1 “Definizioni” e “riconoscimento”: ma a che serve la grammatica? Daniela Notarbartolo Cusano Milanino 5.9.2011.

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Transcript della presentazione:

1 “Definizioni” e “riconoscimento”: ma a che serve la grammatica? Daniela Notarbartolo Cusano Milanino

2 Fare grammatica: classificare? I libri di grammatica procedono dalla definizione all’esempio L’esercizio richiesto è il riconoscimento (analisi grammaticale, logica, del periodo) Il criterio per riconoscere dovrebbe essere la definizione MA…

3 classificazioni di debole capacità esplicativa (L. Serianni) Il verbo indica un’azione: riscaldare  riscaldamento (azioni non-verbi) Stare, sembrare, essere, … (verbi non-azioni) Il nome indica una persona, animale, cosa lentezza, lucidatura, … (derivati per suffissazione) nomina, corsa, … (derivati a suffisso zero) L’aggettivo indica una qualità: vero = verità (derivati per suffissazione) NB Attraverso i suffissi si modifica proprio la categoria grammaticale

4 errori Il soggetto NON compie l’azione Il nonno riceve una lettera Gioppino le prende da Battista L’agnello venne divorato dal lupo Il pronome NON sostituisce il nome TU sei adatto a questo lavoro (deittico) Sei stato duro con lui. Non volevo esserLO (pro- predicato nominale) A che era arriva? Non LO so (pro-completiva)

5 Criteri non assimilati (M.P. Lo Duca) Ricerca sul nome Non sono in grado di riconoscere nomi deverbali come spegnimento, corsa, … Ricerca sul verbo Non sono in grado di riconoscere verbi di non-azione Frase data: “Alice cominciava ad essere stufa di star seduta senza fare niente”

6 Non sono in grado di riconoscere verbi in cui ci sia un inserto: era tutta presa, non avreste mai pensato pronominali: Vi spaventaste polirematici: venisse giù, si rese conto forme fraseologiche o con verbi servili: comincia ad essere, dobbiamo finire, voglio vestirmi

7 ma riconoscono verbi “impossibili” mardivano, gricando, ferindò ma si rendono conto di trasformazioni impossibili * io esco la porta *Tu sei camminato da me Risorse inattese

8 Analisi logica Risponde alla domanda … chi, che cosa ? (allora meglio “chi è che…?”) di chi, di che cosa ? a chi, a che cosa ? chi, che cosa? …

9 Polisemia delle preposizioni 1 DI = una qualche relazione la moglie di mio fratello il vestito di seta tremare di paura accusare di furto arrivare di giorno arrivare di corsa parlare di calcio dimmi di dove sei è pi ù alto di te è il significato che guida la identificazione dei complementi

10 Polisemia delle preposizioni 2 DA Tu da dove vieni ? Lo conosco da due anni È stato superato da un camion Ci vediamo da te Si è comportato da amico CON Passeggio con Giovanni Chiudo la porta con la chiave Sollevo il tavolo con Luigi Parla con proprietà Conversare con / litigare con …

11 Polisemia delle preposizioni 3 A Telefono a Beatrice Ridevano a crepapelle Il treno parte a momenti So che a quelle parole impallidì Vivo a Milano Vado a Roma che complemento è ? > cosa significa ?

12 classificare / descrivere Predicato verbale: è costituito da tutti i verbi, transitivi e intransitivi, di forma attiva, passiva o riflessiva; esso fornisce un'informazione completa e può indicare: un'azione subita dal soggetto, un fenomeno, un evento, uno stato, una condizione in cui si trova il soggetto. Predicato nominale: è un'espressione verbale costituita da una voce del verbo essere e da un nome o un aggettivo (o da più di un nome o da più di un aggettivo). Il nome o l'aggettivo completano il senso del verbo e indicano una qualità, una caratteristica, una condizione del soggetto. (Bruzzone, Fiore, Scopriamo la Grammatica, Zanichelli, 2000, Bologna, pg. 23 e ss.)

