l'università in cui ci si è laureati. Diventano confusi su dove sono o che giorno sia. Hanno problemi con l'aritmetica mentale meno impegnativa , come ad esempio contare all'indietro da 40 sottraendo 4 o da 20 sottraendo 2 Hanno bisogno di aiuto per scegliere abbigliamento adeguato per la stagione o l'occasione Ricordano ancora i dettagli significativi su se stessi e la loro famiglia Ancora non necessitano di assistenza con il mangiare o l’andare in bagno   (Malattia di Alzheimer moderatamente grave) La memoria continua a peggiorare, possono aver luogo cambiamenti di personalità e le persone hanno bisogno di aiuto con le attività quotidiane . In questa fase, gli individui possono perdere la consapevolezza delle recenti esperienze e non riconoscere gli ambienti. Ricordano il proprio nome, ma hanno difficoltà con la loro storia personale Distinguono i volti noti e non noti , ma hanno difficoltà a ricordare il nome di un coniuge o di badante Hanno bisogno di aiuto vestirsi correttamente e possono, senza controllo, fare errori, come mettere il pigiama sopra i vestiti o le scarpe sui piedi sbagliati Possono invertire il ritmo sonno-veglia - dormire durante il giorno e diventare irrequieto di notte Hanno bisogno di aiuto in bagno Hanno difficoltà sempre più frequenti con  il controllo della loro vescica o dell’intestino Possono intervenire modificazioni della personalità e comportamentali, tra cui sospettosità e deliri (come credere che il loro caregiver è un impostore un ladro), compulsioni,  comportamenti ripetitivi come strette di mano o triturazione dei tessuti Tendono a vagare o a perdersi   (Morbo di Alzheimer grave o in fase avanzata) Nella fase finale di questa malattia , gli individui perdono la capacità di contatto con l’ambiente, non riescono a portare avanti una conversazione e a controllare i movimenti. Possono ancora dire parole o frasi . In questa fase hanno bisogno di aiuto per la maggior parte della loro cura personale quotidiana , tra cui mangiare o andare in bagno. Possono anche perdere la capacità di sorridere, di sedersi senza supporto e di tenere la testa alta . I riflessi diventano anormali, i muscoli si irrigidiscono, la deglutizione è compromessa.  

Ragionamento diagnostico piani assistenziali possibili per assistere il malato di Alzheimer

Ragionamento diagnostico Stadio 1 Stadio 2 stadio3 Elettroliti Bilancio idrico Piano nutrizionale

Analizzare 2° step accertamento Quali segni e sintomi presenta attualmente la persona?* Come reagisce alla patologia? *indispensabili per confermare la diagnosi Visita medico-chirurgica Conferma ipotesi di ricovero? Esami clinici da eseguire? Terapia prescritta? Cosa deve essere fatto per assistere questa persona( ev. percorso clinico/assistenziale)

(DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE) (+PERSONALE DI SUPPORTO) PROBLEMA COLLABORATIVO DIAGNOSI INFERMIERISTICA OBIETTIVO STABILITO DAL MEDICO INFERMIERE PRESCRIZIONI DEL MEDICO (DIAGNOSTICHE E TERAPEUTICHE) INFERMIERE AZIONI INFERMIERE (MONITORA E ATTUA) INFERMIERE (+PERSONALE DI SUPPORTO) RESPONSABILITA’ DELLE AZIONI INFERMIERE INFERMIERE RESPONSABILITA’ DEL RISULTATO MEDICO INFERMIERE

Raccolta dati Diagnosi infermieristica   Diagnosi infermieristica Obiettivo generale (lungo termine) -stabilito dal medico Azioni infermieristiche   Prescrizioni diagnostiche  Prescrizioni terapeutiche Indicatori di risultato (obiettivo specifico e tempo in cui deve essere valutato il raggiungimento dell’obiettivo) Valutazione Dimissione/ continuità ADI -stabilito dall’infermiere Prescrizione Problemi collaborativi Per la risposta/soluzione al problema della persona occorre l’intervento del medico e le sue prescrizioni La responsabilità dell’infermiere è sulle azioni L’infermiere può prescrivere gli interventi necessari per rispondere al problema della persona. Ha la responsabilità dei risultati

Risolvere 3°step garantire un’assistenza sicura Quali complicanze possono manifestarsi? Come le prevengo? Come le riconosco?

