IC Varese 4 Anna Frank Un percorso per accompagnare il bambino e il ragazzo alla scoperta del proprio corpo e dell’espressione dell’affettività dott.sa.

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IC Varese 4 Anna Frank Un percorso per accompagnare il bambino e il ragazzo alla scoperta del proprio corpo e dell’espressione dell’affettività dott.sa Donata Magnoni Medico Pediatra Movimento e Centro di Aiuto alla Vita di Varese Varese 13 Febbraio 2015

Quali valori si intendono far passare Sessualità come espressione di genere della relazione personale anche ma non solo in un rapporto d’amore, che si traduce e si attua nella realizzazione di un progetto personale Amore: espressione di una relazione personale che coinvolge la globalità della persona: corporeità, emotività, razionalità, socialità, affettività, che presuppone il rispetto di sé e dell’altro, la dimensione oblativa e l’apertura alla vita

I valori da trasmettere La bellezza del proprio corpo, la sua unicità e la sua infinita capacità espressiva La bellezza e bontà delle emozioni piacevoli che il corpo ci può dare e può dare agli altri Il valore dell’intimità, dono prezioso da condividere con consapevolezza Il significato dei gesti d’intimità, del desiderio e dell’attesa La prudenza nei confronti dell’estraneo La fertilità come risorsa affidata alla nostra responsabilità La vita come dono ricevuto attraverso un gesto d’amore e come tale da donare.

il corpo che cambia la coscienza di sè

Il brutto anatroccolo: un corpo che cambia Il periodo adolescenziale comporta compiti di sviluppo connessi con i cambiamenti biologici, emotivi, intellettuali e sociali Adattarsi ad un corpo che cambia Adattarsi al risveglio della sessualità Utilizzare nuove modalità di pensiero Conseguire un nuovo livello di maturità emotiva Avviarsi all’indipendenza dalla famiglia

È una sfida accompagnata anche da confusione e sofferenza e può generare problemi Sofferenze, conflitti, turbamenti normali e fisiologici Situazioni più gravi di angoscia seria, di pericolo, di patologia Problemi apparenti rilevati come tali dagli adulti ma non realmente critici per gli adolescenti

Si possono identificare tre ordini di compiti o impegni generali che impegnano l’adolescente Compiti connessi con la pubertà e le pulsioni sessuali Compiti connessi con la definizione dell’identità e del concetto di sé Compiti connessi con l’allargamento degli orizzonti e delle competenze intellettuali e sociali

Il ragazzo si impegna a trasformare una sorta di passività di fronte ad eventi ineluttabili in una gestione controllata utilizzando il pensiero e gli strumenti sociali Si mettono in campo strategie diverse di coping, Strategie puramente emozionali Strategie volte alla soluzione del problema Spesso utilizzate in fasi diverse della crescita e sulle quali le relazioni significative instaurate dal ragazzo possono molto influire

Si possono distinguere forme più o meno adattative Rinuncia abbandono e disperazione Fuga esplicita o inconscia (perdere tempo, stare male) Reazioni fortemente emozionali (arrabbiarsi, piangere) Strategie di azione mediata da altri (richieste d’aiuto indifferenziato) Strategie di azione finalizzate al risultato con valutazione dei comportamenti possibili, organizzazione funzionale, richiesta d’aiuto specifica Costruendo lentamente un proprio stile di coping

Adattamenti e reazioni psicologiche alle trasformazioni corporee La difficoltà principale è riappropriarsi di un corpo che si sviluppa rapidamente con una serie di disarmonie: Velocità e tempi di crescita diversi tra coetanei Disarmonie provvisorie tra parti del proprio corpo Sensazione di goffaggine legate anche all’innalzamento delle mete ideali e delle richieste percepite Globalmente la percezione di una forte disarmonia tra crescita fisica, emotiva, razionale e modelli sociali

La trasformazione del proprio corpo ha grande importanza psicologica poiché mette in discussione la stessa identità personale L’accelerazione della crescita, lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, la comparsa del menarca e delle eiaculazioni, l’insorgenza di nuove tensioni istintuali e di modificazioni dell’umore fanno venir meno la sicurezza verso il proprio corpo e il controllo delle proprie pulsioni che avevano fondato la sicurezza di sé negli anni della latenza Prima che venga acquisita una nuova stabilità dell’immagine di sé, la novità dello sviluppo, le sue peculiarità e irregolarità comportano un periodo di insicurezza e anche sentimenti di parziale estraneità al proprio corpo, che viene osservato con preoccupazione e paragonato a quello dei coetanei e con altri modelli

