1 E’ un combustibile di colore nero cioè una sostanza che brucia producendo grandi quantità di calore di origine fossile: 2 E’ un combustibile meno.

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Transcript della presentazione:

1 E’ un combustibile di colore nero cioè una sostanza che brucia producendo grandi quantità di calore di origine fossile: 2 E’ un combustibile meno pregiato che si prepara facendo bruciare la legna quasi in assenza di aria. derivato da organismi viventi che hanno subito un lungo processo di pietrificazione.

in primo luogo si raccoglieva una notevole quantità di legna in tronchetti di media grandezza e si provvedeva a costruire un grande cumulo di legna compatto di 3-4 metri. La cupola in seguito veniva coperta di terreno, formando così una specie di «montagnetta» a ridosso della catasta: il poiàt o carbonaia, ad opera dei "carbuner", assai spesso veri e propri specialisti che iniziavano il loro lavoro fin da ragazzi diventando così profondi conoscitori di un’arte facile a dirsi, ma difficile da praticare. Il terreno aveva la funzione di contenimento della combustione successiva, con delle bocche di uscita per il fumo e parte del calore/temperatura sviluppati all'interno.. La tecnica di produzione del carbone di legna

Fino ad allora, infatti, il legno era la fonte di energia più utilizzata, nonché un buon materiale da costruzione, ma l’eccessivo sfruttamento dei boschi portò in molti paesi europei alla progressiva distruzione delle foreste e il legno cominciò a scarseggiare. Il carbone sembrò l’alternativa migliore da usare. L’era del carbone inizia verso la metà del 1600, in seguito all’esigenza di trovare una fonte di energia alternativa al legno.

1.Tra il XVIII° e il XIX° sec. comparve sul mercato il carbone fossile. 2.l'Inghilterra, grazie ai suoi grandi giacimenti, si arricchì e consolidò la sua posizione di supremazia tecnologica e industriale. 3.A partire dal 1750, proprio in Inghilterra prese il via la Rivoluzione industriale, che sconvolge radicalmente il sistema economico e sociale. 4.Successivamente essa si propagherà anche negli altri paesi europei, fino a raggiungere gli Stati Uniti d'America. 1908: ragazzi minatori e muli in un galleria di miniera di carbone

La necessità di bruciare il carbone, portò ad uno sfruttamento sempre più intensivo dei giacimenti soprattutto in Inghilterra, Russia, Germania e Francia. In questo periodo la produzione mondiale di carbone passò da 10 milioni di tonnellate nel 1700, a 70 milioni di tonnellate nel 1850, a 800 milioni di tonnellate nel 1900.

Poi nel secolo scorso il carbone venne sostituito dal petrolio ma negli anni recenti, a causa dell'aumento del prezzo del petrolio, è tornato ad essere usato. Le condizioni dei minatori di carbone erano davvero molto dure e portarono a proteste e ribellioni. Nel 1807 viene montata una macchina a vapore su una nave e nel 1825 una locomotiva a vapore muove il primo treno. sciopero dei minatori in Inghilterra

Giovane donna che lavora come un minatore, un carrello di traino. I bambini a lavorare come minatori, tirano un carrello. pubblicato il Magasin Pittoresque, Parigi, 1842

L 'illuminazione era garantita solamente da lumi ad olio di noce o grasso animale; questi lumi non procuravano abbastanza luce per garantire la sicurezza dei minatori e rendevano irrespirabile l'ambiente. Le puntellature erano precarie, e le gallerie strette, così quando si tagliava una faglia o un tratto molto fessurato, molti uomini perdevano la vita sotto crolli improvvisi. Questo tipo di lampada a petrolio veniva usata comunemente nelle miniere dove non era presente il grisou;

Donetsk, Ucraina - Agosto, 16, 2013: minatori al lavoro manuale pesante in condizioni di scarsa luminosità e polveroso. Il mio è chiamato Chelyuskintsev

L'estrazione del carbone, storicamente, è stata un'attività estremamente pericolosa! Si scavavano piccole gallerie poco profonde ma molto anguste che costringevano gli uomini a lavorare in ginocchio o sdraiati. Le miniere diventavano trappole mortali per le inondazioni o per i frequenti crolli.

