FESTA DELLA TOSCANA “Guardare oltre i nostri confini, le nostre abitudini, le nostre convinzioni Per una Toscana terra del mondo”.

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Transcript della presentazione:

FESTA DELLA TOSCANA “Guardare oltre i nostri confini, le nostre abitudini, le nostre convinzioni Per una Toscana terra del mondo”.

Nel 2000 il Consiglio Regionale della Toscana ha scelto di istituire la Festa della Toscana come occasione per riflettere sui valori di pace e di giustizia che fanno parte della sua identità e poter consegnare al futuro un patrimonio di diritti e civiltà di così grande valore.

Il 30 Novembre, non fu una scelta casuale, infatti, nel 1786 in questo giorno Pietro Leopoldo di Lorena, Granduca di Toscana, pubblicò e approvò la “Riforma Penale” dove si abolivano, torture e pena di morte, definendo quest’ultima: “Conveniente solo ai popoli barbari”.

il primo Stato ad abbandonare la pena di morte, una pratica prevista in quasi tutti gli ordinamenti antichi. Sotto l' influenza illuministica, e in particolare di Cesare Beccaria, autore del celebre saggio "Dei delitti e delle pene“, la Toscana divenne

Con l’articolo 51 della Riforma la Toscana non aboliva solo la pena di morte, ma anche la tortura e la mutilazione delle membra, considerate come un pubblico danno, pena orrenda che dava solo “soddisfazione privata”.

L ’ articolo 54, a conferma di quanto stabilito dalla Riforma, imponeva la “ Demolizione delle forche ”. Al Bargello, dove si trovavano il tribunale e il luogo delle esecuzioni, si d à fuoco al patibolo. Ancora oggi questo avvenimento viene ricordato in una lapide posta nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio:

Da allora la pena di morte ebbe un percorso tortuoso: abolita durante il Regno d’Italia nel 1889 con il Codice Zanardelli, viene reinserita nel Codice Rocco del 1930, di ispirazione fascista, per poi venire definitivamente soppressa nella Costituzione della Repubblica Italiana nel 1948.

Nel mondo ci sono oggi 68 paesi che utilizzano questa forma di punizione per crimini gravi.

Il tema dell’edizione 2014 è chiaro: il mondo va al di l à della nostra quotidianit à, e se vogliamo un futuro migliore bisogna guardare oltre il nostro passato, oltre i nostri confini regionali … Al vicino Oriente dove conflitti sanguinari avvengono in nome di Dio. “ Guardare oltre i nostri confini, le nostre abitudini, le nostre convinzioni Per una Toscana terra del mondo”.

Vogliamo ricordare qui le parole di Papa Francesco: “ la religione non può essere usata come scusa per lotte di potere e dominio ”. Ma cosa significa per noi andare oltre? Andare oltre è mettere le ali, iniziare un viaggio dove poter conoscere ciò che non abbiamo ancora chiaro. Un viaggio partendo dalla nostra terra, quella degli Etruschi provenienti dalla Grecia, quella che nel Medioevo si nutr ì della cultura araba.

Confronto e scambio, questa è stata la Toscana da sempre, e ora pi ù che mai, perch é oggi pi ù di allora la nostra terra è pronta alla sfida per un futuro migliore: Toscana luogo multiculturale, perch é la contaminazione straniera diventi una ricchezza e non una emergenza sociale. La scuola avrà il ruolo centrale, permetterà a noi ragazzi di essere contaminati da altre culture che ci arriveranno attraverso i loro linguaggi artistici.

Fenomeni migratori dalla Toscana Dalla Toscana gli emigranti sono partiti alla volta del mondo soprattutto tra le due guerre mondiali. Altri prima alla fine dell'Ottocento con la valigia di carta: erano 'figurinai' e muratori, camerieri e braccianti, scalpellini e minatori. In molti sono partiti per l'America e l'Australia, per la Svizzera e il Belgio Gli emigranti. Olio su tela di Raffaello Gambogi (Museo Civico Giovanni Fattori, Livorno).

Dalla Lunigiana i toscani emigrarono nel secolo scorso soprattutto in Scozia e in Francia, i lucchesi scelsero la California, l'Argentina e il Brasile, gli elbani l’ Australia. In Sudamerica hanno costruito dal niente paesi e città: come Olivos in Argentina, centocinquanta anni festeggiati nel 2013.