Sull’aspetto fisico possono focalizzarsi preoccupazioni concernenti la propria identità, la propria adeguatezza sociale e sessuale e il controllo delle proprie pulsioni La trasformazione del corpo si associa alla forte presa di coscienza del sé con atteggiamenti ipercritici, la messa in discussione della propria immagine e soprattutto il confronto consapevole con i modelli sociali

Benchè preoccupazioni ed ansie siano abbastanza generalizzate una specifica insoddisfazione per tali mutamenti è stata stimata ad un terzo circa degli adolescenti tra i 12 e 14 anni Lo sviluppo della conoscenza di sé proceda dal fisico corporeo allo psicologico con il progressivo prevalere di concezioni di sé più astratte e centrate su tratti di personalità e su modi di essere e di pensare piuttosto che sulla sola immagine fisica che diviene funzionale ad essa.

Quando le preoccupazioni per l’aspetto fisico non sono limitate e transitorie si può pensare che siano manifestazioni di disagi che non investono solo l’immagine fisica ma implicano problemi di opposizione alla dipendenza familiare di accettazione del proprio ruolo sessuale dello sviluppo verso un ruolo adulto di definire la propria identità accompagnati da ansietà e sentimenti di colpa

Cambiamento delle emozioni e degli affetti Lo sviluppo emozionale vede in gioco un altro insieme di fattori di cambiamento e di necessità di trasformazione e adattamento La forza particolare delle pulsioni in rapporto allo sviluppo ormonale e sessuale La capacità dell’Io di contenere o no gli istinti La natura e l’efficacia dei meccanismi di difesa e compensazione Nell’adolescente si ha il secondo processo di individuazione con la formazione del senso di sé stabile

Si tratta di acquisire la separazione dai genitori non attraverso l’allontanamento fisico, poco utile in questa fase e a rischio di di sentimenti negativi di alienazione, ma attraverso un cambiamento di relazione e della sua rappresentazione E’ un processo che si accompagna ad ansietà e incertezze che danno luogo all’emergere di fisiologiche condotte regressive Orientamento all’azione più che all’uso del pensiero e del linguaggio verbale Idealizzazione di personaggi in cui identificarsi o su cui proiettare sentimenti, ideali, timori, personaggi comunque distanti che non costringono ad un confronto reale Stati di fusione emozionale, gruppi o ideologie religiose o etiche Attività frenetica con ricerca di sensazioni forti

L’adolescente ha bisogno di staccarsi dalla relazione infantile con i genitori e la svalutazione delle figure parentali può divenire un mezzo per superare la dipendenza Il venir meno degli oggetti di identificazione infantile è una vera e propria esperienza di perdita di sé stesso insieme con i propri legami d’amore infantili, una sorta di lutto Vari meccanismi possono essere utilizzati per permettere il mantenimento di una relazione ambivalente con quegli oggetti senza accettarne il distacco Lo spostamento del desiderio su sostituti parentali, insegnanti o altre figure adulte Inversione degli affetti, atteggiamenti ostili o ribelli, che però non sono privi di sensi di colpa Rivolgimento narcisistico della libido Comportamenti regressivi Rassicurazione nell’inserimento in un gruppo/banda o la ricerca dell’amica del cuore

La capacità di riflessione su di sé con una capacità di investimento libidico sui propri pensieri e emozioni caratterizza la seconda fase dell’adolescenza, prevale L’interesse per i propri sentimenti con alternanza di esaltazione e depressione L’interesse è centrato su di sé e anche le discussioni sui grandi valori e gli ideali sono un mezzo per raggiungere una consapevolezza di sé e un’espressione dei propri sentimenti e realizzare un contatto più profondo con il mondo esterno: L’oggetto amato permette la costruzione di un ideale Io, il ragionamento su problemi generali permette l’espressione di conflitti interiori