Ragionamento diagnostico valutazione delle condizioni fisiche e psichiche della signora Maria = Problemi reali (convalidati attraverso segni e sintomi) piani assistenziali da attuare per la signora Maria

Valutazione infermieristica (=area autonoma e responsabilità diretta) La persona è autonoma nel soddisfacimento delle attività di vita quotidiana? Cosa deve essere fatto per aiutare la persona? E’ necessaria la competenza dell’infermiere o può essere aiutato da altri? (OSS, care giver) Respirazione Alimentazione Eliminazione Mobilizzazione/integrità cutanea Relazione/interazione Cura di se’

Ragionamento diagnostico valutazione delle condizioni fisiche e psichiche della signora Maria = Problemi reali (convalidati attraverso segni e sintomi) Inadeguata cura di se’ piani assistenziali da attuare per la signora Maria

Risolvere F A R E Sviluppare un piano di attuazione Valutare la soluzione più adatta Sviluppare un piano di attuazione Piano di attuazione

Deficit nutrizionale correlato a difficoltà di deglutizione Obt. Garantire un adeguato apporto nutrizionale Interventi: Valutare giornalmente il peso corporeo Somministrare le soluzioni prescritte Eseguire i controlli ematochimici Controllare e annotare le quantità di nutrienti assunti dalla signora I.R. il peso è superiore a …(valore all’ingresso) Assume le quantità giornaliere di nutrienti prescritti

Inadeguata cura di sé conseguente a stato confusionale cronico OBT: INTERVENTI / PRESCRIZIONI INFERMIERISTICHE I.R.

Il sig. B. Mario, di anni 72, nato e residente a Trieste, coniugato, viene ricoverato presso il reparto di Medicina Clinica dopo un primo accoglimento in pronto soccorso in cui viene emessa una diagnosi d’ingresso di “scompenso cardiaco riacutizzato”. Trasferito nel reparto di Medicina viene accolto dal personale medico/infermieristico di turno i quali rilevano, attraverso un’accurata anamnesi ed esame obbiettivo, segni e sintomi che fanno sospettare una riacutizzazione dello scompenso cardiaco congestizio, già ipotizzato al pronto soccorso.

Focalizzare 1° step Osservazione e ipotesi Qual è il motivo del ricovero? Come si sviluppa la malattia e quali problemi/disabilità causa alla persona?

I step http://www.youtube.com/watch?v=R_WDlBI9JGo Qual è il motivo del ricovero? >valutare percorso diagnostico-terapeutico al momento del ricovero (valutazione Pronto soccorso/visita medica), esami diagnostici, parametri vitali =Scompenso cardiaco riacutizzato Confermato da : segni e sintomi, es diagnostici, terapia. Conoscenze pregresse: Cos’è lo scompenso cardiaco? Quali organi e/o apparati coinvolge? Quali sono le cause? Come si manifesta? Segni e sintomi Diagnosi Quali disabilità fisiche,psichiche, sociali determina nella persona che ne soffre? Qual è l’evoluzione e le complicanze? Come si possono prevenire? Terapia casi e piani assitenza\scompenso CV\opuinfoscomp.pdf http://www.youtube.com/watch?v=R_WDlBI9JGo ·

Scompenso cardiaco http://www. msd-italia

Ragionamento diagnostico

Analizzare 2° step accertamento Quali segni e sintomi presenta attualmente la persona?* Come reagisce alla patologia? *indispensabili per confermare la diagnosi Visita medico-chirurgica Conferma ipotesi di ricovero? Esami clinici da eseguire? Terapia prescritta? Cosa deve essere fatto per assistere questa persona( ev. percorso clinico/assistenziale)

Ragionamento diagnostico I dati disponibili (visita e documentazione) quali problemi confermano? Problema/i reali attuali Qual è il problema reale più urgente per la persona? Qual è l’obiettivo generale da perseguire con l’assistenza? Quali azioni su prescrizione mediche sono prevedibili? Quali azioni infermieristiche autonome ? Quali risultati oggettivi e realistici sono prevedibili?

