Dott.ssa Marina Colangelo Dott.ssa Barbara Renzetti
Health Education Glossary definisce la Scuola Promotrice di Salute quale scuola che rafforza costantemente le sue capacità di costruire un ambiente di vita, di insegnamento e di lavoro sano. Health Education Glossary, 1998
La scuola è da sempre un’istituzione che ha tutte le potenzialità per svolgere un ruolo determinante nell’incidere sugli stili di vita e sui comportamenti di salute della popolazione giovanile; rappresenta un setting privilegiato per osservare il periodo di crescita dell'individuo ideale per acquisire comportamenti duraturi e per evidenziare i rischi della salute.
La Scuola Promotrice di Salute si pone tre obiettivi: 1.Definizione di un curriculum della salute come componente integrante della carriera scolastica degli allievi allo scopo di responsabilizzare i ragazzi nella difesa della salute propria ed altrui 2.Promozione di rapporti di collaborazioni tra scuola famiglia e comunità ed elaborazione di programmi sempre più complessi basati sull’empowerment 3.Costruzione di un ambiente scolastico – fisico, sociale, organizzativo- favorevole alla salute dell’intera comunità scolastica.
Il presente lavoro è orientato a chiarire come l’attività motoria possa rappresentare un valido supporto in questa direzione: Il corpo è il punto di partenza e fulcro centrale dell’esperienza infantile. Se le esperienze corporee e motorie saranno positive contribuiranno alla costruzione di un’immagine positiva di sé.
L’attività motoria costituisce uno dei fondamenti del benessere individuale e sociale. La scuola costituisce la sede più idonea per dare vita attività educative che abbiano nel movimento un punto di riferimento forte. Inoltre, ha l’occasione di accogliere ed usare con consapevolezza i differenti linguaggi corporei così da supportare la fantasia e la creatività del bambino.
Attività fisica Psicomotricità
Benefici psicologici e relazionali dell’AF: Aumentare la fiducia in se stessi (autostima) Imparare a riconoscere i propri limiti e le proprie capacità (self-efficacy) Imparare a definire e valutare gli obiettivi (goal setting) Migliorare la capacità di affrontare le sfide Controllare meglio l’emotività e l’ansia Maggiore tolleranza alle frustrazioni Migliorare la socializzazione (comunicazione, gestione del conflitto)
Perché l’AF a scuola: E’ salutare in età evolutiva Se praticata con continuità in età scolare è predittiva di uno stile di vita attivo in età adulta Rafforza alcune abilità psicorelazionali E’ associata al migliore rendimento scolastico E’ un’esperienza fondamentale di conoscenza di sé e del mondo esterno
Psicomotricità E’ una disciplina che prende in considerazione l’uomo nella sua globalità; il suo obiettivo principale è quello di permettere l’integrazione armonica degli aspetti motori, funzionali, affettivi, relazionali e cognitivi. La psicomotricità affida un ruolo preminente al corpo, considerato in relazione costante e significativa con l’ambiente.
In particolare valorizza il corpo in movimento, con le sue specifiche modalità di espressione: il suo linguaggio. Attraverso esso, il suo agire e il suo relazionarsi, l’individuo esprime la propria identità, i suoi bisogni e le sue difficoltà, apprende a operare sulla realtà. Uno degli ambiti di applicazione della psicomotricità è quello preventivo-educativo che si realizza soprattutto in gruppo. In questo caso l’obiettivo è quello di prevenire o di evidenziare eventuali problematiche latenti o a rischio e di favorire, attraverso il lavoro nel gruppo, lo sviluppo del bambino nella sua totalità e interdipendenza fra agire, pensare, comunicare, sentire, percepire.
Rendere lo spazio “strumento” per familiarizzare e “luogo” dove creare legami e costruire un mondo condiviso.
- autonomia - maturazione senso – percettivo – motoria - fiducia in sé stessi - sviluppo delle capacità relazionali
- aggiustamento allo spazio e al tempo - percezione dello spazio e del tempo - capacità di sentire le parti del corpo - capacità di verbalizzare le sensazioni provate
- capacità di alternare all’attività dinamica la distensione - controllo tonico - capacità di condividere l’esperienza attraverso modalità interattive adeguate - capacità di superare eventuali paure e conflitti
Da queste premesse, nasce l’idea di questo progetto e la volontà di dar forza all’educazione motoria per farla entrare nella programmazione della scuola primaria in modo creativo e produttivo, diventando parte integrante del progetto educativo mantenendo però un’impostazione ludica. Il nostro progetto ha cercato di descrivere un momento della vita scolastica in cui valorizzare la reciprocità, la comunicazione costruttiva, la cooperazione non gregaria, la reciproca comprensione che consolidino rapporti di amicizia e generosità e che sollecitino esperienze umane di partecipazione democratica
- -Ci siamo proposte di costruire un contesto giocoso utilizzando diversi “linguaggi”, ad esempio la fiaba, il mimo, i giochi sensoriali, i giochi di fiducia e i percorsi psicomotori, perchè possono offrire al bambino strumenti utili per mediare tra realtà e fantasia attraverso stimoli precisi. - Abbiamo cercato di offrire possibilità nuove e divertenti per comunicare le proprie emozioni, un ulteriore aiuto al rafforzamento della propria identità. - Inoltre, stimolare il confronto con l’altro, rende consapevoli i bambini dell’uso del proprio corpo in relazione al tempo e allo spazio, favorendo l’autostima e la conquista dell’autonomia.
Bambini di una prima elementare della Scuola Pistelli di Roma Palestra Scuola Elementare Pistelli
- Incontri a cadenza settimanale della durata di due ore circa all'interno del quale sono state proposte le attività ludico ricreative in collaborazione con l'insegnante di attività motoria - Il nostro progetto ha avuto una durata di 4 settimane, ma la programmazione scolastica prevede la durata annuale dell’attività motoria.
Ogni singolo incontro prevedeva una prima fase di riscaldamento con l'obiettivo di favorire la presa di consapevolezza del proprio corpo in relazione allo spazio e al tempo grazie all'utilizzo della musica. una seconda fase l'insegnante proponeva attività strutturate al fine di sviluppare un passaggio da uno spazio individuale, ad uno “condiviso e relazionale”. una terza fase definita di “chiusura” prevedeva un breve rilassamento ed i saluti prima di tornare in classe.
I bambini accompagnati dalla musica non intrusiva sembravano muoversi in modo spontaneo nello spazio fermandosi in forme originali e personali; solo successivamente hanno cominciato a collegarsi alle forme degli altri per completarle e solo raramente per imitarle Dallo spazio personale allo spazio interpersonale
I bambini hanno iniziato a lavorare sul piacere di muoversi e danzare sentendo di “abitare” un corpo che sa di essere osservato dagli altri e di conseguenza inizia a voler comunicare
Nonostante i pochi incontri previsti dal nostro progetto è stato possibile rilevare la gioia e l’appagamento che questi bambini hanno ricevuto dal muoversi e dall’essere messi in una situazione di ricerca impegnata, di sperimentazione guidata, di autonomia sollecitata.
L’attività motoria nella classe da noi osservata, continuerà a fare parte dell’attività curricolare almeno fino alla fine dell’anno… …pertanto è ipotizzabile che questo spazio privilegiato possa riuscire a far comprendere come la vera creatività stia nel corretto equilibrio fra libertà e regola e debba passare attraverso la costruzione dell’autonomia e della consapevolezza decisionale dell’individuo per arrivare al nascere di una comune intenzionalità espressiva