Identità personale dell’adolescente L’identità dell’Io può essere definita come la capacità di integrare le proprie identificazioni infantili con le proprie caratteristiche e attitudini che ormai appaiono chiare e con le opportunità offerte dalla propria collocazione sociale. Erikson L’identità è quindi una nuova acquisizione ma anche una ricapitolazione delle acquisizioni raggiunte nelle tappe precedenti dello sviluppo

raggiungimento di una percezione matura del tempo certezza stabile della percezione di sé in cui si esprime il sentimento di autonomia sviluppato nell’infanzia l’assunzione e la sperimentazione di ruoli il pensarsi capace di successo nella propria attività l’acquisizione di un’identità sessuale definita e stabile la capacità di confronto con l’autorità e l’acquisizione di autorità la definizione di un orientamento consapevole nei propri ideali personali e sociali

FEUD ed ERIKSON

Dai 7 anni

Immagine di sè L’immagine di sé e della propria posizione fra gli altri rappresenta l’aspetto cosciente dell’identità che l’adolescente può esprimere anche verbalmente Regola l’autostima, la percezione dell’auto-efficacia, le aspettative di essere accolto e apprezzato dagli altri, la soddisfazione di sé piuttoste che l’emergere di sentimenti di inadeguatezza,vergogna o colpa Dipende ed è mediata dalle aspettative sociali del proprio ambiente di vita e dalle immagini reciproche e riflesse fino all’assegnazione di un ruolo e una posizione

Gli adulti di riferimento forniscono un’importante fonte per la sua definizione attraverso i loro giudizi espliciti e impliciti I coetanei per alcuni aspetti (qualità fisiche, sociali, simpatia, iniziativa, coraggio..) hanno un’importanza superiore anche a quella degli adulti perché controllano una parte considerevole della vita e delle risorse sociali dell’adolescente: stima, approvazione,aiuto, compagnia, successo, amore..

Identità di genere, ruolo, orientamento e comportamento sessuale

Nell’infanzie e nell’adolescenza l’esperienza interpersonale con gli adulti e con i pari, confrontata con modelli culturali presenti e condivisi, è fondamentale per orientare la sessualità che si sviluppa comunque su basi biologiche fortemente predisponenti

Nel cammino evolutivo di individuazione noi ci rappresentiamo a noi stessi e agli altri costruendoci intorno a quattro assi Identità di genere Ruolo di genere Orientamento sessuale Comportamento sessuale Integrando e armonizzando fattori biologici educativi e relazionali culturali e sociali

Identità di genere Coscienza della propria appartenenza a un determinato sesso e delle differenze con l’altro sesso Il disturbo dell'identità di genere DIG, detto anche disforia di genere, è un disturbo in cui una persona ha una forte e persistente identificazione nel sesso opposto a quello biologico e assegnato alla nascita

Il DIG è catalogato fra i disturbi mentali del DSM-IV e viene definito transessuale solo chi non ha una altra prevalente psicopatologia associata. Secondo il DSM-IV, i criteri diagnostici per identificare il disturbo dell'identità di genere sono i seguenti: 1.Il soggetto si identifica in maniera intensa e persistente con individui di sesso opposto (a quello biologico) 2.Questa identificazione non deve essere semplicemente un desiderio di qualche presunto vantaggio culturale derivante dall'appartenenza al sesso opposto (a quello biologico). 3.Deve esserci l'evidenza di una condizione di malessere persistente o di estraneità riguardo al proprio sesso biologico. 4.L'individuo non deve presentare una condizione di intersessualità (es. sindrome di insensibilità agli androgeni o iperplasia surrenale congenita) 5.Deve esserci un disagio clinicamente significativo o compromissione in ambito sociale, lavorativo e nelle relazioni interpersonali. Incidenza Fonti diverse indicano stime diverse sul numero di individui con disturbi dell'identità di genere: 1 su nati maschi e 1 su nati femmine 1 su nati maschi e 1 su nati femmine

Ruolo di genere Consapevolezza dei fattori psicologici e culturali del ruolo che gli individui del proprio sesso svolgono nella società Elaborazione di un modello femminile o maschile