Ragionamento diagnostico Dispnea cianosi Astenia SaO2 >92% Elettroliti Bilancio idrico Presenza di edemi

Valutazione infermieristica (=area autonoma e responsabilità diretta) La persona è autonoma nel soddisfacimento delle attività di vita quotidiana? Cosa deve essere fatto per aiutare la persona? E’ necessaria la competenza dell’infermiere o può essere aiutato da altri? (OSS, care giver) Respirazione Alimentazione Eliminazione Mobilizzazione/integrità cutanea Relazione/interazione Cura di se’

Risolvere F A R E Sviluppare un piano di attuazione Valutare la soluzione più adatta Sviluppare un piano di attuazione Piano di attuazione

Per assistere il signor Mario occorre sviluppare il piano di assistenza Problema collaborativo Ipossiemia correlata a riduzione della gittata cardiaca Obiettivo generale delle cure cliniche: garantire un adeguato apporto di ossigeno all’organismo Indicatori di risultato: Ad ogni controllo: Assenza o riduzione di edemi declivi, confusione mentale, rantoli polmonari, dispnea, cianosi, pallore, ansia o paura. Entro 24 ore rientro nella norma dei parametri vitali (Fr 15-18/m’, Fc 60-80/m’, SpO2 >95%, Pa 130/80 (evidenziata da un tempo di riempimento capillare < 3 secondi) entro 48H Bilancio idrico negativo, calo ponderale (- 3 kg) come indicatore di efficacia dei diuretici .

Interventi infermieristici Tranquillizzare l’utente, in quanto il ricovero e le condizione generali inducono ad intenso stress e ripercussioni psicologiche (ansia, paura), inducendo ad un maggior consumo miocardio di O2. Monitorare e documentare: parametri vitali “PA, SpO2, FC, FR” (tramite telemetria e manualmente), ritmo e frequenza cardiaca, ampiezza dei polsi periferici, livello di coscienza, edemi declivi, possibile confusione mentale ed agitazione, colorito cutaneo e cianosi, tempo di riempimento capillare. bilanciodei liquidi, previo posizionamento di catetere vescicale. Eseguire gli esami di laboratorio: EGA: è in grado di evidenziare i principali parametri ematici, testimoni degli scambi respiratori, fornendo al clinico dati sufficienti a stabilire alterazioni della dinamica respiratoria. Elettroliti sierici (Na, K, Cl, Mg,)= squilibri elettrolitici possono essere causati da spostamento di liquidi, terapia diuretica o come risposta dell’organismo alla diminuizione di O2 o alla congestione. Emocromo = per evidenziare stati anemici in grado di simulare o far precipitare un quadro di scompenso. La funzionalità renale ed epatica= (azotemia, creatininemia, (transaminasi, bilirubina, gamma GT) dato che la congestione e la ridotta perfusione renale può indurre delle sofferenze dei suddetti organi. L’esame completo delle urine: è utile per ricercare un’eventuale proteinuria e glicosuria che devono far pensare alla possibile presenza di problemi renali o diabete mellito, complicando la patologia stessa.

Diagnosi infermieristica Intolleranza all’attività fisica correlata allo scompenso cardiaco Obiettivo nelle prime 48 ore ridurre le richieste di ossigeno Dal terzo giorno promuovere un ritorno a livelli accettabili di attività fisica con assenza di affanno Interventi: Giorno d’ingresso Pianificare aiuto nella cura di se’ (piano di attività per l’OSS) 3° gg intervento educativo: spiegare e dimostrare come l’attività fisica deve essere progressivamente aumentata Stimolare il sig Mario ad aumentare progressivamente le attività svolte I.R. assenza di dispnea, fr < 20, PA <140

Priorità assistenziali La persona può presentare più problemi ma, non potendo trattarli tutti nello stesso momento occorre scegliere Il buon senso ci dice che i problemi collaborativi attuali hanno la priorità perché se non trattati mettono in pericolo la vita della persona Per gli altri problemi occorre chiedersi quanto incidono “in questo momento” sul benessere della persona.

PRIORITA’ Non urgente

Da ricordare………… ….un piano di assistenza viene progettato e attuato per fornire una risposta al problema (incapacità di soddisfare un bisogno) della persona….. ….è l’insieme di più azioni coordinate e finalizzate a risolvere il problema dell’utente ……un piano di assistenza deve prevedere la definizione del problema (PC/diagnosi infermieristica) gli obiettivi le azioni/prescrizioni infermieristiche gli indicatori di risultato Se servono solo una o due azioni per la soluzione di un problema non serve un piano ma forse solo una procedura- Non troverete il piano per l’igiene…..perchè non serve alcuna competenza professionale……. Ma…”inadeguata cura di se’” perché prevede delle attività più complesse.