13 Predicare è una funzione Svolta dal GRUPPO VERBALE Il mio compagno (è andato in biblioteca) (è un vero amico) (è simpaticissimo) Non sempre svolta dal VERBO Tu andare subito via !! Tu amico ! Tu simpatico !

14 Autoreferenzialità delle classificazioni Verbi transitivi intransitivi riflessivi ausiliari servili fraseologici copulativi

15 Autoreferenzialità delle classificazioni Come mai ? transitivi (c’entra con compl. oggetto e passivo) intransitivi (idem) riflessivi (c’entra con la frase e pronomi) ausiliari (c’entra con i tempi composti) servili (c’entra con la modalità) fraseologici (c’entra con l’aspetto) copulativi (c’entra con il predicato nominale)

16 Autoreferenzialità delle classificazioni In quale ordine ? ausiliari (c’entra con i tempi composti) fraseologici (c’entra con l’aspetto) servili (c’entra con la modalità) transitivi (c’entra con compl. oggetto e passivo) intransitivi (idem) riflessivi (c’entra con la frase e i pronomi) copulativi (c’entra con il predicato nominale) dei predicativi non si parla !

17 Ipertrofia delle classificazioni Si impersonale si dice che Si passivante si dicono cose Si riflessivo proprio si lava Si riflessivo indiretto si lava le mani Si riflessivo pronominale si vergogna Si riflessivo reciproco si salutano Si riflessivo “improprio” si beve una birra

18 Ipertrofia delle classificazioni Si impersonale vero e proprio (solo 3a persona) si dice che si dicono cose Forme medie (tutte le persone) (è coinvolto il soggetto = NON impersonali!) si lava / si lava le mani (ma anche: mi lavo, ti lavi le mani, …) si vergogna (ma anche: mi vergogno, ti …) si salutano (ma anche: ci salutiamo …) si beve una birra (ma anche: mi bevo una birra …)

19 Quando vale la pena creare una CLASSE diversi oggetti particolari appartengono alla categoria generale in casa, a Roma, da mio fratello, sul ponte, per strada un contenitore per tutti gli oggetti di quella stessa “serie” complemento di stato in luogo

20 Non sempre vale la pena Vengono tutti tranne lui “complemento eccettuativo” Ho bisogno di un caffè “complemento di ???” Fu accusato di truffa … “complemento di colpa” …e condannato a tre anni di reclusione “complemento di pena”

21 Qualcosa si muove OSA dei licei : “… senza indulgere in minuziose tassonomie e riducendo gli aspetti nomenclatori”. Quadro di riferimento INVALSI: “le domande privilegiano la capacità di analisi funzionale e formale, e la capacità di corretto utilizzo, rispetto a una classificazione astratta e fine a sé stessa”.

22 ERA ORA !! Nelle definizioni tradizionali sovrapposizione di diversi criteri (cfr. M. Berretta 1977) Ontologia : “verbo: esprime un’azione, un modo di essere, uno stato …” “nome: indica persone, animali, cose,...” (sempre?) Posizione : “articolo: precede il nome” (immediatamente?) Funzione : “pronome: sta al posto del nome” (sempre?) Semantica: “soggetto: compie l’azione” (sempre?)

23 classificare: ragionare Serve a ordinare e organizzare gli oggetti di studio, a vederne similarità (oggetti simili entro una classe): es. sedia / bellezza differenze (classi diverse fra loro): es. dolce / dolcezza / addolcire La classificazione criteri semplici che spiegano una molteplicità di fenomeni diversi (se no è inutile !!!) criteri che permettono di vedere sinteticamente l’insieme

24 per vedere la differenza ce n’è c’è un po’ di qualcosa = essercene ce ne ce ne andiamo = noi andiamo via da c’è né c’è e non manca = esserci c’è ne c’è, ne sono sicuro = essere sicuro di

25 Due punti di vista Contenitori: per riconoscere la categoria > devo conoscere la funzione nella frase Il fiume = la lentezza = lo scorrimento (tutti nomi ma con diversa origine) Il vicino di casa / l’albergo più vicino / vicino a me (tutti aggettivi ma con diversa funzione)