Orientamento sessuale Preferenza sessuale che si sviluppa in conseguenza del sesso biologico e dell’identità e ruolo sessuale È l’ambito in cui si colloca l’omosessualità come preferenza sessuale predominante e persistente per persone dello stesso sesso, scostandosi dall’identità di genere omologa alle proprie basi biologiche prevalenza 5% (1 su 20) esclusivamente rapporti omosessuali nel corso della sua vita dopo l'adolescenza, e un ulteriore 5%, pur avendo avuto rapporti con entrambi i sessi, ne aveva avuti in prevalenza col proprio sesso. Kinsey-OMS

Comportamento sessuale L’insieme dei gesti e degli atteggiamenti utilizzati per esprimere il nostro orientamento sessuale Può essere etero o omosessuale

Fattori disturbanti nel percorso di formazione dell’identità sessuale Genitori che non sono essi stessi chiaramente identificabili Madri che sono state bambine-maschiacci che provano ostilità verso il sesso maschile e si compiacciono degli atteggiamenti femminei del figlio maschio Madri che temono l’aggressività maschile o incoraggiano comportamenti femminili per ottenere loro stesse cure Madre depressa e padre aggressivo, mascolino, spesso etilista che spingono una figlia verso atteggiamenti maschili, e un figlio a rifiutare un modello negativo Un lutto o una precoce separazione dalla madre che spinge a identificarsi con lei a scopo difensivo

Frequenza di un pattern relazionale tra i familiari caratterizzato da: madre emotivamente dominante, padre tranquillo, estraneo, assente o, al contrario, aggressivo, bambino timido, introverso, sensibile e artistico, scarsa comunicazione, relazione possessiva tra madre e figlio, antagonistica ma senza confronto leale tra padre e figlio. In genere genitori del proprio sesso incapaci di accoglierli tra i propri simili e di far capire che è bello appartenere al proprio sesso e che possono essere perfettamente in grado di farlo

E’ normale nel corso della preadolescenza e anche dell’adolescenza, periodo di massima flessibilità del sé che può sconfinare nella confusione e nell’incoerenza, vivere fantasie, sogni o anche brevi esperienze omosessuali eccitanti, momenti di intimità fisica o occasioni di “competizione agonistica” di prestazioni sessuali. Di solito queste esperienze sono concomitanti con la crescita di interesse verso il sesso opposto È come spingersi un passo in là nel cammino della propria identità di genere grazie ad una serie di coincidenze che hanno abbassato la soglia di controllo Si deve rassicurare, chiarire bene cosa si sta verificando, non assumere posizioni rigide, spaventate o colpevolizzanti, avendo cura di osservare e accompagnare l’evoluzione di questi comportamenti e favorendo relazioni significative

È il ripetersi di atteggiamenti da maschi effeminati o femmine mascolinizzate, angoscia e vergogna nei confronti dei caratteri sessuali secondari del proprio sesso, comportamenti ostentatamente omosessuali, che devono indurci ad intervenire con l’aiuto di esperti per capire quanto si sta verificando.

il gesto e il suo significato

La quotidianità nasconde tracce del nostro passato, segni impercettibili di un processo evolutivo, da sempre attivo e sempre in continua trasformazione. I nostri comportamenti, le nostre reazioni ripetono senza saperlo rituali antichi quanto l’umanizzazione. Noi abitualmente compiamo dei gesti, e tutti i gesti convenzionali, sono la ripetizione reiterata di un messaggio. Intendiamo per "convenzionali" i gesti comuni ai più e la cui interpretazione è univoca, per questo convenzionale. La nascita dei gesti convenzionali ha consentito la conservazione di una forma primordiale "eziologica" del messaggio che ha ricevuto successivamente infrastrutture culturali senza perdere il primitivo significato.

esiste un nesso evolutivo per l’inizio di un comportamento o di una gestualità, che assume in seguito forme più complesse, ma che è riconducibile a comportamenti primordiali successivamente evoluti, per questo motivo i gesti convenzionali hanno una valenza oltre ogni sovrastruttura culturale. Questo vale anche per i gesti d’amore: la gestualità dell'approccio sessuale e della seduzione ha un suo codice ben preciso che è il risultato del processo di sovrapposizione culturale che nel corso del tempo li ha stratificati, Il “primum movens" è segnato in due tappe del processo evolutivo che hanno caratterizzato la specie umana: la perdita dell'estro da parte della femmina dell'uomo e il bipedismo. Essi sono alla base non solo alla nascita della sessualità, ma anche dei processi culturali.