CARATTERISTICHE DEFINENTI COSTRUZIONE DELLE DIAGNOSI INFERMIERISTICHE linguaggio diagnostico secondo N.A.N.D.A. TITOLO E’ il nome della diagnosi: deve qualificare la tipologia di problema e quindi se la diagnosi esamina un problema di “inefficace”, “alterazione”, “deficit”, “alterato”, ”rischio”. DEFINIZIONE Esprime chiaramente il concetto diagnostico, ne delinea il significato e aiuta a differenziarla da diagnosi simili FATTORI CORRELATI Sono condizioni correlate contribuiscono allo sviluppo mantenimento di una D.I. Corrispondono alle cause, ai fattori eziologici . Nelle D.I. potenziali si parla di FATTORI DI RISCHIO CARATTERISTICHE DEFINENTI Corrispondono ai segni e sintomi rilevati nell’accertamento. Sono considerati indicatori che vanno a costituire un “grappolo di manifestazioni” di un D.I. Possono essere Maggiori o Minori

- i fattori correlati o eziologia Per poter formulare correttamente una D.I. occorre individuare : -   il problema -   i fattori correlati o eziologia -   dati oggettivi o soggettivi (manifestazioni)

Pianificare chi fa, cosa, quando??? Prevedere in modo chiaro l’obiettivo da raggiungere Tempi Azioni-interventi necessari Attori Risorse Tempi e modi per la verifica

In presenza di un problema, quelli che sono i nostri una delle priorità, è definire, con cura, quelli che sono i nostri OBIETTIVI

Obiettivi generali e specifici Obiettivo generale = dichiarazione di intenti, formulata in modo ampio, indica la direzione del progetto, esplicitata in modo generico Sottoobiettivo = se l’o. generale è molto ampio, è utile scinderlo in uno o più sottoobiettivi, che delimitano e definiscono meglio gli scopi che s’intendono raggiungere, e consentono di precisare gli o. specifici Obiettivi specifici = indicano con chiarezza i cambiamenti o i risultati attesi

OBIETTIVI OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI SCOMPOSIZIONE IN OBIETTVI MIRATI indicano con chiarezza i cambiamenti o i risultati attesi E’ una dichiarazione di intento formulata in modo ampio OUTCOMES PER L’ASSISTITO Sono a LUNGO TERMINE Sono a BREVE TERMINE ES BPCO: Miglioramento della respirazione ES BPCO: Risolvere l’ipossiemia

INDICATORE DI RISULTATO OBIETTIVO SPECIFICO INDICATORE DI RISULTATO = SPECIFICO MISURABILE CONDIVISO PIANIFICAZIONE RAGGIUNGIBILE DEFINITO NEL TEMPO

INDICATORI DI RISULTATO “Gli indicatori sono variabili ad alto contenuto informativo, che consentono una valutazione sintetica di fenomeni complessi e forniscono gli elementi necessari ad orientare le decisioni”. (F. Focarile, 2003) «Variabile misurabile che serve a confrontare un fenomeno nel tempo (in momenti diversi) e nello spazio (tra realtà diverse) o rispetto ad un obiettivo da raggiungere o da mantenere». (http://www.epicentro.iss.it/focus/ocse/Cap2-Indicatori.pdf) INDICATORI DI RISULTATO PERTINENTE QUANTIFICABILE RILEVABILE DEFINITO NEL TEMPO

OBIETTIVI • ci aiuteranno a scegliere le azioni infermieristiche necessarie per assistere l'utente • saranno indispensabili quando dovremo verificare l'efficacia delle azioni infermieristiche • esplicitati e condivisi, motiveranno tanto il personale di assistenza che il paziente per raggiungerli

OBIETTIVO essere realistico, ossia commisurato alle risorse disponibili fattibile, ossia attuabile da parte degli operatori misurabile, intendendo che deve essere espresso attraverso un comportamento o una azione che sia valutabile oggettivamente da parte degli operatori coordinato e correlato con gli obiettivi di tutta l'équipe avere delle scadenze per la valutazione, ovvero contenere l'indicazione del tempo necessario per raggiungerlo

Obiettivi/risultati attesi La pianificazione comprende anche gli elementi per misurare l’efficacia del programma assistenziale. Obiettivi generali (coerenti con le condizioni del malato) Indicatori di risultato (osservabili e misurabili = dati) Cosa, come, e quando deve essere rilevato

La tecnica del come se… "cosa succederebbe oggi di diverso, se questo problema non ci fosse più?" Come reagirebbe la persona? Cosa dovrei osservare per avere la conferma che il problema è stato risolto? (se la situazione peggiorasse….)