Poi quei figurinai, camerieri ed operai hanno fatto studiare i figli che spesso sono diventati imprenditori e manager rispettati, punti di riferimento delle comunità locali oppure musicisti e attori. Susan Sarandon

Alla fine del 1976 erano 40 mila i toscani nel mondo. Complessivamente tra il 1876 in poi quasi un milione e 200 mila toscani sono emigrati oltre confine: due terzi entro il 1876, in 170 mila dopo la fine dell'ultima guerra mondiale. Emigrati appena sbarcati ad Ellis Island in attesa di controlli.

Oggi la maggior parte dei toscani all'estero vive in Argentina, nel paese sudamericano sfiorano i 18 mila (il 13,4% di tutti i toscani nel mondo). La sequenza prosegue con Brasile, Svizzera, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Spagna, Belgio e Israele per rimanere alle prime dieci destinazioni. L'emigrazione in Toscana è un fenomeno ancora attuale e non mancano i record… A Bagni di Lucca quattro residenti su dieci vivono all'estero, a Pontremoli uno su tre!

LE ASSOCIAZIONI DI TOSCANI ALL ’ ESTERO Le prime associazioni di toscani nel mondo sono state dei lucchesi. Oggi sono più di cento in tutto il mondo, e contano oltre 13 mila iscritti e 558 famiglie coinvolte. La maggior parte è concentrata nelle Americhe e in Australia. La più vecchia è quella di Avellaneda in Argentina, fondata nel La più giovane è nata a Gerusalemme, due anni fa. In Asia ne sta fiorendo una in Cina grazie ai 'toscani temporaneamente all'estero per mobilità di lavoro’.

LA CONSULTA DEI TOSCANI ALL’ESTERO Si deve a un sindaco della montagna pistoiese, Mario Olla, la nascita, alla fine degli anni Settanta, della Consulta dei toscani all'estero, oggi Assemblea dei toscani nel mondo, 115 membri che si riuniscono una volta ogni cinque anni. Un direttivo di quarantacinque (che si vede almeno una volta l'anno), composto da ventisei rappresentanti dei toscani all'estero e diciannove tra sindacati, enti locali e categorie economiche della regione.

La scommessa degli ultimi anni è infatti utilizzare quella fitta rete di contatti, gli emigranti e i loro figli che sono diventati imprenditori e manager di successo, e i toscani temporaneamente all'estero, per promuovere e rilanciare il “made in” e le eccellenze toscane. Puntando magari sui giovani. Segreteria del Consiglio dei Toscani all’Estero Regione Toscana - Direzione Generale della Presidenza - Firenze

Gli stranieri residenti in Toscana al 1° Gennaio 2013 sono mila e rappresentano il 9,5% della popolazione residente. A livello regionale rumeni, albanesi, cinesi, marocchini e filippini sono le nazionalità più rappresentate, rumeni e albanesi rappresentano il 40% del totale degli stranieri residenti in Toscana. Gli emigrati in Toscana

Tali nazionalità sono le prime due in tutte le province, ad eccezione di Prato dove i cinesi rappresentano la maggioranza degli immigrati. La popolazione straniera rispetto a quella italiana è molto più giovane, gli stranieri al di sotto dei 34 anni sono quasi il 60%, mentre gli italiani circa la metà(30,8%).

L' afflusso migratorio permette di mantenere giovane la popolazione. L’invecchiamento della popolazione viene compensato da una fertilità superiore delle donne di origine straniera e da un afflusso sempre costante di giovani immigrati che in Italia cercano un'opportunità di vita e di lavoro.

Gli emigrati a Firenze A Firenze gli stranieri residenti sono e rappresentano l’11,1% della popolazione. La comunità più numerosa è quella albanese seguita dalla rumena e dalla cinese.

Gli emigrati a Prato A Prato gli stranieri residenti sono e rappresentano il 16,7% della popolazione.

IMMIGATI IN TOSCANA (PROVINCIE COSTIERE) Nella nostra regione vivono oltre stranieri.

Oltre all’immigrazione di stranieri in possesso di regolare permesso di soggiorno, negli ultimi anni è cresciuta l’immigrazione clandestina, ossia stranieri che arrivano in Italia illegalmente.

Lungo la fascia costiera Toscana, infatti specialmente nel periodo estivo, troviamo spesso immigrati extracomunitari che vendono prodotti falsi e contraffatti lungo le nostre spiagge.