I principali cambiamenti di comportamento legati alla evoluzione della postura sono legati all'uso degli arti superiori a scopi diversi dalla deambulazione. Poter usufruire delle mani, ha consentito la nascita dei manufatti dei primi artefizi, ma anche della possibilità di usare il tatto a scopo di conoscenza e a scopo di comunicazione. Significa, la nascita delle carezze, dell’esplorazione tattile dell’altro, dà la possibilità di manifestare unione, prendersi per mano, ad esempio,aprire le braccia per “accogliere l’altro” Una conseguenza ulteriore del bipedismo, è la possibilità di avere rapporti sessuali in posizioni diverse, fatto che ha sviluppato varie gestualità di approccio e di seduzione.

Il cambiamento più importante è stato senza dubbio la perdita dell’ ”estro”: mutazione che ha coinvolto la genitalità e quindi la riproduzione della specie. La perdita dell'estro implica la prima fase del processo di umanizzazione, la perdita del vincolo temporale esclusivo tra funzione riproduttrice e genitalità, la nascita della sessualità, come espressione relazionale di grande significato, e dopo un lungo cammino affida la fertilità alla scelta responsabile e libera della coppia Tutto ciò è alla base dello sviluppo della cultura, con i processi di interpretazione dei misteri legati al ciclo nascita morte, nascono i miti, le religioni la cultura. La perdita del nesso estro- accoppiamento, fa evolvere la specie umana, che può così avere rapporti al di fuori della necessità biologica riproduttiva.

Il processo di umanizzazione si evolve dopo questo evento, poiché per poter sopravvivere, la specie ha dovuto adeguarsi sostituendo i messaggi biologici con "sinonimi culturali". Vale a dire l'estro si annunciava con segnali biologici: perdite ematiche, iperpigmentazione dei genitali, emissione di ormoni che lasciavano identificare la femmina in "calore", di contro il maschio compiva tutta una serie di gestualità che avevano il compito di comunicare non solo la propria disponibilità, ma anche la propria "valentia", per essere prescelto per l’accoppiamento. Persi questi segnali, ma avendo acquisito l'uso delle mani, della voce e la possibilità di accoppiarsi in maniera diversa, i nostri progenitori inventarono quelli che abbiamo già definito i sinonimi culturali.

Secondo alcuni autori, in questa fase dell’evoluzione nascono i belletti. Pare, secondo questi ricercatori, che le nostre antenate, durante la fase dell’estro fossero particolarmente accudite dai maschi, che procuravano loro maggiori porzioni di cibo. Nasce così la seduzione, da questo momento in poi tutti i gesti d'amore i riti, i ritmi, ogni moto legato all'amore saranno per sempre la “reiterazione sinonimica” del primitivo messaggio biologico di disponibilità genitale, da parte della femmina, e di capacità riproduttiva da parte del maschio.

Oggi la disponibilità e la valentia sono legate ad altre manifestazioni, ma secondo recenti statistiche le donne scelgono ancora in funzione, della capacità riproduttiva del maschio, perché il bisogno di riprodursi, anche se nascosto è la prima necessità biologica. Nonostante un era ipercomplessa, ipertecnologica, post moderna, si continuano a produrre tonnellate di baci di cioccolata, a mandare rose rosse, e a scrivere canzoni al chiaro di luna. L'universalità di questi messaggeri culturali, il loro identico significato sotto ogni latitudine sono la prova dell'ancestrale bisogno che ogni volta si verifica e come, per magia ogni volta è sempre la prima volta. Ogni volta quei gesti ristabiliscono i codici e ripetono la disponibilità all' unione.

Pensiamoci e soffriamo insieme quando sentiamo il ragazzino che con “aria ganza” chiede agli amici: “Che fa: si acchiappa stasera?” Che delusione: Darwin, l'evoluzione, Eva, la seduzione, Catullo, Saffo, Dante, gli stilnovisti, Werter ed i suoi dolori, i Ronald Barthes, e i suoi codici, Mozart e Puccini, Paolo e Francesca, i lucchetti dei paninari, tutto questo riassunto in “Che fa: si acchiappa stasera?”