INDICATORI DI RISULTATO (obiettivi specifici o a breve termine) Il sig. ...... presenterà la cute pulita, asciutta e senza arrossamenti, ad ogni cambio di posizione (ogni 3 ore ) presenterà un allineamento corretto della parte del corpo emiplegica ad ogni posizionamento …riferisce assenza di dolore (VAS inferiore a 3) …assenza di secrezioni bronchiali …la ferita non presenta segni di infezione I paramentri vitali sono stabili (Temp inferiore a 38°C PA 130/80 ) Scala di norton >12

Focalizzare 1° step Osservazione e ipotesi Qual è il motivo del ricovero? Come si sviluppa la malattia e quali problemi/disabilità causa alla persona?

Analizzare 2° step accertamento Quali segni e sintomi presenta attualmente la persona?* Come reagisce alla patologia? *indispensabili per confermare la diagnosi Visita medico-chirurgica Conferma ipotesi di ricovero? Esami clinici da eseguire? Terapia prescritta? Cosa deve essere fatto per assistere questa persona( ev. percorso clinico/assistenziale)

Risolvere 3°step garantire un’assistenza sicura Quali complicanze possono manifestarsi? Come le prevengo? Come le riconosco?

Valutazione infermieristica (=area autonoma e responsabilità diretta) La persona è autonoma nel soddisfacimento delle attività di vita quotidiana? Cosa deve essere fatto per aiutare la persona? E’ necessaria la competenza dell’infermiere o può essere aiutato da altri? (OSS, care giver) Respirazione Alimentazione Eliminazione Mobilizzazione/integrità cutanea Relazione/interazione Cura di se’

Risolvere F A R E Sviluppare un piano di attuazione Valutare la soluzione più adatta Sviluppare un piano di attuazione Piano di attuazione

PROBLEMA COLLABORATIVO: ipossia correlata ad ipoventilazione alveolare secondaria a BPCO Obiettivi garantire un apporto di ossigeno adeguato mantenere un modello respiratorio efficace garantire un ambiente ottimale per favorire le limitate riserve respiratorie dell’assistito Interventi somministrazione dell’ossigeno terapia secondo prescrizione medica mediante occhialini o maschera posizionare la persona in posizione ortopnoica per favorire un giusto utilizzo della muscolatura diaframmatica rilevazione dei parametri vitali ogni 8 ore controllo della saturazione di ossigeno per il raggiungimento di un valore >90% ogni cambio turno somministrare i farmaci prescritti e monitorarne l’efficacia Indicatori di risultato la persona presenterà una PO2 nei valori normali dunque ≥ 70 entro 48 h dal ricovero raggiungerà una frequenza respiratoria di 12-18 atti\min entro le 48 h manifesterà una riduzione dei momenti di affanno

DIAGNOSI INFERMIERISTICA riduzione della tolleranza all’attività fisica correlata ipossigenazione muscolare Obiettivi migliorare la tolleranza della persona nei confronti dello sforzo fisico ridurre le richieste di ossigeno promuovere un ritorno a livelli accettabili di attività fisica con assenza di affanno Interventi valutare la capacità della persona nello svolgere attività di vita quotidiana come mangiare, muoversi, sedersi. insegnare ed aiutare la persona ad eseguire esercizi di respirazione e a coordinare la respirazione con l’attività fisica Indicatori di risultato la persona dimostrerà padronanza dei metodi per gestire la dispnea da esercizio fisico durante la degenza e prima della dimissione aumenterà la capacità a deambulare senza provare affanno e senza alterazioni del polso, della frequenza o del ritmo durante la degenza e prima della dimissione

Focalizzare 1° step Osservazione e ipotesi Qual è il motivo del ricovero? Come si sviluppa la malattia e quali problemi/disabilità causa alla persona?

Analizzare 2° step accertamento Quali segni e sintomi presenta attualmente la persona?* Come reagisce alla patologia? *indispensabili per confermare la diagnosi Visita medico-chirurgica Conferma ipotesi di ricovero? Esami clinici da eseguire? Terapia prescritta? Cosa deve essere fatto per assistere questa persona Se è previsto l’intervento chirurgico Che tipo? Quando? La paziente è informata?