26 Due punti di vista Padronanza nello scritto: diversi modi di dire la stessa cosa Il modo dell’azione (complemento, avverbio, verbo) parla con lentezza  lentamente  scandendo le parole Espressione del nesso causale La ragione per cui non ti ho telefonato è che ero in ritardo  Siccome ero in ritardo non ti ho telefonato  Ero in ritardo perciò non ti ho telefonato

27 criterio morfologico: forme di parole e relative variabili Le parti nominali si declinano sedia / sedie, cartina / cartine, lavagna / lavagne, … 2 forme di parola = 1 var.: il numero questo / questi // questa / queste (agg. e pron.) 4 forme di parola = 2 var.: genere e numero bello, belli, bella, belle, bellissimo / a / i / e (più bello) forme di parola = 3 var.: genere, numero e grado Il verbo si coniuga mangio : anche 6 var. e conseg. 184 forme di parola: numero, persona, tempo, aspetto, modo, diatesi

28 Importanza delle variabili Permettono le trasformazioni della parola Tutti i modi in cui si può essere “rosso” il maglione rosso, la Ferrari rossa, le trecce rosse, i puntini rossi Sono portatrici di parti del senso le persone, “vendesi box” cadono, cadevano, …

29 la morfologia non basta Con chi fa gruppo (La mia felpa) è più calda (della tua) (Con questo freddo) devi metterti (quella pesante), prendi (quella) (La nonna) non ti aspetta stamattina, (la) avverto che stai arrivando

30 Criterio sintattico Determinativi (La mia felpa) … … è più calda (della tua) Aggettivi attributo: (la calda estate) è alle porte predicato: l’estate quest’anno (sarà calda)

31 Per gli omofoni è fondamentale ceno e dopo vengo vengo dopo cena vengo dopo che ho cenato ti dico che sbagli la risposta che dai è sbagliata

32 criteri ceno e (dopo) vengo vengo (dopo cena) regge il nome vengo (dopo che ho cenato) regge il verbo (con chi fa gruppo) ti dico che sbagli dico (qualcosa) la risposta che dai è sbagliata (quale risposta) (da chi dipende)

33 Classificare i gruppi possibili Unità sintattica più grande = frase [gruppo del nome sogg] > [gruppo del verbo] Gruppo del nome gr.“basic” (la mia felpa) (la tua) gr. retto da preposizione (degli studenti) sempre subordinato [il comitato (degli studenti)] = gr. complesso con inclusione [la felpa (del mio amico)] Gruppo del verbo (è arrivato a Roma / è mio amico) Frase inclusa in un’altra [Giovanni] > [sa (che sei arrivato a Roma)] [il libro (che ho letto)] > [è indimenticabile]

34 Le classi non variabili Nessi che creano i gruppi (criterio sintattico) La preposizione regge il nome di pietra sotto il tavolo per mezzo della rete internet la congiunzione subordinante regge il verbo poiché insisti, sebbene io sappi … … che puoi benissimo farne a meno, …

35 Prestiti fra classi La preposizione regge il nome (o il pronome) Vengo per te, vengo a casa Ma può fare da congiunzione > Vengo per restare, vengo a vedere; vorrei del pane; ho delle allieve che… Ma anche l’avverbio può “fare da” preposizione Mettiti lì sotto (è avverbio) > Il cestino è sotto il tavolo Ma anche l’aggettivo può “fare da” preposizione È un parente lontano (aggettivo)/ lontano da te che tristezza !