I gesti e i linguaggi all’interno della relazione d’amore sono molto più diversificati e per certi aspetti molto più ricchi e comprendono i gesti dell’amicizia, della stima, dell’aiuto, della confidenza, ecc. Inoltre, l’amore è relazione personale e come ogni relazione non si fonda solo sui gesti fisici, ma sul significato condiviso dei gesti. Come ogni relazione, anche la relazione dell’amore ha un suo linguaggio proprio con ‘parole’ sue proprie: così i gesti dell’amore, linguaggio proprio dell’amore tra un uomo e una donna, usati fuori da quel contesto hanno altri significati, possono addirittura diventare un linguaggio materialmente corretto, ma falso non solo per l’intenzione di chi li compie, ma per quello che esprimono e comunicano. Detto diversamente, c’è una verità dei gesti e del linguaggio che non può essere semplicemente ignorata, riducendo tutto all’intenzione amorosa.

Proprio per l’unità corpo e spirito, il corpo umano, tutto il corpo umano, è mediatore di ogni comunicazione della persona e mediatore di ogni relazione. La psicologia ci ha resi consapevoli che la comunicazione dell’interiorità passa attraverso la parola, intesa non solo come parola verbale: parola è la posizione del corpo, il modo di stare seduti, il modo di tenere le mani o di gesticolare, il modo di guardare, l’espressione del viso, il modo di vestire, il modo di curare i capelli, un regalo, un servizio, ecc. Quando il linguaggio verbale è diverso da quello gestuale non solo si crea confusione nella comunicazione, ma il peso maggiore viene assunto da quello gestuale, in quanto più rivelativo (spesso inconsciamente) della verità della persona. L’unità della persona richiede che parole e gesti siano espressione di un unico linguaggio. È in questa unità che il cammino verso la comunione personale può essere fecondo.

Una quota importante della nostra vita sessuale ha preso forma tra le braccia della mamma La finalità è la ricerca condivisa di un significato Con la madre abbiamo impariamo a fare l’amore cioè a rendere l’amore un fatto, un’esperienza realizzata, una dimensione dell’essere, possibile, credibile, fiduciosamente disponibile.

Il corpo è messaggio e messaggero, veicolo e destinazione, luogo e incontro Ogni incontro nel corpo dei nostri figli è occasione di costruzione di una coscienza di sé come valore, per sé e per l’altro

È tutta la persona, con tutta la ricchezza del linguaggio del corpo e dello spirito, che deve partecipare a costruire la relazione d’amore. Solo così il corpo diventa manifestazione della persona: non è il desiderio emotivo che deve guidare i gesti, non la spontaneità dei gesti, ma la finalità e il significato dei gesti nella relazione specifica. Il gesto e il linguaggio non può essere espressivo solo del proprio sentire: ci si può parlare addosso e non parlare all’altro. Da qui nasce la triplice attenzione che gesti e linguaggio amoroso devono avere: attenzione all’altro e non solo al proprio sentire o al proprio desiderio; attenzione al bene dell’altro; attenzione al bene della coppia da cui deriva il bene di ciascuno. Non esiste un bene personale che non sia collegato e strettamente conseguente dal bene della coppia. Ecco perché i gesti amorosi, frutto certo di una spinta anche erotica, non possono essere responsivi solo della spinta erotica.

La nostra cultura che tende a dissociare (gesto e intenzione, corpo e spirito, emozione e volontà, sessualità e procreazione, ecc.) fatica forse più del passato a comprendere il discorso dell’unità del gesto con il suo significato che rimanda al tipo di attenzione e rispetto del corpo, condizione necessaria per l’unità di coppia. E quanto di questo cammino possiamo e vogliamo fare con i nostri ragazzi?

Quale strada percorrere con i nostri ragazzi Passare dal principio del piacere …… al principio di realtà Avere consapevolezza del significato dei gesti Imparare il valore dell’attesa e del desiderio Imparare la tolleranza alla frustrazione e al rifiuto Avere autostima Rispettare la libertà per passare dall’infantile egocentrismo alla socialità e poi alla capacità di dono

E allora …… buon cammino!!! per conoscersi come persona ….. come coppia ….. e per aiutare i nostri ragazzi a diventare uomini e donne