Piani assistenza generali (N. Holloway)

Valutazione infermieristica (=area autonoma e responsabilità diretta) La persona è autonoma nel soddisfacimento dei bisogni? Cosa deve essere fatto per aiutare la persona? E’ necessaria la competenza dell’infermiere o può essere aiutato da altri? (OSS, care giver) Respirazione Alimentazione Eliminazione Mobilizzazione/integrità cutanea Relazione/interazione Cura di se’

Risolvere F A R E Piano di attuazione Valutare la soluzione più adatta Sviluppare un piano di attuazione Piano di attuazione

PRESCRIZIONI INFERMIERISTICHE QUALI INTERVENTI EFFETTUARE E QUANDO? RELATIVI ALLE D. I. Esecuzione di accertamenti infermieristici per identificare nuovi problemi o determinare lo stato di quelli esistenti Educazione dell’utente per la gestione della malattia Consulto con altri professionisti Esecuzione di azioni specifiche volte a rimuovere o ridurre problemi di salute Esecuzione di attività per l’utente o di aiuto all’utente pianificazione azioni affidabili all’OSS e verifiche RELATIVI AI P.C. Monitoraggio di instabilità Consultazione del medico per l’indicazione di interventi appropriati Esecuzione di azioni specifiche per la gestione e la riduzione della gravità dell’evento colloquio per informare dei problemi e giustificazione degli interventi Alcuni esempi di macro aree di interventi 72

Evidence-based Nursing Scopo dell’EbN è la diffusione di modelli e di trattamenti assistenziali di sperimentata appropriatezza, sicurezza, efficacia ed efficienza (Best Practice), in grado perciò di produrre i migliori esiti di salute individuale e collettiva.

Eseguire F A R E Eseguire il piano Impegno organizzativo Monitorare l'impatto durante l'implementazione Completare il Piano Valutazione finale

IMPEGNO ORGANIZZATIVO QUANDO FARE GLI INTERVENTI PREVISTI? CON QUALI MATERIALI? CON QUALI OPERATORI? LAVORO ORGANIZZATO ≠ LAVORO PER COMPITI

Monitorare l'impatto durante l'implementazione Verifica intermedia dello stato di avanzamento del piano Le attività previste sono state effettuate? Si stanno raggiungendo gli obiettivi previsti(I.R.)

VALUTAZIONE la valutazione è una delle fasi più difficili. Spesso, purtroppo, si ha ancora la tendenza a valutare solo se l’intervento è stato effettuato o no, o, nella migliore delle ipotesi, se è stato svolto bene, ma si presta poca attenzione al raggiungimento dell’obiettivo.

VALUTAZIONE

VALUTAZIONE FINALE: CRITERI IL NOSTRO ASSISTITO HA RAGGIUNTO GLI OBIETTIVI PREVISTI DAL NOSTRO PIANO? (EFFICACIA) GLI OBIETTIVI PREVISTI ERANO COERENTI CON I SUOI PROBLEMI? (PERTINENZA) QUANTE RISORSE SONO STATE UTILIZZATE? (EFFICIENZA) GLI STESSI RISULTATI POTEVANO ESSERE RAGGIUNTI CON MINORI RISORSE? (PRODUTTIVITA’)

ATTENZIONE ALL’EFFICIENZA!!!!!

La valutazione

VALUTAZIONE FINALE La valutazione finale esplicita il risultato dell’intero processo assistenziale L’obiettivo può essere: Completamente raggiunto Parzialmente raggiunto Non raggiunto 82

VALUTAZIONE NOTE : ancora oggi spesso l’infermiere vive la fase di valutazione come un giudizio “negativo” sul suo operato e questo determina una sorta di pregiudizio nei confronti della valutazione stessa La valutazione è invece indispensabile per capire se il piano “ha funzionato” oppure no

Valutazione negativa : cosa può essere successo ? Raccolta Dati : i dati non sono stati raccolti in modo corretto o sono incompleti. Diagnosi Infermieristica : il problema non è stato identificato in modo corretto, o non abbiamo definito esattamente la causa o le cause del problema stesso.Oppure è subentrato un ulteriore problema non previsto. Obiettivo : l’obiettivo prefissato non è corretto, o non è realistico, o non è stato accettato dalla persona.

Valutazione negativa : cosa può essere successo ? Pianificazione interventi non abbiamo ipotizzato tutti gli interventi necessari, o gli interventi scelti non erano quelli corretti, o non abbiamo stabilito un corretto ordine prioritario Attuazione degli interventi : abbiamo svolto gli interventi in modo non corretto Valutazione : ci siamo veramente chiesti se abbiamo raggiunto l’obiettivo prefissato ?