Per il trasporto del materiale fuori dalla miniera si cominciarono ad usare i muli, mentre prima erano i ragazzi a fare questo mestiere faticoso. Ben presto si cominciò anche a non più usare i basti sui muli, ma apparvero i primi carretti, che però non potevano essere usati in tutte le gallerie poichè il pavimento non lo consentiva per la natura troppo scoscesa o per ingombri insormontabili.

Il carbone e l’emigrazione italiana in Belgio Dopo la fine della seconda guerra mondiale oltre italiani cercarono fortuna nei grandi bacini carboniferi belgi. Costretti a turni di lavoro massacranti e in balia di misure di sicurezza insufficienti, tra il 1946 e il 1963 più di 800 di loro morirono in un’impressionante serie di incidenti. Il patto tra l’Italia e il Belgio diceva che se l’Italia avesse dato lavoratori al Belgio esso avrebbe ricambiato con tonnellate di carbone

Le norme di sicurezza erano inesistenti. Il pozzo dove l'incendio divampò, serviva anche per il passaggio dell'impianto di aerazione dell'intera miniera. Così, in pochi minuti, tutte le gallerie divennero un'immensa camera a gas. Una trappola mortale per 262 persone. La catastrofe si verificò il 22 ottobre 1913 quando un'esplosione disintegrò la miniera n.2 facendo vibrare il suolo sino a quasi 4 km di distanza. Restarono uccisi 263 minatori e altri 2 della squadra di soccorso morirono durante le operazioni di aiuto. I minatori italiani erano la maggioranza: 146 di essi perirono in tale sciagura. Gli investigatori delle autorità preposte stabilirono che era stato usato esplosivo di tipo non consentito dalla legislazione mineraria e i minatori non erano sufficientemente lontani dal sito dove furono poste le cariche esplodenti, contrariamente a quanto contemplato dalle leggi. Inspiegabilmente nessun dirigente minerario fu indagato, quindi le miniere ripresero a funzionare in quello stesso anno dopo alcuni provvedimenti per garantire maggior sicurezza di lavoro ai minatori.

Non potevano entrare nei bar, né nei pochi cinema o luoghi di spettacolo pubblico. Dovevano restare nei campi a loro riservati. Trattati come dei prigionieri. Altre migliaia persero la vita, negli anni successivi, a causa degli effetti devastanti sulla salute provocati della polvere di carbone. Polvere che avevano respirato sotto le gallerie anche per dieci ore al giorno. La silicosi divenne una malattia tristemente diffusa.

Il “massacro di Ludlow” è una delle pagine più sanguinose della storia dell’immigrazione negli Stati Uniti. Ludlow era una miniera della famiglia Rockefeller in Colorado, dove nel settembre 1913 il sindacato minatori, dichiarò uno sciopero contro le assurde condizioni di vita e di salario dei lavoratori. A Ludlow,infatti,i minatori e le loro famiglie vivevano in un “camp” di baracche di legno e tende(in una zona dove d’inverno la temperatura scendeva anche di 20 gradi sotto zero);non esistevano edifici in muratura. I minatori erano soprattutto spagnoli, greci e italiani. John Rockefeller jr, per interrompere lo sciopero, decise di “dare un esempio”. Mandò a Ludlow una compagnia di uomini armati e chiamò la Guardia Nazionale. Il 20 aprile 1914,sotto gli occhi delle guardie del Colorado i detective dell’agenzia lanciarono bottiglie incendiarie su tende e baracche,e indiscriminatamente aprirono il fuoco con la mitragliatrice. Decine di feriti,e soprattutto 20 morti, di cui 13 tra donne e bambini piccoli. La Guardia Nazionale assistette al massacro senza intervenire. La commissione d’inchiesta del Congresso Usa neppure rimproverò Rockefeller. Nessuno fu condannato. I minatori si erano massacrati «da soli».