Di Andrea Sangiovanni La televisione: storia e linguaggi Linguaggi della comunicazione audiovisiva (a.a.2014-2015)

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di Andrea Sangiovanni La televisione: storia e linguaggi Linguaggi della comunicazione audiovisiva (a.a )

Dalla televisione di servizio pubblico al second screen Come cambiano Modelli istituzionalipubblicicontenutiusi

manca una logica di palinsesto l’obiettivo è guidare ad un uso corretto della tv divisione in tre fasce orarie Nascita del Secondo Canale Ottimizzazione dell’offerta Dilatazione della forma (dal 1968 il canale nazionale trasmette dalle alle quasi ininterrottamente) Diversificazione dell’offerta Si unifica progressivamente il tempo di trasmissione Con la nascita delle televisioni private il palinsesto diventa l’elemento centrale della programmazione «Con la nascita del polo Fininvest (poi Mediaset), a metà degli anni 80, e l’affermazione dell’Auditel quale strumento di rilevazione quantitativa dell’ascolto, si inizia a verificare la cosiddetta guerra dei palinsensti. I palinsesti di entrambi i poli televisivi (…) tendono a sottostare sempre più chiaramente alla logica della massimizzazione dell’ascolto. La forma del palinsesto è ormai pienamente di flusso» (A. Grasso, M. Scaglioni, Che cos'e la televisione : il piccolo schermo fra cultura e società, Milano, Garzanti, 2003, p. 86) Avvio delle trasmissioni regolari L’“epoca” di Ettore Bernabei Nasce Telebiella: iniziano a diffondersi le tv private Riforma Rai 1982 Canale 5 Rete 4 e Italia 1 Oscuramento delle reti Fininvest Il governo vara i decreti cosiddetti “salva Berlusconi” Auditel Legge “Mammì” Legge cosiddetta “antilottizzazione” Decreto legge sulla par condicio La “Rai dei professori” Referendum sulla televisione Legge “Maccanico” Legge “Gasparri” Sentenze della corte costituzionale sul monopolio 1997

La televisione via cavo 20 aprile 1971nasce Telebiella Peppo Sacchi: “Io in quel periodo facevo il regista alla televisione svizzera e, trovandomi a Locarno, una volta vidi un programma in lingua tedesca. Mi dissero che non era un programma della televisione svizzera in lingua tedesca, ma era un programma che proveniva direttamente dalla Germania a vantaggio degli ospiti, dei turisti che stavano a Locarno. Come giunge questo segnale? Via cavo. Ecco: lì scoprii che esisteva un modo diverso di fare televisione; allora pensai di portarte questa scoperta tencologica anche in Italia e di inserirla in una città come Biella. In effetti, l’idea prima era nata a Milano ma poi, per problemi (…) logistici venne fatta a Biella” Dal 1971 al 1974 nascono decine di emittenti in tutta Italia, da TeleIvrea a Teleancona- Conero 3, da Teleromacavo a Tele Vercelli, fino a Telemilano, la televisione via cavo che darà in seguito vita a Canale 5 Il dibattito pubblico Eugenio Scalfari, E ora libertà d’antenna, L’Espresso, 23 gennaio 1972 Eugenio Scalfari, E’ il video che sposta le masse, L’Espresso, 6 febbraio 1972

La riforma Rai Legge n. 103/1975 Una legge nel nome del pluralismo “la riserva allo Stato della diffusione dei programmi su scala nazionale (…) era legittimata solo se la società concessionaria, la Rai, fosse stata in grado di assicurare il massimo di apertura pluralistica a tutte le componenti politico-culturali della società italiana” (Monteleone) 1) Cambia il sistema di nomina del consiglio di amministrazione Dal Governo al Parlamento (oltre a Iri e consigli regionali) 2) Programmi dell’Accesso (5% della programmazione televisiva e 3% di quella radiofonica) 3) Istituzione di una Terza rete per rispettare le istanze locali, le esigenze di decentramento e di partecipazione dei cittadini 5) Nuova regolamentazione pubblicitaria (5% delle ore di trasmissione: aumenta con l’aumentare delle ore di messa in onda) 4) I diversi canali vengono messi in concorrenza fra loro: ogni rete ha un direttore di rete e un direttore di testata, che si occupa dei giornali ed è autonomo rispetto al primo dal pluralismo alla lottizzazione dal sistema Bernabei al “patto della Camilluccia”

Trasformazioni tecnologiche e di linguaggio 1977: arriva il colore “con il colore la televisione viene sospinta ad una più intensa polarizzazione tra due componenti che in precedenza si erano intrecciate in modo relativamente rassicurante: da un lato il realismo di una “presa diretta sul mondo che si pretende perfettamente equivalente all’esperienza visiva e sonora della realtà “dal vivo”, dall’altro il fantastico puro di una televisione-sogno” Ortoleva-De Marco, Luci del teleschermo Le tv private rinnovano il linguaggio televisivo?

una stagione di sperimentazioni La Rai dopo la riforma , Rai Uno Regia: Enzo Trapani 1978, Rai Due Regia: Enzo Trapani Portobello, Rai 2, Ideato e presentato da Enzo Tortora è il prototipo di molti programmi della televisione degli anni 80 e 90

Arriva la neotelevisione La NeoTv è una televisione confidenziale, autoreferenziale e ludica il cui pubblico è “targhettizzato” a seconda dell’offerta Nel 1983, in un articolo intitolato La trasparenza perduta (poi inserito nel volume Sette anni di desiderio), Umberto Eco introduce una distinzione tra “PaleoTv” e “NeoTv” è una tv di flusso in cui la pubblicità ha un ruolo centrale

Il simbolo della neotelevisione Drive In : creato da Antonio Ricci, per la regia (1° ed) di Giancarlo Nicotra. Dapprima in onda il martedì, divenne poi appuntamento fisso della domenica

Il mundialito I sogni nel cassetto …e poi Dallas La “guerra dei puffi” Di fronte alla sospensione della messa in onda dei canali Fininvest in alcune regioni non viene invocato il diritto alla libertà di manifestazione del pensiero ma il diritto all’intrattenimento Legge Mammì Fininvest e Rai

Legge “antilottizzazione” Referendum sulla televisione: 1)Un privato può detenere una sola rete 2)Limitazioni alla raccolta pubblicitaria 3)Divieto di interruzioni pubblicitarie durante i film Fininvest usa uno spot simile a quello realizzato per i dieci anni di vita del gruppo par condicio

Il palinsesto Il nuovo linguaggio della tv Dalla complementarietà alla concorrenza La concorrenza fra Rai e private La nascita del polo Fininvest (acquisizione di Italia 1 nel 1982 e di Rete 4 nel 1984) porta a “giochi di squadra” fra canali. Berlusconi afferma: “la concentrazione in un polo privato dell’emittenza presenta un grande vantaggio per i telespettatori: (…) il pubblico non dovrà più scegliere tra Uccelli di rovo e Venti di guerra, non ci saranno più sovrapposizioni di genere e di target” La composizione sinottica dei palinsesti di reti tra loro alleate diventa “un lavoro di ingegneria, un intricato gioco di continui rimandi tra previsioni riguardanti il bacino pubblicitario, indicazioni di budget, investimenti sui programmi, controllo di gestione, monitoraggio permanente dell’audience e procedure di selezione e collocazione dei programmi mirate a ottimizzare il potenziale di ascolto di ciascuna rete” Organizzazione verticale (giornata) e orizzontale (settimana) Fidelizzazione degli spettatori Ampliamento del palinsesto La tecnica del trascinamento La controprogrammazione