36 analisi a quattro “è bello stare sotto il tavolo”

37 chi è, con chi sta cosa fa Il nome si declina e dà il genere e il numero alle parti nominali (gruppo del nome) Il verbo si coniuga e regge i suoi argomenti (formando il gruppo del verbo) L’aggettivo: in tutti i casi concorda (con il nome di cui è attributo o con il soggetto di cui è predicato) Fa da soggetto (primo “compito nella frase”), da complemento, da predicato: es. del gatto / è un gatto Quasi sempre predica (secondo “compito nella frase”), fa da infinito sostantivato, ausiliare, fraseologico: es. ha fame / ha mangiato / comincia a mangiare / lavorare stanca Può fare da attributo ma anche da predicato : es. un amico sincero / l’amico è sincero

38 cosa si può fare chi può farlo Fare da soggetto (primo “compito nella frase”), o da complemento Predicare (secondo “compito nella frase”) Fare da attributo nomi, pronomi, sostantivati, verbi in forma indefinita, completive e subordinate Verbi predicativi, nomi, aggettivi, verbi copulativi+ nomi e aggettivi Aggettivi qualificativi, determinativi, participi, relative

39 Frasi al posto di nomi Mi sorprende [qualcosa] che Maria sia tornata = il ritorno di Maria Mi domando [qualcosa] perché sei tornato = il motivo del tuo ritorno Mi rattrista [qualcosa] che tu sia in difficoltà = la difficoltà in cui ti trovi Le completive svolgono la stessa funzione degli argomenti

40 Frasi al posto di aggettivi I valorosi soldati furono premiati I soldati, che erano stati valorosi, furono premiati I soldati valorosi furono premiati I soldati che erano stati valorosi furono premiati La relativa è un modificatore del nome

41 gruppi diversi con la stessa posizione Per la fretta ho dimenticato di prendere i guanti Siccome avevo fretta ho dimenticato di prendere i guanti Puoi dirmi l’ora ? Puoi dirmi che ora è? Il tuo silenzio dimostra la tua preoccupazione Che tu stia zitto dimostra che sei preoccupato

42 Le classi non variabili Nessi che creano i gruppi L’avverbio modifica (criterio semantico): nome almeno un compito verbo sorrideva argutamente aggettivo davvero bello avverbio molto cautamente frase fortunatamente sei arrivato tu Le congiunzioni coordinanti? I connettivi semantici? La semantica tout court ? (v. prox lezione)

43 Il Lonfo ovvero: la sintassi esiste Il Lonfo non vaterca n é gluisce e molto raramente barigatta, ma quando soffia il bego a bisce a bisce sdilenca un poco e gnagio s'archipatta. E' frusco il Lonfo! E' pieno di lupigna arrafferia malversa e sofolenta! Se cionfi ti sbiduglia e ti arrupigna se lugri ti botalla e ti criventa. Eppure il vecchio Lonfo ammargelluto che bete e zugghia e fonca nei trombazzi fa legica busia, fa gisbuto; e quasi quasi in segno di sberdazzi gli affarferesti un gniffo. Ma lui zuto t'alloppa, ti sbernecchia; e tu l'accazzi. ( Fosco Maraini)

44 Cosa resta Le 9 classi del lessico (o categorie grammaticali) Le variabili (numero, genere, tempo, aspetto, …) I gruppi sintattici e la frase (fra cui le subordinate o incluse) Soggetto oggetto agente termine (o beneficiario) c. di tempo e di luogo I complementi “sensati” Determinante e modificatore Tema e rema

45 Cosa cade Le definizioni astruse che assorbono moltissima energia senza rilasciarne (costi / benefici) I criteri distintivi imprecisi che confondono le idee invece che chiarirle L’autoreferenzialità delle parti rispetto al tutto

46 Testi citati M.G. Lo Duca, Dalle elementari alle soglie dell'università: indagine sul riconoscimento della categoria lessicale del nome, (con S. Polato), in G. Fiorentino (a cura di), Perché la grammatica? Carocci 2009, Roma, pp ; M.G. Lo Duca, A. Cristinelli, E. Martinelli, Riconoscere le voci verbali: indagine su una categoria complessa, (Relazione al convegno Giscel Padova marzo 2010, Atti in corso di pubblicazione MATERIALI: Notarbartolo-Graffigna, GrammaticaNuova, Bulgarini Firenze d.notarbartolo