Gli stranieri toscani regolarmente residenti lavorano nella stragrande maggioranza come operai. Solo una limitatissima minoranza di stranieri trovano lavori più qualificati come ad esempio: impiegati.

In toscana molti stranieri vivono in affitto nelle nostre case; una piccola percentuale ha casa di proprietà ma non mancano casi estremi di irregolari che vivono in povertà, occupando case abbandonate o a baracche o tende. Sono i cosiddetti “senza dimora”.

Oltre alle popolazioni di origine Rom e nomade, i gruppi maggiormente interessati da questo fenomeno, sono provenienti dall’Europa dell’Est, sia dai Paesi neo-comunitari che dai Paesi terzi confinanti.

Esiste una crescente minoranza di persone in condizione di disagio costretta a delinquere e a compiere attività illegali (furti, rapine, spaccio di droga).

La scorsa estate un gruppo di turisti belgi fra i 20 e i 25 anni è stato accerchiato da giovani extracomunitari armati che volevano prima di tutto rapinarli: le ragazze, difese dai loro amici, sono riuscite a fuggire, tre ragazzi hanno rimediato contusioni al punto da richiedere l’intervento della Misericordia di Torre del Lago per essere accompagnati all’ospedale.

Sul litorale marina di Pietrasanta, durante un controllo antiabusivi un extracomunitario che vendeva merce sulla spiaggia e stato rincorso e picchiato dai militari della guardia costiera. L’episodio è stato filmato e postato su Facebook; ne sono seguite polemiche e denunce da parte di alcuni consiglieri comunali.

Che lavoro fanno gli immigrati Dalle stime di Unioncamera risulta che gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare: colf, badanti, operai agricoli, venditori ambulanti, operai edili, personale non qualificato, nei servizi di pulizia, ristoranti, navi corrieri, operai tessili e allevatori.

La Toscana e il patrimonio mondiale dell'umanità

I siti Unesco in Italia

Centro storico di Firenze Il centro storico di Firenze è entrato a far parte dei siti Unesco nel 1982 : è quindi il primo ad essere stato riconosciuto come tale in Toscana.

Pisa: Piazza dei Miracoli Piazza dei Miracoli è entrata nella lista dei siti Unesco nel 1987.

Centro storico di San Gimignano Il centro storico di San Gimignano è patrimonio dell’umanità dal 1990

Centro storico di Siena Il centro storico di Siena è entrato a far parte dei siti Unesco nel 1995.

Centro storico di Pienza Il centro storico di Pienza (SI) fa parte dei siti Unesco dal 1996

Val d'Orcia La Val d'Orcia è patrimonio dell’umanità dal 2004

Ville Medicee Le Ville Medicee sono il più recente dei siti Unesco della Toscana (2013) e sono localizzate nelle province di Firenze, Lucca, Pistoia e Prato.

Per ricordare questa data abbiamo pensato alla pace, alla tolleranza e alla fine dell’odio nel genere umano, per questo la nostra insegnante, la Prof.ssa De Scalzi, che ringraziamo affettuosamente, ci ha insegnato a suonare questi tre brani significativi. Geordie, cantata da Fabrizio de André, è una ballata britannica del XVI sec. che ricorda un fatto realmente accaduto. Il protagonista della canzone, di nome Geordie, è un giovane accusato di ribellione contro re Giacomo VI di Scozia e pertanto condannato a morte, ma per intercessione della famiglia viene liberato dopo la consegna di un riscatto. Dal XVIII sec. in poi, Geordie è un bracconiere, condannato a morte per aver rubato sei cervi nel parco del re. Il lieto fine purtroppo non esiste più.

Blowin’ in the wind è una famosa canzone pacifista scritta da Bob Dylan nel 1962, ispirata da un canto degli schiavi neri afroamericani. È un inno contro la guerra e l’incapacità dell’uomo di ripudiarla in modo definitivo e totale. A questo però c’è uno spiraglio all’ottimismo: una risposta che c’è, e a portarla basterà un soffio di vento. L’inno alla gioia fa parte della Nona sinfonia di Beethoven ed è una delle opere più note di tutta la musica. Durante il periodo la divisione della Germania, l‘”Inno alla gioia" è stato l'inno per la Squadra Unificata Tedesca durante i Giochi Olimpici svoltisi tra il 1956 e il 1968, adottata come inno europeo dal Consiglio d'Europa (e successivamente dall’ Unione europea) nel 1985.